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Gay & Bisex

Un gioco completamente diverso


di aramis2
01.03.2020    |    13.644    |    10 9.0
"Fischiai e guardai i ragazzi radunarsi ed uscire dal campo..."
Lo stavo osservando da un po’, dato che non portava mai niente sotto gli shorts di raso bianco, wow, era sconvolgente! Avreste dovuto vederlo quando si esercitava agli attrezzi, non c’erano dubbi sulla forma del suo uccello mentre lo faceva, dondolava negli shorts come un salame gigante. Ed il suo culo, avreste dovuto vedere come la stoffa entrava nella fessura aggrappandosi ad ogni contorno. Come desideravo far correre le dita su quei pantaloncini o, ancora meglio, far correre la mia asta nella sua fessura e lasciare una striscia di pre eiaculazione sulla stoffa liscia.

Ma non era solo nella sua divisa di calcio, rossa con un colletto bianco, che era irresistibile, lo era anche nell’uniforme del collegio. Il suoi capelli biondi, rasati sulle tempie a rivelare la pelle liscia, facevano un bel contrasto col suo blazer leggero. I pantaloni grigio scuro che portava, lo fasciavano alla perfezione, sembrano aggrapparsi al suo piccolo culo stretto come una seconda pelle ed al suo inguine, intorno al suo attrezzo che implorava solo di essere palpato.
Comunque, tornando a noi, dopo la partita, come al solito, stavo guardando i ragazzi che facevano la doccia, nella mia qualità di insegnante di educazione fisica, naturalmente, e notai che Daniele non c’era.
Mi guardai velocemente intorno per vedere se mancava qualcun altro, non c’erano Paolo e Stefano.
Attraversai lo spogliatoio che era stato recentemente modernizzato e presi uno sgabello in modo da poter dare una sbirciatina attraverso il piccolo lucernario sopra la porta che conduceva alla sezione in disuso. Quasi caddi dallo sgabello e sentii un affluire di sangue al mio attrezzo quando misi a fuoco la vista di fronte a me. Trattenni il fiato e cominciai ad eccitarmi per la scena, una scena che spesso avevo immaginato nel mio cervello.

Daniele stava con le spalle appoggiate al muro e la mano destra avvolta intorno al più grosso uccello che avessi mai visto su uno dei ragazzi. Beh, anche se ne avevo visti alcuni completamente eretti, sì, erano grossi, ma quello, wow!
Paolo e Stefano avevano le schiene girate verso di a me e potevo vedere i loro piccoli culi stretti avvolti nel raso liscio dei loro pantaloncini, tesi anche più del normale sulle loro natiche lisce, per il fatto che avevano una mano nei pantaloncini dell’altro. Il mio uccello arrivò ad una piena erezione mentre immaginavo quello che stavano toccando negli shorts. Il calore, l’umidità, la levigatezza dei loro giovani scroti. Non potevo resistere e spinsi la mano nei pantaloni della tuta a cercare il mio attrezzo. Poi ebbi un pensiero, l’uccello di quel bastardo di Daniele sembrava essere di due buoni centimetri più grosso del mio. Un ragazzo come lui averlo più grosso del mio!
Sforzai i miei occhi per vedere meglio e cominciai a desiderare di essere Superman per avere la visione telescopica.
Daniele disse qualche cosa a Paolo ma non riuscii a capire, tutto quello che sentii era un borbottio, ma la profondità della sua giovane voce spedì un brivido lungo la mia spina dorsale. Non riuscivo a togliere gli occhi da quegli shorts di raso aggrappati alle cosce dei ragazzi e dalla erezione rosa di Daniele che spuntava dalla gamba, portandomi sempre più vicino all’orgasmo.

