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Gay & Bisex

Il negozio di scarpe - Parte 1


di foxtied
03.04.2018    |    13.862    |    6 9.6
"“Hai bei piedi per essere un uomo” e a questa frase inizio a pensare che forse non mi sto affatto sbagliando: “Si, ci tengo abbastanza” – “Fai bene, li sento..."
Frequentavo spesso un negozio di scarpe da uomo in centro, gestito da un uomo sui 50 anni che a me aveva sempre dato l’impressione di essere gay, non dichiarato, non palese, ma alcuni atteggiamenti e modi di fare mi davano questa sensazione. Sono sempre stato eccitato dal vedere i miei piedi nudi e fantasticavo spesso sul fatto che un uomo potesse essere interessato ad accarezzarli, baciarli, leccarli e questo a prescindere dalle mie tendenze alla sottomissione in bondage.
Dovendo acquistare delle scarpe per un matrimonio, mi reco in questo negozio un sabato pomeriggio e, dopo aver guardato la vetrina, ne individuo un modello che mi piace, quindi entro e vengo accolto dal proprietario che subito mi chiede cosa desiderassi; il negozio era molto grande e abbastanza articolato, con diversi angoli a tema e dei comodi divanetti adibiti alla prova, ognuno con uno specchio davanti. In terra moquette rossa e ovunque un buon profumo di vaniglia, molto simile all’aroma di tabacco. Gli indico le scarpe a cui sono interessato e provvede lui direttamente ad andare a prendere il mio numero, visto che i commessi, ne ricordo almeno 3, sono occupati. Mi invita a sedermi in un angolo appartato, su uno dei divanetti di prova.
Torna dopo pochi minuti con due scatole, si siede davanti a me con uno sgabellino e apre una scatola, tirando fuori una scarpa che mi mostra: “Questa è un 44, dovrebbe andare bene… provala…” Sono cliente da parecchio tempo, quindi ci diamo del tu senza problemi. Mi slaccio la scarpa corrispondente a quella che ha preso dalla scatola e la tolgo, poggiando il piede sulla moquette. Faccio per calzare la scarpa da provare, ma lui mi anticipa, prendendomi il piede e infilandomi la scarpa, con l’aiuto di un calzante. In diversi anni è la prima volta che lo fa, ma non ci faccio caso più di tanto. “Prova anche l’altra…” Tolgo anche l’altra scarpa e di nuovo lui mi prende il piede e mi fa calzare la scarpa nuova. Mi alzo per guardare allo specchio come mi stanno e poi faccio qualche passo di rito: le scarpe sono molto morbide e comode.
“Ottima scelta… sono talmente morbide che potresti indossarle anche a piedi nudi” Questa frase mi accende una lampadina in testa… ma penso che sia solo la mia immaginazione finché, quando mi siedo nuovamente per toglierle e rimettere le mie lui esordisce: “Dammi retta, provale a piedi nudi, vedrai che mi darai ragione…” Sul momento non vorrei farlo, ma lui insiste decisamente: “Se le provi sulla pelle nuda non avrai dubbi, credimi…” Per non essere scortese acconsento e faccio per abbassare i calzini e toglierli, ma a questo punto mi spiazza con: “Faccio io…” e mi toglie lui i calzini, prima al sinistro e poi al destro, sento le sue mani avvolgermi il piede nudo, quasi accarezzarlo mentre mi infila le scarpe… Sono perplesso, ma la cosa mi piace. Mi alzo per fare qualche passo e sento i suoi occhi addosso, lo guardo dallo specchio e vedo che mi sta guardando le scarpe… o forse i piedi?
“Sei scemo” penso, riferito a me stesso… forse sto solo equivocando. Qualche dubbio mi viene quando, dopo essermi nuovamente seduto, è di nuovo lui a togliermi le scarpe e sento di nuovo le sue mani quasi accarezzarmi i piedi nudi… e la cosa inizia ad eccitarmi. “Hai bei piedi per essere un uomo” e a questa frase inizio a pensare che forse non mi sto affatto sbagliando: “Si, ci tengo abbastanza” – “Fai bene, li sento morbidi, quasi non sembrano di un uomo”.
