orge
Lidia e Nicky. Scandalo in Vaticano. Epilogo
di xNemesi
06.12.2022 |
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"“Che cesso che sei! Non ti vergogni?”
Il Nunzio non rispondeva, aveva lo sguardo fisso sulla figa slabbrata di Nicky..."
Nicky iniziò a spogliare Lidia sfilandole e abbassandole il vestito, mentre il Nunzio afferrava uno dei capezzoli rimasti scoperti tirandolo con forza.“Vedi Lidia, così facevano a quei tempi.”
Da come si sporgeva verso il Nunzio capii subito che Lidia si stava eccitando.
Nicky le immobilizzò le braccia dietro alle spalle mentre il monsignore chinato le strizzava i piccoli seni mordendo e succhiando i capezzoli, poi le infilò violentemente una mano fra le gambe.
“Lurida peccatrice, sento già che Satana, ti fa bagnare la fica. Capisci perché le martiri dovevano essere impalate? Era necessario infilzare il diavolo che si nasconde nella vostra immonda fessura, madre di tutte le tentazioni. Nicky portala all’inginocchiatoio prima che la lussuria di questa donna prenda il sopravvento!”
Pensai che quello fosse matto da legare, seguì Nicky con la tonaca svolazzante brandendo un flagello. Lei era ancora più bella di quanto ricordassi, nuda e immobile a mani giunte, in attesa di ogni colpo di frusta che le sferzasse le natiche sode oscenamente sporgenti e aperte.
Ad ogni colpo del Nunzio, Nicky urlava, godeva e si bagnava, la fica ed il buco del culo pulsavano e colavano…
“Smettila svergognata peccatrice! Non essere la troia del diavolo!”
Il Nunzio tra una frustata e l’altra con la mano libera controllava fra le cosce di lei. “Ecco la bava dell’inferno che cola e lubrifica la via al peccato!”
Avevo il cazzo durissimo, non sapevo cosa ne pensasse il monsignore, ma a quel punto me ne fregai bellamente. Per godermi questo spettacolo di fustigazione fino in fondo, l’unica cosa da fare era scoparmi la bocca di Nicky ancora inginocchiata e infilarle il cazzo fino in fondo alla gola.
Per un istante i miei occhi incrociarono quelli del Nunzio.
“Vedo che hai già ceduto al peccato? Lo sai anche tu che non c’è riscatto né salvezza?”, notai che aveva la tonaca sbottonata all’altezza dell’inguine e da lì sporgeva un cazzo tozzo, dal ragguardevole diametro, solcato da vene bluastre e una cappella enorme.
“Lidia, peccatrice!!! Prostrati e servimi in ginocchio!”
Affondai entrambe le mani nei capelli rossi di Nicky, per infilarle il cazzo in gola fino a soffocarla mentre Lidia inginocchiata ai piedi del Nunzio gli liberava l’uccello e afferrandolo per le palle gli leccava la grossa cappella.
Gocce di saliva uscivano dagli angoli della bocca di Nicky sgocciolando sul pavimento seguite da conati di vomito per il troppo cazzo in gola, e vidi anche gli occhi di Lidia che cambiavano espressione diventando più piccoli scuri e cattivi.
Adesso era pronta a tutto.
“Ingoia tutto empia troia! Ingoia il peccato a cui mi hai indotto” disse a Lidia.
La strattonò rudemente, obbligandola a piegarsi sopra all’inginocchiatoio, le sputò fra le natiche e aprendole con le mani, standole sopra, le piantò dall’alto quel suo grosso palo in culo tenendola ferma e senza alcuna pietà.
Lidia lo prese tutto con un urlo.
“Monsignore, pietà!” gridò a squarciagola “Monsignore, mi spacca! Mi sfonda! Abbia pietà per l’amor di dio!”
“Fate tacere questa peccatrice!”, ci ordinò guardandoci.
Sfilai il cazzo dalla bocca di Nicky per riempire quella di Lidia, mentre Nicky dopo aver preso da un divanetto un grande cuscino rosso damascato da mettersi sotto la schiena, si sdraiò sotto di lei per succhiare e leccarle la fica che si contraeva al ritmo delle blasfeme pompate che il Nunzio infliggeva al culo ormai devastato di Lidia.
In pochi minuti Lidia, rovesciando gli occhi e scossa in tutto il corpo da tremori inarrestabili, raggiunse urlando un orgasmo lungo e violento.
“Bene Lidia, Satana, ti ha abbandonato!” disse il monsignore esausto.
Con ancora il cazzo ancora duro e violaceo andò alla sua scrivania per sedersi sulla sua poltrona. Ci stava proprio bene lì sopra con lo schienale alto di legno intarsiato e dorato, i braccioli imbottiti di velluto color porpora.
