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Gay & Bisex

Rude è bello


di aramis2
09.02.2021    |    17.378    |    6 8.7
"Mi portò fuori della doccia e mi ha asciugò, quindi mi ha portò sul letto, mi scivolò accanto e tirò le lenzuola a coprire i nostri corpi..."
Rude è bello

Capitolo 1
Era il mio primo giorno di università, ero salito al nord per studiare medicina e rispetto al caldo torrido del mio paese, qui faceva un freddo gelido.
Mentre attraversavo i corridoi del mio nuovo dormitorio, feci una check list nella mia mente.
Bagagli, assegni. Libri? Dai un’occhiata. Eccitato? Controllati, spaventato a morte? Controlla, controlla, controlla e controlla.
Ero spaventato mentre passavo davanti a quegli enormi, eccitanti e sexy atleti di calcio che continuamente mi sorpassavano e mi guardavano. Molti di loro erano in mutande.
Sebbene avessi paura, qualcosa nei miei pantaloni era decisamente eccitato. Avevo un cazzo duro nei pantaloni che stava iniziando a farmi male perché non mi stavo masturbando da quasi due settimane ormai e potevo già sentire la pre eiaculazione fuoriuscire dalla fessura.
Sembravo l’unico che non facesse calcio, erano muscolosi di un metro e ottanta con mascelle cesellate ed enormi pettorali duri come roccia e bei pacchi. Io ero alto solo un metro e settanta, magro, ma tonico, con capelli neri e frangia tirata da parte, occhi castano scuro e, sebbene di solito indossassi gli occhiali, in quel momento portavo lenti a contatto.
Guardavo i numeri sulle porte mentre un branco di atleti rideva ed applaudiva.
Accelerai il passo trovando finalmente la mia stanza e mi precipitai dentro sbattendo la porta dietro di me.
Emisi un enorme sospiro di sollievo e ispezionai la stanza.
Dimensioni discrete, bella illuminazione, ottimo bagno e ... due letti?
Pensavo di avere prenotato una singola, no?
Diedi un’occhiata al numero della porta e controllai quello che c’era sul mio biglietto, era lo stesso numero.
Merda, forse c’era un errore.
Iniziai a raccogliere le mie cose e proprio quando stavo per uscire si spalancò la porta ed eccomi lì, a fissare il petto del centromediano della squadra di calcio. Mi sovrastava di almeno venticinque centimetri, dovetti alzare lo sguardo solo per guardarlo in faccia.
Feci qualche passo indietro e vidi bene il suo viso. Capelli castano scuro, occhi verdi, e un sorriso da far morire. I bicipiti sembravano delle dimensioni della mia testa e sembrava che potesse spaccarmi il cranio con un pugno.
Mi girai rapidamente quando mi accorsi che il mio cazzo stava diventando duro e lentamente iniziai a disfare i bagagli.
Presi il letto più vicino al bagno, se avessi avuto un’erezione ci sarebbe stata meno probabilità che lo vedesse.
Lui rimase in silenzio, un’ora di silenzio, nient’altro che il fruscio delle nostre cose che sistemavamo senza alcun dissidio sul posizionamento, a nessuno importava.
Fino a quando non estrassi dalla valigia la mia ultima proprietà senza considerare di cosa si trattava. La tenni di fronte a me e fu allora che i miei occhi si spalancarono, i miei occhi si spalancarono e il mio cuore accelerò a mille battiti al minuto. Era il mio dildo. Il mio dildo piuttosto grosso.
Ecco il problema. Sono gay, lo sono da quando avevo tredici anni. Avevo cominciato masturbando il grosso cazzo duro del mio amico che era più vecchio di me di circa quattro anni, prendendo in faccia la sua sborra quando aveva raggiunto l’apice.
Lui prese rapidamente un fazzoletto di carta e mi asciugò il viso, scusandosi a lungo, finché non gli afferrai l’uccello.
Si alzò un po’ confuso.
“Cosa stai facendo?”
Chiese con cautela.
Senza dire una parola iniziai ad accarezzarglielo, mentre l’altra mano gli massaggiava le palle.
Emise un forte gemito e si sollevò lentamente indietreggiato sul letto, dove si sdraiò ed io continuai il servizio.
La pre eiaculazione trasudava e non potei fare a meno di dargli una piccola leccata alla fessura, facendolo gemere ancora più forte.
Non sapevo perché lo stavo facendo, ma mi piaceva e mi stava eccitando. Feci roteare la lingua intorno alla sua grossa cappella, ingoiando più liquido seminale possibile. Mi avvicinai alle sue palle e le presi entrambe in bocca, bagnandole con la lingua. Presto si gonfiarono facendomi respirare a malapena e impedendomi di muovere la lingua.
“Ti piace, vero?”
Sibilò mentre tornavo a leccare la sua asta su e giù e succhiando di tanti in tanto la cappella.
Stavo cercando di farlo durare il più a lungo possibile. Poi mi decisi, presi il cazzo duro in bocca e lentamente me lo spinsi in gola, ebbi qualche urto di vomito ma lo combattei, lo spinsi fino a quando non arrivai al pube ed iniziai a massaggiarlo con la gola.
“Oh... oh sì... cazzo sì... prendilo profondamente... ah!”
Gemette.
Pompò dentro e fuori della bocca, poi iniziò a pizzicarmi i capezzoli, facendomi gemere con la bocca piena di cazzo.
‘Sì, ​​succhialo, ti piace eh? Lo vuoi? Vuoi la mia fottuta sborra, troia?”
Gridò mentre lentamente iniziava a farmi scivolare un dito nel culo e mi massaggiava la prostata.
Mi tolsi il cazzo di bocca e ululai, mi sembrava così fottutamente bello!
“Stai zitto e succhia,troia!”
Disse costringendo la mia testa ad abbassarsi sul suo uccello.
Continuava a far scivolare il dito dentro e fuori, colpendo e pungolando la mia prostata, finché non sentii lo sperma lentamente risalire il mio cazzo. Gemetti più e più volte con la bocca piena di uccello e presto raggiunsi l’apice sul suo petto. Questo, però, si rivelò essere una svolta e con un forte gemito mi riempì la bocca con il suo appiccicoso, delizioso sperma.
Ingoiai un fiotto dopo l’altro, finché lui non mi tolse la testa, mi sparò ancora un po’ in faccia e lo spalmai usando il suo pene. Succhiai il resto della sua sborra e lentamente ci addormentammo zuppi di sperma.

Quando mi ripresi dal mio eccitante flashback, il dildo era nascosto sotto il mio braccio e il mio cazzo era duro e pulsante, formando un punto bagnato e spingendo contro la stoffa dei jeans.
Fui preso dal panico e guardai il ragazzo, era impegnato a sistemare il suo computer e mentre lo faceva, gettai il dildo sotto il cuscino, quindi iniziai a tirare fuori i miei libri e impilarli vicino al mio letto, cercando di nascondergli la mia erezione.
Quando finalmente tutto si fu stabilizzato, era sera e nessuno di noi si era scambiato una parola; io feci la doccia mentre lui era uscito per cenare, anticipandolo.
Quando rientrò si sedette sul bordo del letto.
Io mi sdraiai fingendo di essere assorto in un libro.
“Non abbiamo parlato per tutto il giorno, dovremmo presentarci.”
Disse con una voce che mi sembrò sexy. Tutto di quel ragazzo mi eccitava. Chiusi il libro e mi sedetti sul bordo del letto, tenendo gli occhi bassi. Avevo paura di lui e in più avevo paura di lasciarmi andare se l’avessi guardato direttamente.
“Mi chiamo Giorgio, Giorgio Lotti.”
Disse sottovoce tendendo la mano.
Lo guardai.
“Io sono Carlo, Carlo Franchi.”
Risposi sottovoce, allungai una mano e la vidi scomparire nella sua.
Le sue mani erano leggermente callose ed iniziai ad immaginarlo mentre mi accarezzava il pene.
Avrei potuto giurare che il mio cazzo fosse un po’ aumentato.
Lui si accigliò
“Che succede?”
Disse con una certa preoccupazione.
“Ah, uh, niente ah ah.
Dissi nervosamente.
Si alzò e tutto ciò potei fare fu osservare il suo culo, sembrava stretto, in forma e molto duro.
Indossavo pantaloncini da basket corti, poi si girò e vide la mia furiosa erezione che era ritta, orgogliosa e sbavava il pre eiaculazione provocando un punto bagnato sulla punta.
