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Il mio eccitante arabo


di aramis2
13.10.2020    |    23.321    |    16 9.3
"Dopo di che si girò e si avviò al bar, lo guardai mentre si allontanava, che culo! Indossava una maglietta stretta e nera che mostrava il suo bel corpo a..."
Avevo compiuto 19 anni quel luglio. Lo posso ricordare chiaramente; la mia prima vera esperienza con un ragazzo.
Mi chiamo Danilo e questa è la mia storia.
La gente ride sempre quando dico che ho capito di essere gay quando avevo 10 anni. Ridono ancora più forte quando dico che per anni ho tentato di convincermi che non era vero. Nella prima adolescenza ho incontrato un altro ragazzo durante una vacanza con la mia famiglia, si chiamava Michele.
Essendo giovane non mi rendevo completamente conto del perché ero così ‘attirato’ da quel giovane fusto!
Era un po’ più vecchio di me, ma allora mi sembrava che fra noi ci fosse un secolo, ma forse aveva poco più di 18 anni.
Aveva corti capelli neri ed una carnagione perfetta, profondi occhi scuri ed un corpo per il quale potrei uccidere.
Quel ragazzo mi inebetiva completamente, lo seguivo dappertutto ed a lui piaceva la mia attenzione. Mi piace sognare che il mio innamoramento sarebbe diventato reciproco se avessimo avuto tempo. Ahimè, le mie due settimana finirono troppo rapidamente e Michele fu strappato per sempre dalla mia vita.

Ritornai ad essere un dodicenne confuso da questi nuovi sentimenti. Michele aveva cambiato la mia vita per sempre.
Non mi preoccupai delle ragazze in fiore che mi circondavano; con loro dispiacere. Non voglio essere immodesto o arrogante, ma non ero, né lo sono ora, un solitario. Sono stato sempre popolare, avevo molti amici e le ragazze mi giravano intorno.
Raggiunta la pubertà mi accaddero le cose ‘naturali’; cominciai a vedere i miei pari in una luce nuova, fantasticai su di loro, li desiderai, desiderai il loro tocco e volevo che loro desiderassero il mio. Una cosa naturale, suppongo, per qualsiasi ragazzo etero, l’unica complicazione era che io non ero etero.
Allora pensavo di essere l’unica persona nel mondo su quella lunghezza d’onda. Non c’era niente che potessi fare; il tumulto provocato da Michele me lo provava!
Invecchiai ed i miei stimoli divennero più intensi. Ero venuto a patti col fatto di essere gay, tuttavia non osavo parlarne con qualcuno.

Per sopravvivere cercavo ogni scusa per vedere un amico nudo, ma ero abbastanza fortunato se riuscivo a vederli in calze e mutande. Qualche articolo recuperato nella camera di un amico diventava un aiuto nel mio piacere; la mia salvezza.
Ricordo di aver rubato le calze di un amico, Gianni, quando avevo 16 anni. Lui le aveva indossate quel giorno a scuola. Le avevo rubate sull’autobus, dalla sua borsa della palestra; mettendole di nascosto nei miei pantaloni mentre lui chiacchierava con un amico comune nel corridoio dell’autobus. Mentre eravamo seduti sulla via di casa non potevo pensare ad altro che alle calze sudate di Gianni che coprivano il mio giovane cazzo. La protuberanza nei miei pantaloni era enorme al punto da mettermi in imbarazzo. Sorpresi Gianni a guardare il mio inguine nelle poche occasioni in cui ero abbastanza coraggioso da guardarlo, a dire la verità ripensandoci non sono sicuro di averlo visto veramente o di essermelo immaginato, ma allora ero convinto che lui stesse guardando e mi convinsi che gli piaceva quello che vedeva.
Il traballare dell’autobus non mi aiutava a calmarmi; venivo sballottato sul mio sedile e il mio uccello sedicenne duro come pietra si avviò all’orgasmo. Le calze sportive di Gianni si stavano bagnando del mio liquido preseminale massaggiando la mia cappella gonfia.
La sua coscia stava strisciando contro la mia; mi convinsi che fosse intenzionale. L’autobus si inclinò a sinistra, il momento costrinse Gianni a chinarsi con più forza contro di me, la sua mano cadde sopra la mia coscia per sostenersi… e io venni. Il mio pene pulsò e schizzò un grosso carico di giovane sperma nelle calze sporche del mio amico. Avrei voluto morire; ero sicuro che lui se ne fosse accorto... aspettai mentre il mio orgasmo diminuiva, trattenni il fiato.
Gianni non pronunciò una parola, tornò a sedersi, l’aria ritornò nei miei miei polmoni. Le mie imprese erano passate inosservate, forse…

