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Lui & Lei

Poliamore 2


di iltiralatte
20.08.2023    |    2.839    |    2 8.7
"Anche loro sono libere come l’aria ed hanno solamente l’impegno di concedersi quando lui, da buon sultano, le convoca..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

Emma partì. Dopo tre giorni ricevetti una cartolina da Berlino, poi nulla fino a quando non si ripresentò in grugnita a casa nostra una decina di giorni dopo.
-Cos’è quel muso? Non sei contenta di essere a casa?
Lei mi abbracciò stringendomi fortemente a se
-Tu non sai, Flavio, tu non sai!
-Cosa non devo sapere? Una trasferta di lavoro è normale in molte ditte.
-Si, ma mi risulta non sia normale che il capo, dopo aver prenotato una camera matrimoniale, ti scopi per tutta una settimana senza neppure avertelo chiesto prima. Almeno si fosse tolto! È sempre venuto dentro di me.
-In più io sarei già tornata da tre giorni. Lui mi ha portato a casa sua, mi ha presentato le sue 3 mogli ed ha continuato a riempirmi del suo seme.
-Ma ti ha violentata? In questo caso, capo o non capo, ti accompagno alla polizia per denunciarlo.
-Povero amore mio, non posso dire che mi abbia violentata. Ho posto qualche resistenza la prima sera, ma ho scoperto che sa essere molto convincente. Mi ha conquistata poi col suo fallo già dalla prima volta. Io mi sono goduta tutta la scopata e da allora non ha avuto senso dirgli di no. Quando poi siamo tornati mi ha portate a casa sua “Tu sarai la quarta moglie“ mi ha detto e mi ha trattato da tale per tre giorni anche se io continuavo a protestare di essere già sposata.
Mi mostrò l’anulare dove, al posto della mia, campeggiava una fedina d’argento.
-Mi ha fatto togliere la fede e mettere questa provvisoria, in attesa di quella definitiva il giorno del nostro “matrimonio”.
-Ma quello è matto! Più suonato di una campana rotta! Non sa che tu già hai un marito ed un figlio?
Nuovamente la strinsi a me.
-Anche se è il tuo capo che vuole deliziarsi il suo regale uccello, può al limite domandarti di abbandonare tuo marito, non certo il tuo bambino!
-Proprio questo è il punto: non mi chiede nulla. Pur come sua quarta moglie potrei tornare qui, curare come voglio il mio bambino ed addirittura scopare con te.
-In un momento di calma ne ho parlato colle altre tre. Anche loro sono libere come l’aria ed hanno solamente l’impegno di concedersi quando lui, da buon sultano, le convoca.
-E non rimangono mai incinte?
-Lo sono rimaste tutte e tre ed Elio ha riconosciuto i loro figli che ora abitano presso di lui. Io, da quarta moglie, dovrei prendere tutti i miei affetti e portarli in quella casa: mio figlio e … stupisci stupisci, addirittura te.
La guardai come se fosse stata un marziano
-Sempre più pazzo! Io non mi muovo e mio figlio resta qui. Non pensare neppure un momento di sottrarmelo. Piuttosto non mi hai ancora detto cosa TU vuoi fare. Vuoi ancora essere mia moglie o preferisci essere la concubina n°4?
-Lucio, io ti amo, davvero, puoi dubitarne? Ma dopo aver assaggiato quel pene muoversi nella mia intimità sono rimasta addirittura stregata.
-In più c’è una cosa che forse ti è sfuggita: quando sono partita era appena prima del mio periodo fertile. Ora temo di essere incinta, ma non certo di te.
Vinto mi lasciai cadere sul divano con le lacrime agli occhi
-Come hai potuto Emma? Non sapevi quanto io sono innamorato di te? Te lo dico chiaramente: mi avessi detto che il tuo capo ti voleva scopare in ufficio come segretaria e che tu volevi assecondarlo, ti avrei risposto di si con entusiasmo (forse non tanto), perché la cosa faceva piacere a te.
-Mi avessi detto che ti eri trovata un amante e che la sera prima di tornare a casa, volevi prendere l’abitudine di farti farcire dal suo fucile,nuovamente avrei acconsentito dando sempre la priorità al tuo desiderio.
-In tutti e due i casi forse non avresti voluto prendere precauzioni e saresti comunque rincasata dicendomi: “Sai? Sono incinta ma non di te!”. Ti avrei ugualmente abbracciata e sorretta, la scelta era tua ed io l’avrei rispettata amando quel figlio come se fosse stato mio. Però tu saresti stata al mio fianco. Io ho giurato di sostenerti e l’avrei fatto anche a fronte di un tuo tradimento.
Ti amo, sei mia moglie, ma che tu voglia fare la convivente di un principe poligamo esula completamente dal mio cervello.
-Io ti amo da morire Emma. Non avrò mai altra donna all’infuori di te. Adesso vai pure a raggiungere il tuo sultano. Io rimarrò qui ad attendere che tu, ritrovata la ragione, torni da me e nel frattempo alleverò nostro figlio.
-Mi spiace tu la prenda in questo modo! Venendo con me avresti forse potuto imparare qualche cosa! Sapessi come scopa bene Elio, ma non perdo la speranza. Hai detto di volermi attendere senza mai ricorrere ad un’altra donna? Allora devi anche accettare le mie visite. Devi lasciarmi le chiavi di casa e permettere che io venga a visitare il NOSTRO bambino ogni volta che vorrò.
L’accordo non era il massimo a me favorevole ma era l’unico possibile. Nell’accomiatarsi Emma mi baciò su una guancia.