Rapidamente afferrai il cuscino e la coprii, in quel momento il dildo cadde sul pavimento tra di noi con un forte tonfo.
Abbassai lo sguardo ai miei piedi con imbarazzo e arrossendo di un rosso intenso.
Si voltò, io mi alzai immediatamente e mi diressi verso la porta.
Lui ci arrivò per primo e rimase lì bloccandomi il passaggio, alzai lo sguardo e vidi che aveva un gran sorriso sulla faccia.
Mi afferrò per la vita e mi tirò a sé in modo che la mia pancia fosse contro il suo inguine.
Sembrava estremamente grosso, molto più grosso del mio dildo.
“Ne vuoi un po’?”
Disse arrogantemente mentre mi afferrava la mano e se la massaggiava sul suo rigonfiamento.
Deglutii e lo fissai, era tutto ciò che potevo fare, fissarlo.
Mi fece girare e mi bloccò contro il muro, tenendomi i polsi con una mano contro la parete e con l’altra mi sollevò mentre mi stringeva con forza il cazzo pulsante attraverso i pantaloncini.
Forzò le labbra contro le mie e non esitò a farmi scivolare la lingua in bocca ed in gola, tutto quello che potei fare fu gemere forte e contorcermi mentre il mio uccello mi faceva male da tanto era duro.
Tracciò la linea della mia mascella con la lingua e la fece scorrere dentro il mio orecchio, mentre continuava a strusciare l’inguine contro il mio, sempre più forte.
Mi gettò sul letto e saltò su di me, bloccandomi ancora una volta, dominandomi completamente, facendomi diventare la sua troia.
Mi alzò la maglietta ed iniziò a succhiarmi i capezzoli, facendomi inarcare il petto e gemere forte.
Lasciò la presa per togliermi la maglietta e gli short, non perse tempo e presto fui completamente nudo con un cazzo pulsante e un ragazzo enorme che mi stava pomiciando. Il pene era lucido di pre eiaculazione e lui gli diede alcune menate a cui risposi con gemiti di piacere e impazienza.
Mi spinse l’inguine contro la faccia, mi strusciai e lentamente iniziai a slacciargli i pantaloni rivelando un paio di boxer neri che delineavano il suo cazzo semi duro.
Spinsi la mia faccia contro il suo inguine, io inalai il suo profumo muschiato e morsi la stoffa sul suo cazzo.
Emise un sospiro di piacere, io cominciai a togliergli le mutande ed una grossa asta mi schiaffeggiò il mento.
Sussultai e lui ridacchiò.
“Dai Carlo, prendilo, so che puoi farlo, puttanella!”
Iniziai con le grosse palle che riuscii a prendere in bocca una alla volta, ma a lui piaceva.
Gemette e continuò a parlare sporco, il suo uccello ora era completamente duro da far paura. Si tolse i pantaloni, presi la cappella in bocca e gli leccai la fessura, feci roteare la lingua intorno alla testa che trasudava un fiume di pre eiaculazione e lentamente mi riempiva la bocca.
Mi spinse il palo in bocca, voleva che lo prendessi più in profondità, ma era fottutamente enorme!
Feci oscillare la testa avanti e indietro sul pene facendogli colpire la mia gola.
“Dai piccolo, puoi prendere questo cazzo, vero?”
Supplicò e cominciò a fottermi più forte la bocca, finché alla fine lo feci entrare in gola e lo presi sempre di più fino a quando restarono circa pochi centimetri.
“Augg, cazzo!”
Urlò e spinse la cappella per farmi prendere gli ultimi centimetri fino a quando il suo pube non mi solleticò il naso.
Iniziòai a deglutire, facendo rotolare indietro gli occhi.
“Oh, cazzo, sì... Oh, sì... cazzo, sì, oh prendilo, troia, prendilo come una puttana.”
Gemette mentre io lavoravo sul suo uccello.
Mi sollevò e mi mise a cavalcioni sul suo petto. Mi succhiava avidamente la testa del pene e mi penetrava il culo, aggiungendo sempre più dita.
Gemetti e gli passai le dita tra i capelli mentre lui succhiava e mi prendeva in gola continuando il ditalino. Prese del lubrificante e me ne fregò un po’ sul culo mentre continuava a far girare e muovere dentro e fuori le dita; ogni minuto che passava era da favola.
“Ora è il momento per quello che volevi”
Disse con un ghigno diabolico e si lubrificò il cazzo posizionami in modo che il mio buco ansioso fosse nella posizione giusta.
Ansimai rumorosamente e iniziai ad abbassarmi sul suo grande palo. Una volta che la cappella fu entrata, emisi un ruggito di dolore, ma lui non si preoccupò e mi spinse in giù su tutti i suoi centimetri.
Piagnucolai mentre le lacrime mi salivano agli occhi, alla fine fu preso da pietà e si fermò, permettendomi di adattarmi alle sue dimensioni.
Il dolore diminuì.
Lui veniva incontro ai miei rimbalzi e la sensazione di essere pieno di cazzo mi fece urlare di piacere.
Di tanto in tanto rabbrividiva e gemeva, ma ansimava pesantemente e io mi massaggiavo il petto sudato mentre mi rimbalzava su e giù facendolo abusare del mio culo.
“Merda, il tuo culo è così fottutamente stretto, merda!”
Gridò mentre aumentavo il ritmo. Sentivo ogni vena e propaggine del suo uccello mentre mi scopava a nudo.
Mi sollevò e mi fece sdraiare sulla schiena in modo che fossimo uno di fronte all’altro. Alzò le mie gambe sulle spalle, le allargò allargandomi al massimo il culo.
“Sì, ti piace puttana, ti piace il mio cazzo nel tuo culo stretto e caldo?”
“Acc Giorgio, cazzo, adoro il tuo enorme cazzo nel mio culo... scopami Giorgio, scopami più forte!”
Sentii le sue palle schiaffeggiarmi contro il culo. Ero in una frenesia di lussuria e lentamente raggiunsi il culmine. Lo sperma si agitò nelle mie palle e lentamente raggiunse la testa del mio pene, mi sembrava che non sarei mai arrivato.
Poi spinse con forza l’uccello duro nel culo ed io emisi un urlo di piacere mentre mi sparavo fiotti di sborra sul petto e sul viso!
Il mio culo si serrò su di lui che gettò la testa indietro e urlò
“Cazzo, cazzo oh merda, cazzo!”
Mentre sparava ondate di sperma dentro di me.
Mi crollò addosso con le gambe ancora avvolte attorno ai miei fianchi.
Ansimavamo pesantemente, lentamente si staccò da me e io sentii lo sperma fuoriuscire dal mio buco.
“Ti è piaciuto, vero?”
Disse con un sorriso sciocco sulle labbra.
“No, quei lamenti e tutto questo sperma sul mio petto erano tutti falsi”
Dissi facendo il sostenuto.
“Taci.”
Disse scherzosamente e mi baciò. Era eccitante, dolce e tenero, niente a che fare con quel bacio duro che ci eravamo scambiati durante il sesso.
Tirò su le coperte in modo da coprire me fino al collo e lui fino a metà petto, poi mi rannicchiai contro i suoi pettorali e ci addormentammo.

La mattina dopo mi svegliai con la sua gloria mattutina incastrata nella fessura del culo.
Lo vidi sorridere.
“Mmmm, qualcuno è desideroso di essere scopato.
Disse allegramente
“Vaffanculo!”
Ridacchiai.
“Mi sono svegliato con questa cosa tra le chiappe, troia.”
“Mmm, correggiamo, ti ho scopato e tu sei la mia puttana.”
Disse scherzosamente mentre mi sollevava, io mi sdraiai su di lui.
“Uei, non abbiamo ancora fatto la doccia.”
C’era dello sperma secco su di me e mi sentivo appiccicoso e sporco.
“Va bene...”
Disse facendo il broncio, mi alzai e presi le mie cose.
Misi i vestiti sull’attaccapanni e mi voltai per chiudere la porta, quando la mano di Giorgio la bloccò.
“Non penserai di fare la doccia da solo, vero?”
Disse con uno sguardo sorpreso.
“Entra!”
Dissi ridendo e presto fummo sotto la doccia con lui che mi accarezzava il corpo insaponato con il collo incastrato sulla spalla.
Era estremamente affettuoso, poi mi girai per un bel lungo bacio.
Lo interruppi, lui mi afferrò per la vita e mi attirò a sé in modo che i nostri sessi duri sfregassero insieme.
“Che ne dici del secondo round?”
