Racconti Erotici > Gay & Bisex > Il pizzaboy
Gay & Bisex

Il pizzaboy


di aramis2
15.11.2018    |    24.701    |    11 7.5
"Istintivamente il suo braccio mi ha circondato, io potevo sentire il freddo che da lui gradualmente si trasferiva a me e ho capito che il calore del mio corpo..."
Era fredda, scura e piovigginosa quella notte. Stavo guardando la televisione quando ho sentito bussare alla porta. Ho chiesto chi era ed ho scoperto che la "consegna a domicilio" funzionava veramente.
Era completamente inzuppato ed era ovvio che era rimasto parecchio sotto la pioggia. Aveva in mano un contenitore termico per pizza. I miei occhi si sono spostati dal contenitore a lui. Gli ho domandato come mai era così bagnato. Mi ha detto che aveva avuto problemi con la macchina e quindi aveva fatto le consegne su una motocicletta.
L'ho invitato ad entrare in casa per scaldarsi ed asciugarsi. Di malavoglia ha accettato. Capivo che avrebbe preferito ritornare per consegnare un maggior numero di pizze. Gli ho detto di togliersi i vestiti per poterli mettere nell'essiccatore.
Ha messo la mia pizza sul tavolo. Lentamente ha cominciato a sbottonare la camicia. L'ho aiutato a togliersela. Ho visto che anche la T-shirt era inzuppata. Gli ho detto che doveva essere rimasto sotto la pioggia per un bel po' e lui mi ha detto che avevo ragione. Mi è capitato di andare in bicicletta sotto un temporale di tanto in tanto, e conosco la sensazione di freddo, bagnato e viscido che si sente dopo. Gli ho circondato la vita, ho afferrato l'orlo della T-shirt e gliel'ho sfilata dalla testa. Quello che mi si è presentato è stato un meraviglioso torso ben costruito con pettorali ben definiti. C'erano solo dei peli sparsi intorno ai capezzoli ed un piccolo ciuffo rado in mezzo al torace. Un piccolo ciuffo di peli sotto ciascuno braccio completava l'inventario nella parte superiore del corpo. I capezzoli stavano fermamente eretti.
E' rimasto in piedi tremante e con i denti che battevano. Ho preso dall'armadio un asciugamano grande e caldo. Gliel'ho avvolto intorno e poi l'ho attirato a me ed ho messo le mie grandi braccia intorno al suo minuscolo corpo freddo. Istintivamente il suo braccio mi ha circondato, io potevo sentire il freddo che da lui gradualmente si trasferiva a me e ho capito che il calore del mio corpo stava invadendo il suo corpo. La sua testa era appoggiata alla mia spalla. Il freddo ed il tremito non diminuivano. Ho provato strofinare il suo corpo attraverso l'asciugamano ma ha continuato a tremare.
Mi sono abbassato, ho aperto la fibbia della cintura, poi ho armeggiato un po' e sono riuscito a sbottonargli i pantaloni ed aprire la chiusura lampo. I suoi pantaloni erano così bagnati che aderivano al suo corpo e ho dovuti tirarli giù invece di lasciarli cadere. Gli ho tolto scarpe e calze e gli ho fatto uscire i pantaloni dalle gambe.
Ho messo di nuovo il mio braccio intorno a lui per scaldarlo un po' di più. Gli ho bisbigliato nell'orecchio che era terribilmente bagnato. L'ho sentito bisbigliare "Potrebbe lavarmi i pantaloni, per favore?" "Posso metterli nell'essicatore, così si asciugheranno." Altrettanto quietamente l'ho sentito dire, "Ma, paparino, devono essere lavati. Non potevo trattenermi più lungo e me la sono fatta addosso bagnando i calzoni."
L'ho abbracciato ancora più stretto. L'ho sentito spingere il suo inguine contro il mio e potevo sentire la pressione del cazzo duro contro il mio corpo. Ho bisbigliato nel suo orecchio, "Sicuro. Capisco. Te li laverò." Gli ho tolto anche gli shorts per lavargli anche quelli.
