Lui & Lei
Un ferragosto con invito...
di xNemesi
21.06.2022 |
3.372 |
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"Salivosi, senza mani, profondi, con leccata di palle, con ingoio totale e volendo..."
Abba - Dancing Queenhttps://www.youtube.com/watch?v=xFrGuyw1V8s
La mail che ho ricevuto diceva:
“La invitiamo a passare un ferragosto diverso dal solito, lontano da spiagge troppo affollate o picnic improvvisati ai bordi di strade di montagna.Ne approfitti per lasciarsi coccolare dal nostro personale nei nostri ambienti arredati con cura e climatizzati, infine assaggiare e godere delle tante speciali offerte gastronomiche a lei dedicate”
No, perché al giorno d’oggi è un problema anche l’organizzazione del ferragosto.
Restare a casa è da sfigati, andare da qualche parte che sia mare, lago o montagna è un’impresa per gente dai nervi d’acciaio e poi io oltre ad esser pigro, nutro un certa avversione per la folla come per tutte le feste comandate.
Ma sì, quasi quasi ci vado! In fondo è a due passi da casa solo una ventina di minuti di macchina. Nessuna levataccia infernale, solo una doccia veloce, qualcosa di comodo e informale da indossare, tanto la colazione la faccio là e poi chissà, son posti dove è sempre possibile fare piacevoli incontri.
Mi accoglie con un bel sorriso, una giovane donna bionda, che fa diventare bella e sexy anche la sua semplice divisa. Con poche parole le dico quello che sono venuto a fare.
La seguo per uno stretto corridoio fino ad arrivare ad un piccolo ambiente completamente arredato ed in leggera penombra.
“Si accomodi pure su questo divano”, mi dice...“Io finisco di prepararmi e poi la raggiungo”…
Ah però…, la cosa promette bene penso, mentre sprofondo rilassandomi nella morbidezza di cuscini colorati e profumati di vaniglia e cannella.
***
Ad un tratto…, urla ed il rumore sordo di armi da fuoco.
Non ci credo! A meno di una decina di metri da me e quasi di fronte ho Donald Trump vestito da Rambo che spara a raffica nella mia direzione, mi giro in un istante e riesco a vedere Kim Jong-Un vestito da Zorro (e non chiedetemi perché), rispondere al fuoco.
Mi butto a terra mentre dai cuscini esplosi, piccole nuvole di piume bianche iniziano a volteggiare nell'aria come al rallentatore come candidi fiocchi di neve.
Striscio a terra per allontanarmi dalla zona di fuoco, nella nicchia di un muro trovo un armadio ad ante scorrevoli, ci entro rannicchiandomi e la richiudo alle mie spalle.
Che strano, c’è una luce bianca in fondo, ma cos'è? L’armadio di Narnia?
Un mano femminile afferra la mia e mi ritrovo a camminare su un sentiero immerso nella luce perlacea della "non notte" svedese.
“Sei tu? Ulla?”
Ulla non parla. Mi sorride e dopo avermi preso ancora per mano mi accompagna nel mezzo di un prato fiorito circondato da un piccolo bosco di betulle artiche.
Ricordo che anche la prima volta che la vidi, durante la festa del Midsommar a Sundsvall parlava poco. Le piaceva tanto ballare e correre intorno al palo con legato in cima il nodo di San Giovanni, da cui pendevano corone di fiori e lunghe strisce colorate di tessuto che la brezza faceva agitare.
Le piaceva far l’amore per tutta la notte.
Quelle notti illuminate dal solstizio d’estate.
Dopo aver aperto le porte finestre della stanza che dava sul bosco, trascinavamo il letto sul balcone all'aperto e ci addormentavamo abbracciati sotto il piumino guardando il cielo.
E’ ancora così bella…
Gli occhi grigi, i capelli color del grano maturo e la pelle bianchissima che profuma di frutti di bosco e di corteccia di betulla.
***
“Cosa le servo signore?”
C’è un’altra giovane donna nella sua divisa fiammante che mi fissa in modo interrogativo.
Ulla è scomparsa, ma non ancora quella sensazione di sogno e nostalgico ricordo.
“Mah, non saprei… Posso avere un Pompino? Come li fate qui?”
