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La stanza sbagliata


di aramis2
17.03.2020    |    11.117    |    12 9.2
"”, balbettai sentendomi molto imbarazzato..."
Ciao ragazzi
La reclusione da coronavirus può anche creare crisi da astinenza da attività, ho pensato di accelerare la pubblicazione dei racconti del mio archivio, spero di non annoiare.

Presi il giornale della mattina come il mio rituale quotidiano imponeva ed andai in cucina per una tazza di caffè. L’aprii e fui sorpreso nel vedere una fotografia di Tom. Eravamo andati all'università insieme molti anni prima ed io avevo avuto il piacere di condividere lo stesso pensionato. Il suo nome vero era Tommaso ma aveva deciso che Tom era più appropriato per una carriera politica.

Ricordo che la prima volta che lo vidi scendere da quella scala quasi lasciai cadere i libri. Il suo metro e novanta era sovrastato da capelli neri e luccicanti ed occhi blu che catturarono la mia anima non appena fissai profondamente dentro di loro. Aveva un corpo da nuotatore con spalle larghe che si affusolava in una vita da 75 centimetri. Guardavo il suo sedere sodo, tenuto teso dalle mutande mentre attraversava la sala per andare in bagno. Non sembrò accorgersi del fatto che ero affascinato dal suo fisico. Di tanto in tanto si fermava e diceva “buon giorno” o “come va.” a qualcuno. Sfortunatamente riuscii a mala pena a rispondere, la mia concentrazione era sul suo corpo, principalmente sul suo inguine.
Poi finalmente, di tanto in tanto, avevo il privilegio di entrare in doccia insieme a lui. Nervosamente lo guardavo con la coda dell’occhio mentre si insaponava tra le cosce e tirava su il suo attrezzo snello e lungo. Sembrò essere consapevole che lo stavo guardando e continuò lo show facendo correre le mani massicce sul suo torace e poi giù sul suo provocante stomaco. il suo spettacolo sotto la doccia mi lasciava sempre duro e bisognoso di liberazione.
Dovevo masturbarmi ogni giorno pensando a Tom e a come sarebbe stato bello sentire il suo corpo vicino al mio, volevo disperatamente che immergesse il suo cazzo nel mio culo fino a sentire i peli del suo pube. Ogni tanto parlavamo e qualche volta giocai con lui e lui si vantava delle ragazze che aveva avuto la notte precedente, quindi non ebbi mai abbastanza coraggio di fargli la proposta.

Più avanti trovai un lavoro in un distributore di benzina e passavo lì la maggior parte del mio tempo, altre alle lezioni ed alla biblioteca. Siccome non avevamo lezioni in comune e lui non era un tipo studioso, Tom scivolò lentamente fuori dalla mia vita per un po’. La prima volta che lo vidi dopo di allora fu durante un lungo fine settimana, quando la maggior parte degli studenti era andato a casa, mentre io ero rimasto a causa del mio lavoro. Tom si presentò alla stazione per fare il pieno.

“Ciao Roby, quindi è qui che lavori.” Mi sorrise mentre io tentavo con tutte le mie forze di non venire nei jeans.
“Sì, fanno cinquanta euro” Risposi troppo nervoso per dire qualche cosa di intelligente. Un altro cliente mi chiamò e quando mi girai Tom se n’era andato e tutto quello che vidi furono i fanali posteriori della sua fuori serie.

