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Gay & Bisex

Che ne dici?


di aramis2
23.06.2020    |    21.648    |    16 9.6
"Ma glielo chiedeva sempre ogni settimana..."
Michele mise gli speedo bagnati nella sacca e chiuse il suo armadietto. L’allenamento di nuoto era stato una vera rottura, ma per lui l’allenamento non era un problema.
Lui era più veloce di qualsiasi senior della squadra ed essendo di un anno più giovane lo rendeva pieno di sé.
“Allora Michele, hai un bell’appuntamento stasera?”
Chiese Pietro.
Era venerdì e sapeva maledettamente bene che Pietro era a conoscenza sapeva che lui sarebbe uscito con Daniela, dato che uscivano ogni venerdì sera. Ma glielo chiedeva sempre ogni settimana.
Michele e Pietro erano amici fin da… beh, fin da quando Michele poteva ricordare. Erano grandi amici. Ambedue nati in maggio, solamente 6 giorni li separavano, le loro famiglie festeggiavano i loro compleanni insieme da quando andavano all’asilo. Vivevano nello stesso condominio, i loro padri lavoravano nella stessa banca e conoscevano quasi tutto c’era da conoscere uno dell’altro. Michele non aveva ricordi che non includessero Pietro.
“Pensi che possa stare più di una settimana senza di lei”
Rispose con un ghigno.
“E tu?”
“Cazzo no, sai che Betty è andata da suo padre per il fine settimana. La mia vita sessuale è andata a fondo dopo il divorzio dei suoi.”
“Beh, puoi pensare a me mentre ti fai una sega stanotte.”
Scherzò Michele.
“Io posso farmi una sega ma sono sicuro che non penserò al tuo culo, mi spiace.”
Replicò l’altro sbattendo lo sportello del suo armadietto ed avviandosi verso la porta dello spogliatoio.
“Ci vediamo domani come avevamo deciso.”
Disse di sopra la spalla.
“Ci puoi scommettere amico, hai sempre quel film che hai sgraffignato a tuo fratello?”
“Cazzo, dovrebbe essere veramente eccitante, chiamami domani.”
La voce di Pietro si spense mentre chiudeva la porta dietro di sé.
Michele radunò la sua roba e lo seguì.
Sua madre lo stava aspettando nel parcheggio.
Ancora altri due mesi ed avrebbe preso la patente. Sembrava un’eternità.
Camminando verso la macchina, il suo pensiero andò alla sera, lui e Daniela erano molti mesi che facevano sesso. Praticamente tutto il fine settimana girava intorno alla scopata con Daniela del venerdì sera.
Non che se ne lagnasse, ma era diventata una routine.
I suoi genitori erano usciti a ballare il liscio (Lui era imbarazzato a raccontare ai suoi amici che i suoi genitori ballavano il liscio), suo fratello faceva il turno di notte, Daniela si presentò alle 7 e 30, parlarono per alcuni minuti.
Cominciarono a fare del petting vestiti, fecero sesso orale per un po’ poi lui gli salì sopra e la pompò febbrilmente.
Vennero tutti e due, fecero la doccia per pulirsi e poi guardarono la TV finché i suoi genitori non tornarono a casa.
Loro non capivano perché quei due volessero stare a casa ogni venerdì sera.
Daniela non era la prima ragazza di Michele, ma allora si era trattato di storie brevi. Prima di lei ce n’erano state altre due, un’avventura di una notte con Betty, prima che Pietro cominciasse ad uscire con lei.
Dopo di che uscì Susanna per un mese o giù di lì. Susanna era stata incredibile a letto e gli aveva fatto cose che lui aveva visto solo nei video che Pietro prendeva a suo fratello. Ma a lui non piaceva che lei fosse di almeno 10 centimetri più alta, così si separarono.
Pietro continuava a pensare che era stato stupido.
Michele si alzò presto sabato mattina, aveva promesso ai genitori che avrebbe pulito il garage e manteneva sempre le promesse. Andava d’accordo coi genitori, diversamente da molti dei suoi amici. E non aveva problemi ad aiutare in casa.
Il garage gli impegnò molte ore. Tra immondizia e confusione ed il fatto che c’erano quasi 30 gradi là dentro, quando ebbe finito era sudato e sporco da capo a piedi.
Attraversando la cucina, si tolse tutti i vestiti e li gettò con l’altro bucato che la mamma avrebbe recuperato più tardi.
Quella mattina era solo a casa così non aveva problemi a stare in cucina completamente nudo. Prese una coca cola dal frigorifero ed andò nella sua stanza.
