Lui & Lei
La scommessa di Veronica...
di xNemesi
02.09.2022 |
5.732 |
4
"Mi chiede di levarmi la camicetta, perché vuole vedere se ho indossato il bustino..."
Ero davvero molto arrabbiata. Avevo perso, e ora dovevo pagare pegno.
E stupidamente, quasi per un modo di dire, avevo detto che ci "scommettevo il culo", che quello che lui sosteneva non era vero. Smentita nel giro di un quarto d'ora, lui ha voluto che mantenessi fede alla parola data.
L'avrei fatto subito, quasi per sfida.
Sentivo anche già un certo brivido, ma lui no, diceva che l'incasso di una scommessa non è una cosa che si fa così, che voleva decidere lui come, dove e quando, e voleva pregustarsi in ogni dettagli il mio sfondamento.
E così per almeno un mese ho dovuto subire i suoi scherzi, le sue prese in giro e le sue provocazioni, (che mi dispiace ammettere ma ho trovato sempre piuttosto eccitanti), sulle qualità del mio sedere ancora alto e sodo che al più presto lui si sarebbe preso, e di cui lui avrebbe goduto senza nessuna pietà.
L’invito scritto in bella calligrafia su carta tagliata a mano, accompagnato da un bellissimo mazzo di rose una scatola bianca, contenente all'interno una sorpresa e le istruzioni per il gran momento, mi arrivò inaspettatamente in ufficio in una calda mattinata di agosto.
Arriva il giorno dell’incontro.
Indosso una gonna corta, le autoreggenti, cammino sulle mie tacco 12 e indosso sotto la camicia il bustino allegato all'invito.
Devo ammettere che la misura è perfetta. La leggera costrizione spinge fuori i miei seni che si affacciano alla parte superiore delle coppe vispi e dispettosi in attesa di combinare una marachella e questo insieme, anche se faccio fatica ad ammetterlo, già mi predispone ad una certa eccitazione.
Mi apre la porta ridendo divertito, e io mi sento divisa a metà fra rabbia ed eccitazione.
Lo stronzo, mi prende anche in giro dicendomi di non arrabbiarmi se mi prende per il culo perché tanto “quello”, tra poco, se lo prende lo stesso.
Che rabbia, aver perso quella scommessa e che rabbia non riuscire a nascondere e controllare l’eccitazione che questo gioco mi sta facendo provare.
Non mi ha ancora toccata, sono ancora completamente vestita, ma il pensiero che a breve sentirò le sue mani sui fianchi per sollevarmi sul suo cazzo a impalarmi, magari davanti a uno specchio, mi fa tremendamente eccitare.
Mi chiede di levarmi la camicetta, perché vuole vedere se ho indossato il bustino.
Eseguo quasi di fretta, sapendo o forse anche sperando che i mie capezzoli duri che spuntano provocanti e che la fessura fra i due seni lo eccitino e lo facciano stare zitto.
Di colpo smette di ridere, in compenso noto un rapido movimento e gonfiore nei suoi pantaloni. Tocca a me ora. Gli passo vicino, mi strofino addosso a lui, ondeggiando per bene le natiche arrivo nel centro della stanza. Divarico bene le gambe ancora coperte dalla gonna, mi chino sul tavolo e inizio ad alzare la gonna lentamente, centimetro dopo centimetro.
Mi fermo poco prima di scoprire la fica e gli chiedo se c'è ancora. Dopo qualche attimo di silenzio, sento un si, molto roco e vicino, quasi non riconosco più la sua voce. Gli dico di prestare attenzione che tra un momento vedrà il premio che si é guadagnato e riprendo a salire con il tessuto.
È una gonna morbida, molto morbida e quasi me la arrotolo in vita.
Sculetto. Le mie natiche ora sono solo coperte dal sottile e trasparente velo delle mutandine. Ci gioco. Scosto leggermente con la punta delle dita, (chissà se ha notato i disegni e il nuovo colore delle unghie che mi sono costate una fortuna), la sottile striscia di tessuto. Inizio poi ad abbassarle ancora più lentamente, sempre ancheggiando.
