Lui & Lei
Primo incontro B & B
di xNemesi
15.06.2022 |
2.467 |
6
"Quel riconoscersi tra tanti, l'imbarazzo dolce dei primi momenti insieme, il sole caldo di una giornata di fine estate, i tuoi occhi scuri di un colore che..."
Want You In My Soul https://www.youtube.com/watch?v=Qse-vofcKBA
Ti apro la porta della piccola isola che profuma di mare nel centro di Milano e siamo fuori in strada. Leggera sulle tue gambe sottili mi cammini vicino disorientata, mi cerchi con gli occhi ed io, morbidamente ti prendo sottobraccio, per guidarti verso la macchina che ti porterà via da me, forse per sempre.
Per la prima volta da quando ci siamo incontrati, c'è silenzio tra noi.
Quel riconoscersi tra tanti, l'imbarazzo dolce dei primi momenti insieme, il sole caldo di una giornata di fine estate, i tuoi occhi scuri di un colore che la luce muta tra il castagna e il verde, come il mare quando si preannuncia la burrasca. La lenta danza delle tue belle labbra che mi parlano e quella sottile collana che hai al collo e che spesso mentre eri con me le tue dita hanno cercato e che evidenzia la tua gola bianca. E ancora e ancora..., la tua risata felice, l'impronta armoniosa delle tue labbra sul bicchiere, le tue mani sottili e forti che involontariamente e quasi furtivamente hanno incontrato le mie attraversando il tavolo che ci ha tenuto divisi in una dolce e temeraria ipotesi di future carezze dorate.
Ah che dolce tormento averti lì, sentire in me, in ogni mia fibra il desiderio di te crescere ad ogni tua parola a ogni tuo gesto e rimanere aggrappato con tutta la forza alla normalità dei miei gesti per non impazzire, ti sorrido, ti verso ancora un po' di vino nel bicchiere con movimenti fluidi a me familiari, mentre dentro sto già morendo per te.
Brindiamo. A noi. A noi! Al nostro incontro, a quelle labbra che vorrei baciare, a quella gola su cui vorrei disegnare leggeri arabeschi con la mia lingua, alla promessa dei tuoi seni che vorrei mordere adesso, ai tuoi fianchi sottili che vorrei stringere a me.
Si è fatto tardi e tu devi andare, per un istante riprendo la percezione di quello che mi circonda, siamo rimasti soli. Il tempo è volato lasciandoci felici e confusi, i tavoli sono già stati rinnovati per gli ospiti di questa sera, il proprietario sta riordinando la cassa, gli lancio un rapido e supplichevole sguardo, ancora qualche minuto chiedono i miei occhi, ancora qualche minuto mi rispondono sorridenti i suoi.
Ora sono in piedi di fronte a te nell'ascensore del parcheggio, le porte si chiudono, il cubo trasparente che ci imprigiona si incunea in profondità di cemento e sento in quel momento che non riuscirò a mantenere la mia promessa e al desiderio di baciarti che cresce in modo brutale, ignorando tutte le trappole mentali che avevo costruito. Il tuo viso si sporge appena verso di me, verso le mie labbra o forse è solo la mia immaginazione ma il caso a volte gioca brutti scherzi. L'ascensore si ferma, le porte si aprono e un'altra coppia è lì davanti a noi che aspetta di salire. Siamo di nuovo soli ma la magia di quel breve e intenso istante è volata via. Ti apro la portiera, poi mentre salgo, "Sono stato bene", ti dico, "Anch'io" mi rispondi, "Ti accompagno alla tua macchina allora", "La cintura", "Aspetta..., ti aiuto".
E' in quel momento che tutto accade. Il tuo viso si gira quasi di scatto verso di me, le tue labbra che si appoggiano sulle mie, la tua mano sulla mia nuca, il bacio..., quel bacio di labbra e lingue che sanno ancora di mirto, senza respirare, per un tempo lunghissimo.
