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Ricky e i suoi... amici - Capitolo 1


di aramis2
13.01.2020    |    7.599    |    0 9.3
"L’unica cosa a cui potevo pensare era Davide, non potevo allontanare la mente dal suo corpo nudo ed il il suo bel cazzo che vi spuntava..."
L’incontro
Avevo conosciuto Davide due anni prima. Frequentava la mia stessa scuola ma non era nella mia stessa classe. Di quando in quando lo vedevo bighellonare flirtando con ragazze, facendo finta di baciarle e pomiciando con tutte. Io ero veramente contento di non aver nulla a che fare con lui.

Poi accadde qualche cosa di piuttosto inaspettato. Davide si unì al gruppo di calcio dove militavo io. Ricordo che eravamo nello spogliatoio prima dell’allenamento quando l’allenatore entrò e ci disse che c’era un nuovo membro della squadra.
Immaginate la mia sorpresa quando apparve Davide. ‘Merda’ Pensai: ‘Sei l’ultima persona con cui voglio giocare a calcio!’
Fino ad allora l’avevo ignorato ma quando fu un membro della squadra, questo divenne impossibile così cominciammo a parlarci un po’, generalmente di calcio. Poi un giorno, dopo che si era unito alla squadra da un mese, mi suggerì di andare a casa insieme domenica dopo il match. Non era proprio il mio desiderio ma accettai. Lungo la strada ci fermammo ad un fast food e cominciammo a chiacchierare, non solo di calcio, ma di cose in generale. Cominciai a comprendere che non era quello che immaginavo. Ben presto cominciammo ad andare a calcio insieme durante la settimana, a chiamarci dalla strada per andare, ma a scuola non ci vedevamo molto, ovvero, finché Davide non decise di fare una doccia.

Nessuno faceva la doccia a scuola dopo le partite, probabilmente perché non c’era mai abbastanza tempo prima della lezione successiva ma io la facevo regolarmente, odiavo essere caldo e sudato e mi dava anche la possibilità di dare un’occhiata ad alcuni dei ragazzi più anziani. Davide non si prendeva la briga di fare la doccia, girellava aspettandomi per andare a casa insieme e si lavava a casa. Poi, una domenica, dopo la gara, improvvisamente apparve. Cazzo! Non potevo credere ai miei occhi, c’era Davide vicino a me con nulla addosso, il suo corpo alto, magro, il torace senza peli e... il suo uccello. Cazzo! Che bel pene! Liscio, lungo e completato da un bel prepuzio. No riuscivo a distoglierci gli occhi e cominciai a sentire che il mio uccello cominciava a gonfiarsi.

“Cosa fai qui?” Domandai
“Domani è il mio compleanno.” Disse ridendo.
Vero, era il suo diciassettesimo compleanno ma io volevo sapere la ragione per cui era là. Sapevo che poteva essere perché non voleva arrivare a casa puzzolente ma non potevo fare a meno di avere altri pensieri.
Lui era cresciuto molto negli ultimi sei mesi e poteva essere che volesse mostrare il cazzo ai ragazzi più grandi. Guardando l’acqua che grondava sul suo corpo cominciai a chiedermi se era là, come me, per poter dare un’occhiata agli uccelli in mostra. Continuai a guardarlo ed ogni volta notavo il suo sguardo verso il basso.
Stava guardando il mio pene? Non potevo esserne sicuro.

Quando tornai a casa quel pomeriggio, non c’era nessuno ringraziando il cielo. Andai subito nella mia stanza, mi tolsi tutti i vestiti, mi sdraiai sul letto e cominciai a masturbarmi. L’unica cosa a cui potevo pensare era Davide, non potevo allontanare la mente dal suo corpo nudo ed il il suo bel cazzo che vi spuntava.

Come ho detto quello fu l’inizio. Da allora passai con lui la maggior parte di tempo possibile. Cominciai ad stare con lui a scuola ed uscivamo insieme il sabato sera. Il guaio era che la maggior parte delle volte con noi c’erano altri amici ed io avevo poche possibilità di stare solo con lui, per quanto tentassi. Disperavo di potergli parlare di sesso. Durante le mie seghe notturne immaginavo di fargli delle domande tipo: Quando hai cominciato a farti seghe? Quanto spesso lo fai? A cosa pensi quando ti masturbi? E cose del genere. Ma, naturalmente non mi fermai a quello, presto cominciai a pensare come sarebbe stato avere le mie mani su di lui.
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