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Gay & Bisex

Ladri in vacanza - Parte 5


di foxtied
05.11.2018    |    7.522    |    3 8.4
"Non contenti, mi infilano un cilindro di plastica sotto i testicoli e un altro tra le natiche, e questi credo siano vibranti, per finire infilandomi un..."
Il panno intriso del mio sperma mi pervade il palato, tra l’altro ancora umido anche del loro, e il nastro adesivo che mi fascia la bocca è molto stretto. Non sono legato in maniera troppo spinta, comunque non posso muovermi più di tanto e le caviglie incrociate, accoppiate alle ginocchia e alle gambe legate, quasi mi impediscono anche di voltarmi su un fianco. Sono legato praticamente ininterrottamente da giorni, e il pensiero che il giorno dopo sarò anche sodomizzato non aiuta certo a prendere sonno, anche se sono stanco.
Alla fine credo di essermi addormentato molto tardi, tra l’altro facendo incubi non meglio descrivibili se non con quanto mi aspettava. Sono due di loro a svegliarmi, credo verso le 8: mi slegano e mi tolgono il bavaglio, liberandomi finalmente la bocca dal foulard. Senza legarmi le mani mi portano nudo in bagno e mi fanno fare una doccia calda, della quale avevo bisogno. Fatta la doccia mi lavo i denti, per togliere il sapore di sperma che ancora sento, anche se sicuramente di lì a poco lo avrei sentito nuovamente. Finito il tutto mi portano in cucina a fare colazione…
Mi fanno sedere e mi legano i polsi davanti, poi le caviglie alle gambe della sedia e infine un cappio di corda attorno al collo, fissato allo schienale, per impedirmi di alzarmi o muovermi troppo. Davanti a me ho una tazza con un caffelatte caldo e un vassoio con alcuni cornetti. Sto per iniziare a mangiare prendendo un cornetto, dopo aver messo dello zucchero nella tazza, quando i due si abbassano i pantaloncini e tirano fuori il pene: “Manca qualcosa nel caffelatte… intanto mangia…” speravo di aver capito male, ma non mi sbagliavo affatto… iniziano a masturbarsi entrambi davanti a me finché, prima uno e poi l’altro, schizzano sperma nella tazza, in maniera abbastanza copiosa.
“Ecco, ora è completo il tuo caffelatte!” esordisce uno mescolando con il cucchiaino lo sperma nella tazza. Non so veramente cosa dire, continuo a mangiare il cornetto che a malapena riesco a deglutire… ne arriva un terzo che, dopo aver assistito alla scena, fa esattamente la stessa cosa, colando anche il suo sperma nel mio caffelatte: “Ne hai ingoiato tanto direttamente con i cazzi in bocca, ieri sera, che stamattina berlo nella tazza non sarà un problema, no?” Mi rassegno e cerco di prendere tempo, ma quando capiscono che vorrei evitare di bere, mi legano le mani dietro la schiena e poi mi obbligano a bere e deglutire, tenendomi ferma la testa e aprendomi la bocca tappandomi il naso. Me lo fanno bere tutto, fino all’ultima goccia, e questa imposizione sadica li eccita parecchio.
Arriva il boss che, confermando una totale inversione di comportamento, invita gli scagnozzi a legarmi su una sedia in salone: “Legatelo a gambe larghe e bloccatelo bene alla sedia, poi imbavagliatelo stretto e bendatelo”. Pochi minuti e sono immobilizzato alla sedia come da ordini del boss: mi hanno riempito la bocca con una palla di gomma, poi fasciata con nastro adesivo strettissimo, e bendato gli occhi. Le gambe sono completamente aperte, tirate all’indietro dalle corde che legano le caviglie alla sedia; le ginocchia sono bloccate per evitare che si possano chiudere. Per qualche istante non succede nulla, anche se li sento parlare a armeggiare nelle vicinanze, poi avverto l’applicazione di qualcosa tra le cosce, sui genitali e sui capezzoli, seguito dalla legatura dei testicoli e del pene con degli elastici. Immagino vogliano seviziarmi con qualche diavoleria elettrica, perché mi sembra che siano elettrodi quelli che mi hanno messo.
Non contenti, mi infilano un cilindro di plastica sotto i testicoli e un altro tra le natiche, e questi credo siano vibranti, per finire infilandomi un anello subito sotto il glande legato, considerando che tutte queste operazioni sono state coadiuvate dalla sollecitazione per farmelo indurire per bene. “Oggi è l’ultimo giorno amico mio, ma faremo in modo che te ne resti un vivido ricordo: oggi starai legato su questa sedia a sborrare per tutta la mattinata. Poi nel pomeriggio, come promesso, ti inculiamo tutti prima di andarcene e lasciarti legato al letto. Tranquillo, faremo in modo che tu possa liberarti con un po’ di pazienza, non vorremmo metterti in una situazione poco edificante nel dover avvertire qualcuno di venire a liberarti…” Accenno una reazione, ma mi hanno legato talmente stretto che diventa quasi impercettibile.