Mi fermo poco sotto alle mie grandi labbra già liquide.
Sento alle mie spalle un rantolo mentre con le mani mi apro per bene le natiche per permettergli una perfetta visuale.
Se fino a poco prima aveva dei dubbi sul fatto di riuscire ad andare fino in fondo, immaginando di trovare qualche scusa o qualche via d’uscita per non onorare il mio debito, ora non vedo l’ora di sentire la punta del suo cazzo appoggiarsi alla rosetta del mio culo, sentirlo spingere per poi farsi strada e sfondarmi.
Le sue mani ora scorrono lungo le gambe, esplorano l'interno coscia, poi più su, verso la mia fica, io resto quasi stordita dalla sfacciataggine disinibita della mia eccitazione.
Sento il suo respiro caldo sulla mia pelle, mentre mi lecca il culo mi infila nella fica uno, due, tre dita per masturbarmi, sto quasi per godere quando finalmente e senza perdere altro tempo, sento il suo cazzo penetrare le mie grandi labbra.
Mi faccio fottere per un po' prima di ricordargli che non erano questi gli accordi, anche se nel farlo in realtà ho sperato che continuasse per sempre.
Mi risponde pompandomi più veloce e sempre più in profondità, come un animale, mettendo a tacere le mie proteste che svaniscono e si confondono in un mio lungo orgasmo.
Lui rimane fermo e meravigliosamente duro dentro di me. Afferra un oggetto che non riesco a vedere poi sento qualcosa di fresco sulle natiche.
“Ti lubrifico che mi sembri strettina, preparati che ora ti inculo”, mentre lo dice mi unge e mi penetra il culo con il pollice riprendendo lentamente a scoparmi.
“Voglio sentirti ancora godere”, dice. Mi sta sbattendo divinamente e io obbedisco inarcandomi docile accompagnando il suo movimento.
“E’ stronzo” penso, però ci sa fare. Una sculacciata improvvisa amplifica il piacere seguita subito da un'altra e un’altra ancora. La mia mente vola e mi sembra di potermi vedere in quella stanza, come se fossi un’altra donna che osserva la sua gemella farsi sbattere come una troia da uno sconosciuto.
E’ in questo preciso momento, forse intuendo la mia rilassata estraneazione che me lo ha infilato nel culo, senza preavviso, riportandomi alla realtà.
Mi ha spinto dentro quel suo cazzo che se prima sembrava grande ora pare proprio enorme dilatandomi tutta e fino in fondo. Mi sfugge un grido composto da: sorpresa, dolore e piacere.
Mi blocca con le mani i fianchi per non farmi scappare, (ma chi vuole farlo?), e mi tira a se inculandomi con un ritmo sempre più veloce.
Riappare la mia gemella che mi osserva da fuori, ancora mezza vestita, con la pancia appoggiata a quel tavolo, le braccia aperte con le mani che ne stringono in bordi, i miei seni schiacciati ed i capezzoli duri ed eccitati per lo sfregamento. Ho i capelli scomposti, un sottile filo di saliva che cola da un lato delle labbra, le mie gambe sono appena divaricate e il mio culo si sporge sfacciato come un balcone in stile barocco, sfigurato dal suo grosso cazzo che entra ed esce pompandomi e riempiendomi tutta, con la forza delle onde in un mare in tempesta.
Vorrei che questo momento non finisse più, le sensazioni di piacere che provo mentre il suo cazzo mi riempie fanno vibrare tutto il mio corpo, è quasi troppo.
Godo con un urlo liberatorio accompagnato quasi contemporaneamente dal suo e da una piacevole sensazione di calore del suo orgasmo liquido dentro di me.
Ancora dentro si allunga su di me e mi sussurra:
"Scommetti che entro stasera ti scopo ancora? Se perdi ti inculo di nuovo. Ci stai?”
Lo guardo senza neppure rispondere anche se i miei occhi dicono già tutto.
In fondo non mi è mai piaciuto scommettere, sapendo in partenza di perdere…
Nemesi
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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