Mi chiese con quel sorriso diabolico che avevo imparato ad amare.


“Che ne dici del secondo round?”
Mi chiese con quel sorriso diabolico che avevo imparato ad amare.
Mi tirò a sé in modo che i nostri corpi bagnati sfregassero tra di loro. Afferrò con una mano i miei capelli e affondò la lingua profondamente nella mia bocca mentre io gli accarezzavo il petto scivoloso e gli addominali.
Lo sentii afferrare i nostri uccelli ed accarezzarli, facendomi sussultare e gemere mentre sentivo la sua mano callosa sfiorare la testa del mio pene. Poi mi fece girare, mi spinse con la faccia contro il muro e mi infilò tre dita nel culo.
Feci una smorfia e piansi per il dolore, ero ancora un po’ dolorante dal giorno precedente.
“Sii una brava puttana e stai zitto!”
Mi sibilò all’orecchio mentre mi succhiava il collo.
Lo sentii estrarre le dita e sospirai di sollievo, ma sentii la testa del suo cazzo strofinare contro il mio buco, rivestendolo di pre eiaculazione.
“Vuoi il mio cazzo, troia? Lo vuoi nel culo?”
Gridò e lo spinse dentro a metà.
Urlai mentre mi scopava senza pietà. I suoi colpi erano lunghi e profondi ed ogni volta andava un po’ più in profondità.
Piagnucolai quando sentii le sue palle contro il mio culo.
“Cazzo, stai zitto e prendilo!”
Sibilò, lo tirò fuori lentamente e poi lo rimise.
Gridai e mi agitai sotto la sua presa.
Mi tratteneva sbattendomelo nel culo, grugnendo e gemendo.
Il dolore si attenuò e il piacere intenso divampò quando sentii il suo cazzo che premeva e sfregava contro la prostata.
“Sì, ti piace non troia? Ti piace il mio cazzo enorme nel culo, cagna?”
Urlò.
Io gemetti ed andai incontro alle sue spinte mentre lui pompava dentro e fuori.
Lo sentii fermarsi.
“Ti scoperò in piedi.”
Ringhiò e mi fece girare con la schiena contro la parete.
Si mise le gambe sulle spalle e mi impalò con il suo sesso mentre io strillavo di piacere.
Mi spostava sul suo cazzo per incontrare le sue spinte, e mi piaceva fottutamente.
“Sì, prendi questo cazzo in quel culo stretto, cazzo!”
Gridò.
Sentii il suo uccello pulsare nel mio ano ed allungai una mano per afferrarmi il pene.
Lui me la tolse e me lo accarezzò, il mio orgasmo saliva rapidamente.
Stavamo ansimando pesantemente, anche se l’acqua della doccia era diventata fredda, la nostra lussuria e il calore dei nostri corpi ci facevano sudare.
“Aarg! Vengo!”
Urlai mentre sparavo il mio carico sul mio petto.
Il mio buco si strinse sul suo cazzo, lui gemette e accelerò le spinte. Si chinò, mi leccò lo sperma dal petto e lo condivise con me.
Sentii il suo pene espandersi e sparare grandi quantità di succo di cazzo nel mio culo. Urlò sulla mia bocca e gettò indietro la testa.
“Cazzo, cazzo, cazzo!”
Io continuavo a sparare e fottermi.
Gemetti rumorosamente mentre sentivo il suo uccello scoparmi il culo pieno di sborra. Era ancora duro e mi arava il culo, quando sentii i muscoli tendersi e venni ancora. Lo sperma mi ricoprì il petto e il viso mentre eiaculavo per la seconda volta di seguito, e questa volta più forte della precedente.
Urlai e urlammo insieme.
Sentii altro succo d’uomo inondarmi il culo mentre quel fusto pompava il suo secondo carico dentro di me.
Mi lasciò scendere con lui sul pavimento, il suo cazzo si era ammorbidito ma era ancora abbastanza duro da rimanere dentro di me.
Eravamo entrambi stremati dall’aver tanto sborrato e lo sentii tirar fuori lentamente il suo pene. Lo sentii stringermi il viso tra le mani, mi diede un bacio tenero tenero e mi strinse forte al suo petto.
Provai un sussulto di affetto per lui e lui mi trattenne in quel modo per qualche altro minuto, poi si alzò in piedi.
Mi alzai anch’io, ma le ginocchia si piegarono sotto di me e io caddi.
Mi sollevò e lentamente lavò i nostri corpi. Mi portò fuori della doccia e mi ha asciugò, quindi mi ha portò sul letto, mi scivolò accanto e tirò le lenzuola a coprire i nostri corpi.
Emise un sospiro e lentamente si addormentò.
Anch’io ero estremamente stanco, ma non riuscivo a dormire.
Guardai l’orologio. Era mezzogiorno, mi rannicchiai contro di lui e sentii il suo braccio avvolgermi.
Sentivo tanto caldo dentro di me ed ero in paradiso. Lentamente mi addormentai accanto a lui, assaporando ogni momento.


Mi svegliai da solo nel letto e guardai subito che ore erano. Erano le 8 di sera e l’unica luce proveniva dalla lampada sulla scrivania di Giorgio, dove era seduto assorbito nel suo libro mentre prendeva appunti.
Mi alzai lentamente e sussultai per il dolore, il culo mi faceva veramente male.
Tirai indietro lentamente le lenzuola ed emisi un lieve sospiro di fastidio.
Le lenzuola erano coperte di sperma secco dove era il mio culo, il che significava che devo lavarle... di nuovo.
Mi alzai e stavo per trascinarmi all’armadio per prendere un cambio di vestiti puliti quando lo sentii afferrare il mio braccio e mi fece fermare.
“Dov’è il mio bacio di saluto?”
Disse con un sorriso sciocco, fece girare la sedia e mi sollevò a cavalcioni sul suo grembo. Senza esitare premette con forza le labbra contro le mie mentre la mia bocca si apriva per far scivolare dentro la sua lingua ad esplorare la mia bocca vogliosa.
Gli avvolsi le braccia attorno al collo, lui mi strinse il culo e mi tirò a sé.
Mi allontanò, mi guardò negli occhi e si fece strada verso il mio collo, succhiandolo e segnando il suo territorio, dicendo che ero suo; come era bello!
Il mio corpo nudo e il mio uccello duro strusciavano contro di lui mentre mi stringeva col rigonfiamento nei suoi jeans contro il mio sedere, aumentando il mio desiderio anche con il culo dolorante.
Non interruppi il bacio appassionato mentre armeggiavo alla cieca sulla sua cerniera e gli tiravo fuori il pene dagli slip.
Si alzò in piedi e penetrò nella fessura del mio sedere lasciando già grandi macchie e tracce di pre eiaculazione intorno al mio buco che strisciava sul suo palo.
Emisi dei gemiti sommessi mentre strofinava lentamente il suo strumento duro contro il mio buco, mi baciava e mi mordicchiava il collo, facendo palpitare il mio pene e provocando al mio liquido pre seminale di scorrere copiosamente lungo l’asta.
Ne prese un po’ e me lo diede, facendo scorrere il dito dentro e fuori e muovendolo nella mia bocca affamata.
Le tirò fuori rapidamente, mi sollevò e mi sbatté giù sul suo palo, spingendo tutti i suoi centimetri dentro di me.
Emisi un forte guaito che fu subito attutito dalla sua lingua mentre mi stringeva e mi sbatteva sul suo uccello.
Gemetti rumorosamente mentre lo cavalcavo, godendo di essere la sua troia mentre riempiva il culo.
“Sì, ​​ti piace essere la mia puttana? Ti piace essere il mio giocattolo personale?”
Ringhiò nel mio orecchio, ed io risposi con piagnucolii e gemiti.
Il sudore scorreva lungo i nostri corpi e la mia asta mi faceva male mentre lui mi scopava. Sentivo ogni vena del suo attrezzo e ogni spinta mi faceva rabbrividire quando mi sfiorava la prostata.
Mi premetti contro di lui mentre sentivo il mio cazzo iniziare a irrigidirsi e spasimare, sparando grossi fiotti sui nostri visi.
Mi sorrise in modo diabolico quando mi vide lamentarmi e contorcermi per il piacere, si leccò un po’ di sperma dalle labbra e lo condivise con me.
Allungai una mano, mi pizzicai i capezzoli e li sfregai facendo vibrare il suo cazzo.
“Cazzo tesoro, sto per venire, lo vuoi questo carico? Dai prendilo nel culo piccolo, prendi il mio sperma nel culo!”
