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Il prete - Parte 3


di foxtied
11.05.2018    |    22.350    |    4 9.4
"Non pensare, lasciati andare…” Mi fa inginocchiare davanti al divano, poi mi avvolge un cappio di corda intorno al collo e lo collega prima alle caviglie e..."
Il tempo continua a scorrere, i due tornano nella stanza dove mi hanno lasciato legato incaprettato, imbavagliato e bendato: “È ora che tu conosca il mio amico…” mi dice il dottore mentre mi volta su un fianco… mi toglie la benda dagli occhi e, non appena la vista si schiarisce dopo la lunga bendatura, ho un sussulto: quello che mi aveva scopato dietro, e mi era anche venuto dentro, altri non era che il prete! Non posso fare altro che mugolare la mia sorpresa da dietro il bavaglio strettissimo… “Voleva fartisi, era molto tempo che me lo chiedeva, così ha voluto approfittare del nostro incontro… Voleva farti molto di più, per questo ho voluto essere presente…” Sono sempre incaprettato e vedo il prete smanettarsi il pene… “Voglio scoparlo in bocca ora…” esordisce… “Vuole scoparti in bocca, hai sentito?... ora ti tolgo il nastro adesivo e la palla di gomma. Se vuoi puoi farti scopare senza l’anello, altrimenti te lo metto, così non potrai opporre resistenza, A te la scelta…” mentre mi dice queste parole mi libera dal nastro adesivo e poi dalla palla, ma il prete gli porge il ring-gag dicendogli: “No, imbavaglialo con l’anello, voglio la bocca ben aperta…” – “Ok, mi dispiace ragazzo, ma devo imbavagliarti, ok?” Accenno una risposta ma mi tappa la bocca con la mano, per poi infilarmi l’anello tra i denti, serrando la fibbia dietro al collo, strettissima.
Il prete si mette dal lato del letto davanti a me, con il pene duro in mano… mi prende la testa e mi infila il cazzo in bocca: “Ohhhh, da quanto tempo volevo farlo ragazzo… muovi la lingua, leccalo per bene, dai…” Mentre mi scopa, con la mano cerca il mio pene e lo avvolge, masturbandomi lentamente. Mentre sono costretto a succhiarglielo, una miriade di pensieri mi affolla la mente: sono incaprettato nudo su un letto, con in bocca il cazzo del mio parroco… ci sarebbe di che far scoppiare uno scandalo, se non fosse che mi ci sono messo di mia spontanea volontà in questa situazione assurda.
Il dottore resta ad osservare, mentre il prete continua a scoparmi in bocca infoiato: va avanti per parecchio, sempre masturbandomi, come per ricambiare il servizio che mi sta obbligando a fargli. Lo sento inspirare profondamente, poi mi esplode il suo sperma dentro la bocca e sul viso, una serie di schizzi che mi colano dalle labbra, dal naso… sembra non finire più per quanto è eccitato, eppure mi era venuto dentro solo un’ora prima. Appagato, interrompe la masturbazione per prendermelo lui in bocca, mentre con una mano mi accarezza i piedi legati. Sto per venire quando prosegue con l’altra mano e mi fa fiottare abbondantemente sulle lenzuola…
“Slegalo…” dice al dottore, mentre si rialza e si avvia verso la porta. Il dottore mi slega completamente e mi toglie il bavaglio: “Hai bisogno di una doccia calda, sai dov’è il bagno…” Con i polsi e le caviglie doloranti per le corde, non dico nulla e vado in bagno: ne ho veramente bisogno di una doccia calda. “C’è un accappatoio bianco e un paio di pantofole di spugna, poi vieni nel salone” mi dice il dottore.
Mentre faccio la doccia ripenso all’incontro con il prete, dove mi proponeva i suoi giochi, gli stessi che oggi si è preso a forza, se poi si possa dire “a forza”, visto che ho accettato l’incontro con il dottore, ben sapendo cosa sarebbe successo; la cosa che mi lascia perplesso è come possa un uomo di chiesa conciliare la sua vocazione con queste voglie perverse. Poi mi chiedo: sarò stato il solo? O quanti altri saranno stato oggetto di queste perversioni? Con questi pensieri nella testa, mi infilo l’accappatoio e le pantofole di spugna ed esco dal bagno per andare in salone. So già che l’incontro non è ancora finito, infatti sono tentato di interrompere e andarmene, almeno penso di poterlo fare.
