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Gay & Bisex

22. Una lunga estate calda


di Sergioone61
06.05.2008    |    20.587    |    0 8.1
"Aspetto qualche secondo poi torno anch’io in sala..."
Siamo sempre durante l’estate del 1990.

Come ho detto nel mio racconto precedente sto trascorrendo le mie vacanza a Milano, visto che mia moglie non ha potuto prendersi ferie perché impegnata con il lavoro.
Quindi passo la giornata a gironzolare in bici od a visitare mostre.

Subito dopo ferragosto, che abbiamo trascorso in campagna dai miei suoceri, Cinzia ha in programma una settimana di formazione vicino a Bologna, così me ne starò tutto solo fino al sabato successivo.

Il giorno della partenza accompagno Cinzia alla stazione, la saluto dal marciapiede mentre il treno parte e poi mi avvio per tornare a casa.
In effetti però nessuno mi aspetta quindi decido di fare un giro per la città ancora deserta.
Passeggiando arrivo fino a V.le Monza, passeggio un po’ tra le vetrine con le serrande abbassate, poi decido di tornare indietro a prendere la metro, quando all’improvviso noto un cinema a luci rosse poco più avanti. Perché no. Fa caldo fuori, magari dentro c’è l’aria condizionata. Mi avvicino ed entro. Faccio il biglietto e mi accomodo in sala. In effetti all’interno è fresco. Guardo il film che, come sempre ha una trama avvincente….dopo una scena in cui una brunetta si fa sbattere da cinque energumeni, ho il cazzo in tiro. Mi guardo intorno per trovare i bagni e noto che alcune persone si infilano in una tenda sul fondo.
Incuriosito mi avvicino, scosto la tenda e trovo una scala che sale, comincio a salire i gradini ed alla fine sono in un lungo corridoio, che mi sembra corra dietro lo schermo. Ci sono alcuni uomini che passeggiano lungo il corridoio, alcuni li incrocio e vedo che mi osservano, io rimango sulle mie, sono quasi tutti anziani e non molto attraenti.
Alla fine del corridoio c’è una specie di slargo, a destra un’altra scala sale, a sinistra una scala uguale a quella da dove sono salito scende di nuovo verso la sala. Decido si scendere e tornare a sedermi.
Mi siedo nelle prime file così posso tenere d’occhio entrambi gli accessi alle scale.
Passa un po’ di tempo ed a parte i soliti vecchietti non si vede nulla di interessante. Beh in fondo è agosto e tutti saranno in vacanza. Guardo ancora un po’ il film e sto meditando di andare alle toilette e tirarmi un bel segone e poi andare a casa. Ma ecco che l’occhio mi cade su un bel culo fasciato da un calzoncini da ginnastica rosso che mi passa accanto e si infila su per le scale.
Veloce come un gatto mi affretto a seguirlo. Salgo le scale e lo vedo a metà corridoio che si guarda in giro. Decido di tornare indietro e risalire dall’altra parte per incrociarlo.
Salgo gli scalini 4 a 4, e quasi gli sbatto contro mentre imbocca la scala per scendere. Lo guardo è un bel ragazzo avrà sui 25 anni. Barba lunga alla Mickey Rourke, mi scuso. Lui sorride e fa un cenno con la testa poi prosegue. Aspetto qualche secondo poi torno anch’io in sala. Mi guardo intorno ma non lo vedo. Ah eccolo è nell’atrio di fronte alle macchinette del caffè e delle bibite.