La sera passò lentamente, c’erano pochi studenti e quindi nessuno con cui parlare, alla fine arrivarono le undici e tornai nella mia stanza, finalmente potevo riposare!
Non feci alcun tentativo di chiudere silenziosamente la porta di metallo, non c'era nessuno che potesse essere infastidito quella sera. Mi svestii rapidamente, mi avvolsi un asciugamano intorno alla vita ed andai alle docce.
Sarebbe stato bello finalmente usare tutta l'acqua calda che volevo. Feci correre le mani tra i miei capelli biondi e sui pettorali pizzicandomi leggermente i capezzoli.
Sentii improvvisamente il cazzo agitarsi quando risvegliai i miei desideri sessuali. La faccia di Tom comparve nella mia mente mentre mi insaponavo massaggiandomi palle e pene, facendo scivolare di quando in quando un dito nel mio sedere ansioso. Ero eccitato ed il mio uccello era arrivato a dimensioni enormi quando sentii la porta aprirsi. Qualcuno cominciò a pisciare; ci fu un getto d’acqua che durò qualche secondo e poi la porta sbattè chiudendosi.
Guardai in giù verso il mio uccello che si stava sgonfiando, mi sciacquai rapidamente, mi avvolsi di nuovo nell’asciugamano e mi avviai verso la mia stanza per andare a dormire. Entrai nella camera, lasciai cadere l’asciugamano e allungai una mano per prendere un paio di shorts quando vidi qualcuno nel letto. Mio Dio, ero nella stanza sbagliata e decisi di fuggire ma sbattei nel letto, l’occupante si girò e mi guardò.
“Mi spiace,... ho sbagliato stanza...”, balbettai sentendomi molto imbarazzato. Sapevo di essere stanco, ma andare nella stanza di un altro ragazzo! Dovevo cominciare a dormire di più.
“Vieni qui!” Disse la voce: “Fammi vedere chi sei!”
Alle sue parole realizzai di essere ancora nudo ed afferrai l'asciugamano dal pavimento, ma lui arrivò prima. Si sedette sul letto, la stanza era illuminata solamente dalla luce del parcheggio che filtrava dalla finestra, ma la sua faccia mi sembrò familiare e la voce anche. Le sue braccia uncinarono la mia coscia, tirandomi verso di se ed io feci un po’ di resistenza.

Il pensiero della calda bocca di quel ragazzo che scivolava su e giù sul mio uccello duro mi eccitò e l'adrenalina cominciò a pompare. Lo sorpresi a guardarmi il cazzo semi eretto, si avvicinò con la bocca e mormorò ghignando: “Roby, stai per avere il pompino della vita!”
Roby? Conosceva il mio nome, mio Dio, era Tom, il momento che avevo aspettato da tanto era arrivato. Sembrava che fosse eccitato per la prospettiva quanto lo ero io quando mi spostai all'orlo del letto. Mi lasciai cadere in ginocchio di fronte a lui mentre la sua bocca sommergeva il mio uccello gonfio.
La sua faccia non rasata strofinò contro l’interno della mia coscia quando cominciò a lavorare sul cazzo palpitante che rispose ansiosamente al calore della sua bocca. Il mio uccello non era così grosso, non più di 17 centimetri, ma le mie palle erano enormi e davano l’illusione di un grosso pacco. Tom non sembrò curarsi delle dimensioni, chiuse la bocca intorno alla testa e delicatamente scivolò giù per poi risalire e far correre la lingua sulla fessura mentre io afferravo le lenzuola per non cadere. Lui continuò a prendere l’intera lunghezza del mio pene nella sua bocca; sommergendolo nel calore umido finché i miei peli pubici carezzarono leggermente il suo labbro superiore. Una mano modellava le mie palle mentre l’altra era posata sul mio sedere, alzandolo per spingerlo contro la sua bocca. La sua lingua si avvolse il mio attrezzo venato blandendolo. Io feci correre la destra sul suo torace mentre la sinistra scendeva al suo inguine. C’era un pezzo massiccio, le mie dita si chiusero lentamente intorno al suo palo liscio; fu allora che mi ricordai delle ore passate nella doccia a desiderarlo e ora l’avevo in mio possesso.
Era tanto che non facevo sesso e non passò molto prima che fossi pronto ad espellere il mio carico. Anche lui dovette sentire che l’esplosione stava arrivando e cominciò a pompare il mio uccello con più forza mentre la sua bocca scivolava sempre più velocemente, su e giù, su e giù fino a che finalmente gridai: “Vengo!” e sentii i muscoli della mia coscia stringersi.
Tom tolse la bocca, penso non fosse pronto ad ingoiare lo sperma, ma continuò a menare il mio ben lubrificato cazzo fino a che non sparò il suo primo geyser di crema bianca sopra la sua faccia e sui capelli. Lui abbassò la testa e succhiò le ultime gocce dal mio uccello che si sgonfiava mentre io lo avvolgevo con le mie braccia stringendolo con forza.