I successivi mesi furono i più difficili-
Emma veniva a portarmi il suo intero stipendio, che io naturalmente dedicavo unicamente a Massimo e, già che c’era, coccolava il bambino parlandogli a lungo sottovoce, così che io non potessi sentire.
Io vedevo ogni volta il suo corpo arrotondarsi e piangevo, lasciandola sola col nostro bambino.
Regolarmente concludeva quelle visite con un bacio sulla mia guancia ed un:
-Ricordati sempre, anch’io ti amo.
Poi tornava a farsi scopare dal suo pascià cui stava pure regalando un figlio.
Un giorno in cui era attesa lei mancò l’appuntamento.
Al suo posto mi giunse un SMS: “Parto avvenuto: tutto bene. Portami Massimo che voglio fargli conoscere il suo fratellino.” Seguiva poi l’indirizzo in cui avrei potuto rintracciarla.
Non potevo ignorare quel messaggio. Vestito Massimo domandai alla mia vicina il permesso di portare Alice con me. Avevo tutta l’intenzione di lasciare la baby-sitter con Massimo accanto al letto di sua madre mentre io sarei uscito dalla stanza pur di non vederla.
Giunsi a destinazione: più che una casa un castello.
Mi accolse una donna:
-Lei è il marito ufficiale di Emma? Evviva, finalmente ti conosco (e mi abbracciò fortemente)
Restai basito: tutto mi attendevo tranne una accoglienza simile.
-Elio è in ufficio, giungerà più tardi e certo vorrà conoscerti!
La guardai indifferente, quella presentazione proprio non mi interessava.
-Io sono Aurora, la prima moglie. Emma è solo la n°4 ma la amo come una sorella. Ecco lei è qui:
Aurora mi introdusse in una porta dove Emma, a letto, stava allattando il suo ultimo nato.
Tristemente ricordai quelle tette che una volta, con la loro ambrosia, avevano cementato indissolubilmente il patto d’amore tra me e quella donna.
La guardai tra i lacrimoni, feci cenno ad Alice di portare il bambino a sua madre e col groppo in gola la salutai voltandomi per andarmene.
-Aspetta Lucio, non lasciarmi così.
-Non ce la faccio Emma!
E veloce uscii dalla stanza.

FINE ?
Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi. In caso di racconti a puntate, la successiva sarà pubblicata unicamente se qualcuno lo chiederà-

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