Mi avvicino. Vedo che armeggia con il marsupio che porta a tracolla, fruga e rifruga, poi sembra desistere. A questo punto decido di farmi avanti: “Ti serve della moneta?” Si volta, mi sorride: “No grazie. Starò senza bere.” “Ma non c’è ragione. Quanto ti manca?” “200 lire.” Infilo la mano in tasca e tiro fuori tutte le monete che ho, trovo le 200 lire e gliele porgo. “Lei è gentile, ma non …” “Su prendi questa moneta andiamo. Che sarà mai!” Sorride di nuovo prende la moneta dal palmo della mia mano, sento le dita calde. Infila le monete e prende una coca cola. Apre al lattina e me la porge: “Ne vuole un sorso?” “No grazie. Non mi piace la coca.” Mi guarda sbalordito. Rispondo al suo sguardo: “Lo so credo di essere il solo…”
Il ragazzo si avvia verso delle panchette che arredano l’atrio e si siede. Lo raggiungo e mi siedo accanto. Indossa una maglietta bianca ed è accaldato. Sento l’odore acre del suo sudore. Si sta godendo la sua bibita. Si volta, mi guarda e dice: “Come mai qui?” Ci penso su un po’ poi rispondo: ”A dire il vero non avevo nulla da fare e fuori fa caldo…” Finisce la lattina e la getta in un cestino poco distante. “Anch’io. Più o meno.” Risponde. Poi si alza. Mi guarda e dici: “Vieni a fare due passi?” “Ok.” Lo seguo in sala. Si avvia verso le scale e sale. Da dietro vedo il culo stretto nei calzoncini di raso ed il segno degli slip che porta sotto. Arrivati in cima alla scala dove c’è lo slargo vedo che imbocca la scala che sale. Lo seguo. C’è un pianerottolo, poi cinque o sei scalini portano ad una delle uscite di sicurezza. Sale un paio di gradini e si siede sulle scale. Poi picchia con il palmo sullo scalino accanto a lui. Mi avvicino e mi siedo. Mi guarda e sorride. “Allora, vuoi che te lo succhi?” Accidenti il ragazzo va per le spicce! Mi viene un dubbio. “Ma non è che fai marchette?” Ride di gusto. “Oh no. Lo faccio perché mi piace. Se trovo dei tipi belli come te.” Sorrido a mia volta. Allunga la mano: “Io sono Mattia.” Gli stringo la mano e la trattengo. “Io Sergio.” “Bene Sergio. Fammi vedere cosa hai da offrire.” Allunga un mano sul bottone dei miei bermuda lo slaccia poi abbassa la cerniera ed infila mano accarezzandomi l’uccello da sopra i boxer. Pochi secondi e comincia a venirmi duro. “Non male…” commenta. Poi si sposta, si inginocchia davanti tra le mie gambe mi afferra bermuda e mutande e me li abbassa alle caviglie. Con una mano mi massaggia le palle e con l’altra mi scappella il cazzo. Poi si abbassa e se lo ficca tutto in bocca. Con la lingua gira intorno alla cappella insistendo sul frenulo. Mi appoggio con la schiena e gli avambracci al gradino e lo lascio fare. Ora sale e scende lungo il mio bastone, poi di nuovo se lo infila tutto fino alla gola. E’ un portento! Un vero professionista delle pompe. Allungo una mano e gli carezzo la spalla, poi scendo lungo il fianco, afferro un lembo della maglietta e gli accarezzo la pelle nuda. Mi raddrizzo e gli sollevo la maglietta sulla schiena, è bella, forte, muscolosa ed abbronzata. La accarezzo fino alle spalle. Lui molla i miei coglioni, afferra la maglietta da dietro il collo e se la sfila. Anche il torace non è niente male. Pochi peli gli ornano i pettorali e girano intorno ai capezzoli piccoli e scuri.
Si solleva dal mio cazzo avvicina il volto al mio, mi lecca le labbra, poi mi afferra la testa e mi bacia con forza. Spalanco la bocca per far entrare quella lingua calda che mi fruga dentro come una saetta, gliela afferro con i denti e la succhio. Intanto con le mani ho raggiunto il suo pacco. C’è un gran bel randello sotto questi calzoncini. Infilo la mano nelle mutande e gli afferro l’uccello. Lui fa lo stesso col mio. Iniziamo a segarci reciprocamente. Ci stacchiamo con le bocche umide di saliva. Lo faccio alzare. Gli