Paolo improvvisamente cadde in ginocchio.
Sentii che le mie ginocchia cominciavano a tremare mentre non osavo sperare quello che sarebbe successo. No, non poteva, non avrebbe avvolto il pene duro del ragazzo con le sue labbra morbide e tenere, vero?
L’esortai a farlo mentalmente ‘fallo bastardo!’ Pensai: ‘fatti il tuo pompino ed assaggialo, assaporalo, succhialo!’.
E poi, lo fece davvero, fece scivolare le labbra sull’uccello del ragazzo che stava chiaramente pulsando; il ragazzo era un succhia cazzi, un vero giovane succhia cazzi! Tirai indietro completamente il mio prepuzio e mi carezzai la cappella quando vidi quella luccicante di Daniele sparire dalla mia vista. Ma la sua cappella non fu l’unica cosa che sparì nell’orificio orale di Paolo, no, fu seguita rapidamente dal resto del pene finché la faccia del ragazzo non fu contro il corpo dell’altro.
Tentai di immaginare le sensazioni di Paolo mentre cominciava a leccare ed ingoiare il giocattolo. Come doveva essere liscio il raso contro le sue guance morbide, guance che non avevano la necessità di essere rase. Come era la sensazione dell’asta dura di Daniele in contrasto con la morbida pelle stirata delle sue guance.
Stefano si avvicino silenziosamente a Daniele e approfittando del fatto che la succhiata aveva aggrappato la stoffa liscia dei pantaloncini alle natiche, accarezzò su e giù il giovane culo. Io respirai più profondamente e più rapidamente quando notai che l’uccello stava pigiando contro la stoffa sottile sul buco del culo del ragazzo cercando di entrare nell’ingresso stretto del suo corpo.
Altro sangue venne pompato nella mia asta, tanto da fargli assumere la proprietà dell’acciaio.
Mentre continuavo ad osservare, consapevole del fatto che qualche ragazzo poteva arrivare dallo spogliatoio principale, Daniele spinse via Paolo. Vidi il suo grosso attrezzo brillante di saliva sobbalzare alla luce solare che entrava dalla finestra. Il mio cuore cominciò ad andare più velocemente e la mia bocca si asciugò completamente quando Daniele spinse indietro la testa di Stefano, piuttosto rudemente pensai.
Il ragazzo, oh come erano soffici i suoi capelli biondi, si piegò spingendo il sedere verso l’altro che si inginocchiò dietro di lui.
Daniele mosse le mani sul retro dei pantaloncini di Stefano, su e giù lungo la fessura, cercando il buco del ragazzo. Le sue dita cominciarono ad esplorare nella gamba dei pantaloncini spingendo la stoffa verso l’alto rivelando sempre più della liscia carne, carne che io amavo guardare.
E poi, mentre continuavo a guardare, mi prese l’atmosfera, sentii un formicolio nella mia verga e dell’umidità sulla mia mano mentre un enorme fiotto di pre eiaculazione colava dal mio pene, non potevo credere a quello che stavo vedendo, attraverso il vetro. Daniele diede uno strattone verso l’alto alla gamba del pantaloncini, era determinato a raggiungere il buco del ragazzo e lo fece.
Sì, era là in tutta la sua gloria, la verginità di Stefano, il suo bocciolo di rosa, il suo buco del culo fottutamente stretto!
Io soffocai un anelito quando vidi Daniele chinarsi in avanti dopo avere toccato con la punta di un dito il buco. Lui stava veramente leccando il buco del culo stretto di un suo compagno di squadra. Sì, un adolescente che lecca il culo di un giovane calciatore. L’espressione sulla faccia di Daniele diceva tutto, non c’era bisogno di parole! Il bastardo cominciò a fare il solletico all’ingresso con la punta della sua lingua ma ben presto cominciò a leccare impazientemente l’intero culo. Sentii gemiti e parole soffocate mentre il ragazzo leccava sempre più.
Le cose divennero più rapide, i ragazzi evidentemente si rendevano conto del poco tempo a disposizione e Paolo cominciò a palpare il corpo del ragazzo mentre lui leccava il suo amico.
Daniele si masturbava il grosso uccello mentre leccava la fessura di Stefano prima di abbassare il retro dei pantaloncini rivelando completamente il piccolo culo grazioso. Paolo fece uscire il suo attrezzo dalla gamba dei pantaloncini e cominciò anche lui a masturbarsi, presto fu in ginocchio con le labbra intorno alla verga di Daniele; era un vero succhia cazzi, non poteva averne abbastanza dell’uccello nella sua bocca, o così sembrava.
Mentre Paolo succhiava e Daniele leccava, osservai che Paolo carezzava il culo di Daniele, le sue dita scivolavano sulla levigatezza della stoffa stretta.
Il pensiero di far correre le mie dita sul retro degli shorts di Daniele e dentro l’umida fessura mi faceva arrapare sempre più.
‘Avanti amico’ Lo esortai silenziosamente: ‘Muoviti in quella fessura da bastardo, toccagli quel buco del culo eccitante, lui lo vuole, lui ne ha bisogno’.
Improvvisamente ci fu un rantolo, era soffocato e riuscii solo sentire gridare una voce profonda: “Oh cazzo, vengo!” Paolo si tirò indietro e Daniele cadde sui talloni; vidi la sua asta rigida che sporgeva in aria.
Poi, con gli occhi che lottavano per vedere chiaramente, vidi un sprizzo enorme di crema di ragazzo schizzare dalla cupola luccicante di Daniele. Ancora e poi ancora ci furono spruzzi di giovane sperma in aria; decisamente un grande carico di sperma.
Quando l’eruzione si interruppe sentii una risata e vidi che Paolo indicava gli shorts di Daniele. Il mio uccello pulsò ancora di più quando vidi che una buona parte del grosso carico era atterrata sull’inguine dei pantaloncini di Daniele. La mia immaginazione cominciò a lavorare mentre pensavo al fluido viscoso che bagnava la stoffa e quindi bagnava la sua carne soffice e morbida. Come desideravo pompare la mia sborra sui culi stretti dei ragazzi, bagnare quegli shorts di raso e farli appiccicare ai loro culi senza peli.

