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Il fotografo - Parte 1


di foxtied
03.04.2018    |    7.719    |    3 9.8
"“Ora ti incapretto, ok? Iniziamo da questa posizione, vestito…” – “Ok” rispondo..."
Navigando diversi siti di incontri “a tema”, mi imbatto nell’annuncio di un sedicente fotografo professionista sessantenne, alla ricerca di un modello particolare da fotografare, ossia un uomo che fosse disposto ad essere ripreso e fotografato in situazioni sul tema bondage e sadomaso… la cosa viene classificata come prettamente amatoriale, quindi non mercenaria, senza alcun compenso se non il piacere di vedersi pubblicati su qualche rivista specifica, ovviamente mantenendo l’anonimato. L’eventuale sessione fotografica prevedrebbe l’essere legato e imbavagliato in diverse posizioni, non viene poi esclusa la possibilità di realizzazione concordata di un video, sempre a tema, dove andrebbe impersonato un vero e proprio personaggio, sottoposto a costrizioni di varia natura, con una sceneggiatura specifica.
La cosa mi incuriosisce, decido quindi di contattare questo fotografo all’indirizzo mail riportato nell’annuncio.
Gli scrivo: “Ciao… ho letto il tuo annuncio. La cosa potrebbe interessarmi, ma vorrei sapere qualcosa di più tipo: dove si svolgerebbe la sessione fotografica? Come e con cosa intenderesti legarmi? In quale modo verrebbe salvaguardata la privacy? Ci sono limiti fisici o di età riferiti alla persona che cerchi? Su quale rivista eventualmente sarebbe pubblicato il servizio? È sottinteso il nudo o è secondario? Ci sarebbe modo di conoscerci eventualmente prima di accordarci per la sessione? Se hai la pazienza e la cortesia di rispondermi, allora se ne può parlare”. Invio la mail, pensando che dopo questa raffica di domande probabilmente mi avrebbe cestinato. Ma tentar non nuoce, di solito.
Alla sera apro il mio notebook per controllare la posta e, con sorpresa, trovo la risposta del fotografo che noto essere stata inviata solo mezz’ora dopo il mio invio. La risposta è sostanzialmente questa: “Ciao e grazie per avermi contattato. Ribadendo innanzitutto che la cosa sarebbe unicamente amatoriale e quindi non prevede alcun compenso, vado a rispondere alle tue domande: la sessione si svolgerebbe presso il mio studio, dove ovviamente ho tutta la mia attrezzatura; per legarti userei corde cerate o di canapa, specifiche e adatte allo scopo; la privacy sarebbe salvaguardata, a tua scelta, con elaborazione delle immagini che verrebbero schermate sul viso o eventuali particolari che ti rendano riconoscibile, oppure tramite cappuccio in latex nero, cosa che comunque ti sconsiglio; limiti fisici o di età non ce ne sono, qualsiasi tipologia trova la sua collocazione specifica nel mondo frastagliato del sadomaso; la rivista sulla quale intenderei pubblicare le foto è “Bound & Gagged”, rivista estera dedicata al mondo gay/sm, con relativo sito web di riferimento, con la quale collaboro da molto tempo; il nudo ovviamente è richiesto e non è affatto secondario, anche se si parte con uno storyboard che prevede abiti e scarpe; in merito al conoscerci la risposta è ovviamente si, ed è fondamentale. Se ritieni che le mie risposte siano state esaurienti, allora restiamo in contatto e magari ci accordiamo per un caffè”.
Leggo e rileggo la mail diverse volte… non posso non notare che, sostanzialmente, mi abbia dato le risposte che avrei voluto e questo mi lascia perplesso. Decido di rifletterci, anche se la cosa mi solletica la fantasia.
Passano un paio di giorni e, trovandomi di nuovo a navigare lo stesso sito di annunci, trovo ancora il post del fotografo… a questo punto gli scrivo di nuovo: “Ciao, abbiamo scambiato mail un paio di giorni fa… ci ho riflettuto e vorrei approfondire. Se ti va possiamo prenderci un caffè, fammi sapere in che zona sarebbe possibile per te e vediamo come organizzarci”. Invio la mail e continuo a navigare nel sito: tempo cinque minuti e mi arriva la sua risposta: “Il mio studio è in zona EUR, se vuoi possiamo vederci in un bar nelle vicinanze, oppure dimmi tu la zona e ci accordiamo”. Rispondo: “Va bene zona EUR, che ne dici di mercoledì prossimo, verso le 11 al laghetto?” Risposta immediata: “Perfetto, ci vediamo mercoledì; per riconoscermi avrò con me una borsa da palestra rossa, così non dobbiamo necessariamente scambiarci subito i numeri. Facciamo quattro chiacchiere” Chiudo rispondendo: “Allora ok, ci vediamo mercoledì alle 11, borsa rossa, io invece metterò una felpa nera con cappuccio”.