Non so cosa fare, non vorrei sembrare un idiota, ma lui, forse prendendo la palla al balzo avendo capito che la cosa non mi dispiace, mi toglie di impaccio: “Se mi segui nel magazzino ti faccio vedere qualche altra cosa da provare a piedi nudi” – “Non è possibile provarle qui?” rispondo per cercare una conferma e non sembrare avventato… ma la risposta è chiara: “No, meglio di là, così evitiamo di prendere troppe scatole e poi c’è privacy, meglio… ma se non ti va ci mancherebbe altro” – “No, va bene… andiamo pure” Rimetto le mie scarpe, senza calzini e lo seguo nel magazzino. È grande almeno quanto il negozio, file di scaffali pieni di scatole, tutto molto ordinato, sempre con moquette rossa in terra: alla fine di due file di scaffali c’è una specie di camerino dove mi invita a entrare e a sedermi su un divanetto… sembra un’area privata. “Questo camerino lo uso per le persone importanti che vengono a comprare da me e vogliono evitare la ressa, quelli che hanno necessità di privacy, insomma…” – “Beh, mi lusinga la cosa, ma non sono così importante” rispondo mentre mi siedo: “Ma hai bei piedi” mi dice, spiazzandomi nuovamente. Sorride, come a mostrare di aver capito che ho un qualche interesse particolare. Prende una scatola, chiude la porta del camerino e si siede davanti a me: mi sfila le scarpe e, senza neanche aprirla la scatola, inizia ad accarezzarmi i piedi finché, senza che riuscissi a dire una parola, un po’ per la sorpresa, un po’ perché lo speravo, me li lecca tenendoli con entrambe le mani… li bacia, poi li lecca tra le dita, a lungo… li morde delicatamente per poi leccarli ancora…
Il pene mi è diventato di marmo per quanto mi sta eccitando, continua a lavorarmi i piedi nudi come mai avrei immaginato. Si poggia i piedi sulle gambe e si slaccia i pantaloni che abbassa quanto basta per tirare fuori il suo pene, lungo, duro… Io non riesco a parlare. Inizia a masturbarsi usando i miei piedi, lo passa all’interno dell’arco e si muove avanti e indietro… “Non preoccuparti, non verrà nessuno qui...” Annuisco, sono eccitato, lo lascio fare per diversi minuti… Poi… “Tiralo fuori, voglio succhiartelo” Lo faccio, metto i piedi sulla moquette e mi abbasso pantaloni e boxer… Lui lo prende in mano e se lo porta alla bocca, lo prende tutto dentro e inizia a leccarmelo… non avrei resistito molto… e infatti dopo pochi istanti gli vengo in bocca come un adolescente. Lui non ingoia, tenendo lo sperma in bocca mi fa sedere di nuovo e mi riprende i piedi tra le mani, con la bocca riversa il mio sperma sulle dita, poi con il pene lo spalma sui piedi e ricomincia ad usarli per masturbarsi. Viene sui miei piedi nudi, copiosamente… spruzza diverse volte il suo sperma trattenendo il respiro, come per amplificare la sensazione di piacere. Poi mi poggia delicatamente i piedi coperti di sperma sulla moquette e mi porge delle salviettine umidificate per asciugarmi.
“È stato intenso…” – “E inaspettato”, rispondo.
Una volta ricomposti entrambi usciamo dal camerino “privato”… “Le scarpe te le regalo, ho piacere di farlo” mi dice… Provo a fare resistenza dicendo: “Ma no, ci mancherebbe, è piaciuto anche a me… non serve che me le regali”, ma lui non sente ragioni: “È un regalo, non transigo. Ma vorrei che ci incontrassimo di nuovo e che non fosse solo un evento casuale. Mi piacciono i tuoi piedi e vorrei giocare un po’ con te, se ti va. Io vivo da solo e mi piacciono giochi un po’ particolari dei quali i piedi sono parte fondamentale” – “Sei un feticista…” – “Beh, sì… come te del resto, no?” Annuisco, poi chiedo: “Che tipo di giochi?” e la risposta mi fa avere un sussulto: “Voglio legarti mani, piedi, immobilizzarti e poi seviziarti… meglio giocare a carte scoperte, così evitiamo fraintendimenti: mi piace il bondage, legare un uomo e poi farlo godere… e godere io stesso nel farlo” – “Accidenti, sei molto diretto. Cosa ti fa pensare che io sia disposto a farmi legare?” – “Il fatto che tu stesso sia un feticista dei tuoi piedi, ho visto quanto ce lo avevi duro e l’ho sentito in bocca… ho un po’ di esperienza nel riconoscere queste fantasie. Se la cosa ti interessa, potremmo vederci a casa mia, io vivo solo…” La cosa mi interessa, non posso negarlo, ma cerco di restare distante e non ammetterlo subito: “Ci penserò…” – “Verrai” mi risponde… “Questo è il mio numero e c’è anche l’indirizzo” mi apostrofa porgendomi un bigliettino da visita.
Esco dal negozio… e pensare che volevo solo comprare un paio di scarpe.
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