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Gay & Bisex

Cloroformio - Parte 1


di foxtied
02.07.2018    |    10.090    |    3 9.2
"Chiunque abbia fantasie sadomaso, bondage o bdsm, credo abbia immaginato decine di volte una situazione dove viene narcotizzato con cloroformio, con un..."
Chiunque abbia fantasie sadomaso, bondage o bdsm, credo abbia immaginato decine di volte una situazione dove viene narcotizzato con cloroformio, con un panno imbevuto di quel composto chimico che fa perdere completamente i sensi e la padronanza del corpo per un tempo più o meno lungo. In qualsiasi rivista di bondage anni 80 e 90, non mancava mai la boccetta di cloroformio, come ora, nell’era dei video su internet, si trovano centinaia di film dove il cloroformio ne è una parte fondamentale.
Mi ritrovo a conversare proprio di questo in chat su Skype con un uomo di 55 anni, lui molto affascinato dalle situazioni di rapimento con utilizzo di cloroformio: ne discutiamo molto e, nell’intento di arrivare a un incontro, lui mi propone di fare delle riprese dove mi narcotizza e mi rapisce. Si parla di utilizzare la sua macchina, un SUV molto capiente, all’interno del quale vorrebbe riprendere mentre mi stordisce con il narcotico e poi mi lega e imbavaglia nel bagagliaio, per poi portarmi a casa sua dove mi terrebbe segregato per seviziarmi e usarmi sessualmente. L’idea è eccitante e ovviamente gli sottolineo che non è possibile usare vero cloroformio, ma dovremmo simulare con qualcosa di adatto. Ne conviene, ma l’idea di realizzare questo video lo eccita veramente molto.
Decidiamo di prendere un caffè insieme e, durante l’incontro, discutiamo su come realizzare il video; sembra una persona pacata, anche se sottolinea spesso come sia importante per lui utilizzare il cloroformio per creare quella situazione eccitante che lui cerca da tempo. Nei giorni successivi scambiamo molte mail dove mettiamo a punto lo storyboard del video, concordando le scene, il tipo di ripresa e i luoghi che vanno dal posto dove incontrarci per passare alla macchina, al bagagliaio e poi a casa sua sul litorale laziale. Ci vogliono molte mail e diversi giorni, finché concordiamo una data.
Il tutto si svolge di sera, iniziando in un parcheggio di un ristorante cinese chiuso il lunedì e quindi in una zona poco frequentata che poi si rivela completamente deserta e anche un po’ inquietante a dire il vero. Ma ormai ci siamo, decido quindi di andare avanti: parcheggio la mia macchina e aspetto che arrivi. Non passa molto tempo, alle 22.30 lui arriva con il suo SUV che ferma in un’area abbastanza buia e isolata del parcheggio. Scendo, chiudo la macchina e vado verso di lui che a sua volta scende, armeggiando con qualcosa che ha in mano. Mi avvicino e vedo che sta indossando una videocamera GO-PRO con un supporto da petto, per riprendere in soggettiva: “Vedo che ti sei attrezzato” esordisco salutandolo… “Si, questa va bene per la scena iniziale, poi ne ho altre due, una già posizionata nel bagagliaio e un’altra in casa, nel garage. Poi le posizionerò come serve…” – “Ok. Come da accordi io non ho portato nulla” – “No, no… ho tutto l’occorrente, sia in macchina che a casa…” – “Per il finto cloroformio? Cosa hai adattato?” – “La classica boccetta di vetro scuro, con dentro acqua colorata e poi un panno assorbente…” mi dice mostrandomi il marsupio in cuoio che ha alla vita.