Poi, un altro lamento. Evidentemente la vista del grosso attrezzo di Daniele che sparava era troppo per Paolo. Inarcò la schiena, spinse in avanti il suo giocattolo e, mentre vedevo Daniele ghignare, il suo sperma fu sparato sul culo di Stefano. Spruzzo dopo spruzzo la crema dello studente, veramente spessa, sgorgò dal pisello di Paolo e schizzò contro il didietro del suo compagno. Daniele allargò la fessura di Stefano ed un fiotto enorme di bianco sperma andò sul suo buco corrugato.
Non appena Paolo ebbe finito di venire, Daniele annusò lo spesso strato di crema di ragazzo che rivestiva il culo di Stefano. Prima che io potessi battere le palpebre, stava leccando il prodotto dalla pelle liscia del suo amico. Che vista, che fottuta vista! Un bel calciatore, con la sua divisa, che leccava lo sperma di un ragazzo dal culo di un terzo ragazzo.
Non potevo più resistere, abbassai rapidamente il davanti dei miei calzoni della tuta ed esposi il mio pene dolorante all’atmosfera. Le mie palle si contrassero, ero pieno di succo e capii che dovevo avere sollievo. Cominciai a masturbarmi, la possibilità di essere sorpreso da un altro membro della squadra non faceva che aggiungere intensità alla sensazione. Poi, mentre mi avvicinavo sempre più all’orgasmo, fui spinto oltre il punto di non ritorno alla vista di Stefano che si girava verso Daniele. Il suo uccello, che sporgeva dalla gamba degli shorts di raso, potevo dire che era molto vicino al punto di orgasmo. Sentii il mio carico salire mentre Daniele si sedeva indietro sui talloni, aprì la bocca e lasciò che il ragazzo gli sborrasse dentro. Ma non permise solo che gli venisse in bocca, no, lui spinse fuori la lingua ed io vidi il denso e cremoso succo di ragazzo rivestirne ogni centimetro prima che la tirasse dentro e ne consumasse avidamente ogni goccia.
Bene, a quello non potevo resistere ulteriormente. Strinsi la mia asta e capii che non c’era altra scelta se non fare l’ultimo passo; non riuscivo più a trattenere il mio carico. Avrei desiderato lamentarmi forte, gridare mentre la sensazione dell’orgasmo attraversava il mio corpo come un turbine. Spinsi in avanti, la mia verga praticamente toccava la porta davanti a me e, mentre continuavo a cercare i ragazzi con lo sguardo, venni. Sparai a ripetizione, il mio orgasmo era fortificato dalla vista dei ragazzi che si stavano risistemando tirando su i pantaloncini ad un livello più ‘rispettabile’.

Quando il mio orgasmo finì, il mio corpo continuò a scuotersi per l’eccitazione, ma dovevo muovermi velocemente. Saltai giù dallo sgabello, tirai su i pantaloni sopra la mia verga incremata e ritornai nello spogliatoio principale. Poco dopo vidi i tre tornare per fare una doccia. Da quel momento li vidi in una luce completamente diversa, sapendo che sotto il loro grazioso ed innocente lato esterno, ce n’era un altro, un lato che mi piaceva e che ero determinato a sfruttare.

La settimana dopo sembrò interminabile mentre attendevo la partita in programma. Io vidi i tre ragazzi durante la settimana mentre si allenavano ma, anche se indossavano le loro belle divise, nulla era possibile vedere dei loro bei corpi. Inoltre non si stavano allenando insieme e quindi non potevano approfittare dei piccoli corpi carini degli altri. Le mie fantasie masturbatorie erano riempite delle immagini che avevo osservato, immagini che sembravano vive come fossero vere nella mia mente.
Sabato pomeriggio finalmente arrivò e con grande piacere vidi i ragazzi andare nello spogliatoio con la divisa del collegio. Chiacchierai normalmente con molti di loro ma la mia attenzione era presa da Daniele che lentamente si stava togliendo i vestiti. Il blazer, la camicia e la cravatta furono le prime cose a venire via, rivelando il suo torace liscio e senza peli. I suoi capezzoli emergevano eretti orgogliosamente dai loro contorni lisci, come due eccitanti pastiglie di cioccolato. Furono presto coperti dalla sua maglietta rossa che si appiccicò al suo corpo aggiungendo seduzione all’immagine.
Si sedette sulla panca e cominciò a slacciare le scarpe che presto furono tolte, come lo furono le calze. Poi si alzò e si tolse la cintura prima di aprire la cerniera della patta dei pantaloni grigio scuro. In un baleno i pantaloni raggiunsero camicia e blazer sull’attaccapanni ed i miei occhi furono attratti ad un paio di mutande di cotone bianche tese per contenere il loro contenuto. Si girò e fece scivolare giù i boxer permettendomi di vedere il suo culo nudo e la fessura scura che lo divideva. Si girò di nuovo e si abbassò sulla borsa per prendere i pantaloncini, quelle cose lisce e di seta che avrebbero nascosto i suoi organi sessuali che chiedevano di essere carezzati.
Mentre armeggiava nella borsa vidi le sue pesanti palle pendenti, il suo grosso attrezzo oscillante avanti ed indietro. La vista di quel calciatore alto un metro e ottanta, nudo dalla vita in giù, la sua pelle bianca e morbida in forte contrasto con la maglietta rossa, spedì un fiotto di eccitazione attraverso il mio corpo. La morbida seta presto coprì il giovane uccello ma non facevano niente per nascondere quello che conteneva, l’organo semi eretto che provocava una seducenti protuberanza tra le sue gambe.
Il mio cuore sobbalzò quando Daniele guardò improvvisamente nella mia direzione e sorrise. Si era accorto delle mie attenzioni? Distolsi rapidamente lo sguardo ed i miei occhi furono gratificati dalla vista di Stefano e Paolo e delle loro fessure lisce e senza peli sotto la stoffa anche più liscia. Poi qualche cosa raggiunse la mia mente, quei tre erano gli unici a non portare niente sotto gli shorts, chiaramente amavano la sensazione dei loro attrezzi che si muovevano contro la stoffa morbida.

