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Il camper - Parte 2


di foxtied
07.11.2018    |    6.446    |    2 8.3
"“Ti tolgo i calzini, posso?” mi chiede… “Va bene… ma non eccitarti troppo, questo non è il posto più adatto per questi giochi” gli rispondo… Mi infila le..."
A questo punto lo invito a venire nella dependance per bere qualcosa, anche perché inizia a scendere la sera e siamo in alta collina. Apro la porta e gli indico il divano, mentre vado al frigo a prendere due aperitivi, offerti dalla struttura… Mentre apro il frigo mi sorprende con una richiesta inaspettata: “Ti va di togliere le scarpe e farmi massaggiare i piedi? Ci penso da un po’…” La cosa mi spiazza, anche se avrei dovuto aspettarmelo dopo tutte le conversazioni via chat imperniate proprio su quanto gli piacciano i miei piedi. Cerco di dare una risposta che abbia un senso e al contempo non sia solo remissiva: “Beh… magari quando mi siedo potrei accontentarti, ma vediamo ok?”
Mi siedo sul divano porgendogli il bicchiere con l’aperitivo… prendo tempo per decidere se accontentarlo o meno… Lui prende l’iniziativa e mi solleva una gamba prendendola per la caviglia: se la poggia sulle ginocchia e inizia a slacciarmi la scarpa, una Hogan praticamente nuova… La sfila lentamente e io lo lascio fare, la cosa mi eccita, non è una novità. Tolta la scarpa, le mani mi toccano l’arco del piede e le dita, anche se i calzini non gli consentono di arrivare a quello che desidera. Mi prende l’altra gamba e ripete l’operazione, togliendomela e poi massaggiando i piedi. Si sta eccitando di nuovo, si vede chiaramente. Nella mia ormai lunga esperienza in questo mondo, devo constatare che è molto alta la percentuale dei feticisti del piede… non saprei spiegarne il motivo, ma molti o quasi tutti i miei “contatti”, ne sono sempre stati attratti in maniera più o meno perversa.
“Ti tolgo i calzini, posso?” mi chiede… “Va bene… ma non eccitarti troppo, questo non è il posto più adatto per questi giochi” gli rispondo… Mi infila le dita sotto i pantaloni e abbassa lentamente i calzini, per poi sfilarmeli lentamente, prima uno e poi l’altro: a questo punto le sue mani mi accarezzano i piedi nudi, finché se ne porta uno alla bocca e inizia a leccarmelo, succhiandomi le dita. La cosa si fa eccitante, ma non ho intenzione di espormi troppo nel posto dove siamo così, dopo averlo assecondato per qualche minuto, ritraggo le gambe… “Non è il caso di andare oltre, dai…” gli dico mentre mi rimetto i calzini e le scarpe. Lui annuisce, anche se un po’ deluso, come i bambini quando gli togli il giocattolo desiderato.
“Hai dei piedi che mi fanno drizzare il cazzo… morbidi, profumati, curati… non sembrano neanche di un uomo, e sono molto meglio che nelle foto. Ho idea che ci divertiremo Fox!” – “Beh, viste le premesse tu sicuramente”, gli dico con tono ironico e provocatorio. “Ora ci salutiamo… i nostri accordi li abbiamo presi, un assaggio lo hai avuto, non ci resta che aspettare la partenza!” – “Ok… allora ti auguro una buona giornata e ci vediamo presto”.
Ci salutiamo, lui esce dalla dependance e per il momento è tutto.
Arriva l’ultimo weekend del mese, il tempo è molto bello e questo, a prescindere dall’intento del “gioco”, predispone bene ad un viaggio in camper. Nelle conversazioni via chat susseguitesi dopo l’incontro nell’agriturismo, abbiamo concordato di vederci presso il parcheggio di una zona commerciale di Roma, dove avrei lasciato la mia macchina per passare sul camper. Ci incontriamo verso le 10, ho con me solo un piccolo zaino con qualche cambio, del resto la maggior parte del tempo dovrei passarla nudo, quindi sarebbe stato inutile portare troppe cose; ai giocattoli avrebbe pensato lui, quindi parto leggero.
Salgo in cabina ovviamente dal lato passeggero e, visto che nel parcheggio non c’è praticamente nessuno, mi propone subito di legarmi polsi e caviglie con polsiere e cavigliere: resto un po’ titubante, anche se i vetri sono oscurati… siamo comunque dentro la città e la cosa non mi mette proprio a mio agio, anche se mi stuzzica. Alla fine mi faccio convincere, così gli porgo i polsi e lo lascio mettermi le polsiere di cuoio, entrambe dotate di anelli. L’abitacolo è molto spazioso, il camper è nuovissimo e credo costi parecchio; si abbassa per mettermi le cavigliere, anche se con i pantaloni la cosa non è proprio agevole.