I suoi vestiti bagnati erano accumulati sul pavimento e mi sono allontanato per dargli un'altra occhiata. Ora tutto ciò che indossava era un asciugamano intorno alle spalle ed aveva un'erezione furiosa. Lo sguardo che aveva negli occhi avrebbe potuto ispirare compassione ad una roccia.
Era alto un metro e settanta e dall'alto del mio metro ed ottantatre torreggiavo su di lui. Non poteva pesare più di sessanta chili, bagnato fradicio. La pioggia aveva fatto in modo che i suoi capelli già scuri sembrassero neri corvini. Una pista di peli molto sottile conduceva dall'ombelico ai peli del piccolo cespuglio pubico. Potevo vedere che non c'era traccia di peli sulle palle o sul cazzo. Erano solo intorno alla base del cazzo che era schiacciato contro il corpo e gli raggiungeva l'ombelico. Un cazzo molto lungo e sottile per un uomo tanto giovane. Aveva giusto un spolverata di peli sulle gambe.
Ho deciso che la lavanderia poteva aspettare. Ho pensato che era più importante scaldarlo di nuovo prima che prendesse un raffreddore o una polmonite o qualche cosa del genere. Mentre era là tremante, rapidamente ho preso un po' di brandy e gliel'ho dato da bere.
L'ho condotto nel bagno e ho aperto l'acqua nella vasca da bagno lasciandola scorrere. Mentre si scaldava, rapidamente mi sono spogliato e poi l'ho spinto sotto la doccia con me. Ho tirato la tenda e l'ho tenuto sotto l'acqua calda che gli grondava addosso.
Ho preso il sapone e ho cominciato ad insaponarlo. Talvolta sembrava una battaglia persa con l'acqua che lo lavava via più velocemente di quanto io non insaponassi. Ho lavato completamente ogni parte del suo corpo, iniziando dal collo e dalle orecchie e poi scendendo. Il suo corpo era sodo e liscio ed era bello sentirlo sotto il mio tocco delicato. Per tutto il tempo che l'ho lavato ha tenuto su di me uno sguardo molto innocente, da ragazzo.
Quindi ho insaponato il suo cespuglio pubico, il suo cazzo era rosso brillante e rigido contro la parte bassa della pancia. L'ho insaponato accuratamente e poi ho continuato più in basso sulle palle. Mi ero inginocchiato nella vasca così da avere un migliore approccio. L'acqua continuava a lavare via il sapone più velocemente di quanto insaponassi.
Istintivamente la mia lingua è uscita ed ha toccato quel piccolo sacco delle palle. Sentivo l'increspatura nella borsa che teneva le sue noci attaccate al suo corpo. Sentivo un brivido attraversare il suo corpo mentre la mia lingua dardeggiava la sacca. Istintivamente le sue mani hanno afferrato la mia testa ed io ho pensato che volesse spingermi via. Invece ha avvicinato di più la mia testa e ho potuto lavorare meglio con la lingua intorno al sacco. Ho trovato la base del cazzo con la lingua. Le mie mani l'hanno circondato e hanno afferrato le natiche del suo rotondo, sodo, liscio culo. Proprio quando la mia lingua ha raggiunto la testa del cazzo, ho sentito il suo corpo contrarsi ed il carico caldo lasciare le sue palle. Ho messo la bocca sopra la testa del cazzo giusto in tempo per prendere quelli che sono sembrati cinque litri di sperma caldo, dolce.
Continuava a tenere la mia testa e si lamentava mentre il suo cazzo diventava molle. Gradualmente mi ha lasciato e ho finito di lavargli le gambe, i piedi e quel bel culo.
Siamo usciti dalla vasca e mentre cominciavo ad asciugarlo, mi ha circondato con le braccia e mi ha dato un altro abbraccio molto forte. La sua testa era di nuovo sulla mia spalla e l'ho sentito bisbigliare, "grazie, papà."