Chiuse la porta e si mise a guardarsi nello specchio dietro la porta, gli piaceva il suo aspetto, un metro e settantacinque per 70 chili ed un corpo classico da nuotatore. Liscio, magro e muscoloso. Il torace senza peli si increspava quando si alzava e Daniela gli diceva continuamente che aveva un gran sedere.
C’era solamente un problema, una sola cosa che odiava sul suo corpo: il suo cazzo era piccolo. Sapeva che la maggior parte di ragazzi desiderava averlo più grosso, ma gli dava fastidio che fosse fatto così bene ma così piccolo. Lo aveva misurato molte volte, sempre sperando che diventasse più lungo, ma era rimasto sempre deluso.
Questa era una delle poche differenze tra lui e Pietro, lui era come uno dei fusti dei film. Ne era sempre stato geloso ed era contento che Pietro non ne avesse mai accennato.
“Oh, all’inferno!”
Disse forte cominciando a carezzarsi lentamente l’erezione.
“Daniela non sembra farci caso.”
Rimase là per parecchio tempo carezzandosi lentamente il pene. Gli piaceva guardarsi mentre si masturbava. Cominciò ad eccitarsi veramente ed andò sul letto, estrasse una vecchia scatola di scarpe dentro cui teneva la scorta di preservativi ed un vaso di vaselina che mise sul comodino.
Sapeva che sua madre non puliva mai sotto il suo letto ed ancora una volta ne ringraziò il cielo.
Il suo uccello divenne durissimo mentre lo rivestiva completamente di vaselina. Era tutto unto ma non aveva trovato niente che funzionasse meglio.
Si sdraiò e si carezzò più velocemente pensando alla sera prima con Daniela. La sinistra si spostò dalle palle e fece scivolare un dito ingrassato nel sedere. Continuò a carezzarsi e penetrarsi per quasi dieci minuti finché finalmente venne con un brivido enorme.
Un po’ di sperma gli atterrò sulla faccia.
Poteva essere piccolo ma sparava sempre un carico enorme con molta forza. Ne era orgoglioso.
Non si era mai sentito colpevole nel farsi una sega, lo faceva spesso, probabilmente quattro o cinque volte alla settimana.
Aggiungendo le sere con Daniela pensava di essere attivo nella vita sessuale come chiunque altro.
Pietro non credeva che lui potesse sparare abbastanza in alto da colpirsi la faccia, così sdraiato, lo sperma gli scivolava giù da una guancia. L’asciugò e si sedette sull’orlo del letto.
Passò davanti allo specchio mentre andava in doccia, si guardò e sorrise.

Arrivò a casa di Pietro circa alle 8. I suoi genitori erano fuori, ma si fidavano quando erano insieme.
Ordinarono una pizza e passarono un’ora chiacchierando di nuoto, scuola e delle loro ragazze. Michele scoprì che Betty non era andata da suo padre e così Pietro era stato con lei. Raccontò tutto all’amico con grandi dettagli, quasi una radiocronaca. Quando ebbero finito risero per mezz’ora.
Pietro andò in bagno e ritornò nella stanza sventolando un video.
“Mio fratello dice che questo è grande, non ne posso più di vederlo.”
Spinse il nastro nel videoregistratore, prese il telecomando ed un’altra fetta di pizza, si sedette scompostamente sul divano e pigiò il pulsante ‘Play’.
Dopo i crediti di apertura accompagnati da una brutta musica, il film cominciò subito con una scena di scopata classica.
“Cazzo, non sprecano tempo!”
Disse Michele.
Il film, come risultò, non era altro che una scena dopo l’altra di quell’uomo, che impersonava un detective privato e che chiavava le “testimoni” che interrogava.
Il film era di basso livello, le donne avevano grandi tette e l’uomo era ben dotato (anche se non come Pietro, pensò Michele) come al solito.
Dopo mezz’ora di film, Pietro disse sottovoce senza togliere gli occhi dalla TV, “Caro Michele se continuo a guardarlo, finirò per avere un’erezione.”
Michele poteva già chiaramente vedere la protuberanza nei suoi pantaloni e pensò che anche la sua erezione fosse così ben visibile, ma sapeva che non lo era.
“Io ce l’ho di già!”
Confessò.
“Sì, anch’io amico, a cosa pensi?”
Aggiunse Pietro
Sapeva molto bene quello che stava pensando Michele, era già accaduto molte volte in passato. Guardavano dei porno e si carezzavano, poi uno di loro chiedeva: “Cosa pensi”, quindi si spogliavano e si masturbavano mentre il film continuava.
La cosa non sembrava infastidirli, sapevano che ognuno lo faceva quando era da solo, così non c’era problema a farlo nella stessa stanza.
“Io voglio se tu vuoi”
Disse Michele.
“Facciamolo”
E Pietro si tolse la camicia.
