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Gay & Bisex

Stile medioevale - Parte 1


di foxtied
05.04.2018    |    4.018    |    2 9.9
"Appagato da come sono strette le corde si ferma per godersi lo spettacolo, abbassandosi i pantaloni e gli slip e iniziando a lavorarsi il pene davanti a me..."
Dopo una breve conoscenza fatta di mail e chat via Skype, accetto di incontrare una persona di 60 anni il cui nickname “Lancillotto” mi fa sorridere... alias particolare per un amante del bondage e delle torture sado. Mi invita ad incontrarci presso un appartamento in una cittadina fuori Roma, luogo che, a suo dire, rappresenta la sua personalità, essendo arredato in stile medioevale e dotato di alcuni accessori che si adattano benissimo al gioco specifico.
Ci incontriamo nella piazza principale del paese, davanti al palazzo comunale... lo riconosco perché ci siamo già visti in videochiamata: non molto alto, con un po’ di pancetta, vestito in modo sportivo e con maniere molto cavalleresche e gentili che non si addicono molto a quello che più volte mi ha prospettato voler praticare su di me. Dopo i convenevoli di rito ci prendiamo un aperitivo nel bar della piazza, chiacchierando del più e del meno, poi mi invita a seguirlo verso l’appartamento che dista poco a piedi.
Arriviamo in una stradina piena di negozi tipici, fino ad una bellissima torre con un portone in legno perfettamente ristrutturato: entriamo e mi mostra l’androne, completamente in pietra, molto bello, per poi salire una scala anch’essa completamente in pietra. Ne è molto orgoglioso e capisco che ne sia il proprietario. Passiamo delle porte di appartamenti che mi dice essere vuoti e ancora da ristrutturare, saliamo a quello che dovrebbe essere il secondo piano e arriviamo davanti a una bellissima porta in legno accessoriata di batocco in ferro battuto. Apre e mi invita ad entrare: bellissima sala, con i muri in pietra originale finemente ristrutturati, arredo consono, essenziale ma curato... accessori in ferro battuto e arazzi di colore rosso e blu danno un tocco di antico, se mai ce ne fosse stato bisogno. Saliamo la scala che porta al piano superiore, bellissima, con gradini in mattoni rivestiti di cotto: sul ballatoio spicca una parete in pietra con degli anelli in ferro battuto e una sorta di seduta in legno massello, con lateralmente una inferriata a proteggere una porticina in legno che dà sulla torre esterna vera e propria. Non posso non notare che, essendoci una spazio tra la porta e l’inferriata, lo stesso potrebbe essere ricondotto ad una gabbia, come la seduta e gli anelli in ferro battuto potrebbero essere usati per legare una persona.
Ci sono due camere da letto, sempre arredate allo stesso modo, ma noto che alle pareti sono presenti anelli in ferro battuto in posizioni strategiche, su una in special modo si potrebbe legare una persona a braccia e gambe divaricate, o appesa per le braccia o per le caviglie. L’appartamento è molto bello e lui ne va fiero. Scendiamo in salone, mi fa accomodare sul divano mentre prende qualcosa da bere. Torna con un vassoio e due bicchieri di rum con ghiaccio: “Prego... serviti pure... Allora, cosa ne pensi del posto?” – “Molto particolare e ben messo, complimenti...” – “Ti piacciono gli accessori in ferro battuto? Avrai capito per cosa potrebbero essere usati...” – “Si, immagino... ti piace legare in stile medioevale?” – “Molto... mi piace l’atmosfera che si crea... e si prestano molto ad esporre la cosiddetta vittima a torture di diversa natura” – “Si, mi hai parlato di quali torture ti piacerebbe infliggermi” – “Ovviamente nei limiti che concorderemo, sono una persona seria e corretta...” Sorseggio il rum, di ottima qualità, mentre lui mi guarda un po’ eccitato credo: “Allora Lancillotto, cosa vorresti fare ora?” – “Dipende... se abbiamo un accordo vorrei procedere... lo abbiamo? Accetti la mia proposta?” – “Penso di sì... i limiti sai quali sono...” – “Certo che sì: niente segni, no a pratiche cruente, nulla di estremo o fuori luogo...” Da una tasca tira fuori una busta e me la porge: “Queste sono le mie analisi recenti, che attestano la mia totale sanità, come mi avevi chiesto” Leggo il foglio all’interno e, in effetti, è tutto ok, le analisi sono di pochi giorni prima... “Vorrei mettertelo in bocca e venirtici dentro, facendoti anche ingoiare, quindi mi sembrava corretto fornirtele... poi ovviamente voglio incularti, quindi...” – “Incularmi solo se la situazione prenderà la giusta piega, ricordatelo... non devi farlo se ti faccio capire che non voglio” – “Certo... ma vedrai che non disdegnerai... saprò portarti dove necessario per farlo nel modo giusto” – “Allora ok... cosa vuoi che faccia?” – “Tutti i miei giocattoli sono nell’armadio a muro sulla rampa della scala, quindi andremo di sopra... ora però vorrei ti spogliassi e restassi sono con i boxer, indossi quelli no?” – “Si, indosso solo boxer, non uso gli slip...” – “Bene... allora prendo la videocamera e inizio a riprendere... Spogliati, e togli i calzini lentamente... voglio riprendere bene i piedi nudi mentre li scopri... le foto che mi hai fatto vedere mi eccitavano molto quindi, essendo un feticista, voglio godermi ogni singolo fotogramma...” Si alza e prende la videocamera posta sul camino, la accende e poi si siede al tavolo di fronte a me: “Dai, spogliati...” Inizio a sbottonare la camicia, la tolgo... poi slaccio i pantaloni e abbasso la