Presto furono in campo ma la mia mente non era sulla partita. No, la mia mente era sulla visione di fronte a me, del culo stretto di Daniele che lentamente diventava caldo e sudato, i suoi pantaloncini che diventavano sempre più infangati. Lui era un ottimo calciatore e si gettava con foga nel gioco, e nel fango.
Mentre i giocatori e gli spettatori applaudivano quando il bastardo segnò due gol, il suo cazzo si dimenava e dondolava sotto il raso sottile mentre anche lui dondolava.
Finalmente il momento che stavo aspettando, la fine della partita. Fischiai e guardai i ragazzi radunarsi ed uscire dal campo. Daniele, Stefano e Paolo uscirono insieme, la vista collettiva delle loro chiappe fece passare un brivido nella mia spina dorsale. Piccoli coglioni, pensai, io so dove state andando!

E, come pensavo, quando entrai negli spogliatoi, non vidi i tre segaioli. ‘Calmati’ Pensai mentre le mie pulsazioni acceleravano: “Bella partita, ragazzi!” Gridai: “Sono orgoglioso di voi. Ora non fate troppo chiasso, ci vediamo la settimana prossima.” Chiusi la porta dietro di me e mi diressi verso la parte in disuso per entrare dalla porta esterna della quale avevo una chiave.
Il cuore batteva forte mentre facevo scivolare la chiave nella serratura e la facevo girare il più silenziosamente possibile. La serratura scattò, ora la porta si poteva aprire. Ascoltai per un secondo prima di entrare, sì, sentivo delle voci smorzate. Il mio uccello si contorse e la mia bocca divenne asciutta.
Aprii la porta, entrai e la chiusi dietro di me. Come il sabato precedente Daniele era in piedi con l’uccello che sporgeva dalla gamba degli shorts. Mi aspettava un bello spettacolo, o perlomeno così pensai.
“Cosa succede?” Gridai il più indignato possibile.
Daniele sembrò sorpreso dalla mia intrusione ma non fece alcun tentativo di smettere quello che evidentemente stava facendo con gran piacere, menarsi l’uccello.
“Salve signore!” Disse sfrontatamente: “Stiamo solo facendoci una sega, signore, sa, come tutti gli studenti. Lei non lo faceva alla nostra età?”
Un altro brivido di eccitazione scese lungo la mia spina dorsale, sentire quel culo stretto parlare così con la sua affascinante giovane voce da adolescente era qualche cosa che avevo immaginato spesso, ma nella realtà faceva impazzire!
“Io facevo quelle cose nel riserbo della mia camera.” Asserii: “Non in un luogo pubblico coi miei compagni di squadra.”
Lui si limitò a sorridere e tirò indietro il prepuzio sulla sua verga, un’azione che attrasse il mio sguardo come una calamita attira il ferro. Gli altri ragazzi non dissero nulla ma sembrava che anche loro non fossero preoccupati per la mia intrusione.
“Forza signore” Mi esortò Daniele: “Perché non si unisce a noi. Mostri a noi ragazzi come si masturba un vero uomo.”

Non potevo credere alle mie orecchie: “Cosa hai detto?”
Daniele ghignò con un sorriso da orecchio ad orecchio.
“Ho detto perché non si unisce a noi e ci mostra come un uomo adulto si masturba l’uccello duro.”
“È quello che pensavo di aver sentito. Non ti preoccupi di essere sorpreso a masturbarti, non è vero ragazzo?”
Lui diede un’altra strofinata al suo pene e fece uscire un fiotto di pre eiaculazione dalla fessura.
“Perché dovrei? Tutti lo fanno, lei compreso, ci scommetto, signore. Forza, non la eccita vedere questi ragazzi in divisa da calcio. Guardi gli attraenti shorts di Stefano e Paolo, e sotto non indossano niente.”
La realtà della situazione superava le mie aspettative quando il coglione parlò del culo dei suoi compagni di squadra nei loro pantaloncini.
Mi accorsi che lo sguardo di Daniele era tra le mie gambe.
“Forza signore, non diremo niente se si unirà a noi. Lei dovrebbe essere eccitato a vedere questi bei ragazzi dal culo stretto. Cazzo! Deve essere una tortura per lei, signore, lasci che confrontiamo i nostri uccelli col suo.”
Mi avvicinai ed allungai una mano ma, prima che le mie dita entrassero in contatto con la cappella luccicante di Daniele, lui indietreggiò.
“Ah ah!” Mi beffeggiò: “Signore birichino che tenta di toccare l’uccello di un innocente studente.”
Sentii che la mia faccia cominciava a bruciare, stava cambiando le carte in tavola?
“Ma tu hai detto...”
“E lo confermo, ma lei signore deve fare una cosa prima che le sia permesso di accarezzare i nostri giovani corpi innocenti.”
“Cosa? Cosa devo fare?”
“Si spogli!”
“Cosa!”
“Si spogli, si deve spogliare. Vogliamo vederla a culo nudo, vero ragazzi?”
Paolo e Stefano applaudirono e per un momento mi sentii stranamente umiliato.
Poi loro cominciarono ad applaudire piano mentre salmodiavano: “Si spogli, si spogli, vogliamo vederla nudo.”
Continuavano mentre il mio cervello lavorava, confrontando le conseguenze con i possibili guadagni. Alla fine il mio sguardo si posò sull’uccello di Daniele che sporgeva dalla stoffa morbida, cedetti e cominciai a togliermi la tuta.
Ci furono vari commenti di incoraggiamento mentre io scoprivo il mio corpo
“Belle tette dure, signore.” Osservò Daniele: “Scommetto che le piace giocarci, eh?”
Mi fece l’occhiolino mentre parlava, un ammicco che fece contrarre ulteriormente le mie palle.
Finalmente mi tolsi i sospensori e rimasi nudo di fronte a loro, i miei 18 centimetri di attrezzo stavano sull’attenti.
“Niente male signore, niente male davvero.”
Daniele sogghignò realizzando che il suo cazzo era solo lievemente più grosso del mio.