Sibilò, poi grugnì, gemette ed io sentii il mio culo riempirsi di nuovo del suo sperma. Mi spinse sul letto, il suo cazzo continuava a sparare dentro di me, ci distendemmo mentre lui continuava a scoparmi lentamente, mungendo ogni goccia di sborra che riusciva a far uscire.
“È stata una bella sveltina.”
Sussurrò mentre si staccava da me e mi baciava dolcemente sulle labbra.
Risposi con un lungo sospiro.
“Dovrò lavare di nuovo le lenzuola.”
Gemetti.
“Amico, ti ho appena fatto venire per la terza volta in un giorno e sei preoccupato di dover lavare delle fottute lenzuola?”
Rise, mi fece girare in modo da essere sdraiato sopra di lui mentre mi stringeva e mi abbracciava così forte da non riuscire a respirare.
“Beh, grazie a te devo lavare le lenzuola più volte alla settimana per via di tutto lo sperma secco!”
Mi sono lamentato.
Mi tirò ridendo in un altro abbraccio e mi mordicchiò le labbra.
“Sei così fottutamente carino!”
Mi svincolai dalla sua presa e mi sedetti sul letto. Mi voltai e vidi che continuava a sghignazzare, arrossii per l’imbarazzo ma emisi un ghigno infastidito.
Mi alzai lentamente, traballai e ricaddi, ancora una volta mi prese, mi alzò in aria e mi portò in bagno, dove iniziò a riempire la vasca.
Mi fece sedere sul bordo, mi tenne la faccia ferma e mi fissò negli occhi.
Gli resilo sguardo ma dovevo avere un’espressione confusa perché rise, mi baciò profondamente e mi strinse in un forte abbraccio.
Mi tenne stretto contro il suo petto e le mie braccia riuscivano a malapena ad avvolgerlo, ma mi sentivo bene.
Nel mio stomaco c’erano farfalle, provai anche un grande turbinio di affetto nei suoi confronti e divenni curioso.
Premetti l’orecchio contro il suo petto ed ascoltai. Quello che sentii mi sorprese, il suo cuore batteva rapidamente. Mi persi nei miei pensieri fino a quando mi sentii avvolto in una calda sensazione. Aprii gli occhi e mi ritrovai tra le sue gambe, lui aveva gli occhi chiusi e la testa appoggiata al muro.
Sorrisi e posai di nuovo la testa sul suo petto.
Sentii le sue braccia avvolgersi intorno alla mia vita e la sua testa annidarsi nel mio collo. Gli baciai delicatamente le labbra, lui rispose dolcemente al bacio e mi strinse ancora più vicino a sé.
“Sono sorpreso che tu non mi abbia chiesto perché sono stato così affrettato durante la nostra sveltina.”
Sussurrò.
La mia mente si staccò dalla trance amorevole e mi ricordai che effettivamente era piuttosto veloce, non c’era stato nemmeno un pompino.
“Sì, perché eri così di fretta? Sono sorpreso che tu non abbia nemmeno chiesto un pompino.”
Dissi incuriosito.
Rise e mi strinse contro di lui.
“Mi avevi tanto eccitato e mi mancavi tanto che ero stato tentato persino di violentarti nel sonno.”
Rise ed io gli diedi una gomitata nella pancia.
Ero un po’ seccato, ma mi baciò su una guancia e mi sollevò dalla vasca. Ci asciugò entrambi e mi lasciò cadere sul letto mentre tirava fuori alcuni vestiti. Prese dei jeans e una maglietta che mi infilai mentre lui indossava i suoi vecchi vestiti.
Prese le chiavi con una mano e usò l’altra per prendere la mia e trascinarmi sulla soglia.
“Dove stiamo andando?”
Chiesi un po’ infastidito.
“Naturalmente, ceniamo fuori.
Disse con un sorriso gioioso.

Arrivammo ​​in un ristorante che non conoscevo ma mi sembrò non male e c’era un buon profumo.
Mentre apriva la porta mi ricordai di una cosa.
“Non ho soldi!”
Dissi freneticamente.
Mi attirò e mi si strofinò addosso.
“È un piacere per me, è per questo che ti ho portato qui!”
Disse allegramente.
Ci sedemmo ad un tavolo ed io fissai stupito il menu. C’erano tante varietà, tante cose, ma cosa scegliere? Alla fine mi accontentai di pollo e ne valse la pena. Lui scelse una grossa bistecca.
Mentre mangiavamo ci conoscemmo meglio, lui era figlio unico, era gay da quando aveva 12 anni, lo aveva detto ai suoi genitori un anno dopo e loro lo avevano accettato. Aveva diciannove anni, la mia stessa età ed anche lui aveva appena iniziato l’università, voleva diventare ingegnere, con la speranza di inventare qualcosa un giorno.
La cena fu divertente e quando uscimmo eravamo veramente sazi.
Sulla via del ritorno fu silenzioso, sembrava un po’ nervoso, un po’ turbato.
Non gli chiesi nulla finché non fummo in camera, dove lui si girò con uno sguardo serio sul viso.
Temetti il peggio.
“Dobbiamo parlare...”
Sussurrò.

Capitolo 2

“Dobbiamo parlare...”
Sussurrò.
Credetti di impazzire e nella mia testa cominciarono a turbinare le cose più strane. Avevo fatto qualcosa di sbagliato, l’avevo fatto arrabbiare? Forse non gli piacevo, dannazione, sapevo che sarebbe successo! Stupido, stupido Carlo! Credere di poter avere un ragazzo del genere!
Mentre nella mia testa scoppiava la guerra, il mio corpo iniziò a tremare e cominciai a sentirmi male.
Rimase lì, in silenzio, a fissarmi. Fece un respiro profondo e iniziò a parlare.
“Io...”
Ma non riuscì a finire.
Lo interruppi dicendo freneticamente,
“Ehi, non pensi che questo possa aspettare, sono davvero stanco e voglio andare a letto, quindi dimmelo domani, ok?”
Dissi in fretta, ma sottovoce.
Lui tentò di protestare ma mi ero già spogliato, saltai nel letto, mi tirai le lenzuola sopra la testa e chiusi gli occhi.
Sentii che il mio cuore iniziava ad accelerare, il mio petto si strinse e le lacrime cominciarono a scorrere. Provai a sbattere le palpebre, ma alcune lacrime cominciarono scivolare sulla guancia mentre stavo lì sdraiato, temendo il peggio.
Lo sentii togliersi i vestiti e spegnere la luce.
Sospettai che questa volta avrebbe dormito nel suo letto, invece mi scivolò accanto. Provai un lieve sollievo mentre mi avvolgeva con un braccio e mi stringeva leggermente, ma un singhiozzo mi sfuggì.
Sentii il fruscio delle lenzuola mentre balzava fuori e riaccendeva la luce. Rapidamente ritornò sul letto cercando di strappare le coperte che trattenni con forza.
“Carlo.... cosa c’è che non va.”
Chiese sottovoce mentre mi posava una mano sulla spalla. Sapevo che stavo saltando alle conclusioni e reagendo in modo eccessivo, ma mi ricordavo cosa era successo l’ultima volta, non volevo farmi male. Non di nuovo.
“Cosa vuoi dire?”
Dissi piano, la mia voce tremava leggermente.
“Va tutto bene, sono solo stanco...”
Il mio corpo era freddo e pesante e all’improvviso mi era difficile respirare. Rimasi fermo per qualche minuto, nessuno dei due si mosse o disse nulla.
Pensai che si fosse arreso sentendolo scendere dal letto, finché non sentii un’improvvisa forza strappare le lenzuola, rivelando la mia faccia striata di lacrime e un Giorgio molto depresso.
Rapidamente mi strinse in un abbraccio schiaccia ossa.
“Carlo... sul serio, cosa c’è che non va?”
Un’altra lacrima scese.
“Non essere così delicato, dimmelo e finiscila...”
Sussurrai.
Lo sentii respirare più forte, mi tenne a distanza di braccia e mi fissò con un’espressione incredula sul suo viso.
“Carlo, che cazzo stai dicendo?”
Disse confuso.
Lo guardai, eravamo entrambi confusi.
“Non hai intenzione di dire che non ti piaccio?”
Dissi sempre più confuso.
Gli ci vollero alcuni secondi per rispondere, la sua faccia era in stato di shock e la sua mascella si spalancò.
Mi attirò a sé.
“Carlo, quello che stavo per dire era...”
Esitò.
