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Gay & Bisex

23. Avanti Savoia!....


di Sergioone61
04.06.2008    |    20.641    |    0 8.1
"Continua a succhiare finché non mi si ammoscia..."
Ciao amici continua la serie dei racconti delle mie esperienze. Vi ho risparmiato un po’ di anni sui quali magari torneremo.

Siamo al 1995. Ad aprile l’azienda per cui lavoro ha deciso di trasferire la sede da Milano a Torino. Con mia moglie ci abbiamo pensato un po’, poi abbiamo deciso di trasferirci.

Cinzia non ha avuto problemi a trovare lavoro presso un rinomato studio di avvocati ed ha già ingranato.
Io intanto ho fatto un po’ di carriera ed ora gestisco il Marketing strategico della mia azienda.

A Torino abbiamo trovato uno splendido appartamento all’ultimo piano di un palazzo signorile lungo il Po, abbiamo anche una magnifica terrazza con vista sul fiume e sulla collina.
Cinzia è stata bravissima ed ha arredato tutto con grande gusto ed eleganza.

Ma torniamo a noi.

Nuova città, nuovi luoghi da trovare. E qui devo dire benedetta Internet! Infatti dopo un paio di mesi a Torino avevo decisamente voglia di farmi una sana scopata in un bel culo caldo e accogliente.
Cercando in rete scoprii alcuni posti che le varie guide on line consigliavano.

Essendo una delle mie passioni la bicicletta mi orientai verso i parchi. Sotto casa avevo il Valentino, ma non mi sembrava proprio ci fosse del movimento interessante. Soltanto la sera avevo notato dei ragazzi, per lo più tossicodipendenti che probabilmente facevano marchette.
Così mi orientai verso un parco a nord ovest della città, il parco Mario Carrara. In seguito imparai che per tutti è la Pellerina.

Decisi di andarci un sabato pomeriggio. Inforcai la bici e, cartina alla mano, arrivai al parco in circa mezzora.
Il parco è piuttosto gradevole. Attraversato da un fiume e con alcuni laghetti artificiali corredati dalle anatre d’ordinanza.

