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Lui & Lei

Cornuto per forza


di iltiralatte
21.07.2023    |    3.734    |    2 9.0
"FINE Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi..."
(Seguito di "VENDICARSI PER FORZA")

Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale


Erano giorni felici ma passarono in un lampo.
Una mattina, mentre coccolava un po’ Marisa per prepararla alla solita penetrazione Mattia ebbe l’avventura di dirle:
-Temo che questa sia la nostra ultima volta, da domani finirò ingabbiato.
Istantaneamente vide la donna irrigidirsi. Senza dire una parola quest’ultima si alzò e corse nel suo ufficio.
Mattia la udì frugare nel cassetto e poco dopo tornò recando in mano un contenitore sterile, fresco di farmacia.
-Se domani ti sposi (esordì) oggi non voglio scopare. In compenso da te voglio un regalo.
Mattia la guardò curioso: -Come non vuoi scopare? Non mi lasci nemmeno sparare l’ultima cartuccia?
-Quella la sparerai stanotte. Mi hai chiesto di essere la tua testimone e trascorrerò la notte a casa tua. Già mi immagino che non mi lascerai dormire molto (ridacchiando)
-Allora cosa vuoi fare?
Marisa gli mostrò il contenitore: -Facile, voglio mungerti.
-Mungermi? Ma non hai mai notato i miei capezzoli? Sono duri e piatti, non belli morbidi ed evidenti come i tuoi.
-Non essere modesto, se non hai i capezzoli hai un’altra parte facilmente mungibile.
Mattia si toccò il membro-
-Esatto proprio li. Quindi Marisa si accoccolò tra le sue braccia:
-Sai, da buona segretaria penso proprio di essermi innamorata di te. Non temere, non ho intenzione di esserti d’intralcio in nessun modo
Gli prese una mano e la guidò sul suo seno:
-Ho solo intenzione di essere a tua disposizione ogni volta che mi vorrai. Io sposerò Marco. Lui sarà mio marito ma tu rimarrai il mio capo, ed io la tua segretaria.
-Belle intenzioni, e allora?
-Beh, anche se mi sposerà non consentirò a quel cornuto di Marco di scoparmi fin quando non sarò rimasta incinta di te: quindi ora datti da fare, riempi più che puoi questo contenitore del tuo seme. Io farò di tutto per aiutarti: vuoi il mio sesso sul naso? Vuoi una danza da odalisca? Domanda e ti sarà dato … ma riempi più che puoi quel contenitore.
-E se ti scopassi? Potrei togliermi quando avverto lo stimolo e riempire in questo modo il tuo vasetto.
-Idea migliore della mia: forza campione dacci sotto!
Per accontentare la sua amica fece una doppietta ma togliendosi all’ultimo momento. Il contenitore trovò posto nel piccolo frigorifero del bar facendo poi riapparizione la sera a casa di Mattia.
L’ultima notte fu memorabile tanta che il vasetto fu quasi riempito completamente.
Dopo l’ultima scopata Marisa si rannicchiò nell’incavo del braccio di Mattia e gli domandò curiosa:
-Cos’è questa storia della gabbietta? Domani ti sposi e mi sembra che questa sia proprio la cerimonia che più di ogni altra esclude questa costrizione.
-Marco è un cornuto vero? Nessuno può saperlo meglio di me. (rispose Mattia) Però, diciamocelo chiaro, se ti volesse scopare e tu glielo consentissi, resterebbe comunque cornuto ma voi siete nel vostro pieno diritto.
-Quando ho avuto la mia nomina a dirigente ho stretto un patto simile ma più restrittivo. Il futuro amante di mia moglie vuole assicurarsene l’esclusiva.
-Io dovrò intrattenerla di giorno e di sera, per poi consegnargliela per la notte in modo che lui possa divertirsi.
-Io non mi sento cornuto: non conosco neppure quella donna che solo una volta ho avuto la ventura di incontrare brevemente. A quel tempo, poi, neppure sapevo cosa fossero le donne, sappi che il mio primo rapporto lo ho avuto con te, quindi portare una perfetta sconosciuta a Ted perché lui si divertisse a scoparsela non mi pesava per nulla. Libero ero e sono e libero rimarrò, ma Ted vuole essere assolutamente certo che non gli soffi la preda. Quindi ha deciso di ingabbiarmi e tale resterò fintanto che non si stancherà di Giada sostituendola con un’altra. Solo allora mi libererà ed onestamente penso che ora la cosa mi peserà un po’ perché adesso io ho te.
