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Una coppia come tante 3


di robydany54
16.02.2012    |    15.054    |    1 9.3
"Personalmente nella mia mente vedevo sempre più l’inserimento di una coppia e non di un singolo o singola; con una volta sola prendevamo entrambi..."
Usciti dal bagno, completamente nudi , ci dirigemmo nel salone dove ci aspettava una mezza bottiglia di un buon vinello . Marina da buona padrona di casa,versò da bere per tutti e tre. Dal suo volto, traspariva ancora la voglia di fare sesso; si stava sbizzarrendo concedendosi tutto e di più. Con fare da gattina in calore si andò posizionare sul divano mettendosi con il culetto all’insù; un palese invito, ad uno di noi due per iniziare una goduriosa cavalcata. Non feci in tempo ad alzarmi che il tizio stava già affondando la sua enorme cappella dentro al fica di Marina, un deciso colpo di reni ed il gioco era fatto l’aveva impalata fino ai coglioni, aderendo perfettamente alle sue chiappe. Durante la spinta secca e violenta , la mia mogliettina lanciò un urlo di piacere, rompendo il silenzio della sera. Mi avvicinai per scrutare meglio e per vedere la sua fichetta allargata dal grosso cazzo ;la pelle elastica della sua vagina, aderiva come un guanto attorno al grosso membro sempre più duro. Fui colpito dal suo buchetto del culo, completamente aperto e dilatato , pronto a prendere un altro cazzo. Le chiesi se lo voleva : lei senza farmi continuare, mi implorò di sfondarle il culo e sborrarle dentro. Furono le sue testuali parole. Eccitatissimo dal frasario colorito ,il giovane, estrasse dalla fica il suo cazzo e si sdraiò sul divano, facendola salire su di lui a cavalcioni. Da questa angolazione il suo buco del culo era al massimo della dilatazione; ricordava un cratere; ci sarebbe entrata una bottiglietta di coca cola senza alcuna fatica. Ora avevo lo spazio per poterla penetrare e finalmente farle sentire come sarebbe stato, avere due cazzi ; uno nella fica, l’altro nel culo. Entrai senza fatica come un treno , mi fermai solamente al capolinea cioè urtando il mio pube, contro le sue chiappe. Le avrei messo dentro anche i coglioni , certo che sarebbero entrati, dato che con le due mani le divaricavo le natiche per allargarla ulteriormente. Lei dal canto suo lanciò un altro urlo; questa volta di dolore; preso dalla foga avevo esagerato introducendolo con troppa violenza. La cavalcavamo assieme ad un ritmo sincronizzato. Io affondavo, lui usciva e così via. Non durammo molto , il continuo gesticolare di piacere con le spalle e con le anche, della femmina sotto di noi, sempre più eccitata,sempre più smaniosa, accelerò notevolmente la nostra resistenza a prolungare l’eiaculazione. Risultato ovvio Marina prese due belle sborrate che al riempirono completamente. Esausti tutti e tre ci accasciammo sul divano rimanendo immobili per un po’. Cademmo in catalessi; ci risvegliammo circa un ora dopo, erano le quattro del mattino: Io e Marina ce ne andammo a letto lasciando il nostro amico a dormire sul divano. Feci tutto un sonno fino alle nove. Marina si era già alzata ed aveva preparato la colazione. Rimasi nel non vedere il suo amico; lei mi disse che era andato via verso le sette per impegni di lavoro. Eravamo soli, avrei voluto sobillarla di domande, mi trattenni ed iniziai parlando della bella serata passata in tre. Lei mi disse che la cosa le era molto piaciuta regalandole momenti di estasi infinita: e se quello voleva dire essere una troia; allora lei si reputava la più troia di tutte le troie;quindi con o senza di me avrebbe ripetuto l’esperienza. Senza farla replicare, appoggiai tutte le sue disquisizioni garantendo tutta la mia disponibilità. Autorizzavo mia moglie a fare la troia; questo non mi costava alcuna fatica, anzi mi regalava un piacere inconscio mai provato prima: vivere il sesso non più come un tabù ma come un normalissimo modo di vita svincolato da ogni senso di colpa o mortificazioni di qualsiasi tipo: godere assieme alla mia lei di una complicità solo nostra, da condividere al limite con i nostri compagni di gioco. Il sesso vissuto con questo nuovo spirito appagava entrambi facendoci sentire finalmente uniti e molto più vicini. La monogamia era ormai al tramonto, aveva durato con successo per molti anni, regalandoci momenti indimenticabili. Stavamo per intraprendere una nuova strada. Marina mi confidò il suo sogno segreto di assistere mentre scopavo con un'altra donna, partecipando attivamente pure lei, divenendo così l’amante di entrambi. Non aveva mai pensato ad una donna come amante ; da poco questo desiderio si era insinuato nel suo cervello. Era ora arrivato il momento di materializzarlo. Assieme si sarebbe stabilito quale tipo di strategia seguire. Personalmente nella mia mente vedevo sempre più l’inserimento di una coppia e non di un singolo o singola; con una volta sola prendevamo entrambi.