Comincia a girellare. Le guide gay indicavano come area interessante il lato ad ovest lungo via Pietro Cossa. Percorsi i sentieri in quell’area per un po’ di volte, ma non mi sembrò di notare nulla di interessante.
Dopo una mezzora, un po’ deluso mi fermai accanto ad una panchina e mi sedetti a riposare.
Mi trovavo in uno spiazzo a lato di un sentiero che ospitava due panchine disposte ad angolo una rispetto all’altra.
C’era un certo via vai di famigliole con bimbi, di ragazzotti che facevano jogging, fino ad ora l’unico spettacolo a disposizione, ed altri ciclisti.
Ero immerso ad osservare la varia umanità che transitava, così non mi accorsi del ragazzo che aveva occupato la panchina accanto. Poi sentii il rumore di una zip e mi voltai di scatto.
Il ragazzo aveva, come me appoggiato la bici dietro la panchina, poi si era seduto ed aveva aperto la cerniera del giacchino della tuta da ciclista che indossava. Ora a gambe stese e spalancate, con la testa indietro e gli occhi chiusi riprendeva fiato. Il torace scoperto era completamente glabro fino agli addominali si sollevava cominciando a riprendere un ritmo normale.
Sbirciavo dietro gli occhiali da sole il fisico niente male: gambe muscolose con in mezzo un bel bozzo, benché parzialmente mascherato dall’imbottitura dei calzoncini da ciclista.
Poi il ragazzo si alza, appoggia una gamba sulla panchina e chinandosi comincia a fare stretching. Ogni volta che si piegava potevo ammirare la curva perfetta delle natiche sode e tonde.
Cominciavo a credere che avrei passato il pomeriggio così, come un guardone!
Poi il ragazzo si gira verso di me, si aggiusta il cazzo nei calzoncini e mi fissa per un paio di secondi.
Chiude la giubba, inforca la bicicletta e mi passa davanti. Nuova occhiata. Da un paio di pedalate, poi si volta a guardare.
Non so cosa pensare, ma, tanto cos’ho da perdere…inforco anch’io la bici e lo seguo.
Dopo poco vedo che imbocca l’uscita del parco. Penso di essermi sbagliato, comunque lo seguo. E’ lì lungo la strada fermo. Osserva le auto che transitano, poi si volta a guardare dietro, mi vede ed attraversa la strada. Arrivato sull’altro lato si volta di nuovo. Attraverso a mia volta e lo seguo lungo il marciapiede fino a che si ferma ed imbocca uno stretto sentiero che attraverso una breve discesa si snoda costeggiando i campi che si trovano lungo la strada da quel lato.
A questo punto o la va o la spacca. Scendo dietro di lui. Il sentiero è tutto a curve e per un po’ lo perdo di vista, poi li rivedo fermarsi vicino ad una macchia di alberi ed infilarcisi in mezzo.
Raggiungo lo stesso punto e passando davanti sbircio tra i rami, è lì in piedi, da le spalle al sentiero e sembra che stia pisciando. Vado un po’ avanti poi torno indietro, ripasso e do un’altra occhiata ora ha i pantaloni abbassati ed il culo all’aria.
A questo punto non ho più dubbi. Giro la bici ed arrivato alla macchia di alberi mi inoltro tra i rami. Lui si è spostato dove non è più visibile dal sentiero. Mi guardo intorno e noto che siamo sull’argine rialzato del fiume, il rumore dell’acqua si sente venire dal basso. Mi avvicino, appoggio la bici a terra, lui è sempre lì con i calzoni calati. Ancora un passo e gli sono dietro. Mi accarezzo il cazzo che nel frattempo mi e diventato duro. Lui si volta e mi sorride. Intravedo che si sta segando un gran bel cazzo. Allungo una mano e gli accarezzo il culo, lui non si muove. Continuo a palpargli le chiappe, mentre tiro fuori il cazzo in tiro dai calzoncini. Lui gira la testa, poi con la mano libera mi prende l’uccello e comincia a segarmi. Io continuo a carezzargli il culo in mezzo alle chiappe. Poi anch’io gli prendo il cazzo in mano e comincio a masturbarlo.
Non fa ancora caldissimo ma siamo già sudati. Ora siamo uno di fronte all’altro e ci smanettiamo i rispettivi uccelli. Lo fisso negli occhi, poi mi avvicino al viso e le nostre bocche si toccano, poi si aprono e le lingue iniziano a vorticare, ci succhiamo la lingua reciprocamente. Mi stacco. Lo guardo. Gli appoggio una mano sulla spalla e lo spingo verso il basso. Si accoscia e prende il mano il mio cazzo, piano inizia a leccare la punta subito ho un fremito che me lo fa rizzare ancora di più. Lecca tutta l’asta fino alle palle, poi le prende in bocca e con la lingua me le solletica. Wow! Divino! Torna su e leccare la cappella, e finalmente se lo prende in bocca. Inizia ad andare su e giu lentamente, leccando e succhiando ad ogni passaggio. Preso dalla frenesia inizio a muovere il bacino facendogli scivolare il cazzo in bocca. Lui si ferma e lascia che sia io a condurre il gioco. Continuiamo per un po’, ma non voglio godere subito. Tiro fuori il cazzo e lo sollevo. Ci baciamo di nuovo. Lo stringo e gli afferro le chiappe, intanto ho infilato l’uccello tra le sue gambe e sento il suo contro il mio addome. Gli apro il giubbino e scendo a leccargli i capezzoli, lui butta la testa indietro e chiude gli occhi, mi ha messo una mano dietro la testa e mi spinge verso di lui. Trono su leccandolo ovunque, arrivo alle spalle, le scopro; lui si fila il giubbino. Anch’io mi levo la maglietta. Torno a succhiargli i capezzoli, poi scendo lungo l’addome, arrivo al cazzo e me lo ficco in bocca. Geme inarcando la schiena. Lo spompino mentre con le mani accarezzo le palle sode e rotonde. Mentre gli succhio l’uccello con le mani carezzo il suo culetto, prima lentamente i glutei, poi piano,piano sempre più vicino alla porta del paradiso. Continuo a spompinarlo ed intanto con un dito gli carezzo il buchetto. Lui mi solleva, mi bacia, poi si gira aprendosi le natiche. Subito mi chino a baciare il roseo buchetto, inizio a lavorarmelo di lingua, mentre lui si mena il cazzo. Ora passo alle dita, ben lubrificate spingo sul buchetto per sondare il terreno, lui mugola e si spinge verso di me. Adesso ha due dita che gli allargano il culo, si muove ed emette voluttuosi gemiti di piacere. Mi sollevo, tolgo le dita e comincio a sfregare il mio cazzo duro nel solco tra le natiche, soffermandomi con la punta sul buchetto, ma senza spingere ancora. Poi lo afferro per la vita e glielo spingo nel foro inumidito dalla mia saliva, scivolandogli dentro e penetrandolo. Il mio cazzo durissimo entra tutto dentro con facilità, è evidente che non sono certo il primo io a prenderlo così. Comincio a fotterlo con gusto.
Geme e si agita spingendo verso di me ad ogni affondo per sentire il mio cazzo ancora più in profondità. Inizio ad ansimare ed ad aumentare il ritmo.
“Stai per venire?” mi chiede.
“Sì”
“Allora aspetta, voglio che mi sborri in bocca!”
Si toglie il cazzo dal culo, si volta e subito se lo prende in bocca ed inizia a muoversi rapidamente su è giù. Ormai ci sono.
“Ecco. Sto venendo!”
Aumenta il ritmo e si spinge la cappella fino in gola. Improvviso gli esplodo una serie di fiotti dritto in gola che il mio giovane amico beve avidamente. Continua a succhiare finché non mi si ammoscia.
Vorrei ricambiare, ma scopro che ha già sborrato sull’erba tra le mie scarpe.
“Grazie! Gran bella scopata!” gli dico sorridendo.
“Grazie a te! Mi hai fatto godere da matti!”
Ridiamo. Gli accarezzo il viso, lo osservo avrà si e no vent’anni.
“Sei bello.”
“Grazie…” mi risponde.
Intanto ci ricomponiamo e riprese le nostre bici torniamo nel parco.
Iniziamo a chiacchierare. Scopro che in realtà l’area del battuage non è quella del parco ma quella sull’altro lato della strada inoltrandosi tra i campi.
Il mio nuovo amico, che si chiama Filippo, è una vera miniera di informazioni, prendo nota mentalmente dei molti posti che mi segnala.
Lui è un aficionado di molti di questi.
In meno di mezzora ho indirizzi di bagni pubblici, cinema, saune e luoghi di incontro.
Perfetto ora dovrò solo pianificare le mie battute di caccia…..dalla mia esperienza c’è del vero nel detto “Torinesi falsi e cortesi” di sicuro cortesi, molto cortesi.

A presto

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