Non abbiamo ulteriori scambi di mail: arriva il mercoledì e, come da accordi, arrivo in zona EUR, parcheggio la macchina sulla strada lungo il laghetto e mi avvio verso il bar che dà proprio sul lago. A una cinquantina di metri lo vedo, appoggiato al muretto, con la borsa rossa infilata su una spalla: giovanile, con un po’ di pancetta, ben vestito, brizzolato e senza barba. Si gira mentre cammino verso di lui, gli faccio segno con la mano e lui fa lo stesso annuendo con la testa. Convenevoli di presentazione, entriamo nel chiosco bar per ordinare due caffè, parlando del più e del meno, senza entrare nell’argomento specifico, anche perché c’è parecchia gente intorno. Preso il caffè usciamo e ci accostiamo al muretto, al riparo da orecchi indiscreti e a questo punto lui prende il discorso vero: “Andresti molto bene per il mio servizio… sei prestante…” – “Ti ringrazio. Spiegami esattamente di cosa si tratta…” – “Io collaboro da tempo con questa rivista e vorrei realizzare un servizio diverso dal solito, sull’uomo normale in sostanza, non sul solito modello che lo fa solo per soldi… uno spaccato di realtà di cui rendere partecipi gli amanti del genere…” – “Chiaro, ma in sostanza cosa dovrei fare? O farmi fare?” – “Vieni in studio, magari concordiamo diversi tipi di abbigliamento, che ne so tuta, pigiama, accappatoio, jeans e camicia… e scatto foto di te legato in varie posizioni, partendo dalle più semplici, vestito, per arrivare alle più costrittive e nudo” – “Completamente nudo?” – “Si, preferisco essere chiaro: il fine è scattarti foto mentre sei legato nudo, in diverse pose… per nudo intendo anche con i genitali legati in vari modi ed esposti, inoltre prevedo l’utilizzo di accessori sadomaso, sia per costrizione che per penetrazione, ovviamente nei limiti che concorderemo” – “Penetrazione solo con oggetti o prevedi anche sesso?” – “No, il sesso non fa parte dei programmi. Tu vuoi farne?” – “Se si tratta di foto a tema e basta, il sesso credo sia escluso a priori… ma se tu hai in mente qualcosa vorrei saperlo” – “Non posso escludere nulla, magari ci facciamo trasportare e succede qualcosa, ma sempre e soltanto in comune accordo” – “Apprezzo la sincerità… Ammesso che io accetti, quando vorresti programmare questo servizio?” – “Diciamo per la prossima settimana? Parliamo di almeno mezza giornata, poi vedi tu se di mattina o di pomeriggio. Però cerca di farmi sapere velocemente se la cosa ti interessa, senza farti problemi” – “Ok, fammici pensare un po’ e poi ti faccio sapere via mail. Nel caso, prima di vederci mi ragguagli sul discorso privacy, perché anche se schermi le parti riconoscibili sulle foto, gli originali li avresti tu, quindi è un po’ più complicata la cosa” – “Guarda io scatto le foto e poi scegliamo insieme dal supporto digitale quelle da usare, le schermiamo sul momento, tengo solo quelle modificate e il resto lo cancelliamo insieme, così sei tranquillo” – “Ok, così ha un senso, magari formattiamo la card a lavoro ultimato” – Certo, tanto le foto modificate poi le monto io per la rivista e gli mando direttamente le pagine pronte, quindi potrai verificare il tutto, senza problemi”.
Le risposte mi soddisfano, ci salutiamo e gli garantisco che entro la mattina dopo gli avrei comunque dato una risposta. Durante il tragitto di ritorno rifletto molto sulla proposta che, in verità, mi intriga… La notte porterà consiglio.
Al mattino successivo ho le idee abbastanza chiare, ho deciso di accettare la proposta… faccio quindi colazione, poi accendo il mio notebook e scrivo la mail di risposta: “Buongiorno. Ok, ho deciso di accettare di fare queste foto. Per la prossima settimana qualsiasi giorno va bene, possibilmente di mattina. Fammi sapere e a presto”. Invio la mail, abbastanza eccitato all’idea di finire su una rivista del settore.
