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Lui & Lei

Il nuovo appartamento part.4


di robydany54
18.10.2019    |    4.437    |    1 9.5
"Infervorato da tanta spontanea cordialità, aspettando il momento propizio sferrai le basi per il mio intento, invitandola a passare una domenica assieme..."
Tornato a casa con una punta di nostalgia , mi misi al computer per divagarmi , cercando tra i vari annunci qualche oggetto antico da acquistare, per poi restaurare ed eventualmente rivendere. La serata fantasmagorica con Adele non mi aveva assolutamente distolto dal mio intento di sedurre la bella fornarina. In preda alla voglia di vederla , uscii di casa e mi recai al suo negozio per acquistare qualcosa per cena:
in quel preciso momento mi sovvenne alla mente come una folgorazione, un dejavu di tanti anni addietro quando da ragazzo, aiutando mio padre a pitturare la casa con l’aiuto di alcuni amici volenterosi conobbi un suo conoscente siciliano , molto fico sia nell’aspetto che nel modo di fare, come la maggior parte dei siciliani . Avendo rimorchiato nel quartiere una macellaia bruttina ma scopareccia a detta sua , tutte le sere ci portava delle succulente bistecche che si faceva regalare in cambio di prestazioni sessuali: poi ci raccontava goliardicamente tutti particolari della loro relazione, divertendoci e facendoci piegare in due dalle risate.
Tornando al presente,varcando la soglia del negozio ,la vidi dietro il banco bella come una dea districarsi tra salami prosciutti e filoni di pane fresco. Fu lieta nel scorgermi e seppur l’ esercizio era pieno di clienti, iniziò a chiacchierare con me animatamente, senza assolutamente trascurare nessuno dei presenti . Infervorato da tanta spontanea cordialità, aspettando il momento propizio sferrai le basi per il mio intento, invitandola a passare una domenica assieme in modo alquanto originale e piacevole: una bella visita al bioparco . Giorni prima, durante uno dei miei giri pindarici nella rete , mi ero imbattuto in una allettante offerta indetta dal bioparco di Roma; la possibilità di acquistare on line i biglietti ad un prezzo molto vantaggioso. Senza esitare ne avevo presi due, certo di trovare qualcuno che mi avesse fatto compagnia. L’avevo trovata, era proprio di fronte a me ; alla proposta esultò dalla gioia e ringraziandomi animatamente,con un forte abbraccio e desiderosa di visitare il bioparco , accettò con piacere essendo pure lei come me, amante degli animali. Finalmente arrivò il giorno prestabilito, la vidi arrivare con il suo scoppiettante motorino e dopo averlo parcheggiato di fronte al negozio mi raggiunse all’auto. L’osservavo avvicinarsi lentamente con indosso la sua inseparabile minigonna di jeans e più la guardavo, più mi rendevo conto di quanto fosse bella e desiderabile. Dopo aver consumato una ricca colazione al bar; caffè macchiato caldo , accompagnato da una strepitosa ciambella, ci dirigemmo alla meta. Avendo i biglietti, evitammo di fare la fila e subito iniziammo ad ammirare i graziosi animaletti che si avvistavano nei lori spazi, lungo il percorso. Rimanemmo sbigottiti per la doviziosa pulizia dei vari spazi percorribili e la sistemazione azzeccata in favore degli animali : il tutto curato e disposto magistralmente nella giusta dimensione, cercando ove possibile di ricreare il loro habitat originario . Insomma uno spettacolo veramente meraviglioso anni luce distante dai miei tristi ricordi da ragazzo, quando si chiamava giardino zoologico e tutte le fiere erano costrette e ghettizzate in piccole ed anguste gabbie. Girammo affascinati in contemplazione per ore osservando tutte le bellezze del parco, talvolta affiancati nel nostro vagare, da lussureggianti pavoni ed altri uccelli esotici variopinti , allo stato libero . In alcune occasioni, la strinsi volutamente a me, constatando che la cosa non solo non la turbava, al contrario la gratificava: piccoli segnali positivi per il raggiungimento dei miei intenti. Stanchi ed affamati dopo tanto peregrinare essendosi fatta una certa ora ,decidemmo di pranzare così ci sedemmo al self service, degustando le molteplici pietanze e sovente scambiandoci i piatti per assaggiare di tutto. Dopo aver terminato il pasto, preso un buon caffè , ci dirigemmo verso l’uscita, dove lei entusiasta e felice, con uno slancio spontaneo,al pari di una bambina, mi prese teneramente il volto con le mani ed accostando le sue labbra alle mie mi baciò intensamente. Era