E poi finalmente liberi delle nostre paure, respirarci, assaggiarci, la mia mano che cerca e accarezza il tuo corpo, voglio sentire la tua pelle e tu mi indichi la strada più veloce per arrivare al tuo seno, infilo la mano tra il tessuto e la tua morbidezza e me ne riempio la mano e la mente, lo accarezzo, lo stringo forte.
Pazzia, pazzia...
Piccoli gemiti di piacere, mentre mi accarezzi il sesso attraverso la stoffa dei pantaloni, un altro bacio e un altro e un altro ancora..., altre carezze sempre più intime e folli, ti apro appena le gambe per immergere le mie dita nell'humus caldo della tua intimità più nascosta.
Quanto tempo è passato? Minuti? Ore? Giorni? Ho perso ogni riferimento con la realtà che ancora in un ultimo debole assalto mi urla che devi andare e ritornare alla tua vita ed io devo trovare la forza di uscire da quel parcheggio. Riesco solo a dirti in un rantolo di voce sconvolta dall'eccitazione,
"Non voglio farti andare via, rimani con me",
tu mi accarezzi il viso...
"Posso fermarmi ancora. Se vuoi", mi dici.
Ed io lo voglio.
Ora lo so. Ti ho desiderata da quando mi sei venuta incontro, con tutto me stesso.
Giro la chiave della macchina nel quadro,
Milano è lì, pochi metri sopra di noi che ci aspetta.
***
Sono solo le quattro del mattino, inconsueto orario per svegliarmi.
Mi giro nel letto, sento un dolore al seno: mi tocco preoccupata, ma è solo un attimo.
Che sciocca che sei penso, di cosa ti preoccupi?
Ripenso a noi, a ieri, non è nulla, è solo il ricordo della tua bocca.
Siamo usciti dal quel parcheggio, non sapevo dove mi stavi portando, un viale lungo e grigio ci stava guidando lontano dal profumo del mirto. Il mio pensiero distratto dalla tua mano che accarezzava le mie gambe e in bocca sentivo ancora tutto il sapore, di quei baci rubati nel parcheggio.
Avevo appena fatto la mia scelta, scegliendo te e non la mia macchina che mi avrebbe portato lontana dalla possibilità di vestirmi con la tua pelle.
L'albergo non è lontano, l'eccitazione di poco prima è ancora nell'aria. Un piccolo volto indiano in livrea, bordeaux e nera sta ripulendo l'ingresso della nostra camera: un uomo dignitoso, imbarazzato solo dalle movenze delle nostre mani e dallo sfiorarsi dei nostri corpi umidi ingabbiati in vestiti formali.
Ti avvicini a lui e gli parli, gli chiedi qualcosa e lui con un sorriso si congeda rapidamente sparendo alla nostra vista come un folletto lasciando la porta aperta per noi, a farci intravedere il paradiso in fondo alle piccole scale dell'ingresso. E' stato lì, ed in quel preciso momento, che ti ho annusato per la prima volta.
Appoggiato a quella piccola ringhiera, color canna di fucile, non sapevi più di appretto, il tuo odore che sale forte, che riempie le mie narici come se il tuo sesso ci si fosse infilato violentemente dentro.
I capezzoli duri sotto il mio reggiseno di pizzo che sembrano esplodere. Le mie mutandine ormai fuse con il miele che copioso chiede solo di essere raccolto dalla tua bocca.
La mia testa leggera e impalpabile di zucchero a velo.
Mirto traditore!
Mi cedi il passo ed io entro timidamente nella camera. Le atmosfere liberty di quella piccola suite mi avvolgono, le abajour alle pareti rischiarano uno specchio enorme dove per un attimo i nostri sguardi si perdono maliziosamente.