La giornata si concluse in battibaleno e la sera a letto facemmo scintille , fantasticando sulle varie opportunità che iniziavano a materializzarsi. La settimana passò nel migliore dei modi ci trovammo in un battibaleno a venerdì. Decidemmo di passare il fine settimana nella nostra casa di campagna lontano dal caos della città dedicandoci a quello che più ci piaceva…..scopare. Arrivati poco dopo a destinazione ; la casa distava una cinquantina di km dalla città, scendemmo in paese per fare provviste di viveri, dovendo rimanere un paio di giorni. Girando tra gli scaffali, Marina, mi coinvolse in un suo gioco erotico: adescare una bella coppia per portarsela a letto. Non mancò molto che la mia saggia consorte, mi fece notare le prede. La cosa da parte mia era divertentissima ed oltretutto stimolante al massimo; rimorchiare , non con il solito amico, con mia moglie. Se dieci giorni prima qualcuno , un veggente, un mago,mi avessero detto una cosa del genere lo avrei presi per matto. Arrivati al banco del la salumeria, Marina attaccò bottone con la coppia prescelta. Subito nacque un intesa tra le due donne, l’arte culinaria con tutte le sue varianti, unisce le persone più di qualsiasi altra cosa. La discussione era su come fare la carbonara; con la chiara dell’uovo o senza. Alla animata discussione, si erano aggiunte varie persone compreso il commesso della salsamenteria. Continuando il giro per la spesa, ci rifermammo di nuovo con i due tizi davanti al reparto enologico, cercavamo tutti lo stesso tipo di vino . Le due donne iniziarono a parlare animatamente fino all’arrivo alle casse. Una volta pagato ed usciti decidemmo di prendere un aperitivo al bar limitrofo. Avevamo molte cose in comune, prima fra tutte; la gioia di vivere e la disponibilità verso il prossimo. Senza neppure accorgersene tra una chiacchiera e l’altra eravamo arrivati ad ora di pranzo. Il marito “Antonio” della bella signora,”Valentina” propose una spaghettata sul balcone di casa loro. Loro vivevano nel paese non erano dei forestieri come noi. Accettammo con piacere. Le due donne organizzarono una gara culinaria, cimentandosi ognuna in un piatto a sua scelta. Noi uomini, avremmo aggiudicato, dopo un rigoroso assaggio, la vincitrice della prova. Arrivati in casa i due ci misero subito a nostro agio. Valentina per prima cosa,diede a Marina un bel paio di pantofole comodose. Subito le donne si misero all’opera trafficando tra i fornelli io ed Antonio , ci mettemmo in balcone compiacendoci del meraviglioso panorama che si godeva da quella altezza. Notai subito le meravigliose piante e mi complimentai per le ottime condizioni di manutenzione. Erano lussureggianti Cycas enormi con foglie verdi brillanti, azalee e rododendri ricchi di fiori di varie tonalità, era tutto un lussureggiare di colori e di profumi. Pensavo che lì sotto mi sarei molto volentieri scopato Valentina, la immaginavo tutta nuda tra quelle belle piante mentre alla pecorina mi chiedeva di possederla. Il mio sogno fu bruscamente interrotto dalla voce di Antonio che mi chiedeva un amano per apparecchiare la tavola. Mi misi subito a disposizione ed iniziammo. Arrivarono i primi, rigatoni alla amatriciana fatti da Marina e spaghetti alla carbonara da Valentina. Noi giudici, assaggiate le pietanze ,all’unanimità votammo favorevolmente per entrambi i piatti erano strepitosi realizzati a parer nostro a regola d’arte. Il caldo sole del pomeriggio ci rapì tutti, facendoci cadere tutti in un torpore piacevolissimo. Ci riprendemmo più tardi solo per gustarci una buona tazza di caffè, preparata da Antonio. I padroni di casa grossi appassionati di giochi di carte ci proposero qualche partitina per trascorrere assieme un altro po’ di tempo. Ebbi la netta sensazione che i due avessero in cuor loro, le stesse nostre intenzioni, tutta quella fatalità, era stata un pochino forzata da ambo le parti . Mi venne in mente osservando il loro modo di fare, nei nostri confronti. Lei non faceva altro che guardarmi cercando di farmi notare le sue fattezze alquanto abbondanti. Non perdeva occasione per accavallare le gambe sulla sedia, per farmi notare l’assenza degli slip, mettendo in mostra il suo folto pelo pubico. D’altro canto lui senza decoro, puntava Marina, mangiandosela con gli occhi. Se la sarebbe scopata sul balcone non curante di quello che lo circondava. Si stava preparando un bel pomeriggio seguito da un altrettanto bella seratina.
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