Mi avvicinai e di nuovo tentai di toccare il suo pene. Questa volta non si spostò e finalmente sentii il calore di una giovane verga contro il mio palmo. La pelle era così liscia e scivolosa, rivestita com’era di chiaro liquido pre seminale. Non c’erano dubbi, era un succulento bastardo!
“Gioca coi miei capezzoli Daniele” Lo esortai guardandolo negli occhi.
“Oh signore, non so se posso farlo, un ragazzo innocente come me che gioca con le tette di un signore!”
Le sue azioni contraddissero le sue parole quando sentii le sue dita esplorare il mio torace e toccare i miei capezzoli eretti. Carezzai la sua asta e la sentii pulsare nella mia mano, mentre lui spremeva e pizzicava i miei capezzoli spedendomi brividi erotici giù per la mia spina dorsale. Spostai la mano dal suo uccello e cominciai ad alzare la maglietta dai pantaloncini, spingendola verso l’alto rivelando il suo corpo liscio e senza peli. Le mie dita vagarono verso l’alto e trovarono i suoi capezzoli, erano duri ed eretti. Li strinsi, lui si lamentò piano e strinse ancora più forte i miei. Sembrava che condividessimo una passione comune.

Mi guardai intorno e vidi che Paolo e Stefano erano sdraiati su di un materasso di gomma, toccandosi ed accarezzandosi l’un l’altro attraverso i pantaloncini. Sembravano indifferenti al fatto che il loro compagno stesse palpeggiando l’insegnante nudo o che io stessi palpeggiando il loro compagno.
Io ero in paradiso, cosa potevo chiedere di più?
Lo presi per un braccio e precipitai sul pavimento accanto agli altri due ragazzi, la mia coscia nuda toccava gli shorts di Stefano, la sensazione spedì un altro brivido lungo la mia spina dorsale.
Daniele cadde sulle ginocchia tra le mie gambe e cominciò ad annusare intorno alla mia verga rigida come un cane in calore o, nel suo caso, un cucciolo in calore.
“Oh, sangue del diavolo!”
Mi lamentai mentre il succhia cazzi cominciava a carezzare il mio uccello con la punta della lingua. Pochi secondi e stava avvolgendo impazientemente il mio intero cazzo e le palle, la sua lingua correva dalla base alla mia cappella ricoprendomi di giovane saliva. Alzai la testa e guardai la sua testa muoversi su e giù a sommergere l’intero mio palo con la sua bocca calda.
La visione del mio cazzo che scompariva dalla mia vista, unita alle sensazioni che correvano attraverso il mio corpo fece salire la mia temperatura come un razzo.

Lasciai che mi succhiasse l’uccello per alcuni momenti prima che il desiderio per il suo corpo mi sommergesse ed io mi alzai a sedere.
“Inginocchiati!” Gli ordinai: “e mettiti sulle mie gambe.”
Lui lo fece e dopo un po’ di armeggiamenti, presto sentii il suo uccello caldo che scivolava sulle mie labbra. Ero frenetico quando cominciai ad ingoiare il suo pene, un pene che sporgeva dalla gamba degli shorts da calcio infangati. Nessuno di loro si era tolto la divisa, erano come quando era finita la partita, dei veri piccoli calciatori, proprio come mi piaceva vederli.
La mia mente cominciò a vorticare mentre tentavo di assorbire tutte le belle sensazioni di vista, tatto e gusto. Non solo potevo vedere tre bei giovani calciatori nel loro equipaggiamento, ma potevo anche assaggiare il liquido pre seminale di uno di loro che colava dalla sua fessura sopra la mia lingua.
Ansioso di avere ancora la bocca intorno al mio pene, Daniele si tolse dalla mia bocca. Paolo e Stefano si inginocchiarono ai lati della mia faccia, mentre Daniele mi ingoiava ancora, ambedue con gli attrezzi che sporgevano dai pantaloncini. Si stavano masturbando e le mie mani vagarono sulle loro gambe lisce finché non raggiunsero le gambe dei loro shorts. Lentamente, mentre assaporavo ogni momento, spinsi le dita nel retro del pantaloncini e nel loro caldo interno. Le mie dita cominciarono ad esplorare ciò che era normalmente nascosto alla vista. Chiusi gli occhi ed immaginai i ragazzi nella partita che correvano dietro la palla. Accoppiai le immagini con quello che stavo sentendo e sentii il mio cazzo contorcersi nella bocca di Daniele.
“Oh signore” Ansimò: “Lei sta colando pre eiaculazione nella mia bocca.”
Proseguendo all’interno dei pantaloncini sentii la mia eccitazione aumentare alla morbidezza del raso, finché la mia punta delle dita non trovò quello per cui mi ero intrufolato, l’ano di Paolo. Io godetti dell’umidità che trovai. Apprezzai la sensazione dello stretto sfintere che si contorceva sotto i miei palpeggiamenti mentre il ragazzo continuava a masturbarsi.
Tentare? Tentai e feci scivolare la punta di un dito nell’orificio caldo.
Lontano dall’obiettare, Paolo cominciò a masturbarsi l’uccello durissimo e gli altri due cominciarono a strizzarmi le tette con le mani libere.
Era paradiso, puro e semplice, come posso descriverlo diversamente?