abbasso calzoncini e mutande. Il cazzo, libero svetta con la cappella in piena vista grossa a purpurea. Lo afferro per le chiappe e mi infilo in bocca quel ben di dio ricambiando il servizio di bocca. Geme e butta indietro la testa. Con le mani gli accarezzo il solco tra le chiappe fino al buco del culo e comincio a girare intorno al buchino. Mi afferra una mano, se la porta alla bocca e mi succhia avidamente le dita. Poi la rimette sul culo. Così lubrificate inizio ad infilare un dito nel buco del culo. Geme di nuovo. Poi passo a due dita. Mentre continuo a spompinarlo. Provo il terzo dito, lui si allarga le chiappe con le mani. Ora muovo le tre dita infilate nel culo a ritmo con le pompate all’uccello. Mattia mugola e geme. Poi mi toglie le dita dal culo, si abbassa a baciarmi, scende e mi riprende in bocca il cazzo, spompina con abilità fino a farmelo diventare durissimo. Poi si alza. Si sfila pantaloni e mutande, punta i piedi sul gradino e lentamente si abbassa sul mio cazzo appoggiandolo al buco del culo. Piano comincia a spingere. Sento la cappella entrare. Rimane un po’ fermo ansimando. Si aggrappa al mio collo e lentamente si fa scivolare tutto il mio cazzone nel culo. Siamo fermi abbracciati. Sento il cazzo che pulsa stretto nel caldo del suo intestino. Mi muovo piano, Mattia mi asseconda. Poi inizio a dare colpi con il bacino, e lui a sollevarsi a ricadere sul mio cazzo. Ora ansimiamo tutti e due e ci muoviamo sempre più velocemente. Mattia freme e geme e mugola andando sempre più velocemente su e giu. Emette un urletto soffocato si stira indietro e mi sborra sulla pancia senza nemmeno essersi toccato! E’ una sborrata strana, senza schizzi, la sborra esce lenta ad ondate e cola lungo l’uccello. Anch’io ormai ci sono. Mi sollevo afferrandolo per le chiappe lo tengo in equilibrio con il cazzo in culo. Lo sollevo e lo lascio ricadere. Meno due spinte profonde col bacino e gli sborro a litri nel culo.
Sfiancati e sudatissimi ci accasciamo sui gradini. Restiamo qualche secondo abbracciati. Mattia mi sorride. Mi bacia con tenerezza: “Grazie. Gran bella scopata!” “Prego.” Rispondo e ci mettiamo a ridere.
Mattia tira fuori dei fazzolettini di carta e ci diamo una ripulita. Poi ci rivestiamo. E scendiamo in sala. Lui si volta: “Beh. Ciao. Io devo andare.” “Aspetta!” Mi guarda. “Ti accompagno.” Dico. “Ok.”
Usciamo dal cinema. Si sono fatte le tre del pomeriggio e penso che non ho pranzato. “Senti io non ho mangiato nulla. Magari ti vanno un panino ed una birra?” “Perché no.”
Dura è stato trovare un bar aperto, ma alla fine ci sediamo in un de hors a mangiare toast e bere birra. Chiacchieriamo. Un sacco di domande. Mattia è uno studente di legge. Ormai vicino alla laurea. Ha 24 anni. Ed è rimasto a Milano da solo proprio per finire di preparare la tesi.
Gli racconto un po’ di me, anche che sono sposato. Dice che lo aveva sospettato: solo i bisex scopano così bene. Rido e commento che evidentemente ha esperienza! Ride anche lui e ribatte con un insomma lasciato in sospeso.
Finito di mangiare ci avviamo verso C.so Buenos Aires. Si ferma e mi tende la mano: “Io prendo l’autobus qui.” “Ok.” Gli stringo la mano. Ci guardiamo. Poi gli dico: “Potremmo rivederci se ti va.” Ci pensa su un po’: “Si potrebbe fare….” Pausa. Poi riprende: “Senti domani ho da lavorare, ma potremmo fare mercoledì?” “Perfetto!” rispondo. Ci mettiamo d’accordo per vederci il pomeriggio di mercoledì in piazza V Giornate davanti al Coin.