“Tu non mi piaci, Carlo!”
Disse, il cuore mi si spezzò e sentii le lacrime scorrere libere.
“Io ti amo Carlo Franchi.”
Bisbigliò con le labbra a pochi centimetri dalle mie e mi baciò con un bacio che mi tolse il fiato e mi fece sentire come se stessi per sciogliermi.
Un’altra lacrima scivolò in giù mentre toglieva le sue labbra dalle mie.
“Ti amo, Giorgio Lotti.”
Sussurrai di rimando e premetti le labbra sulle sue.
Mi fece sdraiare sul letto ed interruppe il nostro bacio in modo che potessi girarmi sopra di lui, mi afferrò una mano e me la mise sul suo petto. Sentii il cuore battere con forza e velocemente.
“Lo senti, baby?”
Annuii mentre mi perdevo nei suoi occhi verde smeraldo.
“Sei l’unico che mi rende il cuore così”
Disse dolcemente.
Mi mancò il respiro e non riuscii a trovare le parole per dire tutta la felicità che stavo provando.
Mi afferrò delicatamente il mento e mi tirò a sé per un altro bacio, profondo questa volta, la sua lingua guadagnò l’ingresso e scivolò nella mia.
Allontanai le mie labbra dalle sue e lui le leccò leggermente facendomi arrossire intensamente, e mi rannicchiai sul suo petto.
Sorrise, mi baciò sulla fronte e mi avvolse con le sue braccia.
Sentii qualcosa sul mio stomaco.
“Baby, qualcosa mi sta pizzicando lo stomaco, stai nascondendo qualcosa?”
Dissi incuriosito.
Mi guardò come se fossi stato stupido e poi scoppiò in un’enorme risata.
Ne fui contrariato, gli presi un orecchio e lo tirai più forte che potevo.
Emise un guaito e rise ancora, mi afferrò il polso e mi baciò.
La mia presa si allentò, lasciai andare ridendo, feci il broncio e lo baciai su una guancia.
“Non hai dimenticato che siamo nudi, vero?”
Acc! Divenni di nuovo rosso e lui mi baciò ancora profondamente, lasciando che le nostre lingue scivolassero l’una contro l’altra, ora sapevo cos’era quella cosa sul mio stomaco ed adesso ce n’erano due, belli e duri.
Sentii la sua mano scivolare tra di noi ed iniziare a strofinare la mia cappella, la pre eiaculazione iniziò a bollire quando lui la toccò.
Gemetti piano nella sua bocca, lui si staccò, mi succhiò la lingua e mi ficcò in bocca due dita coperte di liquido pre seminale.
Il mio corpo era caldissimo ed iniziò ad usare l’altra mano per giocare con il mio cazzo mentre io gli succhiavo avidamente le dita.
“Sei una troia affamata, vero? Ti piace il mio liquido, baby? Vuoi succhiarlo dalla fonte?”
Cantilenò.
Riuscii solo ad ansimare un piccolo e debole sì mentre le sue mani callose mi strofinavano la cappella.
Mi spinse verso il basso fino a quando il suo uccello duro non mi colpì la faccia e lasciò una lunga scia del suo liquido sulla mia guancia.
Non persi tempo sulle sue palle, volevo il suo cazzo subito!
Lo affondai fino in fondo in gola e subito lo sentii urlare perché mi fermassi.
Mi allontanai con un’espressione accigliata sul viso.
“Mi dispiace!”
“Per cosa, cazzo?”
Disse ridendo.
“Ci ero molto vicino, ora torna sul mio cazzo, piccola puttana!”
Ringhiò, mi afferrò la testa e spinse tutti i suoi centimetri duri in gola.
Soffocai un po’ ma lui tenne la mia testa in posizione e mi scopò la gola, riempiendomi la bocca di cazzo e rendendomi i suo sex toy.
“Cazzo, tesoro!”
Disse mentre mi scopava la bocca.
Mi tolse le mani dalla testa ed io mi alzai per prendere aria ed avere qualche secondo per respirare.
La pre eiaculazione scorreva senza sosta lungo la sua asta e le sue palle, mi ci rilanciai sopra ed a lui pareva piacere il servizio che gli stavo fornendo. Feci roteare la lingua intorno alla testa e dentro la fessura, strofinai la lingua sul liquido mentre lui pompava il suo albero dentro e fuori ed io gli leccavo la testa. Ci feci scivolare sopra le labbra e la succhiai con forza e avidità, lasciando che mi entrasse brevemente in gola, staccandomi poi e leccando la parte inferiore.
Sentii le sue mani afferrarmi per le spalle, tirarmi su e baciarmi in profondità, lasciando che la sua lingua esplorasse le profondità della mia bocca mentre mi stringeva il culo.
“Vuoi questo, cazzo, vero?”
Mi sussurrò pizzicandomi un capezzolo, facendomi rabbrividire mentre la pre eiaculazione trasudava dal mio pene sui suoi addominali.
Strofinò la testa del cazzo contro il mio buco del culo e lo premette, scherzando e rendendomi ansioso.
“Se lo vuoi, allora dovrai mettertelo da solo.”
Sibilò ed era tutto ciò di cui avevo bisogno. Immediatamente spinsi, la cappella saltò dentro seguita da metà dell’asta.
Gettai indietro la testa e gemetti forte, mi sentivo come se stessi già per venire. Spostai di nuovo il culo, cercando di ottenere di più, ma non riuscii nell’intento.
“Qual è il problema, piccolo?”
Chiese seducentemente.
“Non è da te.”
Mi sussurrò all’orecchio mentre mi afferrava il culo.
“Perché di solito ci riesci!”
Sibilò mentre sbatteva dentro il resto dell’uccello.
Gridai mentre le lacrime mi salivano agli occhi e lui mi teneva il culo in posizione facendo lunghe e profonde spinte dentro e fuori, facendomi rabbrividire e gemere mentre sentivo la cappella esplodere e scivolare dentro di me.
Spostai il culo per incontrare le sue spinte, volevo ogni centimetro di lui dentro di me mentre gemevo di piacere.
Lo sentii smettere di spingere, lo vidi mettersi le mani dietro la testa e ghignare diabolicamente, sapevo che ora avevo il controllo, mi alzai, rimisi il suo cazzo dentro di me e lo cavalcai.
Vidi i suoi occhi chiudersi e sentii i suoi gemiti virili combinarsi con le mie grida di piacere mentre cavalcavo il suo grosso cazzo; presto le sue spinte presero il ritmo col mio cavalcare e sentii il mio orgasmo che lentamente saliva.
Mi fece girare e mi fece appoggiare la schiena contro il suo petto, mi allargò le gambe ed iniziò a scoparmi il culo mentre mi baciava il collo.
“Ti piace il mio cazzo nel culo, non è vero piccola troia?”
Mi baciò nell’orecchio.
Gridai forte mentre mi trombava forte e velocemente.
“Accidenti, non importa quante volte ti fotto, sei sempre così stretto!”
Gemette mentre mi pizzicava l’orecchio.
Gocciolavamo entrambi di sudore mentre lui spostava la testa in modo da potermi baciare in una frenesia di lussuria.
Mi sollevò dal suo cazzo e mi sbatté indietro sul letto, saltò su di me e spinse il cazzo completamente nel mio culo. Mi scopò con le gambe allargate mentre i suoi occhi erano fissi nei miei.
Le molle del letto cigolavano, la testiera batteva contro il muro e i nostri gemiti si aggiungevano al rumore che stavamo creando.
Sentii il mio sperma bollire dalle mie palle e sollevai il pene quando sentii la sua bocca bagnata e calda passarci sopra, il suo cazzo e la sua bocca erano troppo!
Urlai il suo nome mentre gli venivo in bocca e sentii improvvise potenti vibrazioni mentre lui ruggiva con il mio uccello in bocca mentre mi sparava nel culo.
Iniziò a succhiarmi il cazzo con lo sperma ancora in bocca e il suo uccello che scaricava ancora dentro di me.
Alla fine il mio petto si abbassò sul letto, ansimavo pesantemente mentre lui muoveva lentamente il suo cazzo dentro e fuori del mio culo.
Si chinò e mi baciò di nuovo, quando aprii la bocca per accettare la sua lingua lo sperma penetrò e presto le nostre lingue coperte di sborra scivolarono l’una contro l’altra mescolando i due carichi.
Ognuno di noi ebbe la sua parte mentre ci baciavamo e assaggiavamo le nostre creme che, lo devo dire, erano deliziosi.