Finito il liceo mi iscrissi all’università. Quando iniziarono le lezioni avevo appena compiuto 18 anni. Avevo fame di nuove esperienze. Non sprecai tempo nel mio nuovo gruppo; feci amicizie rapidamente e facilmente. Ben presto fui popolare come lo ero stato al liceo e divenni un frequentatore abituale del bar dell’università.

Quella sera ero seduto ad un tavolo da solo; era mercoledì 3 ottobre. Lo ricordo chiaramente.
Lo vidi avvicinarsi con la coda dell’occhio. Mi piacciono i ragazzi circa della mia altezza, preferibilmente capelli scuri (un contrasto coi miei biondi) e questo ragazzo aveva ambedue le caratteristiche. Capii che stava venendo da me e sapevo quello che voleva.
Formicolai dentro di me. Tentai di nascondere la faccia che stava arrossendo prendendo una sorsata dalla bottiglia di birra che stava sul tavolino a cui ero seduto.

Ne avevo presa in bocca più di quanto potevo, singhiozzai incontrollabilment ed un torrente di birra mi sfuggì dalle labbra insozzando la maglietta bianca che indossavo quella sera.
Alzai la testa convinto di aver fatto la peggior figura della mia vita e sperando che lui non se ne fosse accorto, ‘per favore continua a camminare’ dissi fra di me.

“Um... Ciao! Io sono, Said. Tutto bene?”
Ridacchiò chiocciando il mio nuovo amico.
“Sì, io solo, um...”
Mi ero alzato a metà spazzolando via la birra con il braccio disteso, non sapendo se stringere la mano di Said o rompere la bottiglia e tagliarmi i polsi per porre fine a quella sofferenza!
“Ciao. Said. Io sono Danilo, lieto di conoscerti, mi dispiace di essere così maldestro.”
Risposi finalmente con un sorriso sciocco sul viso. La mia ultima speranza era di sembrare carino al fusto di fronte a me.
Era assolutamente magnifico. Era alto circa en metro e settantacinque, capelli neri, occhi nocciola ed una carnagione olivastra. Praticamente mi sciolsi ai suoi piedi.

“Ti ho visto solo e ho pensato, ‘dannazione andrò ed offrirò a quel ragazzo un drink’ Allora?”
Said fece una pausa aspettando evidentemente la mia risposta e mi rivolse un sorriso.
“Va bene, sembra che io abbia buttato via la maggior parte del mio...”
Indicai la macchia bagnata sulla mia maglietta che, lo notavo ora, metteva in mostra il mio capezzolo sinistro come se non ci fosse della stoffa a coprirlo.
“... mi piacerebbe del vino rosso per favore.”
E gli rivolsi il sorriso più grazioso che riuscii a chiamare a raccolta.
Ci stringemmo la mano, ma la stretta durò più a lungo del normale, ma non era spiacevole; ci sorridemmo vacuamente fino a che Said ritirò delicatamente la sua mano dalla mia. Era chiaro che il contatto era piaciuto ad ambedue.

