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Sindrome di Stoccolma...


di Membro VIP di Annunci69.it xNemesi
13.02.2023    |    4.033    |    7 6.7
"Densa come il gusto di un drink troppo carico e con un retrogusto amaro..."
Stockholm Syndrome

https://www.youtube.com/watch?v=NC_cnPRSHQA



“Sei nervosa?”, le chiedo.
“No”.
“Sicura?”.
“No”.
“Lei verrà?”.
“Me lo ha assicurato”.
“É meglio per te se viene”.

Lei abbassa lo sguardo. Osserva la tazzina del caffè vuota.
Siamo seduti ad un tavolino. Il bar è uno di quelli anonimi come ce ne sono tanti nell'ex Milano da bere. Anonimo come i tanti impiegati di banca che lo affollano per quell'unica ora al giorno durante la pausa pranzo. Si trova immediatamente dopo la grande rotatoria, all'uscita dalla tangenziale direzione Lambrate.

La osservo mentre si morde nervosamente il labbro.
Gli occhi liquidi nascosti da grandi occhiali scuri.

“Tu sai quello che voglio?”.
“Si. Credo di si”, risponde.
“Non ammetto ripensamenti o rifiuti”.
“Lo so”
.
Spengo la sigaretta nel posacenere. Sento subito nascere il desiderio sgradevole di accenderne un’altra. Decido di resistere ed osservo gli ultimi attimi di un filo di fumo che esausto vola verso il cielo.

“Lei ti piace?”, le domando.
“Si. Un po'.”
“Hai mai fatto sesso con lei?”.
“No, non ancora”.
“Come mai?”.
“Forse non ce n'è stata la possibilità. O forse avevo paura”.
“Perchè?”.
“Credo...”.
“Credi, cosa?”.
“Credo che avrei finito per rimanere intrappolata nel suo gioco”.
“Spiegati”.
“É forte. Decisa. Perversa. Forse anche cattiva”.
“Cattiva?”.
“Nei suoi sentimenti, nei suoi desideri. É oscura. Ho avuto paura di rimanere imprigionata anche nei suoi incubi”.
“Sono pericolosi?”.
“Sono sporchi, osceni, più che altro. Come i tuoi”.

Accendo la sigaretta che non avrei voluto fumare. Quella sigaretta che sto stropicciando da qualche minuto tra le mie dita. Sono sempre più impaziente.

“Ti ritieni pulita, tu?”.
“Si”.
“Davvero?”.
“Si”.
“Sembri proprio convinta di questo”, le dico con un sorriso appena accennato.
“Sono pulita e basta!”, mi risponde alzando per la prima volta la voce.

E forse nel dirlo la sua mente, per un breve istante è andata al marito e ai due figli piccoli che l’aspettano a casa, ignari della sua seconda vita.
Prende il pacchetto di sigarette. Le mani le tremano.
Per poco l'accendino non le cade. Tenta una, due volte di accendere.
Non ci riesce. Le passo la mia sigaretta fumata a metà.

“Come mai ti sei decisa a incontrarla, questa volta?-.
“Che domanda stronza!”.
“Cosa?”.
“Scusa”.
“Rispondimi!”, la incalzo.
“Perché me lo hai chiesto tu. Lo faccio solo per te”.

Si volta. Nel parcheggio di fronte a noi, un'auto sta cercando parcheggio.
Lei si toglie gli occhiali. Osserva attenta la manovra.

“É lei?”, le chiedo.
“Si”.
“Vai allora. Non farla parcheggiare”.
“Sali in auto con lei. Portala al motel. Io vi seguo”.
“Ma...”.
“Hai qualche dubbio?”.
“Si... No. E' che forse?”.
“Vai allora! Voglio che la prepari per me. É la preda che ti ho chiesto. La voglio. Ti voglio!”.

Si alza. I tacchi sottili colpiscono il pavimento con un rumore crudo.
L'atmosfera è carica di tensione. Densa come il gusto di un drink troppo carico e con un retrogusto amaro. Amaro come il suo sguardo impaurito.

“Fermati!”, le dico.

Si blocca. Mi alzo e mi avvicino. Le tolgo gli occhiali. La osservo negli occhi.
Questi occhi grigi, quasi metallici, così violentemente ed ingiustamente belli. Profondi. sottomessi. La bacio sulle labbra. É un bacio abbastanza lungo, ma non sufficientemente profondo, da farle cambiare idea.
Per farmi cambiare idea.

“Dimmi solo una cosa”, dice.
“Cosa?”.
“Anche se la bacerai. Anche se la scoperai come fai con me. Voglio sapere di esserci solo io per te”.
“Che domanda è?”
“Voglio saperlo!. Mi hai chiesto di portartela. Io l'ho fatto. Sono pronta a tutto per te lo sai. Ma devo saperlo”.
“Io voglio te. E tu sarai mia per sempre. Sempre e comunque mia. Ricordatelo!”.

Si allontana. Accendo un'altra sigaretta. Attendo qualche istante seduto al tavolino.
La vedo avvicinarsi all'automobile. Parla con la giovane donna seduta alla guida.
É ancora un po’ agitata ma sembra essere più tranquilla.
Più tranquilla di prima.

É entrata in azione.
Tra poco saremo tutti e tre a scopare nella camera di quel motel.
Come un battitore crede di star cacciando la preda, ma sarà lei l’inconsapevole vittima delle perversioni di due predatori.


Nemesi


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