A quelle parole Marisa, a mo’ di polipo, lo abbracciò fortemente. Cominciò a strusciarsi ed a maneggiarlo sin quando il cavaliere risorse e lo costrinse ad un ultimo rapporto. Il barattolo questa volta rimase ben chiuso in frigorifero, Marisa aveva ben altro contenitore (assolutamente naturale) che voleva fosse ben pieno.
Il giorno dopo Mattia si presentò alla chiesa scelta per la cerimonia indossando un elegante frak accompagnato da Marisa: la sua testimone, ed assieme attesero nei pressi dell’altare l’arrivo della sposa.
Il tempio era stracolmo di invitati, Ted non aveva certo badato a spese.
Quando l’organo iniziò a suonare la marcia nuziale apparve finalmente Giada, stupenda nel suo abito bianco dal lungo strascico.
Credo tutti conoscano questo tipo di cerimonie, ed i due, quando si furono scambiati i “SI” ed il prete li ebbe dichiarati marito e moglie passarono in parata tra le due ali di invitati. Giada gettò alle sue spalle il buochet nuziale, che fu casualmente preda di Marisa, e salirono sulla macchina che li avrebbe condotti all’hotel scelto per il banchetto e successiva festa.
Nuovamente Mattia si stupì e solo la sera, presa per mano la sua sposa ancora in abito bianco, si ritirò nella stanza che era stata loro assegnata.
Aperta la porta la prima cosa che vide fu Ted, disteso sul letto.
-Era ora! (esordì questi) Vi siete divertiti?
-Si Ted, una festa fantastica (rispose).
-È giunta l’ora di dare attuazione al nostro accordo: non credi? Seguimi nella camera a fianco di questa.
Nella camera indicata era presente una persona.
-Questo è il mio medico personale. Ho dato a lui l’incarico di applicarti la gabbietta. Non temere è solo per discrezione che ricorro a lui. Trascorri qui la notte poi domattina indossa una vestaglia da camera e, senza farti notare, bussa alla MIA camera che salveremo il tuo onore.
Dopo che il medico gli applicò la famosa gabbietta senza peraltro consegnargli la chiave.
Non era abituato a quella costrizione. Tentò in qualche modo di togliersela senza riuscirci e procurandosi solo un certo dolore ai testicoli. Rinunciò ma il sonno non poteva venire per cui si adattò a seguire i gemiti che, attraverso quelle pareti di cartapesta gli arrivavano dalla stanza in cui era sua moglie.
Con gli occhi pesti la mattina seguente, verso le 8.30 indossò la richiesta vestaglia e bussò alla camera in cui Ted e Giada avevano trascorso la notte.
Gli aprì Ted: -Stanotte ti abbiamo tenuto sveglio vero? Si capisce dai tuoi occhi ma è meglio così. Ora tu e Giada toglierete il lenzuolo insanguinato e lo esporrete assieme al balcone così che tutti possano appurare la verginità della sposa! Stanotte avete fatto una grande scopata quindi siete liberi fino a stasera quando mi riporterai Giada a casa mia. Ormai il custode ti conosce e non ti farà storie. Buona giornata ad entrambi (e si allontanò fischiettando).
Rimasto solo con Giada, che con un certo imbarazzo indossò a sua volta una vestaglia per coprire le sue nudità, eseguirono assieme quel semplice compito, un po’ vergognandosi di voler rispettare una tanto barbara tradizione.
-Ma tu eri veramente vergine quando ci siamo sposati? (domandò)
-Certo, strano a credersi vero?
-Allora non capisco: come puoi aver accettato di farti sverginare da un uomo che non ami?
-Neppure te amo, quindi fatti i fatti tuoi per favore.
-Cominciamo male Giada. Volenti o nolenti ora siamo marito e moglie con nessuna possibilità di dividerci. Non vogliamo almeno tentare di essere amici? Io non sono un semplice autista e neppure credo che ciò sia nei desiderata di Ted.
Lei lo guardò attentamente negli occhi:
-Effettivamente credo tu abbia ragione. Ted ti ha spesso illustrato nei giorni scorsi come una specie di cavalier servente che dovrebbe accompagnarmi ovunque, passare le giornate con me a svagarmi e solo la sera ricondurmi alla sua camera. Va bene, tentiamo con l’amicizia ma ti avverto: NON SPINGERTI OLTRE! Già ne ho abbastanza di uno che mi scopa a sangue di notte senza volerne trovare un altro anche di giorno.
Con un sorriso triste Mattia le tese la mano in segno di accettazione ed il patto fu sancito.
I due giovani rientrarono quindi ciascuno nelle proprie stanze per rivestirsi.
Mattia non si era portato cambi per cui dovette indossare il vestito del giorno precedente mentre Giada aveva rinvenuto nell’armadio della camera uno dei suoi abiti preferiti e lo aveva indossato.
Si ritrovarono fuori dalla camera di Giada e, tenendosi per mano, abbandonarono l’albergo salendo sulla vettura che Ted aveva lasciato a loro disposizione.
-Devo andare a casa a cambiarmi Giada, poi credo dobbiamo provvedere a far portare in casa mia anche i tuoi abiti e le tue cose. Se Ted vuole simulacri di donne sposate non possiamo deluderlo lasciando tutto il tuo da lui.
-Vero! Ma la casa sarà abbastanza grande per due?
-Certi che sì. È una casa molto spaziosa. Credo che lui abbia progettato tutto contando sul fatto che le sue amanti, una volta scartate, vogliano costruire una famiglia coi loro mariti posticci,
-Lorna effettivamente mi ha confidato che vuole metter su famiglia col marito ora che non sarà più obbligata ad accoppiarsi con Ted.
-A noi non succederà vero? Amici abbiamo detto ed amici saremo.
Lei sorrise in risposta.
Nel frattempo erano giunti a casa e, dopo aver posteggiato l’autovettura, salirono nell’appartamento.
-Non mi prendi in braccio per attraversare la porta? Questa è una tradizione vecchia ma molto seguita perché di buon augurio.
Con un sorriso Mattia prese in braccio sua moglie facendole attraversare la fatidica soglia.
-Questa è la tua chiave. (Disse Mattia alla donna porgendogliela subito dopo averla depositata) Non dovresti averne bisogno dato che sarai tutto il giorno con me ma è giusto che pure tu abbia una tua indipendenza.
Colta gioiosamente di sorpresa la donna reagì dandogli un bacio sulla guancia.
-Ora vado a cambiarmi, attendimi qui amica mia.
Una decina di minuti più tardi era di ritorno cambiato e rasato a dovere.
-Eccomi pronto, che vuoi fare ora?
-Scusa Ted ha la chiave di questa casa?
-Credo l’abbia conservata, perché?
-Potremmo telefonargli ed affidare a lui il compito di trasferire qui le mie cose, tanto si limiterà a schiacciare qualche ordine, noi nel frattempo faremo una bella gita fuori porta.
Così fecero. Ted acconsentì volentieri di prendersi carico di tutto e loro partirono.
Una bella passeggiata in mezzo alla natura, un ristorantino, un’altra camminata sino all’ora di cena tutte cose trascorse parlando fittamente di tutto, Più parlavano più si conoscevano sentendosi sempre più affini.
Quando alla sera Mattia riportò Giada a Ted perché potesse scoparsela fu lui a sorprendere la donna con un casto bacio in fronte.
Lei reagì con un abbraccio dandogli appuntamento per la mattina successiva:
-Vieni presto, mi è piaciuto stare con te.
La mattina successiva lei lo accolse son un leggero bacio sulle labbra e poi via! Assieme tutto il giorno a trovare con lui un’intesa sempre maggiore.
Questo fu il loro inizio. Lui godeva della compagnia di Giada fino al momento della riconsegna, Lei altrettanto e cominciava a ritenere tutte quelle scopate notturne un fastidio di cui avrebbe voluto liberarsi.
Un bacetto, un abbraccio, una toccatina, un altro abbraccio, UN BACIO VERO.
In capo ad una settimana i due, senza accorgersene, si ritrovarono innamorati cotti, come due pere mature e pronte per essere colte.

Una mattina, mentre passavano da casa loro per un veloce cambio Mattia affrontò un argomento spinoso:
-Sai Giada? Quando ho accettato tutto questo non ti conoscevo affatto!
Lei lo guardava attenta.
-Non avevo una vita mia, la disistima per me stesso era al culmine. Per questo ho accettato di sposare una sconosciuta per farne l’amante di Ted.
-Ti ho vista e mi sei sembrata superiore ad ogni mia possibile pretesa, e per questo mai mi sono pentito di quel patto. Ti ho sposata e ti ho consegnata a lui fin dalla prima notte, senza rimpianti e senza rimorsi.
-Poi ho dovuto frequentarti ed apprezzarti e siamo diventati amici.
La donna continuava a guardarlo.
-Amici un corno! Tu mi hai fatto innamorare di te ed accidenti, ora Ted SI SCOPA MIA MOGLIE!
-Sei caro a dirmelo (rispose lei). Sono stata proprio io a volere questa amicizia … e sapessi quanto me ne sono pentita!
Si strinse a lui:
-Io pure mi sono innamorata di te. Respiro per te, vivo per te. Ho accettato di vendere a Ted la mia verginità: in cambio avrebbe fatto di me una star mondiale. Sai che ti dico? Questo non mi interessa più. In un modo o nell’altro sono diventata tua moglie e continuare ad esserlo ora è la mia massima aspirazione.
Con queste parole lo spinse sul divano e gli si gettò addosso cercando di spogliarlo.
Senza pensarci Mattia reagì allo stesso modo cercando di spogliare lei.
-Cos’è questa roba?
Giada era giunta al punto cruciale.
Mattia ora si era abituato alla gabbia tanto da non avvertirla neppure più ed il problema di colpo gli si presentò in tutta la sua drammaticità.
-Questa è la sicurezza di Ted (rispose abbacchiato)Lui vuole chiavarti in esclusiva ed in questo modo si è garantito che noi non possiamo copulare assieme.
-Ma è mostruoso! Neppure cogli animali si usano certi sistemi.
-Non ci pensavo neppure più amore ma fin quando non si stancherà di te temo che dovremo sopportare. Possiamo accarezzarci, coccolarci e baciarci ma non possiamo fare l’amore e Ted è troppo potente per poter sperare di ingannarlo o di sfuggirgli.
-Eppure qualche cosa si deve poter fare! Tu mi ami. Io voglio essere tua! Se provassimo a parlargli?
-A cosa servirebbe? Lui è un uomo d’affari e noi non abbiamo nulla da offrirgli in cambio. Anche questa casa è diventata mia col nostro matrimonio ma è pervenuta da lui.
-Mattia, uno ho perso quando è stato sconfitto, ma noi neppure abbiamo combattuto. Io propongo di andare a parlargli, alla peggio rimarremo in queste condizioni,
Mattia dolorosamente condivise.

-Ben arrivato Mattia! Di solito lasci Giada sulla porta e te ne vai. È quasi ora di cena, vuoi mangiare un boccone con noi?
-Veramente vorremmo parlarti Ted, abbiamo un problema.
-Non avete abbastanza soldi? Posso tranquillamente farvi un versamento.
-No Ted non è un problema di soldi.
-La macchina non va? Oppure la casa ha qualche difetto?
-Neppure Ted (con voce lugubre) Giada ed io abbiamo un problema personale che vogliamo trattare con te.
-Capito si tratta di sesso. Ma questi problemi si trattano in camera da letto ed ora è troppo presto per coricarsi. Facciamo così: prima a cena dove saremo tutti amici, poi cambieremo camera e affronteremo il vostro problema.
La cena fu saporitissima, come al solito, ma triste. I due ragazzi non riuscivano a trarre nessun piacere da quel pasto luculliano.
Al suo termine si trasferirono tutti e tre nella camera da letto.
-Giada spogliati che guadagniamo tempo.
Tanto forte era la personalità di Ted che Giada obbedì senza protestare sdraiandosi poi, ad un cenno dell’uomo, sulla schiena colle gambe ben aperte.
-Tu Mattia siediti pure su quella poltroncina (indicandola). Poi mentre scoperò Giada potremo parlare di tutto.
Ed estratto il suo pacco prese il suo membro penetrando Giada ed iniziando a ciularla.
-Allora Mattia cosa volevi dirmi?
-Solo che mi sono innamorato di Giada Ted.
-Anch’io lo amo (si intromise Giada)
-Siete stati molto più veloci degli altri a scoprire i vostri reciproci sentimenti: ne sono lieto.
-Tu mi stai scopando Ted ma io voglio poter fare l’amore con lui. Forse non lo sai ma anche se si usano gli stessi organi è una cosa totalmente diversa. (proseguì la donna) Tu ti eri impegnato a far di me una star mondiale. La cosa non mi interessa più. Mi hai sverginato ed hai fatto di me la tua amante se annulliamo il contratto avrai avuto il tuo divertimento senza ulteriori spese.
Ted continuava tranquillamente a pompare.
-Capisco, il problema è la gabbietta, vero?
-Si Ted, tra l’altro ti sei sempre mostrati buono e comprensivo. Per questo non capisco perché gli hai imposto una tortura simile. Neppure i cinesi torturano in questo modo un nemico e Mattia è tuo amico.
Ted eiaculò con calma in quel grembo.
-Guai a voi se esce fuori tienitelo bene dentro e al caldo!
Poi rivolto ad entrambi:
-Ho il sospetto che vogliate scopare, è vero?
-Si Ted (risposero all’unisono)
- A te ho fatto una promessa Giada. Una promessa che si è tramutata in un contratto. Cosa altro mi offriresti per annullarlo?
-Idem per te Mattia, ti ho fatto un favoloso contratto da Dirigente e ti ho donato una casa in cambio del TUO matrimonio colla MIA amante. Le mie spese sono state ingenti, non posso annullare tutto sic et simpliciter. Cosa mi offri in riparazione?
Ambedue i ragazzi erano mortificati.
-Sai che non abbiamo niente da offrirti. Cosa vorresti in cambio? (risposero)
-Quindi siete ambedue a mani vuote? E tu, Mattia, neppure puoi offrirmi la tua gelosia vedendomi scopare la tua donna?
-Sono molto geloso Ted, ma ho anche memoria e ti sono riconoscente per quello che hai fatto per me quindi mi trattengo e cerco di non farmene accorgere.
Lui diede un paio di colpetti in quella vagina.
-Generalmente dopo un anno cambio donna. Certi di non poter aspettare?
-Io non voglio aspettare. (rispose Giada)
-Ed io non posso farlo. (confermò Mattia)
-Allora facciamo così: stabiliremo un nuovo patto. Io mi prenderò un’altra amante ma non rinuncerò mai a Giada. Ogni volta che vorrò chiavarla, fosse pure domani piuttosto che tra cento anni lei correrà da me senza mutande e con le gambe aperte.
-Sei crudele Ted, per questo mi hai chiesto se ero geloso?
-Anche, ma non ho finito Mattia. Giada sta assumendo qui da me degli anticoncezionali. Per questo le mie amanti non rimangono mai gravide. Io voglio un erede e Giada me lo darà. Ora farò cessare la loro somministrazione e Giada resterà incinta. Ti toglierò la gabbia: tua moglie ha detto una cosa corretta: siamo amici.
Improvvisamente la porta si aprì ed apparve il medico con in mano la famosa chiave.
-Accetti che tua moglie generi mio figlio e di riconoscerlo come tuo allevandolo senza preclusioni? Se accetterai potrai scoparla sempre e liberamente, fermo restando il mio diritto di priorità: Giada diverrà da subito la mia amante ufficiale e se dovessi capitarvi tra i piedi mentre tu stai chiavandola mi dovrai sempre cedere il posto.
Ricominciò a chiavare Giada: -Consultatevi pure, io non farò caso alle vostre parole.
-Dottore tolga la gabbietta, ho fiducia che questi scoponi, dopo la prima scopata con preservativo che faranno immagino domattina stessa, si asterranno per consentire la mia inseminazione.
Mattia guardò Giada.
Giada guardò Mattia.
I loro sguardi si incrociarono in un lunghi discorsi senza parole.
Si capivano benissimo ed alla fine giunsero ad una conclusione.
Prese la parola Mattia:
-Va bene Ted. Hai vinto. Sia come vuoi, da ora io sono CORNUTO PER FORZA.

FINE

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