“Sono contento di averti incontrato, Danilo. Chiamami Sid. Tutti i miei amici lo fanno.”
Disse prima rivolgermi un altro sorriso meraviglioso.
Dopo di che si girò e si avviò al bar, lo guardai mentre si allontanava, che culo! Indossava una maglietta stretta e nera che mostrava il suo bel corpo a chiunque desiderasse guardare. Ed io stavo guardando! Un paio di pantaloni da palestra bianchi abbracciavano il suo bel culo. La combinazione nero e bianco esaltava la sua carnagione scura. Non riuscivo a togliere gli occhi dal suo culo mentre era appoggiato al banco aspettando i drink. Il mio cuore mi stava dicendo che Sid si era presentato per quella ragione, voleva che lo guardassi; lui mi voleva quanto io volevo lui. Il mio cervello però stava girando, come al solito. Perché avrebbe scelto me invece degli altri ragazzi che erano lì intorno? Magari era fottutamente etero! Sid si voltò; io continuai a guardare lo stesso punto, solo che ora ero ricompensato dalla vista di una tremenda protuberanza sul davanti dei suoi pantaloni. Con orrore compresi che quel ragazzo per cui stavo sbavando, stava camminando verso di me con una bibita. Merda. Spostai rapidamente gli occhi ai suoi per non essere sorpreso in un atto di voyeurismo.
I nostri occhi incontrarono, Sid ridacchiò ed io arrossii; la mia faccia bruciava come se fossi al sole di luglio a mezzogiorno piuttosto che in un bar in un fresco ottobre.
Lui mise le nostre bibite sul tavolo e prese una sedia. Si sedette di fronte a me con un fatuo sorriso in viso e fissandomi negli occhi.
Forse aspettava un chiarimento. Poi interruppe il silenzio.
“21 centimetri. Intonso. E tu?”

Avevo appena preso un sorso del mio vino e quelle parole mi attraversarono il cervello; la mia mente decise che c’era solamente un significato dietro quell’asserzione; nessun doppio senso, nessuna domanda che avevo fatto prima che andasse al bar. Nulla. Lui stava parlando del suo cazzo. Ci eravamo incontrati da meno di cinque minuti e già il ragazzo mi aveva confidato la sua statistica più vitale! Capii che la sera si stava indirizzando per il verso giusto...

Bevendo il mio vino con attenzione, per evitare facesse la fine della birra, mi composi e risposi.
“Hmmm, sai quanto possono essere esagerati i tipi da pub.’’
Ridemmo e prendemmo un sorso dei nostri drink, evitando di staccare gli occhi da quelli dell’altro.
Sid parlò per primo.
“Volevo evitare le solite conversazioni di quando si incontra un ragazzo al pub, qualcosa di più interessante di ‘Allora... dove lavori?’. Beh, sei carino, molto carino davvero.”
I miei occhi si accesero ed il mio cazzo prese vita.
“E non volevo sprecare tempo. Quindi ho rotto il ghiaccio!”
Sid tacque e rimase seduto sulla sua sedia come se stesse oziando di fronte alla televisione di casa in boxer
Spostò la mano dal tavolo e la mise sulla protuberanza nei suoi pantaloni. Giocherellò col suo cazzo attraverso la stoffa sottile.
Non si stava masturbando; quello show era solo per me.

Parlai senza togliere gli occhi dalla scena.
“Beh Sid, ora che hai rotto il ghiaccio, c’è qualche cosa d’altro per questa sera?” Feci rotolare fuori le parole nel modo più calmo possibile, preoccupato che la mia voce interrompesse lo show che mi stava dannatamente eccitando.
Il mio uccello stava spingendo contro i jeans, sentivo il liquido pre seminale scendere nelle mutande. Sentivo il liquido freddo ed appiccicoso colare lungo la coscia.
“Solo una cosa.”
Replicò Sid con un sorriso malizioso.
Si spremette il cazzo alla base ed io ebbi una chiara rappresentazione della taglia dell’attrezzo che portava con se.
Era chiaro che lui non stava esagerando quando si era vantato, il ragazzo era stato benedetto!
Anche se, guardando retrospettivamente, penso che quella sera fui io il benedetto.

