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Una vacanza in barca molto particolare - Parte 1


di foxtied
12.07.2019    |    1.873    |    1 8.8
"Lui non dice una parola, si avvicina al letto, apre l’accappatoio e si prende in mano il pene accennando una masturbazione, poi si china verso di me e, ..."
Per motivi di lavoro conosco un uomo di mezza età, molto facoltoso, libero e amante della bella vita. Sembra una persona a modo, cordiale e molto affabile. Instauriamo un rapporto confidenziale che man mano si trasforma in una sorta di amicizia finché, a ridosso dell’estate, mi invita ad andare sulla sua barca per una breve vacanza di qualche giorno, con partenza dal porto di Santa Marinella, dove è ormeggiato il suo 28 metri, alla volta della Sardegna. La cosa mi stuzzica e, non avendo nulla in programma, decido di accettare. Premetto che non c’è mai stata fra noi una conversazione sul bondage o sul sadomaso, quindi la cosa risulterebbe essere per quello che è: una vacanza tra due buoni conoscenti.
Si fissa la partenza per il secondo sabato di agosto e, a seguito di diversi scambi di telefonate, vengo a conoscenza che ci sarebbe stato anche un suo amico. La cosa non mi cambia granché, visto che la barca è comunque grande e in ogni caso non mi crea alcun problema.
Il giorno prefissato ci incontriamo direttamente al parcheggio del porto, dove mi presenta il suo amico, un'altra persona di mezza età, con un po’ di pancetta, del resto come me. Sembra simpatico, quindi dopo i convenevoli di rito ci avviamo verso la barca, della quale nel tempo mi ha descritto molti particolari. Giunti sulla banchina finalmente viene soddisfatta la mia curiosità: in effetti è molto bella, almeno per quello che posso capire di barche… mi salta all’occhio il nome, dipinto sulla poppa dalla quale stiamo salendo: “PARTICOLARE”! Non ne ero a conoscenza, così gli chiedo il perché di quel nome e la risposta si addice alla persona: “Perché ogni viaggio su questa barca è sempre particolare, mi sembrava il nome più adatto!”.
Saliti a bordo, iniziamo il giro panoramico, quantomeno io e lui, visto che l’amico sembra conoscerla bene. Mi mostra il “ponte”, attrezzato sia come solarium, sia come punto di pesca; poi la cabina di comando, molto spaziosa e dotata di divanetti in pelle a perimetro della cabina stessa; poi scendiamo nelle cuccette e lì resto impressionato, perché scese le scalette si apre un ampio salone dotato angolo cottura con piastre elettriche, tavolo, divani e TV, per poi passare in un corridoio ai lati del quale si aprono quattro cabine con letto e bagno, due delle quali dotate di letto matrimoniale e due di letto singolo, accessoriate di tutto. Immagino quanto possa costare un giocattolo del genere, ma del resto lui non ha mai fatto mistero delle sue possibilità e tantomeno della voglia di godersele, non avendo famiglia o figli.
Terminata la visita, mi dice di scegliere la mia cabina e di prenderne possesso, nel frattempo che lui si occupa delle procedure di partenza e uscita dal porto. Approfitto e ne scelgo una delle due con letto matrimoniale, disfo la mia valigia e, nell’attesa della partenza vera e propria, faccio una doccia e mi metto comodo.
Mentre mi rivesto indossando un paio di pantaloncini e una t-shirt, sento la barca muoversi… evidentemente stiamo uscendo dal porto per entrare in mare aperto. Esco dalla mia cabina a salgo sul ponte, dove li trovo entrambi nella cabina di pilotaggio, intenti a bere una birra: “Serviti pure, il frigo è lì sotto” mi dice il “capitano” che, da questo momento chiamerò S. per comodità, mentre l’amico lo chiamerò A. La barca procede velocemente in mare aperto e il porto di Santa Marinella è già lontano dietro di noi: ci accompagna un meteo molto bello e una temperatura ideale.
Si parla del più e del meno, in modo molto conviviale e si fa presto ora di pranzo che, per oggi, sarà a base di tartine e pizze fredde con verdure e gamberi, approvvigionate dal “mozzo” che si occupa della manutenzione della barca quando è ancorata in porto. Si continua a bere birra, forse un po’ troppa, ma la cosa rende la conversazione più fluente.
Tra una chiacchierata e un riposino sul solarium, lentamente si fa sera… Con le provviste, di cui è ampiamente fornita la dispensa, prepariamo insieme la cena e la consumiamo bevendo un ottimo vino bianco, sempre forse in quantità eccessiva. Ci trasferiamo sul ponte, con al seguito una bottiglia di cognac e ci sediamo sui divanetti… Ognuno sorseggia dal suo bicchiere, poi S. mi chiede se posso andare a prendere una bottiglia d’acqua in cambusa: ovviamente provvedo e, al mio ritorno, trovo il mio bicchiere di cognac nuovamente “carico” e pronto per un brindisi. Lascio la bottiglia sul tavolo e mi associo al brindisi, richiesto “alla goccia” a suggello della vacanza appena iniziata: la gradazione è elevata, ma questo non mi esime dal sentire un sapore leggermente diverso da quanto bevuto in precedenza… non ci faccio molto caso sul momento, finché inizio a sentire una insolita spossatezza e la sensazione di torpore tipica della sonnolenza che mi sta assalendo. In pochi istanti gli occhi mi si chiudono e perdo i sensi sul divanetto.
Quando lentamente riapro gli occhi mi rendo conto di non essere più all’esterno della barca, ma steso di pancia su qualcosa di morbido: ho una strana sensazione di rigidità per tutto il corpo finché, riacquistati i sensi, realizzo cosa sta succedendo: sono completamente nudo, legato mani e piedi e incaprettato sul letto, nonché imbavagliato con un anello molto grosso che mi spalanca la bocca, tappata con una palla di gomma tenuta da nastro adesivo. “Ma che sta succedendo?!” mi chiedo, anche se la situazione è abbastanza evidente, essendo solo nella cabina matrimoniale non mia: mi hanno drogato, legato e preparato per qualsiasi fantasia i due potessero avere, in mare aperto e lontano dal mondo. La vacanza è iniziata bene, non c’è che dire, ma la cosa che mi lascia perplesso e sgomento è il fatto che io non abbia avuto alcun sentore delle loro intenzioni!
Passa diverso tempo, durante il quale provo a muovermi sul letto, ma le caviglie sono legate molto strette e altrettanto strette collegate ai polsi. Gambe e braccia sono ben legate anch’esse e la fibbia del bavaglio è collegata ai polsi: praticamente impossibile anche voltarmi sul fianco. Si apre la porta della cabina ed entra S., in accappatoio bianco… cerco di emettere qualche suono, ma non riesco ad articolare che gemiti soffocati. Lui non dice una parola, si avvicina al letto, apre l’accappatoio e si prende in mano il pene accennando una masturbazione, poi si china verso di me e, dopo aver rimosso il nastro adesivo e la palla che mi tappa il palato infilata nell’anello, mi lascia con la bocca spalancata e grondante saliva… per poi infilarci dentro il suo cazzo, penetrandomi lentamente e a fondo: “Succhia… te la devi guadagnare la vacanza in barca. Iniziamo con una bella sborrata in bocca, dai… e con ingoio finale ovviamente, poi si vedrà quello che avremo voglia di farti”.
Mi scopa la bocca per almeno mezz’ora, ansimando di piacere… nel frattempo arriva anche l’amico, sempre in accappatoio, aspettando il suo turno.
La vacanza, come la barca, sarà veramente “particolare”. Forse troppo…
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