Pomiciò con me, muovendo ancora lentamente il cazzo semi duro dentro e fuori di me, poi sentii la cappella scivolare fuori ed un po’ di sborra gocciolare fuori dal culo. Mi crollò addosso, eravamo entrambi ansimanti e confusi.
Lo sentii ridere e mi capovolse, ero di nuovo di sopra.
“Cosa c’è di così divertente?”
Ero ancora senza fiato.
“Sembra che qualcuno dovrà lavare di nuovo le lenzuola.”
Rise e girando la testa vidi una grande macchia di sperma sulle lenzuola. Sospirai e mi rannicchiai nel suo petto.
“Ne è valsa la pena!”
Risi, poi sentii la sua mano avvicinarsi allo stomaco e portare della sborra davanti alla mia faccia.
“Ce n’è dell’altro da dove proviene.”
Risi.
“Merda, ma quanta sborra hai!”
Urlò stupito.
“Non lo so, ma è tanta.”
Dissi orgoglioso mentre lui leccava la pozza.
Sorrisi e gli sbattei la mano in faccia spandendo ovunque il mio sperma.
“Mmm, è una scusa per un altro bacio?”
Disse maliziosamente.
“Stai zitto.”
Sussurrai e gli asciugai la sborra dalla faccia.
Dopo aver finito di ripulire puntai il mento verso di lui.
“Ti amo Carlo.”
Sussurrò e mi baciò.
Mi allontanai e fissai i suoi bellissimi occhi verdi.
“E anch’io ti amo, Giorgio.”
Dissi sorridendo e lo baciai.
Inutile dire che mi portò in bagno. Facemmo un bagno caldo e tornammo puliti ma sfiniti, salimmo sul letto e lui tirò su le coperte in modo che fossi coperto sino al mento, ma lui fino al petto.
Mi sdraiai al buio, rannicchiato contro il mio nuovo ragazzo, quando sentii una goccia atterrarmi sulla guancia. Lo guardai e vidi che stava piangendo.
“Cosa c’è che non va.”
Dissi allarmato.
“Nulla di male, piccolo.”
Bisbigliò e mi mordicchiò le labbra.
“Sono solo davvero felice.
E mi strinse più forte.
Mentre mi addormentavo comparve un sorriso sulle mie labbra e una lacrima cadde, e questa volta fu una lacrima di gioia.

Ci svegliammo con il sole che splendeva e trovai molto difficile respirare con le sue braccia che mi stringevano e una gamba gettata sul mio corpo.
Provai a dimenarmi per liberarmi da quei legami umani, quando sentii il suo respiro cambiare, lui mi strinse più forte e il suo cazzo duro premette contro il mio stomaco.
“Come se ti avrei lasciato scappare!”
Disse con foga con un grande sorriso sulle labbra. Mi baciò, io lo spinsi via ridendo, saltai fuori dal letto per prendere pantaloni e una maglietta, che non erano mai stati usati grazie a lui e in più si gelava quella mattina.
Glieli lanciai in testa e lui cercò di obiettare ma poi ci scivolò dentro senza parlare, ambedue avevamo un grande sorriso sul volto.
Il mio mondo sembrava così bello, non poteva andare molto meglio di così.
“Cazzo fa freddo!”
Dissi mentre mi stropicciavo le braccia.
Lui si insinuò dietro di me e mi circondò la vita con le braccia.
“So io come scaldarti.”
Disse e mi mordicchiò l’orecchio, facendomi arrossire mentre sentivo il suo cazzo semiduro premuto contro la mia schiena.
“Oh andiamo!”
Risi e mi dimenai.
Mi prese in braccio, mi gettò sul letto e mi baciò profondamente con tutta la lingua.
“Dovremmo iniziare la giornata nel modo giusto.”
Sussurrò mentre si rannicchiava su di me usando le gambe per bloccarmi, mentre le mani si sollevavano e mi sollevavano la camicia, la sua mano scivolò giù ad afferrarmi il cazzo, facendomelo diventare duro quasi all’istante e gemetti piano. Improvvisamente sentii qualcuno urlare in avvicinamento.
“Eeeeiii!”
E la porta si spalancò.

I miei occhi si spalancarono e fissai la porta, paralizzato dalla paura. C’era una bella e vivace donna asiatica, circondata da bagagli e con le mani sui fianchi. Indossava una maglietta, una giacca azzurra con berretto e jeans e aveva capelli neri di media lunghezza, una bella pelle bianca e un’espressione seccata sul viso.
Ci fissò mentre mi agitavo per uscire dalla stretta di Giorgio.
Lui mi bloccò e lentamente mi leccò l’interno dell’orecchio.
“Forse se la ignoriamo, se ne andrà.”
Sussurrò pizzicandomi un capezzolo, facendomi gemere piano.
La vidi precipitarsi ed afferrarlo per le spalle.
“Vattene dal mio amico, è il mio turno di amarlo!”
Ruggì, lo gettò a terra e mi diede un abbraccio da spezzarmi le costole.
“Dio! Non mi hai nemmeno chiamato quando sei arrivato! E quando ti sei preso un uomo!”
Strillò di gioia. Sentii che diventavo rosso per l’imbarazzo, per la mancanza di ossigeno e di circolazione sanguigna.
“Umm, eravamo occupati!”
Disse Giorgio in tono irritato
Vidi i suoi occhi socchiusi e un luccichio negli occhi, lei afferrò una valigia e gliela lanciò contro.
Lui si chinò evitando il lancio, poi tornò su con un’espressione di trionfo sul viso e ridendo a crepapelle. Spalancò gli occhi e il sorriso si trasformò in uno sguardo di orrore vedendo il suo lavoro rovinato.
Sentii un singhiozzo sfuggirgli dalla bocca, sapevo che ci stava lavorando da qualche settimana.
Lei riprese a farmi domande e a privarmi di ossigeno mentre Giorgio piangeva per il suo progetto perduto.
“Oh mio Dio, cazzo Carlo! Avevi detto che mi avresti chiamato quando saresti arrivato! Nemmeno una fottuta telefonata!”
Disse lei torcendomi il naso.
Feci del mio meglio per non urlare di dolore, finché non vidi Giorgio che si alzava lentamente, con rabbia negli occhi.
Tentai di avvisarlo ma lei mi anticipò, fece scattare il piede e lo fece atterrare sul suo pacco!
“Figlio di puttana!”
Gridò.
“Ehi, quello mi serve!”
Dissi senza fiato mentre mi lasciava andare
“Non mentre io sono qui!”
Disse lei freddamente.
Mi precipitai da lui e gli afferrai l’inguine.
“Hai bisogno di ghiaccio, piccolo?”
Dissi con sguardo preoccupato.
“Non ho bisogno di ghiaccio, ho bisogno di un bel pompino.”
Disse con una debole risatina.
Sorrisi, gli tirai un pizzicotto sulla guancia come una vecchia nonna e lo lasciai a contorcersi sul pavimento.
“Allora, cosa volevi dire?” Le dissi con uno sguardo confuso.
Frugò nella valigia, tirò fuori un cavalletto e iniziò a disegnare alcune immagini molto dettagliate per indicare un intero programma di cose che potevamo e non potevamo fare mentre lei era lì.
“Oook! Mentre sono qui, non voglio nulla di tutto ciò, pomiciare, leccare, succhiare, scopare, ingoiare, pizzicare, fare cose di qualsiasi tipo con una parte del tuo corpo o sul tuo corpo.”
Disse con uno sguardo severo sul viso mentre indicava ciascuna delle immagini che aveva disegnato per ogni atto.
Mi sentivo un po’ sconvolto, ma ero contento che lui fosse lì accanto a me, inoltre avrei potuto sopravvivere per una settimana, anche se sarebbe stato un po’ difficile a causa di un certo qualcuno che mi scopava continuamente.
Guardai Giorgio e gli vidi strizzare gli occhi.
Non ero sicuro che fosse per il dolore alle palle o per il fatto che non ci sarebbe stato sesso per un po’, con la sua libido era più difficile che smettere di fumare.
Lei sorrise e rise appallottolando il foglio e gettandolo nel cestino.
“Sembra che il ragazzino avrà un sacco di problemi con questa piccola situazione.”
Sorrise raggiante mentre frugava nella valigia per prendere un cambio di vestiti ed accessori per il bagno.
“Vi dispiace se faccio una doccia?”
Scherzò.
“No, no, non ci importa affatto, prenditi tutto il tempo che ti serve.”