Sono i miei capelli che toccano per primi quel letto come se cadessero esanimi dopo una lunga attesa. Chiudo gli occhi e sento il fruscio dei tuoi vestiti appoggiarsi delicatamente a quella sedia poi la tua mano che mi coglie di sorpresa risvegliandomi da quella sensazione liquida e ovattata, è sul mio ventre e sta giocando con la mia cintura.
Mi baci le labbra mentre mi osservi senza parlare, mi stai chiedendo il permesso di violare quel mio monte, io prendo la tua mano e l'accompagno tra le mie gambe leggermente dischiuse, per farti capire che ti voglio.
"Mi senti Blanchet?
Questo è il mio piacere per te!"
Infili la tua mano attraverso i miei vestiti e senza attendere inizi a frugare il mio sesso.
Sono persa in quel piacere, sento le tue dita entrarmi dentro, uscire e rientrare, ora scoprono con sicurezza le mie labbra a cercare il mio clitoride masturbandolo sicure. Si fermano, lo bagnano, disegnandoci intorno cerchi concentrici sempre più piccoli e veloci.
"E' bellissimo, non smettere... E provo la stessa sensazione che ho provato la prima volta che ho sentito la tua voce: mi accarezzi come se mi conoscessi da sempre..."
All'improvviso una pressione sulla mia bocca diversa da quella delle tua lingua e delle tue labbra mi sorprende, è la tua mano che mi porge il mio sapore dolce, mentre mi guardi sussurando:
- "Lo senti come sei bagnata?"
Sai..., ora te lo posso dire,
non era la prima volta che lo ero per te.
Nuda!!!
Ho bisogno di spogliarmi e rimanere nuda.
Le mie gambe non si possono aprire imprigionate in quei vestiti fascianti che indosso e di cui da tempo sento tutta l'opprimente inutilità.
Ricado sul letto libera, le mie gambe sono aperte e la mia fica si mostra finalmente a te nella sua totale nudità. Sei in piedi davanti a me, il tuo sguardo ora accarezza in uno stato quasi ipnotico il mio corpo. Ti inginocchi e le tue mani forti divaricano oscenamente le mie cosce sollevando il mio bacino fino al tuo viso.
"Sì leccami", ti sussurro.
La tua lingua ora martella la mia carne per cesellarla e restituirmi forti e nuove sensazioni, la tentazione è quella di affondare le mani nei tuoi capelli, ma il mio piacere mi porta a unire le mie alle tue che mi frugano, con le mie dita allargo le mie labbra per offrirti tutta la visione del mio sesso caldo e pulsante.
Lo ascolto esplodere di piacere sotto la sciabolate della tua ingorda lingua di uomo.
"Si così, Per favore non fermarti ora!" riesco solo a dire.
Pazza!, sono pazza..., e sono i mie pensieri a urlare quello che la mia voce non è in grado di raccontare: "Succhiami, mordimi, penetrami. Solleticami dolcemente, stuprami, ma non smettere..., ti prego!"
Fissavo la mia immagine riflessa nello specchio e immaginavo che sentissi i miei pensieri o forse è semplicemente il mio corpo che parlava per me in modo più eloquente di ogni suono. Le tue mani che si aggrappano al mio seno che sparisce nei tuoi palmi grandi e lisci, mi perdo in quel dolce piccolo dolore mentre le mie stringono lembi di lenzuolo sbriciolando ogni traccia residua della mia vergogna ormai dissolta per sempre.
Sento crescere dentro di me la voglia di venire, mi sento avvolgere da onde crescenti di calore, mi abbandono egoisticamente al mio orgasmo lungo e violento, senza curarmi di te, era quello che volevi in fondo, che godessi per te, con il mio corpo, che mi mostrassi a te, nuda, vestita solo del mio piacere.
"Sei dolce sai di buono", me lo dici guardandomi con rinnovata tenerezza, mentre mi prendi le mani tra le tue baciandole leggero.
La mia schiena è ancora piegata e scossa dall'orgasmo e le mie gambe non hanno ancora smesso di tremare, sei sopra di me ora. Sento il tuo cazzo finalmente libero dai vestiti cercarmi per entrare dentro di me.
