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La ruota di scorta 3


di iltiralatte
10.11.2023    |    1.138    |    6 6.0
"Tardai parecchio a rispondere, per l’emozione non vedevo la tastiera..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.
Leone
Sono sempre stato timidissimo con le donne.
Non era difficile per me prevedere che gli altri uomini non sarebbero stati adatti a lei; nel mio immaginario uno solo sarebbe stato il predestinato: io! (Veramente mi consideravo creta disposta a formarsi e ad avvinghiarsi attorno alla prima donna che mi avesse arriso, ottenendone in cambio uno schiavo perenne).
Viola poi avevo imparato a conoscerla.
Mi piaceva il modo in cui si rivolgeva a me per consigli per cui forse sarebbe stata più adatta sua madre ma, parlare di queste cose con lei mi consentiva di vincere la mia timidezza: mi faceva sentire uomo pari agli altri.
Quasi svenni quando Viola mi propose il matrimonio.
Tardai parecchio a rispondere, per l’emozione non vedevo la tastiera. Finalmente misi assieme due parole di senso compiuto e premetti invio sperando che nel frattempo lei non si fosse scollegata.

Stabilito il matrimonio c’erano però alcuni problemi da affrontare.
Io sono un abitante del nord: per la precisione del triangolo industriale Como-Milano-Varese.
Lei una bella quagliona di un paesino in provincia di Lecce.
Qualche problema la distanza lo creava.
Io “Viola dobbiamo prendere qualche decisione. Anzitutto la casa! Dove andremo ad abitare dopo il matrimonio?”
Vio “Non dovrebbero esserci problemi caro, acquisteremo una casa qui, al mio paese.”
Io “Ma Viola, io lavoro qui, nella mia cittadina. Non è pensabile che dalla Puglia possa salire ogni giorno per poi tornare da te la sera e io non voglio neppure un minuto di separazione da te, Anche se ancora non ti ho potuto abbracciare la tua assenza mi ferisce e mi fa soffrire.”
Vio “Ed io non posso salire al nord. Sono figlia unica e mio padre possiede una importante azienda agro-alimentare che alla sua morte sarà mia. Passo ogni momento libero della giornata in azienda. Mio padre ritiene che io debba continuare a condurre la ditta, ed io sono d’accordo con lui. I guadagni che ne ricaviamo sono ingenti e garantiranno tutto il nostro futuro.”
Io “Non hai torto amore, ma questo allora significa che dovrò essere io a cambiare lavoro.
Io qui dirigo un supermercato che mi garantisce notevoli introiti personali. Hai idea di un lavoro simile che potrei occupare dalle tue parti?”
Vio “Non saprei. Posso domandare a mio padre. Al momento è lui che detiene tutte le conoscenze. Sono certa che ti aiuterà! Stranamente si è dimostrato favorevolissimo all’idea di avere un genero settentrionale.”
Era estate. Avvertii il consiglio che mi sarei preso un paio di settimane di ferie e partii.