I due ragazzi si spogliarono ed ambedue ce l’avevano duro.
Pietro stava ancora sul divano mentre Michele si sedette sul pavimento.
Il sesso sullo schermo era piuttosto pesante, ma Michele non poteva fare a meno di dare un’occhiata al cazzo enorme di Pietro, si girò verso di lui, poi rapidamente tornò a guardare la televisione e rimasero là quieti a carezzarsi.
Dopo un minuto Pietro disse una cosa che veramente lo sorprese.
“Ehi Michele, vuoi che ce lo facciamo l’un l’altro?”
Michele pensò di aver capito male, quel ragazzo che conosceva da sempre, quel fusto che aveva cominciato a fare sesso prima di lui. Pietro che era stato con tante ragazze diverse da non poterle contare tutte.
Un altro ragazzo stava chiedendogli se voleva fargli una sega!
“Mi spiace di averlo detto, dimenticalo, ragazzo. Mi spiace veramente Michele, non ti incazzare, per favore dimentica.”
Disse Pietro arrossendo
“Rilassati, mi hai solo sorpreso, questo è tutto”
Michele si accorse, a disagio, di avercelo più duro di alcuni minuti prima e da quello che poteva vedere era così anche per Pietro.
“Guarda Michele, non sono gay, davvero. Tu lo sai che scopo, ma non so perché ci ho pensato, ma l’ho fatto.”
“Dai, Pietro, so che sei etero come me”
Disse Michele rassicurante e accorgendosi che stava ancora carezzandosi mentre stava parlando.
“Ma, beh... voglio dire che sembra un po’ strano.”
Rimasero silenziosi per un paio di minuti, il detective sullo schermo si stava facendo fare un pompino da una bionda con tette enormi e senza che sembrasse soffocare.
Michele era eccitato come non era mai stato.
“Pietro, se lo facciamo, prometti di non dirlo mai a nessuno?”
“A chi cazzo vuoi che lo vada a dire!”
“Bene, penso di volerlo se tu lo vuoi.”
Allungò una mano e la mise intorno al cazzo sodo dell’amico, fu stupito dalle dimensioni e ne fu un po’ imbarazzato. Le sue dita non riuscivano a circondarlo. Lentamente cominciò a carezzarlo.
“Non posso credere che lo stiamo facendo!”
Pietro scivolò sul pavimento accanto a lui e prese l’erezione del suo miglior amico. Rimasero seduti per qualche minuto ad accarezzarsi, guardando il detective a cui facevano un pompino.
La mano di Pietro scivolò giù alle palle di Michele e gliele strinse delicatamente.
Michele fece lo stesso.
Per i seguenti dieci minuti i due ragazzi se lo menarono l’un l’altro in un’erotica frenesia.
Sulla televisione il detective teneva la bionda in ginocchio e la stava penetrando da dietro col suo membro enorme mentre lei si lamentava intensamente; comunque, né Michele né Pietro lo notarono, loro erano concentrati uno sull’altro, ambedue si avvicinavano all’orgasmo.
Dopo quella che sembrò un’eternità (piacevole) i due vennero contemporaneamente. Era una delle sensazioni più intense che Michele potesse ricordare, venne per quasi trenta secondi e con tale forza che la sua sborra colpì Pietro in faccia.
Ma la sorpresa di Michele continuò, Pietro si leccò lo sperma dal mento, si appoggiò indietro contro il divano.
“Sai, non avevo mai creduto che tu potessi sparare così lontano come dicevi, mi sembra che tu me l’abbia dimostrato.”
“Mi spiace, Pietro”
Si scusò l’amico.
“Ehi, non scusarti, è stato piuttosto bello.” E, dopo una pausa, aggiunse: “Anche se era un po’ salato!”
Michele arrossì ma non disse niente. Non poteva fare a meno di notare che il cazzo di Pietro era ancora eretto. Il suo era quasi molle ma, vedendo il muscolo enorme dell’amico che ancora pulsava, cominciò a gonfiarsi, non poteva crederlo.
Timidamente chiese: “Rimane sempre duro così a lungo?”
“No, ma oggi è così!”
“Non ci posso credere di essere ancora duro. Posso dirti una cosa?”
“Sicuro amico, qualsiasi cosa.”
“Sei enorme!”
“Sì, è abbastanza bello, lo devo ammettere.”
Rispose orgogliosamente Pietro.
E riprese a carezzare il cazzo di Michele che stava crescendo.
“Vuoi farlo di nuovo?”
Michele sorrise, si appoggiò indietro e godette dell’attenzione del suo miglior amico. Sì, era piuttosto bello, pensò Michele mentre sentiva avvicinarsi un altro orgasmo. Piuttosto bello davvero.
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