Finalmente l'ho asciugato e mi sono asciugato. L'ho preso, l'ho portato in camera da letto e l'ho messo sotto le coperte. Ho aumentato di un paio di tacche l'interruttore della coperta elettrica per dargli più calore. Sono uscito, ho preso un altro brandy e gliene ho portato uno per scaldarlo un po' anche all'interno. Mi sono seduto sull'orlo del letto e gli ho detto, "perché non fai un pisolino mentre ti scaldi e i tuoi vestiti si lavano?" "non posso," ha detto "Se mi addormento bagno il letto." Gli ho detto che quello non era un problema, ho tirato fuori un pannolino per adulti e gli ho detto avrebbe utilizzato quello. Tengo sempre un foglio di plastica sul letto per queste situazioni. Mentre glielo mettevo il suo cazzo ha ricominciato a diventare duro. L'ho appoggiato contro la sua pancia, l'ho coperto col pannolino e l'ho legato con un nastro. L'ho coperto ancora una volta e mi sono chinato a baciarlo. Mentre mi rendeva il bacio mi ha detto, "sei un buon papà!"
Ho abbassato le luci, sono uscito nel soggiorno e ho preso i suoi vestiti bagnati, ho vuotato le tasche e li ho messi nella lavatrice. Ho guardato fuori dalla finestra e ho visto che continuava a piovere. Mi sono guardato intorno e ho visto la mia pizza ormai fredda. Ho curiosato un po' nel portafoglio del ragazzo. Si chiamava Pietro. La sua patente diceva che aveva 19 anni e che poteva guidare una motocicletta. Il suo corpo mentiva. Dimostrava meno di 19 anni. Non c'era molto altro nel portafoglio. Un paio di banconote ed una fotografia di quelli che sembravano essere sua madre e suo padre e poi una di suo padre da solo.
Ho guardato un'altra volta dentro la camera da letto e ho visto che stava dormendo. Sono tornato in soggiorno e ho atteso che la lavatrice finisse il suo lavoro. Quando l'ha fatto ho trasferito i suoi vestiti nell'essicatore e poi sono entrato in camera da letto.
Delicatamente mi sono messo a letto accanto a lui. Non potevo lasciare questo idilliaco giovane solo nel mio letto senza condividere un po' di melodia. Lui si è alzato un po', mi ha visto, mi si è avvicinato e ho sentito il suo braccio spostarsi sul mio torace e pizzicarlo un po'. Mentre ero accoccolato vicino a lui, ho sentito il pannolino contro la mia pelle ed ho capito che era colmo. In quella mezz'ora o giù di lì si era inzuppato completamente.
Mi ci sono accoccolato ancora più vicino e sono rimasto sdraiato pensando a lui in dormiveglia.
Dopo un po' mi sono reso conto di essere sveglio ed il mio cazzo era nella sua bocca. Si era svegliato e lavorava sul mio cazzo come se stesse succhiandolo dalla mattina e volesse succhiarlo per tutto il giorno. Ma non c'era possibilità di farlo per tutto il giorno. Infatti non è passato neppure un minuto prima che esplodessi. Ne ha preso ogni goccia e l'ha ingoiato tutto.
Poi è scivolato accanto a me, le sue labbra hanno incontrato le mie ed ho sentito la sua lingua entrare nella mia bocca. Mentre mi esplorava la bocca ho sentito il pannolino caldo, bagnato contro il mio inguine. Sentivo anche il letto umido dove il pannolino non aveva trattenuto tutto. Ho abbassato le mani e ho sentito il suo cazzo furioso attraverso il pannolino. Abbiamo continuato a baciarci e ho continuato a giocare col suo cazzo che sentivo diventare sempre più duro. Improvvisamente ha smesso di scandagliarmi la bocca, mi ha stretto ancora di più mentre diceva "Oh, papà, papà," e sentivo il suo cazzo esplodere dentro il pannolino.
Siamo rimasti sdraiati per alcuni minuti stringendoci l'un l'altro e poi mi ha detto che doveva ritornare a lavorare. Gli ho tolto il pannolino e siamo ritornati nella doccia per pulirlo. I suoi vestiti erano asciutti ed aveva smesso di piovere.
Ci siamo dati un bacio lungo lungo quando è uscito dalla porta col porta pizza ed è montato sulla mto.
Penso che ordinerò un altra pizza.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 7.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Il pizzaboy:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni