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Gay & Bisex

Kidnapped - Parte 2


di foxtied
18.05.2018    |    6.729    |    2 8.8
"Serra i morsetti come da richiesta e il dolore aumenta, facendomi contorcere sul letto..."
Passa molto tempo, finché la porta si apre di nuovo e stavolta entrano in due: hanno una videocamera e, mentre uno riprende, l’altro viene verso di me e, senza dire una parola, mi applica due morsetti ai capezzoli che poi stringe abbastanza da bloccarli, strizzandomi per bene. Sono dolorosi, continuo a non capire cosa vogliano da me... mi riprendono da diverse angolazioni, fanno primi piani delle varie parti del corpo. Dopo qualche minuto se ne vanno, richiudendo la porta e lasciandomi lì, con i morsetti ai capezzoli.
Si apre nuovamente la porta, stavolta hanno un cavalletto per la videocamera e un computer portatile: posizionano il tutto in modo da riprendermi per intero, collegano la cam al portatile e immagino che vogliano fare una trasmissione live. Uno viene verso di me, controlla nuovamente le corde che mi legano al letto, poi prende un plug anale e lo unge con un qualche lubrificante. Aspetta un cenno dal compare, poi si china sul letto e, dopo avermi aperto meglio le natiche, primo lo poggia e poi lo spinge dentro a fondo. Ho un sussulto ma non posso fare assolutamente nulla. Una volta infilato il plug nel culo, mi applica un anello vibrante al pene e lo accende. Lentamente reagisco alla stimolazione e il pene si indurisce, diventa ben eretto e sempre lo stesso uomo mi scopre il glande e il prepuzio. L’altro fa un cenno di assenso e poi lo fa spostare per non essere ripreso, anche se entrambi hanno un passamontagna sul volto. Sento una voce provenire dal computer, evidentemente, come immaginavo, stanno trasmettendo il video in diretta a qualcuno: “Interessante... è italiano?” – “Si...” – “Legategli i genitali ben stretti, strizzategli il pene e serrate i morsetti ai capezzoli, poi vi scrivo gli indirizzi skype da contattare per l’asta...” L’uomo esegue, con una cordicella fina mi avvolge lo scroto e stringe i testicoli tirandoli verso il basso, poi mi lega il pene alla base e risale fino al glande, strizzandolo. Serra i morsetti come da richiesta e il dolore aumenta, facendomi contorcere sul letto.
Non ho idea di cosa intendeva la voce con la parola “asta”, ma la situazione sta andando in una direzione che non avrei mai potuto immaginare.
“Vi ho inviato gli indirizzi skype da contattare, sono dieci, quando li avete tutti in linea aprite il video in diretta...” sento dire al computer... Dopo qualche minuto quello seduto fa un cenno al compare: “Ok, ci sono tutti e dieci, avvio il video”... Da questo momento inizio a sentire voci che parlano in diverse lingue e che fanno diverse richieste, ciascuna delle quali viene ottemperata dal tipo in piedi: “Interessante... voglio vedere i capezzoli da vicino” – “I piedi, inquadrateli bene” – “Bocca e bavaglio, primo piano” – “Pene e testicoli” – “Stringete il bavaglio” – “Aumentate la vibrazione” – “Frustate le piante dei piedi” – “Ora frustatelo sui genitali”... Ad ogni richiesta corrisponde la ripresa di quanto domandato: le frustate mi vengono inflitte con una sorte di cinghia di cuoio, abbastanza fina da lasciare qualche segno e il dolore è sufficiente a farmi contorcere sul letto, che credo sia proprio quello che vogliono vedere.
A questo punto le richieste si fermano e inizia una sorta di contrattazione: “Offro 15.000” – “Io offro 16.500” – “Per me 17.000” La voce principale, quella che avevo sentito per prima apostrofa: “Signori, per meno di 20.000 non stiamo qui a perdere tempo e passiamo alla seconda lista, vi prego di fare offerte congrue a quanto state vedendo”. Ne segue un dibattito acceso a suon di rilanci, due o tre si tirano fuori e chiudono il collegamento, mentre i restanti arrivano man mano ad offrire fino a 25.000 euro, ma la cosa non trova una conclusione, finché la voce esordisce: “Siamo a 25.000, ho appena ricevuto un’offerta al buio per 35.000 euro, offerta che non posso rifiutare visto il rango della persona, quindi o salite o l’asta si chiude...” – “Io arrivo a 36.000” sento, e allora: “Aggiungete il contatto che vi invio ora, vuole valutare se aumentare l’offerta... chi non intende salire ancora è invitato a disconnettersi” Sento altre voci gettare la spugna e alla fine ne restano solo due, ben distinte ora: “Porto la mia offerta da 35.000 a 38.000” – “Io rilancio a 40.000”... pausa... silenzio per qualche istante, poi la voce esordisce: “50.000 è la mia ultima offerta” – “È suo, io lascio”.