“Allora, iniziamo? Apro il cofano, per simulare il guasto e poi procediamo come abbiamo stabilito, ok?” – “Va bene, allora quando mi chino sul motore per guardare dentro tu mi prendi da dietro e simuli di narcotizzarmi, poi sai il resto…” – “Si, si… tranquillo”. Apre il cofano del SUV e poi mi fa segno di iniziare ad avvicinarmi: “Sto già riprendendo, puoi venire…” Mi muovo verso di lui, gli passo accanto e, come concordato, lui mi dice che la macchina si è fermata e ha dovuto spingerla nel parcheggio per vedere cosa non andava. Evito di guardare la cam, per rendere la ripresa realistica e do una occhiata all’interno del vano motore… Gli chiedo se per caso ha una torcia, visto che si vede pochissimo, per dargli modo di andare al vano bagagli e preparare il panno con il finto cloroformio. Lui esegue, apre il bagagliaio e immagino prepari il narcotico. Torna verso di me con la torcia accesa, sempre come concordato, in maniera tale che la luce mi impedisca di vedere bene cosa ha in mano. Tenendo seminascosto il braccio con il panno imbevuto, mi affianca e mi passa la torcia. Faccio finta di guardare dentro e mi chino sul motore, mentre lui mi passa dietro: a questo punto, come da copione, mi aspetto che lui mi prema il panno sulla bocca non appena mi rialzo, e mi preparo a simulare un minimo di opposizione, sapendo che l’effetto del cloroformio non è immediato come a volte si vede nei film.
Succede tutto in pochi istanti: appena mi rialzo lui mi blocca le braccia dietro la schiena afferrandole da dietro, mentre con una mano mi preme il panno imbevuto sulla bocca e sul naso… il problema è che mi rendo subito conto che il cloroformio non è affatto finto. L’odore acre mi penetra le narici e la gola ed è abbastanza forte da stordirmi quasi immediatamente: non devo fingere di oppormi, lo faccio sul serio, cercando di divincolarmi… mi tiene ferme le braccia e non riesco a divincolarmi, finché il cloroformio sortisce il suo effetto e inizio a sentire di perdere i sensi: mi sta narcotizzando. Buio.
Mi risveglio lentamente dal torpore indotto dal cloroformio, mi rendo quasi subito conto di essere legato, incaprettato mani e piedi, bendato, e strettamente imbavagliato con un panno in bocca e nastro adesivo. Sono nel bagagliaio, ma la macchina sembra ferma e non si sente alcun rumore. Non posso muovermi, anche gomiti e ginocchia sono legati. Resto nel silenzio per qualche minuto, inutile cercare di muoversi… poi il bagagliaio si apre… “Scusami Fox, ma se ti avessi detto che il cloroformio era vero non avresti accettato questo incontro. Se può tranquillizzarti non cambierà nulla nella nostra sceneggiatura, solo che il cloroformio che userò per addormentarti sarà reale”.
Il discorsetto non mi tranquillizza affatto, perché l’idea di non avere un minimo di controllo della situazione non mi piace. Cerco di muovermi inutilmente, mi ha legato molto bene: “Ora ti addormento, ti ho lasciato svegliare e assorbire l’effetto del cloroformio, ma per portarti dentro devi essere addormentato”. Neanche finisce la frase che il panno imbevuto mi viene premuto sul bavaglio e sul naso, e in pochi istanti è nuovamente buio.
Il successivo risveglio non è dei migliori… da copione avrei dovuto essere legato a una sedia, vestito, bendato e imbavagliato. Ma sono completamente nudo, legato a croce su un letto, con genitali e pene legati da spago; imbavagliato con un penis-gag molto grosso. E meno male che aveva detto di voler seguire la sceneggiatura.
“Volevo seguire il nostro copione Fox, poi mentre eri addormentato ho pensato di toglierti le scarpe… sentendo il profumo di crema che mandavano ti ho tolto i calzini, e vedere i tuoi piedi nudi, sentirli così morbidi e lisci mi ha infoiato. Così ti ho spogliato nudo e legato al letto. Ora voglio farti un po’ di cose… ma ovviamente filmando tutto”...
Sono bendato, ma lo sento leccarmi i piedi, prima uno e poi l’altro, passando la lingua sulle caviglie legate per poi scendere tra le dita: me li succhia e lecca a lungo, credo masturbandosi, a giudicare dai rumori che sento. Poi una mano mi avvolge il pene che, causa le attenzioni ai piedi e la legatura, mi sta diventando duro… me lo prende in bocca, sollecitando il prepuzio con la lingua. Dei brividi mi attraversano dalla testa ai piedi, mentre mi tocca i testicoli strizzati dallo spago: “Ti piace essere legato, non dirmi che non ti ho legato bene…”
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