Disse lui maliziosamente mentre si muoveva dietro di me ed avvolgeva le braccia intorno alla mia vita e mi sfregava il collo.
Il viso della ragazza si contorse in un ghigno e si mise le mani sui fianchi.
“Non pensare nemmeno di fottere mentre sono lì, ho amici che hanno frequentato ragazzi come te, tu fai tremare le pareti e le persone che scopi urlano. Quindi non provarci nemmeno.”
Disse lei socchiudendo gli occhi.
“Ti controllo!”
E camminò con grazia nel bagno sbattendo la porta.
“Hmmm è stata una sfida?”
Sussurrò lui mentre mi spingeva di nuovo sul suo cazzo semi duro.
Per quanto lo volessi, lo spinsi via ridendo.
“Bastardo arrapato! Dai, lo verrà a sapere, lei sa tutto.”
Dissi cautamente guardando verso la porta del bagno.
Mi sdraiai sul letto e mi rannicchiai tra le coperte nel tentativo di scongelare le dita dei piedi. Era ottobre ma sembrava dicembre! La parte peggiore era che ero lì da circa una settimana,
“Qui fa troppo fottutamente freddo!”
Mi lamentai mentre mi accartocciavo a palla.
Sentii Giorgio saltare sul letto, mi strinse in un altro abbraccio schiaccia ossa e mi mordicchiò un orecchio.
“Conosco un modo perfetto per scaldarti.”
Sibilò mentre faceva scivolare la mano sulla camicia.
Gliela fermai e gli agitai il dito davanti alla faccia.
“No Giorgio, cattivo! Niente sesso, ricordi?”
Gli dissi come se lui fosse un cane.
Lo sentii ridere di gusto e mi strinsi forte contro di lui mentre mi strofinava il viso tra i capelli.
“Fottutamente carino.”
Ringhiò e mi baciò sulla fronte.
Sospirai contento mentre eravamo sdraiati lì con le sue enormi braccia che mi avvolgevano, mi sentivo così al sicuro e amato quando ero con quel ragazzo e non ne avevo mai abbastanza di lui! Mi rannicchiai nel suo petto e chiusi gli occhi, ma fui svegliato dal rumore del suo russare.
Sbirciai e vidi che si era addormentato con un sorriso sul volto.
Un piccolo sorriso comparve sulle mie labbra e lo baciai dolcemente mentre godevo del suo abbraccio ed iniziavo a ripetermi come eravamo arrivati lì.
“Tutto questo a causa di quel dildo!”
Mi dissi piano ridacchiando. Sospirai di nuovo, mi sentivo così a mio agio, inoltre il calore mi faceva addormentare. Lentamente mi addormentai ma fui svegliato da un urlo e la porta del bagno si spalancò.
Mi misi e sedere mentre Giorgio si alzava lentamente stropicciandosi gli occhi e brontolando per l’improvviso risveglio.
“Oh, stavate solo dormendo.”
Disse lei sospirando di sollievo.
Giorgio smise di stropicciarsi gli occhi e sbatté le palpebre alcune volte, la guardò e vidi i suoi occhi spalancarsi.
“Wow, è tornato Lupo mannaro!”
Disse in mezzo alle risate.
Lei gli lanciò un pettine che colpì il muro a pochi centimetri dalla sua testa.
Le risate cessarono e lei sistemandosi una ciocca di capelli tornò in bagno.
“Sei sicuro che non sia un’assassina?”
Mi sussurrò lui.
“Penso che ne abbia il potenziale,”
Risi, sconficcai il pettine dal muro e cominciai a pettinargli i capelli in disordine.
“Oh, allora!”
Urlò mentre cercavo di sistemargli la capigliatura.
“Cosa? I tuoi capelli sono tutti disordinati.”
Brontolai.
“Sei il mio ragazzo, non mia madre!”
Disse ridendo mentre mi prendeva il pettine di mano.
Mi sdraiai emettendo un enorme sbadiglio, tirai fuori il mio laptop e iniziai a controllare la mia e-mail e facebook.
“Sei veramente amico di una cagna, lo sai?”
Sibilò.
“Comunque chi cazzo è?”
Lo guardai e gli lanciai una scarpa ridendo.
“Tessa è la mia migliore amica! Sii gentile, non è così cattiva come pensi.”
Dissi scherzando.
“A me sembra un’assassina.”
Borbottò ancora una volta e tornò a sistemare il suo progetto.
Eravamo così per da ventina di minuti quando sentii uscire Tessa.
“Perché siete ancora in pigiama? Usciamo!”
Disse allegramente mentre frugava nella sua valigia alla ricerca di qualcosa. Indossò jeans e stivali con un maglione a collo alto nero e non si truccò nemmeno.
Io ero felice di uscire e Giorgio non protestò, anche se scommetto che si stava dicendo tutte le parolacce esistenti ed altre inventate.
Salimmo in macchina e andammo al centro commerciale, il viaggio fu completamente silenzioso, a lei non piaceva parlare mentre guidava, diceva che la distraeva.
Quando arrivammo, Tessa e io andammo a fare spese in qualunque negozio attirasse la mia attenzione. Di tanto in tanto controllavo che cosa stesse facendo Giorgio e mi sembrava si annoiasse. Di solito odiavo fare shopping di vestiti, ma qualsiasi cosa fatta con Tessa era divertente.
Ad un certo punto decisi di far fare una pausa.
“Ehi Tessa, Giorgio e io possiamo lasciarti per un momento?”
“Certo.”
Disse lei distrattamente mentre guardava una giacca.
Uscimmo dal negozio, lo portai in un angolo e lo baciai profondamente.
“Grazie per essere così bravo.”
Gli dissi piano.
Lo vidi sorridere, mi ritornò il bacio e mi abbracciò.
“Lo faccio per te.”
Lo guardai, adoravo quel ragazzo! Continuai a fissarlo finché non mi ricordai di qualcosa.
“Aspetta, non so, se vuoi possiamo andare in un altro negozio?”
Dissi incerto.
Lui sorrise e mi baciò sulla guancia.
“Certo.”
E ci dirigemmo verso l’unico negozio che amavo e odiavo allo stesso tempo, Hollister.
Entrammo nel negozio poco illuminato, iniziai a guardare i vestiti, controllandone alcuni che attirarono la mia attenzione.
Dopo un po’ chiesi a Giorgio di venire con me nel camerino.
“Perché?”
Chiese con un pizzico di gioia nella voce.
“Perché devo conoscere la tua opinione.”
Dissi con calma.
Vidi la piccola luce nei suoi occhi svanire e mi seguì nel camerino.
Si sedette mentre mi toglievo la camicia e mi mettevo una maglietta attillata, lo vidi guardarmi con occhi lussuriosi.
“Come ti pare?”
“Dannatamente sexy.”
Disse aspirando un po’ di bava che era comparsa all’angolo del labbro.
Provai qualche altra maglietta, poi arrivai a​​i jeans. Mentre tiravo giù i miei vidi che iniziava a diventare rosso.
Mi guardai allo specchio e proprio quando stavo per provarne un altro paio, sentii le sue braccia sulla vita e le sue mani sul mio pacco.
“Sai, sembri fottutamente sexy in quegli slip.”
Mi sussurrò all’orecchio.
Mi dimenai cercando di liberarmi.
“Dai Giorgio, non qui! Non è sicuro!”
Sibilai.
Mi fece girare e mi bloccò contro il muro.
“Non preoccuparti, sarai al sicuro.”
Sussurrò, mi baciò il collo e poi premette forte le sue labbra contro le mie.
Cercai di respingerlo ma lui mi teneva saldamente e alla fine mi arresi.
Sentii le sue mani scivolare in giù ai miei slip ed afferrare il mio uccello, io mi lamentai piano. Lo volevo, misi una gamba tra le sue e la spinsi contro di lui, facendolo grugnire un po’.
Tutto ciò fu fatto in un silenzio quasi completo mentre lui mi baciava lungo il collo, mi mordicchiava i capezzoli duri e lentamente li circondava con la lingua.
Lo sentii sollevarmi bruscamente, sbattermi sulla panchina e tirarmi giù le mutande rivelando il mio cazzo duro.
Mi afferrò e mi prese in bocca la cappella, mi morsi la lingua per evitare di gemere. Sentii la sua lingua che si agitava sul glande e leccava costantemente la fessura. Mi passai le dita tra i capelli, emettendo di tanto in tanto un piagnucolio fino a quando non iniziò a prenderlo in gola, facendomi sussultare e contorcere per il piacere.