“Guardi, come preferisce… Con risucchio o senza. Salivosi, senza mani, profondi, con leccata di palle, con ingoio totale e volendo..., dito in culo. Decida Lei liberamente oppure se preferisce può guardare il menù completo”
“Ah, davvero notevole. Penso che lascerò decidere a Lei”
“Preferisce essere servito al banco o al tavolo?”
“Al tavolo grazie, questo trespolo di sgabello mi sembra un po’ scomodo per certe cose”
“Come desidera. Si accomodi pure, le chiamo subito una delle nostre addette”
Mi siedo e mentre aspetto vedo arrivare una coppia di mezza età, sento l’inserviente salutarli in modo cordiale:
“Buongiorno Signora Muller, Signore…, Cosa prendete? Il solito cornetto?”
“Si si, grazie, ci chiami Antonio, intanto io e mia moglie ci sistemiamo sul divanetto la in fondo”
“Mi spiace molto, Antonio in questo momento è occupato con un’altra coppia, ci sarà da spettare almeno una mezz'oretta”
La donna si gira stizzita verso il marito: “Te l’avevo detto che era meglio prenotare!!!”
La osservo e mi ricorda qualcuno.
Ma si certo!, quella è Annikki col marito tedesco. Ma cosa ci fanno anche loro qui?
Annikki la conobbi a Tampere, alla fine di un congresso a cui ero stato invitato.
Mi si appiccicò addosso in modo davvero imbarazzante per tutta la cena organizzata per i partecipanti. Si sedette vicino a me strusciandosi per tutta la sera come una gatta in calore e questo davanti al marito, un ingegnere tedesco che era uno dei relatori.
Alle due del mattino mi sembrò di sentire bussare alla porta della mia camera. Erano loro.
Il marito la baciò su una guancia augurandole la buona notte, poi Lei entrò spedita nella mia camera mentre io rimanevo in piedi come un cretino nell'ingresso.
Annikki era nata in un piccolo paese del nord quasi sul confine tra Russia e Finlandia. Aveva tratti del viso orientali e occhi nerissimi come i lunghi capelli lisci. Era alta quasi come me, muscolosa e indomabile probabilmente come uno di quei cavalli che i suoi antenati avevano cavalcato attraversando le steppe.
Bevemmo e scopammo fino al mattino quando mi addormentai di un sonno pesante e senza sogni. Quando mi svegliai non c’era più. Pensai che fosse stato solo un sogno dovuto al troppo alcool.
La rividi più tardi, stavano per salire sul pullman per Helsinki.
Mi baciò sulle guance abbracciandomi, poi il marito mi strinse la mano salutandomi cordialmente.
***
“Il Pompino è stato di tuo gradimento?”
Apro gli occhi e vedo una bella signora davanti al letto che regge un vassoio con la prima colazione.
Con la coda dell’occhio vedo appoggiata al cuscino, una testolina dai capelli tagliati cortissimi color biondo cenere spuntare dal piumone accanto a me.
“Scusi signora ma non credo di sapere dove mi trovo, sono un po’ confuso…”
“Si capisco, il viaggio, può capitare. Sei a Goteborg nella casa e nel letto di Pamela, nostra figlia, non ricordi?, Sei arrivato ieri sera dall’Italia per venire a trovarla per Natale”
Certo che ricordo, come potrei dimenticarmi di Pamela, delle sue gambe lunghissime, degli anni passati insieme e di quel nostro primo bellissimo Natale.
Mi sento sprofondare in una sensazione di morbido e caldo benessere insieme al ricordo dei miei vent'anni...
***
“Signore, signore…, si sente bene?”
“Si certo, perché?’”
“Credo si sia addormentato, sono cinque minuti che cerco di svegliarla, mi ero anche un po’ preoccupata”
“Scusi, è che con questo caldo dormo poco la notte. Ma dove sono?”
“Non si ricorda? E’ qui all'Ikea ed è ferragosto. Le ho preparato quei cataloghi che mi aveva chiesto”
“Ah sì ora ricordo. Scusi, posso farle una domanda personale?”
“Mi dica, se posso…”
“Ma lei è svedese?”
“No, sono di Caserta. Perché?”
“No, niente; è che mi ricorda tanto qualcuno…”
Nemesi
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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