Alzai la testa e vidi che Daniele non mi stava più succhiando il pene. Invece si era seduto indietro sui talloni e si pompava l’uccello con una mano mentre pompava il mio con l’altra.
Ragazzi, che visione! Un giovane calciatore col cazzo in mano che stava masturbando dannatamente!
“Oh voi ragazzi sexy!” Mi lamentai: “Piccoli segaioli, non sapete quanto mi fate eccitare quando siete in campo. I vostri piccoli culi graziosi in quei begli shorts di satin. E quando vedo i vostri succosi cazzi sobbalzarci dentro...”
Credo che le mie espressioni eccitassero i ragazzi, quanto loro facevano con me, dato che Paolo e Stefano, che stavano inginocchiati, si alzarono e si masturbarono ancora più velocemente su di me.
Feci scivolare le mie mani su e giù sulle loro gambe, sentendo la morbidezza della loro pelle che scompariva nei pantaloncini. Quei pantaloncini, oh così lisci, così setosi, e quello che contenevano, borse delle palle così morbide e tenere ma con uccelli eretti così duri.

I ragazzi smisero di segarsi per un momento, misero le labbra contro quelle dell’altro e si baciarono, con passione, prima di riprendere la masturbazione.
“Oh, hu!” Ansimò Stefano e vidi il suo uccello irrigidirsi ancora di più.
“Anch’io!” Aggiunse eccitato Paolo menandosi con più forza l’uccello.
Guardai in giù, alzando ancora la testa dalla stuoia e vidi sprizzi enormi di sborra schizzare sul mio torace. Continuarono a venire inginocchiati sopra di me e coprendomi le tette del loro giovane sperma.
Sospirarono e si appoggiarono indietro spremendo le ultime gocce di succo dalle loro verghe.
Io continuai ad accarezzare i giocavi culi ed i pantaloncini quando sentii Daniele che si spostava lentamente sul mio corpo. Sentii la sua maglietta di calcio contro la mia carne nuda, la stoffa liscia della sua maglietta rossa mi spedì un brivido nella mia spina dorsale.
Quando si spostò verso l’alto e cominciò a giocare con lo sperma che rivestiva il mio seno, sentii le sue calze ruvide contro le mie gambe e le sue scarpe infangate sui miei piedi. Ma la cosa che mi eccitò più di qualsiasi cosa fu quando cominciò a leccare via lo sperma dal mio corpo, la sensazione degli shorts di raso contro il mio inguine.
Spinsi in alto le anche quando lui avidamente leccò il succo dei ragazzi dalle mie tette, succhiando i capezzoli nella sua bocca ed affondandoci i denti.
La mia verga pigiata contro la morbidezza degli shorts di raso sentiva freddo in contrasto col resto del suo corpo, ma il suo uccello era caldo e duro contro di me. Tolsi le mani dai culi di Paolo e Stefano e le spostai su Daniele. Lo tirai con forza contro di me sentendo il suo corpo sul mio. Nel fare ciò la sua faccia si mosse verso la mia, le sue labbra erano scivolose per lo sperma e ci baciammo.
Io aprii la bocca e lui ci infilò la sua lingua. Io la spinsi indietro con la mia ed esplorai la sua bocca, assaporando la sborra lattea di ragazzo.
Ci baciammo per un’eternità mentre le mie dita esploravano la morbidezza di seta dei suoi pantaloncini. Tornai a chiudere gli occhi e pensai al suo culo stretto in campo. Mentre avevo quelle fantasie toccando quegli shorts, facevo correre le dita sulla stretta ed allettante fessura che coprivano. Aprii gli occhi, aspettandomi che tutto sparisse, ancora incerto se stessi sognando o no. Ma non era così, Daniele era ancora sdraiato su di me ed io avevo ancora le mani sul suo culo, il suo piccolo carino; quello non era un sogno!

