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Gay & Bisex

Il camper - Parte 1


di foxtied
16.10.2018    |    7.824    |    1 8.6
"Chattando via Skype con un uomo di 62 anni, umbro, si discute di tutte quelle cose che sono confacenti al mondo del bondage e del feticismo maschile: lui..."
Chattando via Skype con un uomo di 62 anni, umbro, si discute di tutte quelle cose che sono confacenti al mondo del bondage e del feticismo maschile: lui vedovo, si è scoperto bisex e attratto, appunto, da questo mondo solo dopo la perdita della moglie cinque anni prima. Amante dei viaggi e della natura, con uno spiccato feticismo per i piedi, mi ha contattato proprio perché attratto dai miei, particolare che per me risulta sempre intrigante. In diverse settimane di “conoscenza” virtuale, più volte mi ha chiesto foto specifiche dei miei piedi nudi e qualche altra particolare, ossia legato in posizioni specifiche per lui eccitanti. In questa ultima conversazione mi espone una sua fantasia sul volermi incatenare mani, piedi e collo per poi usarmi sessualmente, anche se non in maniera poi troppo spinta. La conversazione è di per sé eccitante, tanto che mentre descrive cosa vorrebbe farmi, mi diventa duro… Mi racconta che gli piacerebbe fare un viaggio con il suo camper e avermi a disposizione per tutto il tragitto, tenendomi sempre ben legato e imbavagliato, fermandosi di tanto in tanto, o durante le varie tappe, per seviziarmi. Le fantasie sono sempre una parte fondamentale degli incontri, qualora si concretizzino in maniera reale, così gli do spago e lo invito a lasciarsi andare nel raccontare. Non amo molto catene e manette, ma il suo modo di propormele è eccitante, anche se preferisco di gran lunga la corda. Ad un certo punto in questa ultima conversazione, m rendo conto che la cosa inizia a interessarmi parecchio, così decido di gettare l’amo e rendermi disponibile a esaudire questa sua fantasia del viaggio in camper, abbastanza sicuro di spiazzarlo per vedere fino a che punto la fantasia possa diventare realtà. Nelle mie esperienze ho avuto decine di contatti inconcludenti, con persone alle quali piace molto parlare ma, al dunque, trovano sempre una quantità di problemi e impedimenti. Ciò che mi sorprende è che, anziché spiazzarlo, lui reagisce con un severo entusiasmo alla proposta e mi conferma che, se io fossi realmente disponibile, lui organizzerebbe la cosa molto volentieri. Decido allora di assecondare la cosa e di proporre un paio di date in cui la cosa potrebbe concretizzarsi. Lui non fa una piega, anzi mi ribadisce di non avere problemi di calendario, quindi per lui andrebbe bene anche il weekend a seguire. Verrebbe a Roma a prendermi e poi partiremmo per un viaggio con destinazione da stabilire, anche se non conta il punto di arrivo ma il viaggio stesso, sia di andata che di ritorno. Gli chiedo come si svolgerebbe il tutto e lui ribadisce che, se a me sta bene, mi terrebbe sempre legato o immobilizzato con manette e cavigliere, o catene… imbavagliato in modi diversi e, soprattutto, nudo per quanto possibile. Gli faccio notare che potremmo essere fermati per qualche controllo, ma la cosa non lo preoccupa più di tanto, se non altro perché basterebbe che io confermassi di essere consenziente e nessuno potrebbe obiettare qualcosa, a patto che si resti nel camper. La cosa mi intriga, la situazione sarebbe veramente molto particolare…
Gli dico che possiamo provare ad organizzarci e di risentirci il giorno dopo, a bocce ferme, per valutare l’effettiva fattibilità e stabilire eventualmente una data, anche se prima di tutto ciò avrei piacere di incontrarlo dal vivo per fare due chiacchiere non virtuali e verificare un minimo di compatibilità caratteriale. Lui è concorde, quindi ci diamo appuntamento su Skype per la mattinata successiva.
Il giorno dopo, verso le 11, apro Skype e lo trovo già online… Affrontiamo direttamente l’argomento, concordando un incontro presso un agriturismo di Gubbio che conosciamo entrambi, dove sarà possibile fare quattro chiacchiere di persona e conoscerci un po’, prima di procedere eventualmente con il “gioco” in ballo. Ci coordiniamo per vederci il sabato pomeriggio a seguire, incontrandoci direttamente sul posto.