Prese lentamente tutti i miei centimetri e li tenne lì a lungo mentre mi mordevo le nocche delle dita per evitare di urlare.
Si tolse il cazzo dalla gola e cominciò a succhiarlo viscidamente, gli afferrai la testa e mi feci pompare il pene dentro e fuori della sua bocca, a volte spingendolo in gola. Lo sentii lasciare il mio cazzo, si alzò un po’ e mi baciò.
“Ti piace, vero?”
Mi sussurrò all’orecchio mentre mi infilava un dito nel culo, facendomi emettere un lieve gemito.
“Mmm, vuoi il mio grosso cazzo in culo, piccolo?”
Cantilenò, aggiunse un altro dito, iniziò a massaggiarmi la prostata ed io emisi un forte gemito.
“G...Giorgio, fermati. Per favore, non siamo al sicuro...”
Piagnucolai mentre mi baciava il petto e mi penetrava il culo con forza.
“Non preoccuparti, piccolo, lascia che ti faccia godere.”
Mormorò e scese, sentii la sua lingua iniziare a leccarmi il buco.
Ansimai e gemetti ancora, nessuno mi aveva mai leccato lì. Sentii la lingua percorrere il mio buco e mi fece rabbrividire ogni volta che la sua lingua mi penetrava. Era lunga, lui mi sollevò un po’ il culo.
Rabbrividii mentre continuava a leccarmi e mi massaggiava le palle, in breve sentii lo sperma che percorreva lentamente la mia asta e misi una mano sulla sua testa per dirgli di smettere.
“Giorgio, sto per venire.”
Sussurrai.
Lui sogghignò diabolicamente, prese in bocca il mio cazzo e lo succhiò con forza mentre mi carezzava la prostata ed usava l’altra mano per strofinare e pizzicarmi i capezzoli.
Rimasi senza fiato quando sentii i fianchi contrarsi e iniziai a pompare il mio carico nella sua bocca golosa.
Il mio uccello spasimò e sussultò, erogando fiotto dopo fiotto, un po’ iniziò a fuoriuscire dal lato della sua bocca mentre continuava a succhiarmi.
Tirai fuori il mio pene e rimasi lì, sfinito e ansimante mentre si chinava su di me facendomi scorrere lo sperma in bocca ed accarezzava delicatamente il mio cazzo.
“Non è stato così male, vero?”
Ridacchiò mentre mi baciava il collo.
Il mio cazzo stava iniziando a diventare di nuovo duro ed afferrai il suo rigonfiamento.
“Stai zitto e scopami.”
Sibilai, lui sorrise, rapidamente si tolse tutti i vestiti e mi sbatté contro il muro. Ci baciammo come pazzi mentre il suo cazzo duro era premuto contro il mio ventre.
La sua lingua penetrò facilmente la mia bocca e lentamente gli succhiai la lingua mentre massaggiavo le sue grosse palle con una mano e gli accarezzavo il cazzo con l’altra.
Allontanò le labbra dalle mie e mi guardò negli occhi, entrambi avevamo il cazzo duro ed eravamo ansimanti.
Si leccò le labbra, rapidamente mi sollevò e si mise le gambe sulle spalle, puntò il pene e lo premette contro il mio buco.
“Sei pronto, piccolo?”
Ansimò.
“Dammelo stallone!”
Risposi bruscamente.
“Non lamentarti forte.”
Sussurrò e mi sbatté sul suo grosso cazzo.
Rimasi senza fiato per il misto di dolore e piacere quando sentii la sua carne entrare dentro di me e lui non esitò a sbattermi con forza.
Lo tirò fuori quasi tutto e poi rapidamente lo spinse di nuovo dentro, facendo serrare i miei muscoli mentre mi mordevo il labbro inferiore e mi affondavo le unghie nella sua schiena cercando di non urlare.
I suoi colpi erano lunghi e lenti, mi facevano rabbrividire mentre giocava con il mio cazzo in mano, stuzzicandolo con le dita facendole scorrere sulla cappella.
Tenne la bocca occupata baciandomi e succhiandomi il collo, lasciando segni di denti ovunque.
“Mi sorprende che non ti sia ancora rotto.”
Mi sussurrò all’orecchio e me lo morse mentre sbatteva il suo cazzo dentro di me. Rimasi senza fiato ed emisi un piccolo gemito mentre Giorgio mi baciava con forza e le nostre lingue scivolavano l’una contro l’altra.
Il suo uccello spingeva costantemente contro la mia prostata e le sue dita erano intrise della mia pre eiaculazione mentre lentamente mi pugnalava con lunghi colpi. Rabbrividii mentre lui mi stringeva il pene, sentii le sue dita bagnate entrare nelle mie labbra ed iniziai lentamente a succhiarle.
“Ti piace la pre sborra? Ti piace il mio grosso cazzo che ti batte il culo, ti piace essere la mia piccola puttana?”
Sibilò accelerando il ritmo.
Piagnucolai in risposta mentre mi sollevava dal suo cazzo, mi sistemava sulla panca e rapidamente posizionava il suo cazzo dentro di me con un angolo che lo faceva premere forte contro la mia prostata.
Alla fine emisi un forte gemito, le dita dei piedi mi si arricciavano mentre continuava a scoparmi, spingendomi in una frenesia di gemiti e sussulti.
“Ci siamo!”
Mi disse in un orecchio mentre emettevo un altro grido di piacere.
Aprii gli occhi e lo vidi con la testa spinta indietro e luccicante di sudore mentre mi scopava, i suoi grugniti e gemiti alimentavano la mia lussuria.
Lo sentii premere il suo corpo contro il mio e il mio cazzo iniziò a sfregare sui suoi addominali duri come la roccia, emettendo un altro gemito come se stessi eiaculando per la seconda volta
Iniziò a baciarmi il collo ed usò le mani per tenere il mio corpo vicino al suo in modo che il mio uccello gli sfregasse continuamente contro lo stomaco.
“Questo è il più lungo che tu abbia mai fatto senza venire!”
Ringhiò nel mio orecchio.
“Taci!”
Piagnucolai mentre lui continuava a sbattere il suo pene dentro di me.
“Posso cambiare!”
Sibilò, lo sentii accelerare il ritmo e i suoi colpi diventarono molto più duri.
Sentii l’aria lasciare i miei polmoni ed ondate di estasi iniziarono a fluire in tutto il mio corpo.
“Ci sono!”
E rapidamente risucchiai un po’ d’aria mentre mi sbatteva contro il suo cazzo.
“Sto venendo!”
Urlai mentre sentivo il mio sperma schizzare attraverso il mio cazzo e sparare tra i nostri corpi.
Il mio culo si strinse sul suo pene, lo sentii urlare mentre sollevava il suo corpo dal mio, lasciando che il mio sperma mi sparasse sul viso ed iniziò ad urlare e imprecare come un pazzo.
“Merda, oh cazzo… cazzo… cazzo… cazzo!”
Ruggii quando sentii un’enorme ondata di sperma inondarmi il culo.
Continuò a pompare il suo cazzo dentro e fuori del mio culo fino a quando finalmente non collassò sul mio corpo inzuppato di sperma, stavamo ansimando, poi lo sentii uscire e lo sperma subito iniziò a fuoriuscire.
“Mi dispiace.”
Sussurrò mentre mi leccava un po’ di sperma dal viso e dal collo.
“Tutto bene, ho goduto.”
Sussurrai con gli occhi chiusi.
“Avrei voluto tirarmi fuori all’ultimo secondo, ma il tuo culo mi stringeva dannatamente.”
Sorrise. Lo sentii sollevarmi e baciarmi profondamente.
“Sei così carino, lo sai?”
Disse tra i baci.
“Solo perché ti ho lasciato scopare in uno spogliatoio?”
Ridacchiai mentre gli baciavo il collo.
“Mi piace stare con te.”
Sussurrò e si morse il labbro inferiore.
“Ma come facciamo a pulire, siamo pieni di sperma!”
Sussurrai. Lo vidi sorridere furbamente e mi spinse contro il muro.
“Lascia che me ne occupi.”
E cominciò a leccarmi il petto e lo stomaco, pulendo la sborra.
Dopo che ebbe finito, facendo un ottimo lavoro di pulizia, ci vestimmo e comprai i vestiti che desideravo.
Uscii con un sorriso enorme sul viso, nonostante fossi stato scopato in uno spogliatoio e lo sperma che mi usciva continuamente dal culo, ero sicuro che il periodo all’università sarebbe stato bellissimo.
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