“Io voglio scoparla, signore” Bisbigliò Daniele con le labbra vicino al mio orecchio.
“Cosa! Non puoi dirlo sul serio.”
“Ma io lo sono signore, io voglio scoparla.”
Lo spinsi via un po’da me e lo fissai negli occhi.
“Ma sei giovane, Daniele, poco più di un ragazzo. Sei sicuro sia quello che vuoi?”
Lui prese la mia mano, la spostò dal suo culo e la spinse tra i nostri corpi.
“Questo risponde alla sua domanda, signore?”
Strinsi i suoi shorts, non c’era dubbio sulla rigidezza del suo uccello, era duro, fottutamente duro!
“Sei serio?”
“Mai stato più serio di così, signore!” Disse sorridendo: “Allora mi lascerà incularla, far scivolare il mio giovane uccello nel suo buco del culo, ok?”
“Avanti, signore” Mi incoraggiò Paolo: “lasci che Daniele lo faccia. Ci mostri come si fa.”
Non potevo resistere ad una tale dichiarazione, una dichiarazione che mi prendeva: “Oh ok, ma solamente perché insistete.”
“Grande, signore!” Disse Daniele: “Voi due mettete quelle stuoie di gomma sul tavolo e cercate dei pouf per la testa del signore. Voglio che stia comodo mentre scivolo dentro di lui.”
Sentii il mio uccello pulsare ancora di più per il modo in cui Daniele stava parlando e non riuscire a resistere a dargli una rapida strofinata.
Daniele fece una risatina vedendo l’effetto che stava avendo su di me.
“Ok, signore, si sdrai sulla schiena.”
Era strano sentire uno studente darmi degli ordini, ma ero più che consenziente ad aderire alla sua richiesta sua. Mi sdraiai sulla tavola e misi il culo in modo che ne fosse all’orlo.
Paolo e Stefano afferrarono le mie caviglie e mi spinsero indietro le gambe verso la mia testa. Sembrava sapessero cosa fare ed improvvisamente pensai che forse non erano così innocenti come sembravano. Mentre loro stavano ai lati del tavolo, sostenendo le mie gambe, io mi godetti ancora dell’opportunità di toccare i pantaloncini di raso che li circondavano. Le mie dita trovarono rapidamente la strada verso l’ano di Paolo che mi sorrise mentre ci giocavo, la protuberanza nella parte anteriore dei suoi shorts divenne lievemente più prominente.
“Ok, voi due” Ordinò Daniele con un’aria di autorità: “Usate la vostra mano libera per giocare con le tette del signore, gli piace e così sarà una scopata migliore.”
Mentre i ragazzi giocavano coi miei capezzoli, spedendo sensazioni sempre più erotiche attraverso il mio corpo, Daniele si tirò via la maglietta. Era così sexy col suo torace in vista, così liscio e con quei capezzoli eretti. Le sue mani si spostarono alla cintura degli shorts.
“Scopami con addossi i pantaloncini.” Ansimai.
“Cosa?” Lui rise: “Lei è così perverso, signore? Vuole che infili il mio cazzo dentro di lei mentre indosso i pantaloncini. Non so, signore, non so se posso farlo.” Mi schernì. “Per favore, Daniele” Cominciai ad implorare: “Per favore tieni su gli shorts. Voglio sentire la stoffa morbida contro il mio culo mentre mi inculi, voglio immaginarti fuori sul campo con tutti gli altri ragazzi. Per favore Daniele, scopami con indosso i pantaloncini, non è chiederti molto.”
Lui rise e prese la protuberanza nei suoi pantaloncini, stringendo la stoffa sul suo uccello.
“Lei lo vuole, signore, non è vero? Io credo che veramente lo voglia, lei realmente vuole il mio giovane uccello nel suo buco del culo. Mi faccia sentire che lo dice, signore e, se lei lo fa per bene, e solamente allora, estrarrò il mio cazzo dalla gamba di questi pantaloncini e scoperò così.”
Paolo e Stefano tirarono i miei capezzoli ed io guardai Daniele che si toccava l’inguine sorridendomi.
Letteralmente l’implorai di scoparmi, di conficcare il suo grosso cazzo dentro di me.
Lui strofinò il mio attrezzo ridendo e pigiò il suo inguine contro il mio culo.
La sensazione del suo giovane uccello duro in quegli shorts di raso mi fece impazzire di desiderio. Volevo il suo uccello. Avevo bisogno del suo uccello. Dovevo averlo.
“Inculami, Daniele, per favore scopami. Adopera il tuo giovane uccello dentro di me, spingi il tuo cazzo dentro di me. Fai un goal, ragazzo, spara dentro di me. Per favore scopami con addosso i pantaloncini, per favore!

Improvvisamente sentii qualche cosa di caldo strofinato su e giù sulla mia fessura. Alzai la testa e vidi i suoi centimetri di cazzo pulsante spuntare dalla gamba dei pantaloncini. Spinsi un dito sull’ano di Paolo pensando a quello che stava per accadere, lui si lamentò, come stavo facendo io.
Daniele cominciò a menarmelo di nuovo, mentre strofinava la sua cappella sul mio culo. “Oh, signore” Ridacchiò: “Il suo buco sembra così stretto, pensa di riuscire a prendere dentro il mio uccello? Dopo tutto è più grosso del suo.”
Non aspettò una risposta ma cominciò a spingere la verga contro il mio buco. La tirò indietro dopo un po’, sputò sul mio anello e tornò ad inserirla.
Applicò sempre più pressione e sentii il mio anello che dava accesso alla sua verga nel mio corpo.
I ragazzi continuavano a giocare con i miei capezzoli ed io giocavo col buco del culo di Paolo mentre Daniele spingeva ulteriormente dentro di me.
Non so quanto passò prima che sentissi la morbidezza dei suoi pantaloncini contro il mio culo, forse il cinque minuti? Ma sapevo che la morbidezza del raso contro la mia carne indicava che avevo l’intero giocattolo del ragazzo dentro di me.
“Tutto okay, signore?” Chiese.”
“Troppo fottutamente bene, figliolo, troppo fottutamente bene!”
“Allora posso cominciare a scoparla, signore? Voglio dire posso veramente iniziare?” Lo guardai, i suoi occhi erano spalancati e sembrò così carino nei suoi shorts, calze e scarpe.
“Vai ragazzo, segna un goal su di me.”
Mi sdraiai indietro e chiusi gli occhi mentre lui cominciava a scoparmi per bene. Potevo sentire ogni centimetro della sua verga scivolare dentro e fuori del mio buco mentre io sognavo immagini dei ragazzi sul campo. Tutti coi loro giovani attrezzi contenuti negli shorts di raso bianco, tutti così carini e così sexy.