Chiacchierammo di niente mentre sorbivamo le nostre bibite, risultò che stavamo studiando le stesse materie, ma in corsi diversi.
Aveva 20 anni, era per metà egiziano (da parte di padre) anche se aveva vissuto sempre in Europa.
Ringraziando Dio aveva ereditato il tono di pelle di suo padre!
E ambedue odiavamo i gatti. Non male per il primo incontro!

Erano passati circa venti minuti, avevamo finito le nostre bibite ed avevamo deciso di andare a casa sua per conoscerci meglio.
Uscimmo dal bar ed attraversammo l’università; l’aria era frizzante e piacevole. Avevo passato l’ultima mezz’ora fottendo continuamente quel bel ragazzo egiziano nella mia testa. Il mio pene non era ancora venuto e le mie palle ne stavano pagando il prezzo.
Camminammo uno di fianco all’altro, chiacchierando e ridendo, gettando sguardi furtivi al corpo dell’altro.
Lui viveva in una bella villa sistemata a semicerchio con le altre. Quel ragazzo sembrava avere tutto, aspetto, personalità e soldi.
Armeggiò per un secondo col chiavistello, l’aprì ed aprì la porta.
“Sono io. Ragazzi, ci siete?”
Il grido di Sid mi spaventò; stavo annusando il suo collo quando lui barrì per controllare se la sua famiglia era in casa. Sembrò soddisfatto quando non ebbe risposta, allungò una mano e mi strinse il cazzo super sensibile.
Gemetti al suo tocco, avrebbe potuto prendermi lì sullo zerbino, non me ne sarei preoccupato, volevo solo quel ragazzo dentro di me il prima possibile.

“Tutto bene, amico.” Disse chinandosi sopra di me per chiudere la porta, facendo in modo che i nostri corpi si toccassero.
Eravamo uno di fronte all’altro ed istintivamente precipitammo in un bacio.
Lo spinsi contro il muro più vicino e praticamente gli entrai in bocca. Il nostro i corpi erano appiccicati mentre pomiciavamo appassionatamente, leccando e mordendo delicatamente le labbra dell’altro.
Tracciai il contorno delle sue labbra con la lingua, lui stava respirando pesantemente ad occhi chiusi mentre lo stuzzicavo. La mia mano scese dalla sua faccia, graffiandolo leggermente quando passai sul suo collo, lui si lamentò ed io sentii il suo uccello pulsare contro il mio.
La mia mano graffiò i suoi pettorali sodi e le mie dita colpirono leggermente il suo capezzolo.
Lui mi baciò con più forza e gridò un po’ quando pizzicai il suo capezzolo sensibile.
“Piano, ragazzo. Mi farai venire subito se continui!”
Supplicò col viso rosso.
“Ho la sensazione che questo non sarà un incontro mordi e fuggi, Sid; così non mi preoccuperei.”
Per metà risi e per metà cercai di riprendere fiato.
“Perché non andiamo....”
Disse girandosi ed incamminandosi, poi guardò dietro di se,
“Nella mia stanza.”
Aggiunse con un ammicco.
Corsi verso di lui e cominciò a correre su per la scala, arrivato in cima prese un’altra rampa. Io l’inseguivo da vicino e corremmo quasi insieme su per i gradini. Giunto in cima si girò a guardarmi fare gli ultimi gradini; io rallentai il mio ritmo e salii con grazia arrivando al piano.
Eravamo uno di fronte all’altro ansimando e ridendo all’unisono.
Lo baciai sulle labbra; ci guardammo negli occhi, lui alzò una mano alla mia faccia e mi carezzò la guancia.
“La mia camera?” Disse Sid.
“Pensavo che non me l’avresti mai chiesto!” risposi.
“Umm, chi lo sta chiedendo?” rispose appoggiando delicatamente una mano sulla protuberanza bagnata nei miei jeans.

Il cazzo mi faceva male, voleva essere liberato da quella prigione di stoffa.
Lui strinse la mia grossa cappella, le sensazioni mi attraversarono il corpo ed io mi lamentai mentre la mia faccia ancora una volta precipitava sulla sua.
Ci baciammo con forza, succhiandoci l’un l’altro la lingua mentre mi conduceva verso la sua camera da letto.
La sua schiena raggiunse la porta e con la mano destra armeggiò per afferrare la maniglia. La porta si aprì su una bella stanza, le gambe del mio nuovo amico mi abbrancarono mentre lo spingevo sul suo letto.
Precipitai sopra di lui e finii a gambe divaricate sulle sue grosse cosce mentre crollavamo sulle lenzuola. Sentii la sua grossa erezione pulsare contro il mio culo quando spinsi lentamente indietro le mie anche guardando l’espressione felice del bell’arabo sfarzoso sdraiato davanti a me.
La luce del pianerottolo illuminava la sua faccia, lui mi guardò coi suoi begli occhi scuri.
Muovendosi delicatamente sul suo cazzo scesi alla macchia scura sulla t-shirt bianca, tirata dal suo capezzolo. I suoi occhi si chiusero e la sua testa cadde indietro sul letto, spinse verso l’alto le anche seppellendo il suo uccello, già prominente, più profondamente nella fessura del mio culo.
I nostri movimenti stavano facendo lentamente abbassare i suoi pantaloni da palestra, mettendo in mostra il suo piatto addome muscoloso e la ‘pista’ che saliva dal pube all’ombelico.
Gli carezzai i capelli con la destra facendolo uscire dalla sua estasi. I suoi occhi si aprirono e lui sorrise, si sedette e mi afferrò rapidamente per la vita, spingendomi con più forza contro il suo inguine.

“I vestiti non sono adatti.”
Bisbigliò mordendomi le labbra.
Mi tolse la maglietta mettendo in mostra il mio fisico magro.
Improvvisamente sembrai molto più piccolo di lui, io andavo spesso in palestra ma non avevo la sua massa di muscoli.
Avvolse un braccio intorno alla mia schiena e mi fece girare sul letto. Si mise a gambe divaricate sul mio inguine, le braccia ai lati della mia testa e chinò le sue labbra sulle mie.

“Sei bello.”
Sospirò mordicchiandomi la bocca.
Scese sul mio corpo con le labbra; mi morse il mento ed il collo, baciò il mio torace e pizzicò allegramente le gemme sensibili sui miei pettorali. Leccando e baciando scese ulteriormente finché non dovette spostare il suo cazzo che pesava sul mio. Baciò la cintura dei miei jeans alzando lentamente le mani lungo le mie gambe, si porto alla patta abbottata che nascondeva il premio che lui voleva e che io volevo che avesse.
Allentò delicatamente i bottoni mordicchiando la protuberanza rigida. Il suo alito mi scaldò l’uccello e le palle. Il calore fu come un catalizzatore per la mia erezione.
Spinsi delicatamente le anche verso l’alto, verso la sua faccia permettendogli di tirare giù la cintura stretta dei jeans oltre la protuberanza del mio culo.
Tirò giù lentamente i jeans sulle mie mutande abbassando simultaneamente un poco la cintura appiccicosa dei boxer per mettere in mostra una piccola parte della cappella luccicante.

Mi tolse completamente i pantaloni lasciandomi con la sola biancheria intima bianca e le calze sportive bianche.
Ritornando a salire sul mio corpo, carezzò le mie gambe con le sue mani e portò il suo torace alle mie cosce.
Vidi la sua testa avvicinarsi sempre più al mio pene colante. Giunse alle mie mutande e baciò e mordicchiò il mio scroto contratto.
Gemetti ed alzai le anche avvicinando l’uccello alla sua faccia. Volevo che mi succhiasse il cazzo, volevo che aspirasse la mia grossa cappella, che la sua saliva lubrificasse la mia verga, stavo per fottergli la faccia, oh Dio stavo per fotterlo.
Sid baciò la mia cintura ormai satura e leccò sotto la fessura bagnata. Avrei potuto fargli un buco nella testa col mio pene!
Colpì leggermente con la lingua la cappella raccogliendo la grande quantità di liquido pre seminale che vi era. La sensazione era sublime.
Dovevo concentrarmi per non venire subito, ero ancora vestito (in parte) e lui mi aveva portato al limite.
Il mio innamorato arabo mi tolse delicatamente le mutande mettendo in mostra il mio grosso cazzo duro come pietra.
Contrassi l’uccello; lui abbassò la faccia lasciando una striscia brillante di pre eiaculazione nel tragitto.
Leccò intorno alle mie palle, ne prese una in bocca e la massaggiò con le sue labbra succose.
Tenne dritto il mio cazzo e lo leccò dalle palle alla punta della cappella gonfia. Muovendo la lingua intorno alla fessura, fu ricompensato da altro dolce liquido pre seminale.
Leccò e baciò ritornando alle palle mentre mi allargava le gambe.
Mi bloccai, sapevo cosa stava per accadere.

Le mie gambe furono alzate verso le mie spalle, lasciando esposta la mia increspatura stretta e rosa.
Mi leccò dalle palle al buco. Il mio corpo rabbrividì e sussultò quando la sua lingua calda attraversò delicatamente il mio buco del culo corrugato.
C’è solamente una cosa che amo più di avere il buco leccato ed è un ragazzo che ama leccare il buco.
Sid sembrò aver sentito le mie preghiere. Io mi afferrai le ginocchia per permettergli il completo accesso. Lui mi allargò le natiche ed avvolse il mio buco. Spostò la faccia da sotto la mia increspatura, attraversò il perineo fino alle palle. Poi fece la strada inversa.
Il mio cazzo stava colando sulla mia pancia, lui si lamentava mentre mi leccava il buco. Spinse la lingua con forza nel mio culo spostandola dentro e fuori sempre più profondamente.
Mi stava fottendo con la lingua, preparandomi alla sua grossa verga.

Io ero ancora vicino a venire; mossi le braccia e spinsi via la sua faccia dal mio cazzo e dal mio culo.
Lui guardò il mio inguine mentre io abbassavo le gambe dalla sua faccia con un sorriso più grande del mio, il mio ragazzo aveva evidentemente goduto.

“Ho bisogno di te, ora. Togliti quei fottuti vestiti, per favore. Voglio sentire il tuo cazzo dentro di me.”
Mi lamentai.
Lui ridacchiò e si alzò.
“Succhierò fuori il mio sperma dal tuo culo. Poi sparerò un altro carico lassù.” Bisbigliò mentre si toglieva i pantaloni e la maglietta. Non portava biancheria intima, o io non me ne ero accorto.
Sid fu nudo prima che me ne accorgessi!

Le palle mi facevano male, stavo morendo dalla voglia di sentire il suo cazzo dentro di me. Il mio buco stretto era ben lubrificato dal rimming che avevo ricevuto. L’aria fresca fu uno shock dopo aver avuto la faccia calda di Sid piantata sul mio buco. Vidi il mio giovane arabo sexy gettare i resti del suo abbigliamento sopra una sedia vuota nell’angolo della stanza ed ora era nudo come lo ero io. Ero sdraiato sulla schiena ed esposto; il cazzo rampante, gocciolante un bel ruscello di appiccicoso liquido pre seminale sopra il mio torace. Lui salì sul letto accanto a me e si chinò verso la faccia.

“Girati; devo essere dentro di te...” implorò.
Mi baciò sulle labbra, spinse dolcemente la lingua nella mia bocca.
Io mi strinsi a lui ed avvolsi le braccia intorno alla sua testa.
Lui spostò lentamente una mano sulla mia gamba mentre ci stavamo succhiando le bocche grugnendo e lamentandoci.
La sua calda mano prese le mie palle; le spremette facendomi inarcare la schiena mentre tentavo disperatamente di continuare ad assaporarlo, il nostro bacio divenne più appassionato. Con un rapido movimento mi fece girare sulla pancia. Preso per le palle ora ero con la faccia sul letto ed il buco completamente esposto, in attesa impaziente del piacere che stava per arrivare.