fatta , salimmo in auto e velocemente, vogliosi l’uno dell’altra e ci dirigemmo verso casa. Varcata la soglia , ci sedemmo sul divano, riprendendo senza remore , le precedenti effusioni . Stringendola tra le braccia riuscivo a sentire il suo cuore battere forte, in preda all’emozione e nello stesso momento, allungandole una mano in mezzo alle gambe, sotto la corta gonna , percepivo chiaramente dalle sue mutandine zuppe , tutto la sua bramosia di concedersi . Contemporaneamente dopo avermi aperto la lampo ,me lo aveva afferrato dando inizio ad una energica sega. Entrambi eravamo occupati nel donarci piacere manualmente ; continuammo per un po’poi denudandoci completamente,cambiammo posizione e voltandosi su di un fianco, contrapposti ci adoperammo in favore di un di un ricco 69. Le leccavo la fica, esaltato da quello che stava combinando tra le mie gambe; mi succhiava il cazzo con maestria , non lesinando assolutamente nulla, estendendo la sua perlustrazione orale dal glande ai coglioni. Intenzionato più che mai a non venirle nella bocca: mi prodigai per farla venire al più presto , aumentando il ritmo della lingua attorno alla clitoride ed in più e massaggiandole spasmodicamente le tette serrandole con le dita i turgidi e duri capezzoli. Venne immediatamente, offrendomi la visione di tutta la sua eccitazione , sollevando il capo ed allargando gli arti inferiori con piccoli scatti , il tutto accompagnato da profondi lamenti ed urli di estasi. La guardavo negli occhi mentre veniva e tempestivamente , sollevandomi dopo averle divaricato le cosce mi accingevo a penetrarla senza alcun problema , affondando totalmente dentro di lei , unendo i nostri corpi in uno solo . Attesi qualche secondo prima di iniziare le danze, era mio preciso intento farle sentire tutto il cazzo nella sua totalità, cercando di offrirle il massimo del diletto . Apprezzandolo , rimase immobile in attesa di una mia mossa godendosi la portentosa asta granitica dentro di se. Riprendendo fiato, iniziai a spingermi o meglio ad ondulare nel suo 'interno, con precisi e ritmici movimenti pelvici procurando ad entrambi sensazioni paradisiache. Riuscii a fatica a non sborrarle dentro optando in favore delle sue fantastiche e tondeggianti tette. Dopo averle pulito i seni con un fazzolettino di carta , ci alzammo e tutti nudi ci dirigemmo in balcone per goderci la luce del sole al tramonto mentre si accingeva a creare le ombre lunghe . Investita dalla luce dorata del tramonto la sua aura mi appariva ancora più bella e splendente. La paragonavo ad una dea una sorta di Venere di Milo ,scesa in terra tra i comuni mortali a portare pace e bene. Bando a considerazione filosofiche, ci sdraiammo sui lettini godendoci il finire della giornata accogliendo con piacere il susseguirsi dell’imbrunire. Tirando le somme, ero al settimo cielo tutto quello che avevo desiderato si era avverato lasciandomi una sensazione di forte ebbrezza ed una profonda sicurezza in me stesso. Dopo che la bella fornarina se ne andò, assorto nei miei pensieri, squillò il telefono: altri non era che l’ attraente gestante incontrata giorni prima al mare. Mi chiedeva aiuto per un problema serio con un suo ex fissatosi con lei e divenuto sempre più stressante ed insistente . I soliti mentecatti che dopo un breve periodo passato assieme ad una persona , credono nella loro mente affetta da un male incurabile di avallare diritti sulla stessa perseguitandola ed opprimendola. Avendo un carissimo amico in polizia, mi offrii di aiutarla a distogliere il tizio da eventuali azioni malsane. Entusiasta del mio interessamento mi diede appuntamento a casa sua per l’indomani. Puntualmente ci incontrammo da lei in una bella casa nel quartiere Prati, a due passi da piazza Mazzini, zona a me familiare essendo un assiduo frequentatore del noto bar di Via Sabotino dai tempi del Liceo . Vedendola seriamente preoccupata del comportamento anomalo da psicopatico del suo ex mi convinsi a chiamare il mio amico per farmi dare delucidazioni sul da farsi ed eventualmente sporgere denuncia , un modo per rassicurare la ragazza oramai in preda al panico. Parlammo della incredibile storia con il losco individuo e mi garantì tassativamente che non era il padre del bimbo che portava in grembo si erano iniziati frequentare quando lei era già in stato interessante di qualche mese ; insomma non era una che un’avventuretta passeggera durata poche settimane. Squillò il telefono e lei