Immaginai Daniele che sparava in goal, il suo culo stretto negli shorts bianchi, le tette così sode sotto la maglietta rossa, mentre lui continuava a fottermi. Tolse molte volte completamente il suo uccello prima di reimmergerlo immediatamente. Sapeva cosa fare col suo giovane cazzo, il suo cazzo da calciatore, non c’erano dubbi da come pompava il mio buco del culo.

“Presto pomperò la mia sborra, signore” Ansimò: “Voglio dire che non riesco a resistere più a lungo.”
“Daniele, sparami dentro il tuo succo di ragazzo. Pompa per riempirmi della tua crema di ragazzo. Forza, spara, spara e fai goal, riempimi di crema di ragazzo.”
Mi immaginai ancora i ragazzi sul campo mentre gridavano entusiasticamente, le loro voci echeggiavano nella mia testa.
“Oh, huh! Ohhh! Oh cazzo. Cazzo! Vengo!” esclamò.
Sentii gli shorts pressati con forza contro le mie gambe ed il suo giovane cazzo pulsare dentro di me. Si chinò indietro e mi guardò negli occhi, un’espressione di estasi sulla sua faccia.
Sborrava dentro di me, pompava la sua crema di ragazzo, il suo caldo latte di ragazzo, nel mio corpo, e aveva ancora su i pantaloncini. La sensazione era troppo per me e, mentre lui si avvicinava alla mia faccia e mi baciava, io sentii il mio carico eruttare sopra la mia pancia e sul davanti dei suoi shorts.
Rimase sdraiato su di me per un momento, apparentemente esausto, prima di togliere il cazzo scivoloso dal mio culo.
“È veramente venuto su Daniele, signore?” Chiese Stefano.
Daniele sorrise furbescamente: “Non completamente, amico, non completamente.”
Ed allora ebbi lo shock della mia vita quando Daniele rimise l’uccello negli short e si mise con le gambe leggermente aperte.

“Si metta in ginocchio, signore!” Ringhiò.
I ragazzi lasciarono andare le mie gambe ed io mi inginocchiai davanti al giovane calciatore. Lui prese la maglietta e se la mise, si vestì come se fosse sul campo. Io guardai i suoi pantaloncini di raso, l’inguine che era curvato più seducentemente che mai e vidi il mio sperma aggrappato alla stoffa.
“Non posso ritornare nello spogliatoio così, signore, non è vero? Forza, mi faccia vedere leccare il mio inguine per pulirlo.”
Mi girava la testa ma ero come stucco nelle mani dei piccoli stronzi. Sentii gli altri ragazzi ridacchiare mentre io cominciavo a leccare via il mio sperma dalla stoffa liscia.

Daniele faceva correre le sue dita traverso i miei capelli mentre io leccavo ogni goccia di crema dai suoi shorts. Potevo sentire il profumo del giovane uccello di ragazzo che contenevano mentre la stoffa diventava bagnata e quasi trasparente. Leccai delicatamente intorno alle sue palle e tra le sue gambe.
“Le piace leccare i miei shorts, signore, non è vero? Avanti, signore, mi dica quanto le piacciono i miei pantaloncini.”
“Mi piacciono i tuoi pantaloncini Daniele e mi piace anche quello che contengono.”
Tutti i ragazzi risero: “Ehi! Sentito ragazzi” Ridacchiò mentre gli leccavo le palle: “Al signore effettivamente piacciono i miei shorts. Posso farmi leccare il culo?”
Echeggiò un “sì!” dai due ragazzi ed in breve mi trovai Daniele piegato di fronte a me e la mia lingua che esplorava il raso insinuato nella sua fessura.
Annusai la stoffa liscia ed assaporai l’aroma del suo giovane anello. Cominciai a masturbarmi, non potevo resistere, il pensiero di avere la faccia contro il suoi piccoli shorts sexy era troppo per me.

“Ehi signore” Disse Paolo ridacchiando: “Non le piacerebbe leccare i miei pantaloncini?”
Mi guardai intorno e vidi che Paolo stava piegato in avanti col bel culo che sporgeva in fuori.
“Sì, dai signore” Esortò Daniele: “Lei sa di volerlo!”
In breve avevo la lingua sul culo dei tre ragazzi e sugli inguini contenuti in quei bei pantaloncini.
La mia testa era pesante per l’eccitazione e continuai a masturbarmi finché non sentii un altro carico di sborra gonfiarmi le palle.
I ragazzi risero a vedere cadere il mio carico sul pavimento.
“Che cosa sconcia, signore!” Mi scherzò Daniele: “Io pensavo che non si sarebbe mai fatto una sega in pubblico!”
Lo guardai e lui mi lanciò un sorriso malizioso: “La settimana prossima alla stessa ora?”

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