“Tocca a te ora”, dissi mentre facevo scivolare il mio corpo nel letto accanto a lui e muovendomi sul suo corpo sentii il suo cazzo duro quando pigiò contro il mio stomaco ed il mio torace. Mi fermai quando la punta del suo uccello toccò le mie labbra. Sporsi la lingua a sentire le goccioline di liquido pre seminale che vi erano aggrappate e poi aprii la bocca ad accettare l'intera lunghezza scivolosa che lui fece entrare pian piano permettendomi di assaporarne ogni centimetro. Avvolsi la lingua alla punta della sua cappella, lui spinse nella mia bocca e poi fuori di nuovo mentre le sue anche si muovevano ritmicamente e la sua mano si spostava a preparare il mio sedere. Fece correre un dito intorno alla mia apertura anale avvicinandosi sempre più, facendo impazzire il mio buco corrugato. Il mio culo era stato ben lubrificato dal sudore durante la nostra prima sessione, così fu molto facile per Tom far scivolare dentro un dito e muoverlo in cerchio per allentarmi. Io mi stavo eccitando sempre più ad ogni minuto che passava e volevo il suo cazzo nel mio culo più di qualsiasi altro. Misi le mani sulle sue cosce, lo spinsi indietro per liberare il suo pene dalla mia bocca e lo girai sulla schiena in modo che la sua verga sporgesse in aria ricordandomi un palo eretto in un cespuglio di peli ricci e neri.
Mi alzai appoggiandomi alle braccia ed abbassai lentamente il culo sopra la sua carne in attesa, avvicinandomi sempre più a lui in finché tutti i suoi 20 centimetri non furono seppelliti nel mio sedere. Alzai il corpo finché la testa fu quasi completamente esposta e poi mi abbassai facendolo sospirare di piacere come non avevo mai sentito nessun altro.
Mossi il buco in cerchi quasi fosse un cavatappi sul suo cazzo, portandolo a nuove altezze d'estasi.
“Cavalcami, sbattitelo nel culo!” Gridò afferrandomi, tirando il mio torace verso di se ed avvolgendomi ermeticamente tra le sue braccia, penetrandomi con colpi lunghi e lenti. Le sue anche si alzavano ed abbassavano mentre tentava di spingere sempre più profondamente il pene nella mia condotta, la sensazione era grande, le sue massicce braccia mi avvolgevano e sudavamo, ma poi lui mi sorprese baciandomi, non solo un morso, le nostre labbra si unirono e le lingue si toccarono facendolo eccitare ancora di più.
Ruscelli di sudore scendevano sulle nostre schiene mentre Tom sbatteva il mio culo col suo palo ed il mio cazzo stava ritornando in vita strofinando contro il suo pube. I suoi colpi lunghi erano stati sostituiti da altri veloci e brevi, poco dopo sentii i suoi muscoli e le sue palle contrarsi.
Tolse la bocca dalla mia solo per mormorare, “Oh merda, vengo,.... Sto sparando nel tuo bel culo.”
E lo fece! Sentii la calda crema profondamente nei miei intestini mentre lui continuava a pompare fino a che il mio sedere non riuscì più a contenerne e l'eccesso si versò sopra le lenzuola.

Si estrasse, immediatamente afferrò il mio pene gonfio e cominciò a menarlo mentre io mi inarcavo indietro alzando le anche. Non passarono più di cinque minuti e fui pronto a sparare un altro carico. Tom inarcò indietro la testa ed io sparai il mio miglior carico della sera sul suo torace e stomaco.
Mentre lo sperma scendeva a piccoli rivoli sul suo torace, Tom sorrise e disse: “Scommetto che controllerai il numero della stanza la prossimo volta! “
“Mi assicurerò che sia la tua stanza!”
Sorridemmo e crollammo ammucchiati a dormire sul piccolo letto.

Lessi l'articolo su Tom, il sindaco eletto recentemente, mentre centellinavo il mio caffè e rivissi l'incidente della stanza. Sotto l’accappatoio il mio cazzo cominciò ad agitarsi al solo pensiero della sua bocca calda e del sedere seducente. Pensai di andare alla riunione del consiglio comunale quella sera anche se non avevo familiarità col Municipio. La cosa peggiore che poteva accadermi era entrare nella stanza sbagliata.

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