“Bene signori, l’asta è conclusa e l’oggetto è assegnato a MASTERDOM per 50.000 euro. Ha le coordinate per il trasferimento, riceverà l’oggetto nei modi e nei tempi come da accordi. È stato un piacere, come sempre”.
Ora ho chiaro cosa stia accadendo: mi hanno rapito e venduto a un qualche sadico danaroso e pervertito, che per 50.000 euro ora potrà disporre di me come meglio crede.
“Organizzate il trasporto a MASTERDOM, fate in modo che arrivi come da istruzioni, usate una droga adeguata per non avere problemi: il trasporto deve essere completato entro 48 ore”.
I due rimuovono tutti gli strumenti dalla stanza, mi liberano il pene dalle corde, mi liberano i capezzoli e mi sfilano il plug anale, poi mi lasciano legato al letto ed escono.
Dopo qualche ora tornano con un sacchetto e una bottiglia d’acqua, solo allora mi rendo conto che non mangio e non bevo da molte ore, forse un giorno intero. Mi slegano dal letto ma solo per legarmi mani e piedi a una sedia davanti al tavolo: mi tolgono il bavaglio e mi fanno mangiare e bere, senza permettermi di parlare. Finito di imboccarmi, mi slegano dalla sedia e mi legano nuovamente con polsiere e cavigliere unite da una catena, in modo che non possa alzare le mani che ho bloccate davanti. Mi rimettono la palla in bocca e poi mi indicano una porta: “Fatti una doccia calda, poi ti prepariamo”... mi fanno entrare nel bagno, poi nella doccia e mi indicano il necessario. Le mani non arrivano all’altezza del bavaglio e comunque sarebbe inutile, non credo che mi sentirebbe qualcuno. Faccio la doccia mentre uno dei due mi controlla a vista... l’altro invece sta armeggiando con una cassa abbastanza grande e con altre cose sul tavolo.
Finita la doccia mi asciugo come possibile, essendo comunque legato, con il telo che era appeso ad un gancio, esco dal bagno e mi fanno sedere sul letto: mi bloccano i polsi dietro la schiena e, guardando verso la cassa che avevo intravisto dal bagno, noto che sembra attrezzata al mio contenimento, avendo blocchi per i piedi, le ginocchia, le braccia, i polsi e il collo, nonché aggeggi strani fissati sulla base e sul coperchio, poi mi sento premere un panno umido sul naso e la bocca e, mentre mi tengono fermo, lentamente perdo i sensi... l’ultima cosa che vedo è uno dei due con una siringa in mano, ma non faccio in tempo a capire a cosa serva, diventa tutto nero e svengo.
Devo essermi svegliato molte ore dopo e infatti, riprendendo i sensi, la prima cosa che avverto è il movimento... mi rendo poi lentamente conto di essere al buio, con gli occhi bendati, completamente bloccato da fasce di cuoio che mi stringono i polsi lungo i fianchi, fissati alla cassa, stessa cosa per i gomiti, il collo e il busto, nonché gambe, ginocchia e piedi: sono completamente immobilizzato e, se non fosse abbastanza, sento qualcosa che mi penetra il retto, a fondo, e anche quello, che dovrebbe essere un fallo di gomma, è ancorato alla cassa. Ho qualcosa in bocca, infilato molto profondamente, grosso, che mi obbliga a tenere la bocca quasi aperta e tappata al contempo, senza possibilità di muovermi, visto che anche quello sembra fissato, forse al coperchio della cassa stessa. Sento qualcosa anche intorno allo scroto e al pene, forse due anelli, molto stretti, che avrebbero dovuto agire sul pene al mio risveglio, e infatti mi provocano un’erezione notevole. Sicuramente mi stanno portando dalla persona che mi ha “comprato” per usarmi a suo piacimento.
Il viaggio dura ancora molto tempo, la posizione in cui sono immobilizzato e soprattutto il modo, mi fa pensare che questo tipo di “trasporti” sia ben organizzato ed usuale.
Non ho idea di quanto tempo sia passato da quando mi hanno addormentato con il cloroformio, ma finalmente ci fermiamo. Sento alcuni rumori molto attutiti, la cassa è insonorizzata e ricoperta di raso che posso riconoscere al tatto: se non l’avessi vista prima che mi ci bloccassero dentro, potrebbe dare l’impressione di una vera e propria bara.
Sento muovere la cassa, probabilmente mi stanno scaricando: “Tutto ok con il contenuto?” sento domandare... “Certo... lo abbiamo sedato pesantemente dopo averlo addormentato con il cloroformio, quanto basta per passare il confine senza problemi... ora sarà sveglio ma è ben immobilizzato, imbavagliato e bendato” – “Nudo?” – “Come da accordi, e con culo e bocca ben pieni” – “Bene... portate dentro la cassa, poi potete andare” – “Non vuole controllare?” – “Mi fido, non credo sia vostro interesse darmi una fregatura, no?” – “Certo che no”.
La cassa viene sollevata e trasportata come da richiesta, poi posata in terra e a questo punto sento le voci farsi ancora più impercettibili. La consegna è stata effettuata: cosa succederà ora?
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