Entro nel salone e li trovo entrambi sul divano, anche loro in accappatoio. Vedo che sul tavolo ci sono delle corde, evidentemente vogliono legarmi di nuovo, ma non so se lo voglio. Il dottore si alza e mi invita a sedermi… Prima che possa dire o fare qualcosa, mi prende i polsi per legarli dietro la schiena… non avrei voluto ma lo lascio fare, non so neanche il perché. Legati i polsi passa a legarmi i piedi, poi si siede accanto a me. Il prete non parla, mi sembra un po’ a disagio, anche se ha una mano tra le gambe, sotto l’accappatoio…
“Immagino tu sia confuso…” – “Abbastanza”, rispondo… “Ti abbiamo colto di sorpresa, ma a giudicare dalla copiosità del tuo sperma, penso che la sorpresa ti sia comunque piaciuta…” – “Sessualmente sicuramente sì, ma a livello morale sono alquanto interdetto” – “Perché un prete ti ha scopato in culo e in bocca?” – “Già… un po’ fuori dal comune, no?” – “Caro, anche eccitarsi perché sei legato è fuori dal comune, eppure ti piace, no?” – “Si, ma con un prete che mi ha visto crescere non è proprio la stessa cosa…” – “Non vederlo come un prete, tutti abbiamo i nostri scheletri nell’armadio… questo è il suo…” – “Certo, ma sarebbe meglio non fare il prete se si hanno queste fantasie” – “Forse… o forse no… ma io non giudico” – “Tu no, ma non sei stato tu ad essere inculato e scopato in bocca dal tuo parroco…” – “Tu assapora il gioco, ora non sei obbligato a continuarlo se non vuoi…” – “Però mi hai legato nuovamente mani e piedi, come dovrei interpretarlo?” – “Ti ho legato perché ti piace essere legato, perché ti eccita e vieni da me per questo. Se preferisci ti slego e possiamo finire qui” Il prete si apre l’accappatoio, come per mettere in mostra il suo pene di nuovo duro e dritto, poi esclama: “Oppure puoi restare legato e succhiarcelo a entrambi, cosa molto più eccitante, a parte tutti i discorsi sulla morale che posso anche comprendere” Questa frase mi spiazza completamente, mi fa capire che qui non c’è un prete, ma solo un perverso che cerca solo di soddisfare le sue voglie, senza tanti giri di parole.
“Vedi ragazzo… in questi giochi, perversi o meno, occorre uscire dagli schemi, perché già il gioco in sé è fuori dagli schemi. Tu non dovresti vederci come il tuo dottore o il tuo parroco ma, essendo un gioco, come i tuoi rapitori e seviziatori. In fondo se non ci conoscessi tutte queste implicazioni morali non avrebbero luogo ad esistere, no?” – “Magari hai ragione, ma non ne sono proprio convinto”.
Il prete a questo punto prende di petto la situazione: “Facciamo una cosa: ora ti inginocchi e ce lo prendi in bocca a entrambi, quando avrai ingoiato tutto ti sleghiamo e poi facciamo finta che non sia mai accaduto nulla. Se non vuoi non sarai costretto a incontrarmi ancora, va bene?” Mentre mi dice queste parole, il dottore mi infila una mano sotto l’accappatoio e mi prende il pene: “Ce l’hai duro… lo vedi? La cosa ti eccita. Non pensare, lasciati andare…” Mi fa inginocchiare davanti al divano, poi mi avvolge un cappio di corda intorno al collo e lo collega prima alle caviglie e poi ai polsi, in modo da limitarmi i movimenti quanto basta per far serrare il cappio quando sarò costretto ad abbassarmi per prenderglielo in bocca, visto che loro resteranno seduti sul divano.
Mi toglie le pantofole e mi apre l’accappatoio per mettere a nudo il pene che poi lega con dello spago: mi diventa durissimo. Lega anche il glande, poi si siede accanto al prete che lo tiene già in mano. Proprio lui mi prende la testa con due mani e me la porta verso il cazzo dritto, facendo al contempo stringere il cappio al collo. La costrizione ha un effetto amplificante dell’eccitazione mentre il pene mi entra completamente in bocca. Si alternano dentro la mia bocca e, a turno, mi masturbano il pene legato: “Bravo ragazzo, così… lecca e succhia, usa la lingua…” – “Se viene tappagli la punta con il pollice, così gode più a lungo”.
Non mi fanno neanche respirare, si toglie uno e me lo infila in bocca l’altro, a ripetizione… Il dottore esordisce: “Sto per venire, non mi trattengo… succhia e ingoia” lo assecondo e dopo pochi istanti mi riempie la bocca di sperma, tenendomi ferma la testa e il cazzo quasi in gola. È il prete nel frattempo a masturbarmi, sempre più a fondo. “Ingoia, lecca…” lo faccio, mando giù lo sperma e sento che sto per venire anche io: il dottore si toglie e subito l’altro mi riempie la bocca con il suo cazzo. Non viene subito, ci mette un po’, e infatti rallentano la mia masturbazione, come se volessero farmi venire mentre mi allagano la bocca. E così succede: “Eccola ragazzo… lecca la cappella… succhia dai… Ohhhhhhhhhh siiii…. Ora ingoia.” Inizia a fiottare e, nello stesso momento, il dottore mi fa venire tappandomi con il pollice il prepuzio: il piacere è intenso, tanto da non farmi rendere conto dello sperma che sto ingoiando… mi sembra durare un’eternità, tanto è forte il piacere amplificato dallo spago che mi lega i genitali. Poi tutto si assopisce, il prete mi toglie il cazzo dalla bocca e mi lascia la testa libera: sono praticamente sfinito.
“Ora dimmi che non è stata una esperienza forte e piacevole…” mi dice il dottore mentre mi slega mani, piedi e collo… “Dai, rivestiti… per oggi possiamo considerarci tutti soddisfatti”.
Rivestito e pronto per andarmene, il prete mi dice: “Non so se ci sarà una prossima volta, sta solo a te deciderlo, ma è stato molto eccitante. Se vuoi dimenticare fallo pure, ma se ne avrai voglia potremmo averne tanti di questi incontri”.
“Pensaci, rifletti con calma. Se vuoi, sai come contattarmi”, chiude il discorso il dottore accompagnandomi alla porta. Ci sarà molto su cui riflettere.
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