Mi sentivo testimone di qualcosa che stava succedendo, sentivo l’atmosfera cambiare e in qualche modo capii che il mio nuovo ruolo sarebbe cambiato.
Lidia e Nicky si scambiarono uno sguardo, poi Nicky prese delle corde da una nicchia. Rapidamente, una per lato legarono l’alto prelato alla sua poltrona.
“Monsignore del cazzo, Satana non è andato via, anzi si è appena risvegliato in me e adesso mi ordina di punire te e la tua serva!” disse Lidia.
Si guardò attorno, poi spinse Nicky legandole i polsi e facendo passare l’estremità della corda ad un gancio ben mimetizzato sulla parete. Le sollevò la gonna in vita, le aprì la camicetta e iniziò a fustigarla senza alcuna pietà. A gambe leggermente divaricate le natiche chiare della rossa dopo pochi colpi iniziarono quasi a sanguinare.
Trascinammo il Monsignore con tutta la poltrona davanti al culo rosso di Nicky. Lidia gli aprì completamente la tonaca rivelando un corpo massiccio e glabro interrotto solo da quell'enorme cazzo diventato barzotto.
“Allora Monsignore, che dici, vuoi incularti anche la tua Nicky? Mi sembra però che tu non sia ancora pronto vero? Adesso ti aiuto io”, e nel dirlo iniziò a frustargli con violenza il cazzo…
“Rispondi porco, sei in grado di sfondare la tua perpetua?”
“No, mia signora” rispose il Nunzio con un filo di voce.
“Il mio amico Max sì invece. Succhiagli il cazzo come si deve, fottuto porco!”
Il Nunzio ubbidiente spalancò la bocca ed estrasse la lingua come se dovesse fare la comunione. Appoggiai la cappella sulla punta di quella lingua spingendo lentamente il mio cazzo dentro alla sua bocca.
“Fai piano Max voglio che senta il sapore del tuo uccello con ogni papilla.”
“Guardami!” gli ordinai affondando fino a sbattere le palle contro il suo mento.
Gli piaceva, vedevo il suo cazzo indurirsi avrebbe voluto toccarsi e toccarmi ma legato com’era non poteva far altro che aggrapparsi a quei braccioli.
Lidia intanto aveva trovato un frustino dal manico intarsiato a forma di serpente.
“Nunzio guarda come il serpente sfonda la fica della tua serva”.
Io e Lidia ci scambiammo uno sguardo d’intesa, mentre continuavo a scoparmi la bocca dell’alto prelato e lei masturbava senza sosta la figa vogliosa di Nicky ancora appesa al gancio sulla parete.
Il Nunzio era ben fornito, in un cassetto della sua scrivania Lidia trovò tra le altre cose un meraviglioso cazzo di plastica rossa e alcune pinze per capezzoli.
Ne applicò due al monsignore e altre due ai capezzoli di Nicky, altre due pinze finirono sulle sue grandi labbra divaricandole al massimo.
“Sai Max, che mi sto eccitando da morire guardando il tuo cazzo che pompa la bocca di quel porco, mi chiedo se sia altrettanto bravo a leccare una fica.”
Lo sdraiamo con tutta la sua poltrona e Lidia si inginocchiò sulla sua faccia.
“Lecca stronzo, tira fuori quella lingua. Di più! Così mi fai appena il solletico. Fai proprio schifo a leccare. Apri bene la bocca, forza!”
Il Nunzio con il viso stravolto leccava come un cane la fica di Lidia che iniziando a godere lo incitava insultandolo.
“Hai sete monsignore? Ora ti faccio bere…”, un attimo dopo il getto dorato di Lidia centrò in pieno la bocca aperta del Nunzio che non solo beve avidamente, ma iniziò anche a sborrare copiosamente dal cazzo con schizzi potenti.
“Che cesso che sei! Non ti vergogni?”
Il Nunzio non rispondeva, aveva lo sguardo fisso sulla figa slabbrata di Nicky.
Lidia la staccò dal gancio e la fece inginocchiare tra le gambe del prete.
“Vediamo come te la cavi tu a leccare, pulisci la sborra del tuo padrone.”
Nicky si diede da fare subito mentre io da dietro le sfondavo il culo con un colpo solo. Non contento le infilai il cazzone rosso nel culo pompandole la fica. Centimetro dopo centimetro le allargavo il culo ormai completamente dilatato.
“Adesso si che lecca bene, Max, sfonda questa troia come si deve!”
L’alto prelato aveva la bava alla bocca, sulle cosce si vedevano ancora i segni rossi delle scudisciate che facevano da cornice a quel suo cazzo duro e venoso. Potevo solo immaginare quanto Lidia volesse essere ancora scopata.