Al sabato parto di buon’ora, anche perché ho deciso di fermarmi a dormire lì la notte visto che conosco bene il posto e i titolari. Arrivo verso le 11:30 e, dopo i convenevoli del caso, mi sistemo nell’appartamento esterno che mi hanno assegnato e dopo una mezzora vado a godermi una passeggiata nel parco, prima di pranzo. Finito di mangiare mi fermo nell’appartamento in attesa dell’arrivo della persona che, quando sul posto, mi manderà una mail…
Verso le 15 arriva la mail: “Sono al parcheggio, se sei in una delle dependance ti raggiungo direttamente”… Volendo evitare di farlo venire direttamente nell’appartamento, gli rispondo che lo raggiungo al parcheggio, così poi ci sediamo nel parco a fare due chiacchiere e mi avvio.
Lo trovo all’ingresso del parcheggio, ci salutiamo e poi lo invito a camminare verso il parco dove ci sono molte panchine su cui sedersi. Ci inoltriamo un po’, anche se non c’è molta gente oltre a noi, finché ci sediamo sotto un albero.
“Allora, come va? Sono come ti aspettavi dalle foto?” gli chiedo per rompere il ghiaccio… “Si, anzi sei più magro rispetto alle foto” – “Bene, anche tu sei corrispondente devo dire. Bene, eccoci qua…” – “Non vorrei sembrarti fuori luogo ma mi sta venendo duro…” Sorrido e sposto il discorso su altro: “Parliamo di questo viaggio in camper, hai da molto questa fantasia?” – “A dire il vero non ci avevo mai pensato ma poi, mentre ne parlavamo, la cosa si è fatta interessante oltre che eccitante” – “Immagino… ma veramente non avresti problemi se dovessero fermarci per un controllo?” – “Beh, non è che fanno una perquisizione ad ogni controllo, no? A meno che non ci sia un motivo. E in ogni caso, come ti dicevo, se le persone sono consenzienti e lo confermano, soprattutto non stanno facendo cose strane in pubblico ma solo all’interno, non credo che potrebbero dirci più di tanto. Ritengo che la possibilità che accada sia remota…” – “Forse hai ragione. Certo però che se dovessero salire sul camper e mi trovassero nudo, legato o incatenato e imbavagliato, una qualche reazione ci sarebbe…” – “Certo, ma se poi si spiega il tutto e si conferma il comune accordo…” – “Diciamo che vada bene, come vorresti procedere?” – “Possiamo incontrarci qui, lasciare la tua macchina e partire con il camper… ci facciamo un weekend di viaggio, decidendo dove andare, giochiamo come più ci aggrada e poi torniamo la domenica pomeriggio…” – “La meta ha importanza?” – “Ma no, però magari ci si può fermare a mangiare un boccone da qualche parte, la sera del sabato, a pranzo la domenica… anche solo l’idea di mangiare in un ristorante pensando che appena si torna al camper ti lego e ti imbavaglio di nuovo, mi stimola da matti la fantasia!” – “Si, interessante…” Mentre parliamo non posso fare a meno di notare che ha la patta dei pantaloni gonfia, segno che ce l’ha duro, anche se prova a non mettere la cosa in evidenza.
“Cosa vorresti farmi sul camper?” gli chiedo proprio per testare la situazione… “Prima di partire ti ammanetto seduto al posto del passeggero, ti metto anche le cavigliere fissate alla base del sedile e magari un collare per bloccarti il collo, tanto i vetri sono quelli schermati e non si vede da fuori se non da vicino… non ti imbavaglierei subito, così possiamo parlare fino alla prima area di sosta dove ti trasferirei all’interno per spogliarti nudo e legarti…” – “Si, interessante… non ti nascondo che la situazione mi stuzzica, poi?” – “Beh poi, dentro il camper ci sono i letti, sedie, un piccolo ripostiglio… potrei legarti in cento modi diversi e poi usarti tra una sosta e l’altra. Bocca, culo, piedi… sevizie, anche torture se vuoi… si stabilisce”… La cosa lo ammetto, mi eccita alquanto. Continuiamo a parlare per almeno un’ora e alla fine decidiamo di assecondare questa fantasia: l’ultimo weekend del mese si parte, destinazione da concordare nei giorni successivi, comunque in un raggio non troppo lungo partendo da dove siamo ora.
A questo punto lo invito a venire nella dependance per bere qualcosa, anche perché inizia a scendere la sera e siamo in alta collina. Apro la porta e gli indico il divano, mentre vado al frigo a prendere due aperitivi, offerti dalla struttura… Mentre apro il frigo mi sorprende con una richiesta inaspettata: “Ti va di togliere le scarpe e farmi massaggiare i piedi? Ci penso da un po’…” La cosa mi spiazza, anche se avrei dovuto aspettarmelo dopo tutte le conversazioni via chat imperniate proprio su quanto gli piacciano i miei piedi. Cerco di dare una risposta che abbia un senso e al contempo non sia solo remissiva: “Beh… magari quando mi siedo potrei accontentarti, ma vediamo ok?”
Mi siedo sul divano porgendogli il bicchiere con l’aperitivo… prendo tempo per decidere se accontentarlo o meno…
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