La risposta non tarda ad arrivare, sono ancora al computer quando la sua mail appare… la apro: “Bene, mi fa molto piacere. Se per te va bene ci vediamo lunedì nel mio studio, trovi l’indirizzo in fondo alla mail. Ti pregherei di venire vestito in modo molto normale e di portarti dietro un accappatoio e una tuta da jogging se possibile. A lunedì, verso le 10”. Il dado è tratto, vediamo ora questa avventura dove mi porterà.
Arriva il lunedì… vestito come mi ha chiesto e con uno zaino contenente accappatoio e tuta, arrivo all’indirizzo dello studio fotografico: parcheggio e vado al civico indicato… suono al citofono e aspetto; dopo qualche istante mi risponde: “Si? Chi è?” – “Sono qui per il servizio fotografico” – “Ti apro, scendi dalla scala sulla destra, ti aspetto…” Apre il portone, entro e scendo al piano ammezzato dalla scala di destra, come mi ha indicato… lo trovo sulla porta, ci salutiamo ed entro nello studio.
“Accomodati, vengo subito” mi dice indicandomi un divanetto. Passa qualche minuto e torna da me, invitandomi a seguirlo: “Vieni, andiamo nella sala… ho preparato il set e l’occorrente” Entriamo in una grande stanza, una sorta di loft open space, molto illuminato e con le finestre, che danno sul piano stradale, oscurate da tende nere. Ci sono diversi cavalletti con faretti, uno con una fotocamera professionale, un grande TV sul quale viene riportata la visuale della fotocamera… c’è un letto in ferro battuto, un divano, alcune sedie, un grande tavolo, un tappeto molto grande; in un angolo c’è un piano con molti tipi di corda, nastro adesivo, bavagli, fascette di cuoio, anche catene e manette. Meno in vista noto una serie di falli di gomma, vibratori, plug anali e giocattoli vari. Ben attrezzato per il sadomaso per essere un fotografo, non c’è che dire.
“Hai molta attrezzatura, vedo…” – “Beh, sì… quello che serve per questo tema di ripresa, ma non è che mi occupo solo di bondage e sadomaso, ovviamente” – “Non si direbbe…” ironizzo…
Mi indica il tavolo, sul quale ci sono alcuni fogli e una penna: “Vieni, mi serve una liberatoria, leggila, se sei d’accordo firmala e poi possiamo cominciare; in sostanza c’è scritto ciò di cui abbiamo parlato relativamente al tipo di servizio, al mantenimento della privacy e alla rinuncia al compenso” – “Ok” rispondo, mentre mi siedo e inizio a leggere. In effetti c’è scritto in maniera molto chiara ciò che mi ha appena detto, leggo comunque tutto con calma e poi firmo, porgendogli i fogli. “Bene, allora possiamo cominciare, vieni nel centro della stanza, sul tappeto, così sistemo le luci e poi ti lego”.
Armeggia con i fari e con la fotocamera, controllando il tutto tramite la TV… “Ok, le luci sono a posto… prendo le corde e iniziamo” Annuisco… Va al tavolo dei giocattoli e torna con alcuni pezzi di corda bianca, cerata: “Polsi dietro la schiena…” Porto le braccia dietro la schiena ed inizia a legarmi i polsi, incrociati, portandoli verso l’alto, mi passa la corda dietro il collo e poi davanti, facendola scendere tra le gambe e riavvolgendola sui polsi. La posizione è abbastanza scomoda, ma vedermi nella TV inizia ad eccitarmi… “Inginocchiati e poi sdraiati sulla pancia” lo faccio e sento subito la corda stringermi tra le gambe mentre mi piego… Una volta sdraiato mi prende le gambe mi lega le caviglie, poi le ginocchia. “Ora ti incapretto, ok? Iniziamo da questa posizione, vestito…” – “Ok” rispondo. Mi tira le gambe all’indietro e poi mi lega le caviglie tirate verso i polsi, molto strettamente, serrando bene i nodi. “Ora il bavaglio, iniziamo con una palla di spugna in bocca e nastro adesivo…” – “Ma se devi fare solo foto, ok per il nastro adesivo, ma la palla di spugna è necessaria?” obietto… “Voglio realismo, e la palla di spugna farà vedere che sei realmente imbavagliato, visto che la bocca si vedrà piena…” – “Va bene… fai tu” acconsento, e subito dopo mi spinge una spugna abbastanza grande dentro la bocca, che in effetti si riempie parecchio, bloccandomi la lingua. Poi il nastro adesivo ben stretto intorno alla bocca fa il resto. Ora sono ben incaprettato e imbavagliato sul tappeto: l’effetto nell’immagine in TV è eccitante.
“Sei a posto: iniziamo”.
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