Il martedì passa sistemando i fiori sui balconi di casa e guardando un po’ di tv. La sera la telefonata di rito con mia moglie. Così la preavviso che la sera dopo andrò a teatro e quindi non potremo sentirci. E’ contenta che almeno mi prenda qualche svago. Infatti ne ho tutta l’intenzione.

Il mercoledì mi rado, faccio la doccia e mi preparo per il mio appuntamento: bermuda con i tasconi in stile militare color caki, camicia bianca alla coreana di lino, infradito.
Alle 3 sono in V Giornate ad aspettare davanti al Coin. Alle 3 e mezza sono sempre in V Giornate davanti al Coin. Alle 4 mi sono fumato mezzo pacchetto di sigarette, penso che mi ha dato buca. Sono più triste che incazzato. Ormai ho deciso di andarmene, quando sento una mano sulla spalla: “Ciao.Scusa il ritardo. Sono rimasto a lavorare alla tesi e non mi sono accorto dell’ora.” “Figurati. Ci siamo passati tutti. So com’è.” Mi prende a braccetto e sorridendo dice: “Ma mi farò perdonare!”

Percorriamo C.so XXII Marzo, fino ad una traversa che successivamente imparai a conoscere molto bene, ed entrammo nel cortile del palazzo. Sul fondo una scala scendeva verso lo scantinato. Curioso chiesi: “Ma dove stiamo andando?” “E’ una sorpresa. Sei mai stato in una sauna gay?” Sorpreso risposi “No, manco sapevo che esistessero!” “Allora vedrai che ti piacerà!”