Non mi ero ancora resa conto della sua presenza. In modo inatteso, l'ho sentito muoversi dentro per riempirmi tutta e intanto sentivo la tua razionalità scivolare lontano per lasciare spazio ad una forza animale, alla tua voglia di me, di farti tua.
"Dio santo Blanchet, scopami..., non smettere!"
Non so più dove attaccarmi con le mani, non so più dove mi trovo. Smarrita sento le tue mani prendere le mie e i miei avambracci flettersi e fare leva sotto le tue spinte.
E' la danza più bella che abbia mai ballato.
Il mio corpo è in balia dei tuoi colpi e le mie gambe si allacciano alla tua schiena per trattenerti e legarti a me.
Di forza mi sollevi dal letto,
siamo in piedi davanti a quello specchio, nudi..., un bacio quasi puro.
Le tue mani che raccolgono i miei capelli in un abbraccio sulla nuca, la tua forza mi invita ad inginocchiarmi davanti a te:
"Vieni..., voglio guardarti mentre sono nella tua bocca!"
La mia bocca è piena di saliva, il tuo cazzo lucente che scivola sotto la mia lingua e si gonfia: "Succhiami!".
Sento le tue mani tenermi il capo mentre scopi la mia bocca, ti sento fino in gola e quasi fatico a respirare, le mie ginocchia che sprofondano in quella moquette rossa e godo nel sentire gocciolare su loro la mia saliva.
Ho sete di te...!
Mi preparo ad accoglierti ma tu ancora una volta mi fermi, mi inviti ad alzarmi sollevandomi il mento, i nostri occhi ancora si incontrano si parlano, istruiscono silenziosamente i nostri corpi.
Vuoi che mi giri, appoggio saldamente i miei talloni a terra, la mia schiena che viene accarezzata dal tuo petto, le tue mani a coppa che stringono i miei seni, poi quella pressione precisa e ferma della tua mano ed ecco sono completamente piegata davanti allo specchio, il mio sedere che si appoggia ed è trattenuto con forza al tuo bacino, sento di nuovo il tuo cazzo duro appoggiarsi al mio sesso per entrare:
"Lo voglio!, lo voglio dentro ancora",
e invece tu di diverti a giocare con me facendo crescere più forte la mia voglia: mi penetri con due dita, le muovi velocemente e con forza quasi sollevando i miei piedi da terra, la mia uretra stimolata e premuta in un piacere bellissimo e ancora nuovo e diverso.
Ho di nuovo voglia di venire, la mia nuova consapevolezza dura pochi secondi:
"Fammi godere ancora!" ti dico,
reclino il collo e ti guardo, il tuo sguardo è ora determinato e lucido.
Le tue dita escono dalla mia carne aperta. Sotto i miei piedi ancora il calore ed il contatto della moquette.
E' il tuo cazzo, ora a riempirmi e allargarmi tutta, a martellarmi dentro nuovamente e con violenza, le tue spinte sempre più veloci, la mia carne che brucia chiamando forte a me il tuo piacere, le tue mani sui mie fianchi, i mie seni che si muovono freneticamente al ritmo dei tuoi colpi.
Mi monti a pelo attaccandoti ai miei capelli come se fossero la criniera di una giumenta, non capisco più nulla, non desidero più nulla, o solo voglia di abbandonarmi al tuo orgasmo.
Silenzio...
i miei capelli che ricadono sul collo e il mio nome "Barbara" che risuona in quella stanza.
Sento il calore liquido del tuo sperma scivolarmi lungo la schiena inarcata per accoglierti e scendere poi sino al mio collo, il tuo corpo che si abbandona sul il mio.
Con una mano ne raccolgo una goccia, per portarla alla mia bocca:
"Anche tu sai di buono...
Monsieur Blanchet"
Nemesi
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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