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Cagna in trasferta


di freddy15
07.05.2018    |    27.128    |    8 8.2
"Marco mi umiliava facendomi notare quanto mi eccitasse essere sottomesso..."
Marco è un bel 50enne solo attivo che incontro da un po’ di tempo. Con lui il mio essere troia si è sempre scatenato, e un po’ alla volta mi ha fatto scoprire il mio lato (molto più sviluppato di quello che pensavo) sottomesso. Lui è un autoritario naturale, non mi sono nemmeno reso conto, ma ad ogni incontro mi piegavo sempre di più alle sue voglie. Dopo incontri diciamo normali, fatti di lunghi pompini e inculate con il tempo mi sono ritrovato a leccargli il culo a lungo e poi a leccare anche i piedi. Ad ogni incontro aggiungeva un gioco e arrivava a casa mia con qualche “giocattolo” nuovo, così nel tempo mi ha fatto provare la frusta, mi ha legato le palle, mi ha comperato un collare e guinzaglio da cane e fatto provare il pissing.
Ormai da più di un anno sono diventato la sua cagna che non aspetta altro di essere umiliata e usata dal Padrone.
La scorsa settimana mentre a quattro zampe e al guinzaglio mi stavo dedicando ad una lunga leccata ai piedi del Padrone che accompagnava il mio lavoro con frustatine sulle mie chiappe mi ha detto: “troia voglio che venerdì sera vieni da una mia amica a fare la cagna, vuoi?” Io preso dall’eccitazione ho subito risposto: “Come vuole Padrone”. “Bene allora venerdì alle 19,30 passo a prenderti e andiamo”. Abbiamo finito la seduta con una scopata in gola e relativa sborrata che ho ingoiato tutta come piace a Lui. Poi Marco si è seduto e mi ha ordinato di mettermi in ginocchio davanti a Lui e mi ha spiegato che questa sua amica non aveva mai visto uno schiavo ed era curiosa, e che soprattutto a Lui piaceva l’idea di vedermi fare la cagna per lei. Mi ha spiegato poi che dovevo farmi trovare con addosso una tuta sportiva senza niente sotto e che dovevo fargli fare una bella figura.
Ho passato la settimana ripensando spesso a quell’appuntamento e più i giorni passavano più la cosa mi eccitava, ma anche un po’ mi preoccupava, non avendo mai fatto la cagna per altri che non fossero Marco. Comunque venerdì è arrivato presto e alle 19,20 ero già sotto casa in attesa di Marco, con addosso una bella tuta leggera indossata sul corpo nudo e nell’attesa a fatica riuscivo a trattenere l’erezione tanto la situazione e un po’ di timore mi eccitavano.
Alle 19,35 Marco arriva e accosta la sua auto e mi ordina di salire, Salgo e noto subito lo zaino in cui di solito tieni i suoi “giocattoli”, mi siedo a fianco e non riesco a trattenere l’erezione, Marco la nota subito e mi dice: “Che troia! Allarga le gambe cagna in calore!!”. A quell’ordine io allargo le gambe e lui mi da uno schiaffo sul cazzo dicendomi: “Già con il cazzetto duro senza il permesso!” Il colpo mi ha fatto male ma, proprio come sapeva lui, mi ha eccitato ancora di più.
Abbiamo viaggiato 20 minuti e siamo arrivati sotto il palazzo della sua amica, abbiamo parcheggiato nel retro e Marco mi ha detto: “Ora ti preparo e da adesso sei la mia cagna e devi ubbidire e farmi fare bella figura, capito?” Ho risposto di si ormai già preso dalla parte.
Marco ha preso dallo zaino il collare e me lo ha messo al collo, poi mi ha ordinato di abbassare i pantaloni e preso il cordino elastico ha iniziato a legarmi le palle, tecnica di cui era esperto. Ora avevo le palle legate strettamente e il cazzo durissimo come sempre mi succedeva quando mi sottoponeva a questa tecnica. Marco mi umiliava facendomi notare quanto mi eccitasse essere sottomesso. Poi mi ha ordinato di tirare su i pantaloni e siamo scesi dall’auto, lui con lo zaino su di una spalla e il guinzaglio in mano e io dietro di lui ubbidiente lo ho seguito.
Siamo entrati dal portone del palazzo e abbiamo preso l’ascensore. Arrivati al piano, le porte dell’ascensore si sono aperte, davanti a noi una porta socchiusa, Marco ha controllato che non ci fosse nessuno e mi ha ordinato di spogliarmi nudo, poi mi ha fatto mettere a 4 zampe e attaccato il guinzaglio al collare e mi ha ordinato di seguirlo, e così, nudo, con le palle legate e il cazzo duro ho fatto la mia entrata a quattro zampe come una cagna nella casa di Marta che ci aspettava seduta sul divano.

...continua





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