Quasi come se mi avesse letto nel pensiero Lidia salì sulla scrivania del prelato mettendosi carponi, chinata sopra al breviario e alla bibbia, il culo invitante rivolto al cielo come in atto di preghiera blasfema. In un attimo fui sopra di lei per scoparla a fondo nel culo e nella fica, per placare quel suo istinto animale e farla rientrare in sé, per farle capire che era quasi arrivato il momento finale e che il suo compito adesso era quello di soddisfare i miei desideri, perché in fondo era solo grazie a me che aveva potuto godere di quel pomeriggio.
Lidia aveva il culo completamente dilatato dal mio cazzo, le sussurrai che era arrivato il momento di restare ferma e di farsi penetrare ancora dal Nunzio che l’avrebbe scopata come un toro infuriato.
Slegai il monsignore e lo spinsi verso Lidia, mentre Nicky a cavalcioni sopra di lei le sputava sulla fica tenendola aperta con le mani.
“Monsignore, tocca a te adesso, infila il tuo cazzone in questa fica perché devi far godere come una troia la nostra Lidia! Devi pomparla fino a farla godere. Hai capito?”
Nicky lo tirò per l’uccello, poi dopo averlo insalivato nella sua bocca lo appoggiò alla fica di Lidia, poi schiaffeggiò il Nunzio sulle natiche come se dovesse lanciare un cavallo al galoppo. Lui aggrappandosi ai suoi fianchi senza farsi pregare, penetrò Lidia con spinte così forti che ad ogni colpo i gemiti di Lidia si confondevano con il rumore sordo della scrivania che si spostava di qualche centimetro.
“Lurida peccatrice prendi questo cazzo a purificare la tua immonda fica che ha osato pisciarmi in bocca. Troia, puttana voglio sventrarti con questo mio palo!”
Nicky intanto girava da sopra un video con il suo cellulare. La schiena e il culo candido di Lidia con l’asta lucida del Nunzio che entrava e usciva ed il suo viso rosso, dagli occhi spiritati e la bocca contorta che sembrava una maschera orribile.
Lidia intanto mugolava, lamentandosi che ne voleva di più, più forte e più in fondo.
“Monsignore, tu non hai imparato a scopare. Lo senti che la nostra Lidia ha bisogno di più cazzo? Devo aiutarti io?”
Nicky capendo al volo le mie intenzioni, allargò le natiche del Nunzio infilandogli la lingua nel culo per bagnarlo e allargarlo.
“Nicky, cosa stai facendo!”
“Te lo mettiamo in culo, mio monsignore”
Appoggiai la cappella e spinsi con decisione.
“Ti piace, troietta in sottana?”
“No. Non sono un sodomita”, ma era ovvio che mentiva, gli piaceva talmente tanto da riprendere a pompare Lidia con forza senza prendere fiato.
Nicky, intanto, gli frustava il culo pallido per darci il ritmo come un capo voga.
“Lidia, ti va bene così?”
“Di più! Più veloce” gridò lei in risposta.
Ormai il trenino era partito e tra poco sarebbe arrivato in stazione.
Il Nunzio era fuori controllo, Lidia stava godendo di una serie di orgasmi a ripetizione come una vacca e Nicky si masturbava e godeva a gambe divaricate in piedi sopra di lei con un crocefisso schizzando il cazzo del prete che entrava e usciva.
Il monsignore sempre col mio cazzo piantato nel culo diventò sempre più frenetico, accelerò e venne copiosamente riempiendo la fica di Lidia, poi stremato cadde in ginocchio sul pavimento.
Nicky senza perdere tempo ripulì con la lingua la fica sbrodolante di Lidia, mancavo solo io. Afferrai la testa del Nunzio ormai inerte lo costrinsi a succhiarmi il cazzo appena uscito dal suo culo finendo così per sborrargli in bocca e sulla faccia.
Eravamo tutti esausti.
Nicky che nel frattempo si era rivestita ritornò da noi con un vassoio di tartine.
Lidia era semi sdraiata sul divanetto e sorseggiava del vino bianco.
Il Nunzio era ritornato alla sua poltrona, alla sua scrivania e al suo ruolo.
“Nicky, se i signori vogliono essere ancora miei ospiti, dì loro che saranno sempre i benvenuti. I giochi di oggi mi sono piaciuti per vigore e fantasia, ma credo che in particolare la signorina Lidia debba essere punita per la sua sfacciataggine di peccatrice, per il suo ruolo di blasfema tentatrice. La prossima volta vi mostrerò le segrete di questo palazzo. Sia lodato il signore”
“Sempre sia lodato!” rispondemmo in coro mentre il monsignore, con passo ancora incerto, prendeva la via per le sue stanze.
Lungo la strada del nostro rientro a Milano, io e Lidia fantasticammo a lungo sulle ultime parole del Nunzio, su quelle “segrete” e sul loro contenuto.
Ma questa è un’altra storia, ancora tutta da vivere e scrivere…
Nemesi
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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