Entrammo e ad un bancone un distinto signore ci diede asciugamani, ciabatte e la chiave per l’armadietto. Poi passammo negli spogliatoi, Mattia mi invita a togliere tutto ed indossare l’asciugamano avvolto intorno alla vita. Così abbigliati passiamo un’altra porta e siamo nella sauna.
Il posto è carino, luci soffuse, uomini e ragazzi seduti su panche che chiacchierano sorseggiando da bere. Mattia mi prende per un braccio e mi trascina nella zona servizi, ci sono una grande vasca jacuzzi dove due ragazzoni si stanno limonando; oltre due porte danno accesso al bagno turco ed alla sauna.
Mattia infila la porta del bagno turco. Dentro è caldissimo e non si vede quasi nulla per il vapore. Ci sediamo sul sedile di marmo uno accanto all’altro. Il calore che mi avvolge è piacevole, e sentire la coscia di Mattia accanto alla mia fa risvegliare i miei sensi. Piano gli occhi si abituano alla scarsa luce ed intravedo delle sagome. All’inizio non riesco a capire bene, poi distinguo nettamente un ragazzo che inginocchiato a terra sta spompinando altri due in piedi accanto a lui. Mi volto a guardare Mattia che mi sorride e mi schiaccia l’occhio.
Sento che una mano che mi sale lungo la coscia, ho il cazzo già mezzo in tiro per la scena che si svolge lì davanti. La mano di Mattia mi avvolge l’uccello e comincia ad accarezzarlo. Intanto vedo altre ombre che si muovono tra le nuvole di vapore. Il sudore mi scorre lungo la schiena.
Il ragazzo di prima intanto si è ficcato in bocca tutti e due i cazzoni che si stava spompinando e succhia rumorosamente. Ho l’uccello tesissimo ben saldo nella mano di Mattia.
Poi con la coda dell’occhio mi accorgo che c’è un altro ragazzo seduto accanto a Mattia dall’altro lato ed anche il suo cazzo è gradevolmente carezzato dall’altra mano di Mattia. Allungo anch’io la mano ed afferro il cazzo di Mattia che si è rizzato in tutto il suo splendore. Poco dopo sento la mano dell’altro ragazzo che si affianca alla mia e gli carezza le palle.
Il ragazzino superpompinaro ora è sul pavimento con le gambe all’aria e mentre uno dei due tipi lo sta trapanando in culo, l’altro gli affonda il cazzo in gola. L’amico sembra essere molto soddisfatto del trattamento. Mattia si alza si mette davanti a me e si inginocchia, mi guarda poi lentamente si avvicina al mio cazzo e se lo fa scivolare tutto in gola. L’altro ragazzo si avvicina e comincia ad accarezzarmi il torace, poi si abbassa ed inizia a succhiarmi i capezzoli. Chiudo gli occhi e mi godo le sensazioni del mio corpo eccitato.
Allungo una mano ed afferro il cazzo dell’altro ragazzo facendogli scorrere la pelle del prepuzio fino a scoprirgli la cappella. Mattia continua a succhiare con rara maestria. Poi si ferma e passa al cazzo dell’altro ragazzo che si appoggia alla parete socchiudendo gli occhi. A quel punto mi alzo, avvicino il mio uccello alla bocca del tipo che subito lo prende ed inizia a succhiare.
Sul pavimento il ragazzino lo sta prendendo da tutti quelli che si avvicinano in un vera orgia di inculate a ripetizione. Abbasso lo sguardo verso Mattia e vedo che un nuovo attore si è messo alle sue spalle e gli sta leccando il culo. Il tipo smette di spompinarmi e trascina Mattia sul pavimento in un vorace 69. L’umido ed il caldo, il leggero velo d’acqua sul pavimento non fanno che aumentare l’eccitazione. L’ultimo arrivato continua a leccare e titillare il buco del culo di Mattia, che benché a bocca piena mugola di godimento. Anch’io mi sdraio a terra e comincio a prendermi cura del buchetto del compagno di giochi di Mattia, comincio a leccare, poi ad infilare le dita nel buco che cede sempre di più. Mattia rotola sulla schiena spalancando le gambe il tipo che se lo leccava prende subito posizione ed in breve lo impala con il suo cazzone, l’altro ragazzo ora è sopra e mentre continua a spompinare Mattia si accarezza il buco del culo, subito mi avvicino, appoggio il cazzo al buchetto roseo e comincio a spingere, prima la cappella, poi con un paio di vai e vieni gli sono dentro fino alle palle. Comincio a spingere e a fottere, dentro e fuori, dentro e fuori, altrettanto sta facendo l’altro tipo nel culo di Mattia. Ormai siamo un solo movimento coordinato di spinte e succhiate. I due inculati gemono e si agitano per favorire il vai e vieni dei nostri cazzoni.
Siamo all’epilogo, sento i coglioni che mi fremono, sento salire l’orgasmo lungo l’uccello, spingo ancora più a fondo e finalmente sborro con lunghi ed intensi spruzzi nel culo del mio giovane compagno. Vedo Mattia irrigidirsi e riempire la bocca del tipo che cerca di ingoiarne più che può, ma molta cola lungo il cazzo di Mattia. Anche l’altro sta pompando con foga, poi tira fuori il cazzo e spara una sborrata colossale in bocca al tipo aggiungendo al sua alla sborra di Mattia.
Mattia si alza, ha sul viso le tracce della sborrata ricevuta dal ragazzo. Usciamo dal bagno turco e ci buttiamo sotto la doccia per ripulirci.
Ci guardiamo ridendo. Poi ci dirigiamo agli spogliatoi, ci rivestiamo ed usciamo.

“Allora? Mi sono fatto perdonare?” “Assolutamente!”
“Bene.” Risponde, poi mi saluta, dice che deve tornare a lavorare alla sua tesi. Gli chiedo se potremo rivederci. “Chissà…” risponde. Poi si allontana verso al fermata del tram.

Ragazzi questa è stata la mia prima esperienza in sauna. Ma poi ce ne saranno molte altre……

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