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Gay & Bisex

Il camionista - Parte 2


di foxtied
27.04.2018    |    8.846    |    2 9.3
"Ho la bocca aperta e divaricata da un bavaglio ad anello serrato molto strettamente..."
Va avanti così per un po’, senza più dire nulla, continuando a godersi la scena che comunque sta filmando. Di tanto in tanto aumenta la velocità dello stantuffo che spinge il dildo, per poi rallentarlo di nuovo. Si allontana di qualche metro e inizia a spogliarsi, fino a restare in slip e maglietta. Si avvicina al tavolo sul lato del vano e sistema le corde predisposte, come se avesse deciso di spostarmi sopra il tavolo stesso. Ne abbassa le quattro gambe telescopiche, portando il piano a meno di un metro da terra.
Va verso la cassetta degli attrezzi e ne estrae una boccetta scura con un panno: lo imbeve per bene e poi viene verso di me. Mi passa dietro le spalle e poi me lo preme fortemente sul viso, obbligandomi a respirarne i vapori. Non posso oppormi in alcun modo, sono legato strettissimo. In pochi istanti la vista mi si annebbia, fino a diventare tutto buio.
Riprendo lentamente i sensi e, prima ancora che la vista si schiarisca, sento di essere legato incaprettato… la prima cosa che avverto è una corda attorno al collo che mi inarca all’indietro verso i polsi, polsi che sono collegati alle caviglie legate incrociate. Ho la bocca aperta e divaricata da un bavaglio ad anello serrato molto strettamente. Man mano che la sensibilità ritorna, sento di avere un plug nell’ano, abbastanza largo e lungo, ma almeno questo non è a stantuffo. La vista si schiarisce e vedo lui davanti a me, con il pene in mano, eretto e duro… “Ce ne hai messo a svegliarti… forse ti ho fatto respirare troppo cloroformio, ma dovevo legarti per bene… Ora che sei sveglio ti scopo in bocca, ma è solo per rompere il ghiaccio”. Accenno a muovermi, ma è inutile, anche le braccia e i gomiti sono legati e il cappio intorno al collo mi obbliga a tenere la testa rialzata…
Senza altre parole me lo infila in bocca attraverso l’anello che mi divarica le mascelle… spinge a fondo, mi tocca la gola… mi scopa a forza, senza darmi possibilità di sottrarmi. La situazione, per quanto forzata, mi genera comunque un’eccitazione e proprio questa eccitazione mi fa rendere conto di avere testicoli e pene avvolti da grossi elastici: essendo a pancia in giù il peso me lo schiaccia contro il tavolo e gli elastici me lo fanno diventare sempre più duro.
Una videocamera riprende la scena molto da vicino, il suo pene entra e esce dalla mia bocca continuamente, senza pause… mentre mi scopa in bocca inizia a frustarmi la schiena con una cinghia di cuoio, senza affondare troppo i colpi, ma quanto basta per farmi contorcere e serrare il cappio attorno al collo. Mi manca l’aria e, avendo la bocca sempre piena del suo pene, posso respirare solo con il naso… ed è allora che me lo tappa con due dita: mi sento soffocare e, per contro, il mio pene diventa ancora più duro e dolorante per la costrizione. Le frustate si spostano sui piedi, soprattutto sulle piante ben esposte… continua così per almeno un quarto d’ora, soffocandomi con il suo pene dentro la bocca. Nel momento in cui me lo affonda completamente dentro, capisco che sta per venire e infatti lo sento allagarmi la gola di sperma… me ne fa ingoiare in quantità, ma mi fiotta anche fuori dall’anello che mi tiene la bocca spalancata. Finalmente si ferma e me lo toglie dal viso… senza dire una parola mi riempie la bocca con una spugna e me la tappa con nastro adesivo.