“Ok… accendete i vibratori e poi programmate le scosse dell’elettrostimolatore ogni 5 minuti. Noi andiamo a goderci la piscina ancora per oggi… Ah, dimenticavo… mettetegli un piatto di plastica sotto il cazzo, la sborra gliela faremo ingoiare tutta per pranzo!”
Sono quasi senza pensieri per quello che hanno intenzione di farmi… la tortura inizia. Arriva la prima scossa tra le cosce e sui capezzoli e poi l’accensione dei vibratori, lenta ma continua. Il pene viene sollecitato continuamente a restare duro… inizio a contorcermi, ma serve a poco. Non passa molto tempo prima che arrivi l’orgasmo e che il mio sperma coli nel piatto posizionato sulla seduta.
I giocattoli che mi hanno applicato svolgono egregiamente il loro compito perverso: continuano a sollecitarmi il pene e i testicoli e me lo fanno tornare duro abbastanza velocemente, anzi quasi senza che perda tono, ricominciando la stimolazione all’orgasmo forzato. Si va avanti tutta la mattina, arrivo quasi a urlare dietro il bavaglio e a contare almeno sette orgasmi, ognuno più doloroso dell’altro, sia per la sollecitazione continua che per motivi prettamente fisiologici, non avendo quasi più liquidi da eiaculare e questo già dopo il terzo orgasmo indotto a forza. Di tanto in tanto li sento venire a controllarmi, ridendo della quantità di sperma raccolta nel piatto. Continuano anche le scosse che provengono dagli elettrodi, le quali mi fanno contrarre i muscoli ad intervalli regolari e mi provocano dolore ai capezzoli, che sento andare in fiamme.
Dopo almeno quattro ore di queste sevizie e, appunto, almeno sette orgasmi che mi hanno letteralmente sfinito, finalmente spengono i giocattoli di tortura. Mi slegano dalla sedia e, senza togliermi il bavaglio e la benda agli occhi, mi portano in camera da letto. Mi legano a pancia in sotto, con le gambe divaricate, infilandomi due o tre cuscini sotto la pancia per tenermi il culo ben rialzato. I polsi li collegano alla testiera del letto, tirandomi le braccia verso l’alto e obbligandomi a stare sulle ginocchia larghe, anch’esse fissate ai lati del letto; ovviamente anche le caviglie sono legate. Mi stanno preparando per incularmi e l’unico sollievo mentale è dato dal fatto che poi dovrebbero finalmente andarsene e lasciarmi in pace.
Su quello che accade dopo c’è poco da dire… mi lubrificano con non saprei cosa e poi, a turno, me lo ficcano tutto dentro, scopandomi tutti e allagandomi ogni volta. Non saprei descrivere le sensazioni provate se non con il dolore acuto della penetrazione sistematica, accompagnato dalla masturbazione (!) del mio pene che viene portato nuovamente all’orgasmo, ancora una volta sofferto anche se piacevole. Sono distrutto, non ho più forze neanche per mugolare dietro il bavaglio finché, dopo almeno un’altra ora e più, tutto finisce. La stanza è pregna dell’odore di sesso misto a sudore, o forse sono i miei sensi ad essere amplificati e a farmi sentire l’olfatto in maniera più presente. Mi slegano da quella posizione sadica di sevizia, ma solo per legarmi nuovamente a croce sul letto. Respiro profondamente quanto mi tolgono il bavaglio e la benda dagli occhi, vorrei apostrofarli in qualche maniera, ma non ne ho le forze: voglio solo che se ne vadano, una volta per tutte.
“Allora amico mio, non credo che ti dimenticherai mai di noi, ma forse potresti anche eccitarti ripensando a questi giorni passati insieme, che dici?... Ora ti facciamo ingoiare il tuo sperma, visto che hai penato parecchio per accumularlo nel piatto… poi ti imbavagliamo e ce ne andiamo. Faremo in modo che tu, con qualche ora di pazienza, riesca a liberare una mano, così poi potrai slegarti…” Mentre dice queste frasi, uno degli scagnozzi mi tiene la testa ferma e mi apre la bocca, mentre un altro letteralmente vi cola dentro il mio sperma, in una quantità considerevole. Una volta colato tutto, mi ficcano in bocca una grossa spugna che mi riempie completamente la bocca, per poi tapparla con il nastro adesivo.
“Assapora bene… mi raccomando… la spugna serve a trattenere lo sperma per più tempo che non il fazzoletto, così potrai ingoiarne un poco alla volta e prima di riuscire a liberarti lo avrai bevuto tutto… Ti saluto, noi ce ne andiamo… ricorda che conosciamo il tuo indirizzo, quindi quanto successo ti consiglio di tenerlo per te, ok?”
Mi aspettavo questa minaccia, del resto non ho nessuna voglia di raccontare quanto successo. Se ne vanno, lasciandomi legato al letto. Riuscirò a liberarmi solo dopo almeno 2 ore di tentativi, e proverò a dimenticare questa vacanza. Sarà possibile? Non credo…
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