rispondendo ebbe un sussulto e da subito iniziò a tremare e balbettare. Io in forte imbarazzo feci finta di nulla, non sapendo di chi si trattasse e mi diressi poco distante affacciandomi alla finestra a guardare i bei tetti di Roma, non potendo però evitare di ascoltare la telefonata dai toni accesi, intuendo che si trattasse dello squilibrato, cerebroleso mi feci passare la cornetta e lo intimai con voce grossa a smetterla di importunare il prossimo, previa denuncia alle autorità competenti. Non ebbi risposta, udii solo una sorda ed inquietante risata da deficiente, ma il messaggio lo lanciai. Fui colpito nel vedere la poveretta tutta alterata e tremolante addirittura ancora balbettante ed in preda al panico. In quel preciso istante decisi senza ombra di dubbio di reprimere , nel modo più idoneo il fautore di tale strazio. Avendo lavorato tempo addietro come arredatore in alcuni locali notturni , sia del centro che della periferia mi ero ingraziato la simpatia di qualche personaggi diciamo estremo, o meglio non tanto per la quale. Subito capii che interpellare la legalità non avrebbe assolutamente portato a nulla o quasi ,così appartandomi in bagno, con voce roca chiamai chi di dovere e dopo avergli esposto i fatti incresciosi, lo pregai di provvedere definitivamente con un serio avvertimento , disinteressandomi totalmente del come e del perché . Dissi alla ragazza di stare tranquilla che già dall’indomani non avrebbe avuto più noie di alcun tipo. Dopo averla salutata , me ne tornai a casa, non prima di averle chiesto il nome “Jolene” nome insolito ,datole dai genitori appassionati di musica country ed in particolar modo di Dolly Parton, interprete magistrale della stupenda canzone .
Un paio di mesi dopo la risentii e con voce soave ed euforica, molto diversa dalla precedente volta ,mi invitò ad una cena da lei organizzata con alcuni amici , implorandomi di non mancare. Dopo aver acquistato una meravigliosa gardenia in piena fioritura dal profumo inebriante , mi recai da Jolene per la cena. Varcato l’uscio la vidi con il suo bel pancione sempre più grande mentre intratteneva gli ospiti per la serata. Durante il pasto tra una chiacchiera e l’altra,le chiesi notizie del suo molestatore e lei ridendo mi disse che quella sera grazie alla mio intervento al telefono si era ravveduto , interrompendo ogni tipo di comunicazioni e da diverso tempo non aveva più dato sue notizie; addirittura vedendola per strada si era dileguato velocemente come neve al sole.
Annuendo sorrisi e dentro di me pensai che i miei conoscenti non avevano fallito nella loro opera di convincimento, riuscendo diciamo con le buone ,a farlo ragionare . Finita la cena tutti gli ospiti lentamente se ne andarono; stavo per congedarmi anch’io quando lei mi pregò di rimanere ancora un pochino per farle compagnia. Doveva essere proprio il mio momento: pure lei avvicinandosi fissandomi dritto negli occhi mi strinse a se ed iniziò a riempirmi di languide carezze e teneri bacetti cercando di raggiungere la mia bocca per unirsi a me in un appassionato bacio, ci lasciammo andare incuranti dello stato della ragazza. Spogliandosi completamente si offrì alla mia vista senza alcun pudore ostentando il suo corpo con l’ingombrante pancione e le sue grosse mammelle decombenti . Mano nella mano, mi portò in bagno ove assieme, iniziammo ad insaponarci stabilendo, un primo contatto fisico fatto esclusivamente di carezze e baci appassionati . Dopo esserci rinfrescati, ce ne tornammo in camera da letto e lei ponendosi alla pecorina, mi offrì la visione la sua bella fica dilatata e pronta per essere profanata, incoraggiandomi con sinuosi movimenti del bacino a possederla. Erano decenni che non mi capitava una cosa simile : da dietro dolcemente mi diedi da fare nel leccarla tutta al fine di bagnarla con la saliva al fine di facilitare la penetrazione. Sorridendo, prese dal cassetto del comodino una crema lubrificante, pregandomi di spalmarla sia all’interno della fica che sulla sommità del glande. Entrai in lei eludendo qualsivoglia tipo di attrito, riuscendo a portarla lentamente ma intensamente verso un corroborante e meritato orgasmo. Dato le attuali condizioni della femmina, non mi trattenni scaricandole senza indugio tutta la mia sborra, facendola sobbalzare. Una volta uscito, voltandosi me lo volle prendere in bocca per assaporare tutte le calde e gradevoli fragranze.
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