“Per favore. Sid. Per favore, leccami il buco, mi hai eccitato troppo, devo sentire la tua lingua dentro di me. Poi voglio che mi inculi.”
Balbettai mentre lui continuava a massaggiarmi le palle. Questa posizione mi apriva completamente; con la fronte sul letto e le gambe spalancate.

“Mi piace il tuo sapore.”
Disse Sid precipitando di nuovo nel mio culo.
Io non potevo fare a meno di mordere le lenzuola mentre il mio buco veniva penetrato dalla sua lingua rigida. Lui mi penetrò il buco mentre io spingevo indietro contro la sua faccia. Amavo il graffiare delicato della barba contro il mio culo tenero. Mi agitavo sotto di lui; il mio cazzo strofinava contro il letto mentre mi fottevo spingendo contro la sua lingua.
Sentii una sensazione familiare ribollire dentro di me, avevo bisogno del suo uccello; stavo per eiaculare e lo volevo dentro di me quando l’avrei fatto.

“Ora. Devo averti dentro di me, per favore.. ughhhh...”
Sid mi stava stuzzicando, sapeva che ero sull’orlo e lavorandomi solo con la lingua intensificava il mio implorare.

Poi si ritirò e spinse le mie ginocchia verso la mia testa, mi prese i polsi e li tenne all’altezza delle mie spalle, ora ero in una posizione di sottomissione totale. Il mio buco pulsante gli faceva l’occhiolino. Mi lamentai quando finalmente sentii la testa del suo cazzo strisciare contro di me.
Sid raccolse un po’ di succo dalla mia cappella sulle dita, poi se ne rivestì il grosso cazzo sovrastato dal fungo.
Sentii pressione contro l’apertura del mio culo quando fece scivolare lentamente il grosso e lungo uccello dentro di me. C’era poco che potessi fare se non lamentarmi contro il materasso. Il mio buco era ben lubrificato, non c’era dolore, lui continuò ad esplorare delicatamente il mio interno col suo pene.
Mi piaceva la sensazione di riempimento, volevo mungere quel ragazzo più di ogni cosa al mondo, il suo cazzo nudo ora era completamente dentro di me.
Sid non aveva esagerato quando ci eravamo incontrati, potevo apprezzare completamente i 21 centimetri che ora stavano pulsando dentro di me.

Il corpo di Sid era sdraiato sulla mia schiena. La sua verga pulsava e colava dentro di me mentre io lo mungevo meglio che potevo.

“Vai, io sono pronto.” dissi, sapendo che il mio ragazzo stava aspettando il segnale per fottermi alla morte.
Mi morse leggermente una spalla, penso non fosse in grado di formulare una parola. Capii che era il suo modo di dire grazie per la luce verde.

Sentii il suo cazzo caldo che veniva ritirato lentamente dai miei interni. La sua cappella arrivò all’apertura del mio culo, ora era libero dai confini stretti del mio buco.
Trattenni il fiato sapendo quello che stava per succedere.
Non fui deluso, Sid gridò mentre faceva un affondo di nuovo dell’intero suo grosso pene nel mio buco allargato. Mi afferrò per le anche e mi tirò implacabilmente sopra il suo palo. Di nuovo il cazzo che avevo imparato a desiderare insistentemente si appoggiò al mio buco a labbra aperte e spinse dentro finché non sentii il suo pube solleticarmi quel punto, oh, così speciale tra le palle ed il culo.
Deliravo, il cazzo del mio innamorato spingeva contro la mia prostata. Il mio cazzo colante era spinto contro le coperte. I lamenti di delizia che venivano da dietro di me erano un incoraggiamento al mio desiderio di sborrare. Mi spingevo indietro ad incontrare l’arabo ad ogni sua spinta.
Il suo pene arava il mio buco senza darmi mai disagio, era beatitudine assoluta.
La mia testa stava roteando quando Sid passò una mano sotto di me ed afferrò ll mio cazzo arrossato.