Finalmente ho raggiunto Lecce, la Firenze del sud.
Sono sudato, stanco ed accaldato.
Ho preferito il treno alla mia automobile ma constato, ancora una volta, che è più agevole raggiungere città come Oslo, Parigi o Lisbona che non alcune realtà nazionali.
Sono alla banchina che sta lentamente svuotandosi delle persone che mi hanno accompagnato in treno.
Non so dove andare; spero che Viola si sia ricordata del mio arrivo che le avevo preannunciato.
Prendo il telefono e compongo il suo numero.
Una morettona, un poco più bassa di me con due poppe bellissime vedo che prende il suo telefono.
Mi porto silenziosamente alle sue spalle.
Vio “Pronto?”
Io (fingendo un po di raucedine per camuffare la voce:
Io “Viola?”
Vio “Si.”
Attacco il telefono e lo metto in tasca.
Io “Posso baciarti?” (a voce alta e squillante)
Lei si volta.
Vio “Leone!” e si getta tra le mie braccia.
Dicono che il primo bacio sia sempre il più dolce.
Io posso solo affermare che quello fu dolcissimo.
“Cof cof”
Fummo richiamati alla realtà da due discreti colpi di tosse di un facchino sopraggiunto.
Facchino “Posso portarle i bagagli signore?
Vio “Certamente e grazie, ci segua, ho la macchina posteggiata appena fuori dalla stazione.
Mi prese per la mano e condusse entrambi ad una elegante Mercedes che era naturalmente posteggiata in divieto di sosta.
Viola notò il mio stupore.
Vio “Non ti stupire, da noi il divieto di sosta è un optional, valido solo per gli stranieri. Qualsiasi vigile lo negherà, anche sotto tortura, ma tutti conoscono la limousine di mio padre e nessuno mai oserà staccare una multa.”
E mi tolse la mia espressione dal viso con un secondo lunghissimo bacio.
Partimmo e, mentre io mi godevo il fresco dell’aria condizionata della vettura Viola iniziò a parlare gioiosa.
Parlò, parlò e parlò ancora, Forse mi disse cose importanti: non lo seppi mai tanto ero intento a rilassarmi.
Giungemmo ad una splendida villa chiusa da un pesante cancello.
Il vigilante si avvicinò, riconobbe la persona al volante e fece un segno: il cancello si aprì immediatamente,
La macchina fermò all’ingresso di una stupenda villa immersa nel verde.
Viola mi invitò a scendere, poi fatto il giro della vettura mi prese per mano accompagnandomi all’interno.
Vio “Non ti preoccupare dei bagagli li ritroverai già sistemati in camera tua.”
Ancora due passi e raggiungemmo il soggiorno.
Vio “Papà, ti presento il tuo futuro genero: Leone.”
Pol “Finalmente un genero degno di questo nome.” Tendendomi la mano “Io sono don Poldo, ma per te solo papà. “.
Apparve un cameriere con delle bibite fresche che ci porse mentre noi ci accomodavamo su tre nuvole a forma di poltrona.
Pol “Dunque giovanotto, hai qualche cosa da dirmi?”
Io “ Più di qualche cosa papà: innanzi tutto vorrei la tua benedizione al matrimonio che è la cosa più importante.”
Poldo sorrise felice.
Pol “Certo che te la impartisco. Ho sempre sognato un bravo giovane come te per la mia bambina! Altro?”
Io “Ho un problema papà. Io attualmente dirigo un supermercato: guadagno bene e potrei facilmente mantenere una moglie ma, se mantenessi il mio posto dovrei condurre Viola con me e lei non vuole abbandonare questo paese. Quindi a spostarmi devo essere io. Mi serve un aiuto per trovare qui nei pressi un lavoro che mi consenta di mantenere mia moglie. Viola potrà, se lo vorrà, fare un altro lavoro a sua scelta, ma se si accontentasse di fare la mamma dei miei figli per me sarebbe prossima la perfezione.”
Pol “Sei nu bravo guaglione! Mia figlia ha scelto bene: sono orgoglioso di te. Viola mi aveva parlato di questo problema ed io mi sono attivato per risolvertelo. A 15 minuti di macchina da qui c’è un piccolo supermercato che abbisogna di un direttore. Già mi sono accordato: se lo vuoi quel posto è tuo. Certo guadagnerai forse un po’ di meno, ma avresti totalmente mano libera e la vita, qui costa notevolmente meno che dalle tue parti. Forse potresti addirittura guadagnarci.”
Io “Accetto con piacere, grazie, c’è però un ultimo problema. Non vorrei sembrare irriconoscente ma sono convinto che una coppia di sposi debba avere un nido tutto suo, una casa da poter gestire autonomamente.”
Pol “Aggio compreso e ti appoggio, Come regalo di nozze donerò a te ed a mia figlia una casa tutta vostra.”
Io “No papà. Io e Viola siamo come 2 uccellini che stanno volando via dal nido natale per farsene uno proprio. Naturalmente non posso impedire a te di foraggiare adeguatamente tua figlia ma io voglio poter mettere la mia parte, il che limiterà un po’, temo le nostre possibilità e Viola dovrà quindi adattarsi ad una casa ben più modesta di questa.”
A queste parole Viola mi strinse la mano per approvazione.
Poldo se ne accorse e sorrise:
Pol “Se questa è la volontà della mia figlia prediletta così sia. Consentimi però una contro offerta..
Ti accompagnerò di persona a visionare case in vendita. Tu sai di quanto disponi: scegline una che a tuo parere valga circa il doppio di quella cifra ma non ti informerai sul prezzo. Al momento del contratto tu verserai la tua quota ed io il saldo. Ti sembra ragionevole che io non voglia che la luce dei miei occhi cominci la sua vita autonoma scevra da debiti?”
Gli strinsi la mano: l’accordo era concluso.

Fine ?

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi. In caso di racconti a puntate, la successiva sarà pubblicata unicamente se qualcuno lo chiederà.





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