Passa dietro il tavolo e infila una mano tra le gambe fino a strizzarmi il pene duro: “Hmmm, vedo che la cosa ti è piaciuta”, mi apostrofa… “Abbiamo appena cominciato, ma se fai il bravo magari ti faccio anche venire prima di lasciarti ben legato fuori nella piazzola dove siamo fermi. Ovviamente ti lascio legato nudo, ma con una lama con la quale. con un po’ di impegno. riuscirai a liberarti” Queste parole mi tranquillizzano, ma non più di tanto, chi mi garantisce che invece non mi farà sparire? Mentre faccio questo pensiero lui mi volta su un fianco e la cosa mi fa inarcare sulla schiena ed esporre i genitali che inizia a sollecitare con la mano, accennando una masturbazione. Stringe l’elastico che mi avvolge il glande, strizzandolo sadicamente, per poi strofinarlo sul prepuzio con il pollice ruvido… l’altra mano si infila tra le natiche fino al plug, che poi muove avanti e indietro. Passa ad accarezzarmi i piedi, infilandosi tra le dita per poi graffiare sulle piante. Mi contorco, ma per tutta risposta mi afferra l’asta del pene e aumenta la masturbazione. Mi sevizia in questo modo per parecchi minuti, finché ce l’ha di nuovo duro e dritto e decide di togliermi la spugna da dentro la bocca per penetrarmela di nuovo.
Ricomincia a scoparmi oralmente, alternando il movimento del plug alla masturbazione. Non passa molto prima che mi allaghi di nuovo la bocca di sperma e mi obblighi ad ingoiare. Stavolta il liquido è in quantità minore, ma credo che il suo orgasmo sia stato più intenso, a giudicare da come ansima.
“Devo narcotizzarti di nuovo, per legarti al tavolo a gambe larghe…” Faccio cenno di no, cercando di fargli capire che non era necessario e che mi sarei fatto legare senza opporre resistenza, ma inutilmente: ho già il panno imbevuto premuto sul bavaglio e sul naso. Perdo di nuovo conoscenza.
Il risveglio è accompagnato da un gran mal di testa: ora sono legato sul tavolo, con braccia e gambe divaricate, polsi e caviglie legati stretti ai quattro angoli, ginocchia tirate verso i lati e collo bloccato al tavolo. Sento la bocca molto piena, fino a rendermi conto che mi ha messo un bavaglio con palla gonfiabile, e la palla è gonfiata a dismisura. Mentre riprendo i sensi mi sta legando i testicoli e la sacca scrotale, per poi passare al pene e al glande, stavolta non usa elastici ma spago. Finito con i genitali, passa ad applicarmi due morsetti ai capezzoli, già esposti dalle corde che mi avvolgono il petto, poi collegati allo spago che mi avvolge il glande, mantenendo così il pene ben eretto.
“Ora ti infilo un bel cazzo di gomma nel culo, stavolta bello grosso, così ti preparo per il gran finale…” Lo sento entrare, lentamente, lo sento enorme, sarà lungo una ventina di centimetri… lo spinge a fondo, con molta calma, ma completamente e poi lo blocca con una corda che mi avvolge sui fianchi e l’inguine, in modo che non possa fuoriuscire.
Una volta “sistemato”, inizia a frustarmi cominciando dalle piante dei piedi e risalendo poi sulle gambe, sul ventre, sul petto… Le videocamere filmano sempre tutto, da diverse angolazioni… strofina il pene sui piedi mentre le frustate toccano i capezzoli e, a causa delle corde e dei vari collegamenti, trasmettono vibrazioni al pene… Penso di svenire, ma non solo per il dolore, ma per il misto di piacere che mi sta provocando.
Le sevizie proseguono per molto tempo, applicandomi degli stimolatori elettrici in punti sensibili come l’interno cosce, i testicoli, i capezzoli, le braccia e le ascelle. Le scosse mi scuotono e mi stimolano oltre ogni immaginazione, fino a quando ricomincia a masturbarmi, negandomi però ogni volta l’orgasmo.
Quando si sente appagato mi libera dagli elettrodi e mi scioglie gambe e caviglie, ma lasciandomi braccia e polsi ben legati: “Ora siamo al gran finale… ti piacerà vedrai…” mi dice mentre mi lega le caviglie incrociate. Mi solleva le gambe e, avvolgendo un cappio tra le caviglie, me le tira verso la testa per poi bloccarle al tavolo, dietro il collo. “Così devi tenerle alte, se no ti soffochi…” Me lo ribadisce, nel caso non fosse chiaro!
Sfila il dildo di gomma dal culo, che ora è ben esposto per essere penetrato comodamente: “Gonfio il bavaglio, voglio sentirti mugolare mentre ti inculo…” Preme sulla pompetta diverse volte, aumentando ancora il volume della palla che mi riempie la bocca.
Mi lecca i piedi mentre me lo poggia sul buco…
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