“Baby, sto per venire. Il tuo buco è così fottutamente stretto. Ughh, sì. Cazzo! Com’è bello sentirlo intorno al mio uccello.”
Si lamentò.
Non ci sono parole per descrivere il momento in cui Sid venne dentro di me. La sua mano mi stava masturbando spietatamente il cazzo, io ero sull’orlo dell’orgasmo. Il suo ritmo si affrettò ed i suoi lamenti divennero più intensi.

“Oh, sì. cazzo. Mmmmm. Che culo caldo. Vengo! Sborro!”
“Sì Sid. Mi farai venire. Il tuo cazzo caldo. Mmmmm. Oh cazzo, baby. Oh… Oh...”
Sparai il mio carico caldo nella sua mano; quasi urlai mentre lo facevo.
“Mangia la tua sborra. Oh cazzo, sì!. Succhia il tuo sperma dalle mie dita. Uh, com’è sexy.”

Succhiai il mio seme mentre i getti del suo orgasmo continuavano. Il suo ritmo aumentò; i colpi erano violenti. Tirando il cazzo quasi fuori dal mio culo e poi affondandolo di nuovo sino all’elsa. Per tutto il tempo si lamentò spargendo il mio sperma sulle miei labbra e la mia faccia.
Strinsi il culo intorno al suo cazzo, mungendolo col mio buco stretto.

“Ohh, cazzo, sì! Vengo! Oh, cazzo! Sì! Mmmmm. Ti vengo dentro! Oh! Ummm.” Gridò mentre eiaculava dentro di me.
Giuro che sentivo gli spruzzi del suo sperma colpisce le pareti del mio culo. Il suo uccello pulsava contro la mia prostata. Mi graffiò la schiena facendomi inarcare in risposta. Abbassò il suo corpo sopra di me e portò le sue braccio sotto di me in un forte abbraccio.
Sudati ed esauriti restammo sdraiati nei nostri succhi. Assaporando il momento.

Il cazzo di Sid si restrinse lentamente ed uscì dal mio buco.
La sua presa allentò. Le sue dita strisciarono intorno ai miei fianchi e lungo la schiena.
Si alzò dalla mia schiena, il freddo improvviso dell’aria mi spaventò.
Le sue mani si mossero alle mie natiche, allargandole delicatamente. La sua lingua calda ritornò al mio buco. Sid succhio facendomi lamentare ancora una volta. Non c’è niente come la sensazione di un rimming dopo una dura inculata.
Tutta la violenza se n’era andata, restava solo il mio tenero buco coccolato dalla sua lingua amorevole.

“Spingi fuori la mia sborra...”
Gorgogliò Sid.
Rilassai completamente il buco e permisi alla sua lingua ancora una volta di penetrarmi.
Io spinsi coi muscoli del culo e rivestii la sua lingua del suo sperma.
La lingua può entrare sempre più profondamente in un buco aperto da un cazzo! Sentii come se Sid stesse pulendomi tutti gli intestini. La sua lingua si muoveva lungo le pareti del mio culo; togliendo i succhi che aveva depositato precedentemente.
Succhiò ed ingoiò finché il mio buco non fu asciutto.
Sid si tolse dal mio culo ed io mi rigirai sulla schiena. Volevo assaggiare il suo sperma e lui era ansioso di farmelo fare.
Tirai Sid giù sopra la mia faccia; con un bacio appassionato ci scambiammo la sborra. Mi piacque il sapore della mia mescolata alla sua.
Interrompemmo il bacio dopo alcuni minuti; ambedue eravamo coperti di sperma. Un’iridescente strato ci copriva quando ci separammo fissandoci negli occhi.
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