zip... mi siedo sul divano e slaccio entrambe le scarpe, per poi sfilarle... mi sto eccitando, e anche lui. Tiro via lentamente i pantaloni, poi mi siedo di nuovo e, accavallando una gamba, sfilo il primo calzino, mettendo a nudo il piede sinistro... faccio la stessa cosa con il destro, poi unisco i piedi sul pavimento. Lui si avvicina e mi riprende con la videocamera, si sofferma prima sui boxer, poi scende verso le gambe e infine sui piedi... li accarezza con una mano... “Morbidi... profumati... complimenti ragazzo... mi stai eccitando alla grande” Posiziona la videocamera su un mobile di lato e si slaccia i pantaloni, abbassandoli... “Prima di andare di sopra vorrei me lo prendessi in bocca, ok?” – “Va bene” rispondo... Si avvicina al mio viso e abbassa gli slip... ne esce un pene abbastanza grosso, già duro... Con una mano mi prende la testa e avvicina la bocca, mentre con l’altra prende il pene e lentamente prima me lo poggia sulle labbra, poi lo spinge dentro... Sospira di piacere e penso che, se continuavamo così, sarebbe finito tutto molto velocemente se fosse venuto... Invece inizia a scoparmi in bocca ritmicamente, sento il pene diventare sempre più grosso nella mia bocca... faccio per usare le mani, ma lui mi ferma: “No, metti le mani dietro la schiena... succhialo e leccalo...” Obbedisco e continuo a farmi scopare la bocca per diversi minuti. Mi sfila il pene dalla bocca e, infilandomi due dita dentro, mi dice: “Ora saliamo di sopra... se continui ancora ti allago la bocca, invece voglio giocare per bene... andiamo” Mi fa alzare e mi indica la scala... prende la videocamera e continua a filmare mentre ci avviamo al piano di sopra. “Togli i boxer...” mi dice appena arrivati sul ballatoio... “Qui?” chiedo... “Si, voglio legarti sulla seduta in legno...” Mi sfilo i boxer e resto completamente nudo davanti a lui e all’obiettivo della videocamera... sono abbastanza eccitato dalla situazione e si vede, infatti riprende il mio pene in primo piano, vedo lo zoom della cam avanzare: “Siediti, prendo le corde e il necessario” Mi siedo sul piano in legno e allungo le gambe, mentre lui apre l’armadio a muro alla sua sinistra e ne tira fuori molta corda di canapa, la sua preferita stando a quanto mi ha raccontato. Posiziona la cam in un angolo utile e viene verso di me... “Dammi i polsi, incrociali...” Gli porgo i polsi incrociati e me li avvolge con la corda, stringendoli bene e avendo cura di serrarli passandovi la corda nel mezzo... “Alza le braccia...” mi tira su le braccia e fissa la corda all’anello in ferro battuto sopra la mia testa, stirandomele abbastanza verso l’alto. Con una mano scende dai polsi appena legati, passa sul petto e va decisa fino a prendermi il pene e accennando una masturbazione, quanto basta per completare l’eccitazione e scoprirmi il glande. Poi mi incrocia le gambe e sovrappone le caviglie, per legarle molto strette lasciando uno spezzone di corda penzoloni, probabilmente per completare successivamente l’immobilizzazione. “Ora ti imbavaglio, iniziamo con nastro adesivo, ok?” – “Sei tu a guidare il gioco” rispondo... Prende una spugna abbastanza grande e me la infila tutta in bocca, premendola bene nel palato e bloccando la lingua... poi abbassandomi la testa in avanti inizia a fasciarmi la bocca con il nastro adesivo, molti giri e molto stretti. “Bene... ora ti lego il cazzo e le palle” Strano sentire da lui questo tipo di vocaboli, non li aveva mai usati in precedenza, ma è chiaro che la situazione lo sta infoiando alla grande.
Mi lega i testicoli e la sacca scrotale con una cordicella fina, spago, e serra abbastanza strettamente alla base del pene, avvolgendolo e arrivando fino al glande, con il risultato che i miei genitali si irrigidiscono e proiettano in alto il pene stesso, già abbastanza eccitato ma ora durissimo. Ci gioca un po’, picchiettando sul prepuzio e strizzando delicatamente i testicoli... Inizio a sentire i battiti e la respirazione aumentare, ho dei lievi sussulti ogni volta che mi sollecita. A questo punto, con il pezzo di corda avanzato dalle caviglie legate incrociate con le gambe aperte, avvolge un cappio che i infila attorno al collo, per poi iniziare a stringere tirandomi verso le caviglie. Appagato da come sono strette le corde si ferma per godersi lo spettacolo, abbassandosi i pantaloni e gli slip e iniziando a lavorarsi il pene davanti a me. Respira affannosamente, si eccita sempre di più, quello che vede gli piace.
Si toglie i pantaloni e gli slip, restando solo con la camicia: mi applica due mollette ai capezzoli, provocandomi dei leggeri brividi di dolore misti ad eccitazione. Mi agito un po’, con l’unico risultato di far serrare di più il cappio attorno al collo. Mi prende in mano il pene, strofinando il pollice sul prepuzio... la sensazione di piacere viene amplificata dalle corde che mi legano, finché sento qualcosa penetrarmi tra le natiche: un dildo in lattice, non troppo grande, ma abbastanza lungo... si fa strada fino ad entrare completamente, lasciando fuori solo la base circolare. Si dedica allora alle riprese, facendo primi piani e riprendendo i particolari, soprattutto i nodi ben stretti alle caviglie, ai polsi, per poi passare al bavaglio e infine alla zona dei genitali.
Mi lascia così legato e imbavagliato e si dirige verso il bagno: “Faccio una doccia veloce, tanto non vai da nessuna parte...”
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