“Metti le braccia dietro la schiena” mi dice… “Ma sei sicuro di questa cosa?” – “Perché no? Tanto davanti o dietro, sempre legato ti troverebbero, cosa cambierebbe?” Non ha tutti i torti, quindi metto le braccia dietro la schiena e lui mi blocca i polsi mettendo un lucchetto a chiudere gli anelli delle polsiere. Stessa cosa con le cavigliere. A questo punto mi aspetto che metta in moto per partire, invece tira fuori da un borsone altre due fasce di cuoio, che mi applica alle braccia, sopra i gomiti e che chiude con un altro lucchetto. Le braccia sono ora molto strette e la posizione abbastanza costrittiva… e mi sto eccitando! Per finire mi avvolge il collo con un collare che fissa alle barre del poggiatesta: “Ecco, ora sei pronto a partire Fox! Vorrei anche imbavagliarti, ma aspetterò che siamo usciti dalla città…” Mette in moto e usciamo dal parcheggio per andare a imboccare la tangenziale e poi l’autostrada verso Firenze.
“Non ti ho fatto vedere l’interno, è molto confortevole e ho già preparato tutto: oltre ai letti c’è una sedia che ho fissato al pavimento e un bel tavolo ripiegabile ma molto solido. C’è molto spazio…” – “Non ho dubbi, il camper è bello grosso…” Mentre dico queste parole, inavvertitamente porto i piedi avanti sotto il cruscotto e noto che lui segue questo movimento corrugando le sopracciglia… non gli do molto peso, ma ne avrei capito di lì a poco il motivo. Dopo quindici minuti siamo in autostrada e stiamo per arrivare al casello… nessun problema, ha il telepass, quindi passiamo senza la necessità di abbassare i vetri. Proseguiamo per qualche chilometro, finché vedo che mette la freccia ed esce in un’area di sosta laterale all’autostrada.
“Preso dall’eccitazione ho dimenticato di bloccarti i piedi… ora provvedo” Era questo il motivo che non avevo afferrato prima, quando ho portato avanti i piedi, seppur legati insieme dalle cavigliere, aveva pensato che doveva bloccarmeli al sedile. Prende un gancio di quelli apribili, da guinzaglio per capirci, e mi fissa i piedi alla leva di sblocco del sedile: ora non posso muovermi. Bloccati i piedi mi infila la mano tra le gambe e si accorge che ce l’ho abbastanza duro… sorride ma non dice nulla. Proseguiamo il viaggio, durante il quale mi illustra molte delle cose che vorrebbe farmi, o che almeno ha fantasticato di poter fare… e la cosa mi eccita parecchio, soprattutto la situazione anomala in cui ci siamo imbarcati.
Percorriamo credo un centinaio di chilometri, alternando la conversazione a diversi palpeggiamenti tra le gambe, anche se sono i piedi il suo pensiero fisso: continua a dirmi di volerli leccare, mordere, torturare con cera calda e frustino… e il mio pene diventa sempre più duro. Usciamo di nuovo per un’area di sosta e stavolta lo fa per abbassarmi pantaloni e boxer: me lo prende direttamente in mano, poi si abbassa e lo prende in bocca… ce l’ho durissimo e dritto e lui lo succhia e lo lecca in un modo che non mi aspettavo. Mentre me lo lavora, la sua mano scende ai piedi e le dita si infilano dentro la scarpa, a cercare l’arco… “Nella prossima tappa in area di sosta ti porto dietro, ancora un’oretta…” mi dice ricomponendosi ma senza rialzarmi i pantaloni: mi lascia con il pene di fuori in bella vista e, una volta ripartito, di tanto in tanto me lo prende in mano e mi masturba. Peccato non avere immagini esplicative di questa situazione, perché sarebbe stato veramente fuori dal comune: immaginate lui che guida e conversa allegramente con me legato sul sedile, il pene di fuori e la sua mano che mi sollecita, strofinando il pollice sul glande.
“Se continui così va a finire che mi fai venire…” sono costretto ad avvertirlo dopo essere stato quasi sul punto di avere un orgasmo… “Tranquillo, anche se dovesse succedere non sarebbe un problema, la pelle dei sedili è lavabile…” mi risponde ridendo. La situazione gli piace, e molto. Arriviamo infine all’area di sosta programmata e ho ancora il pene duro e dritto…
Lui scende dal camper per dare un’occhiata in giro e controllare che non ci siano occhi indiscreti o telecamere di sicurezza, poi viene dalla mia parte e, aperto lo sportello, mi conferma che siamo soli. Mi libera i piedi, poi le mani e il collo e, con i lucchetti in mano, mi invita a scendere per salire nell’alloggiamento del camper. Mi ricompongo prima di scendere e poi lo seguo allo sportello di accesso. Saliamo e, dopo aver richiuso la “porta” mi illustra il vano che in effetti è veramente spazioso e ben arredato. Spicca allo sguardo la sedia fissata al pavimento, con la seduta molto larga e un buco nel mezzo, nonché corde di iuta fissate a diversi anelli. I letti sono due, da una piazza e mezza ciascuno, posizionati nel lato posteriore e separati da una mensola centrale: quello alla mia destra è sicuramente il mio, visto che è dotato di corde ai quattro angoli e altre sui lati. Deve aver dedicato diverso tempo alla “preparazione”…
“Ok… direi che puoi spogliarti nudo. Hai necessità di fare una doccia?” mi chiede… “Veramente l’ho fatta prima di partire, magari dovrei andare in bagno…” – “È lì, mi dice indicandomi una porta nel mezzo, subito prima dei letti, a creare una rientranza. “Fai con comodo, poi resterai legato e imbavagliato fino alla prossima tappa…”
Il gioco inizia veramente.
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