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Lui & Lei

l'assoluzione


di amolafi
09.04.2015    |    18.572    |    1 9.0
"Ecco il motivo dei rumori imbarazzanti..."
A sessant'anni suonati, sentirmi il cazzo così duro che quasi mi faceva male, senza avere preso pastiglie varie e mentre stavo scopando una cicciona mia coetanea, era una sensazione strana e mentre la pompavo con forza spingendo più a fondo che potevo per venire pensavo a quello che potevo aver mangiato o bevuto per farmi questo effetto.
Mentre io cercavo di dare più forza e di affondare i colpi per metterglielo più dentro possibile, lei si limitava a dei flebili lamenti che accompagnavano le mie spinte. La feci girare e dopo averla pompata un po' da dietro le puntai l'ano e spingendo lentamente ma con decisione glie lo misi tutto dentro mentre lei continuava con i suoi lamenti. Cominciai a pomparla lentamente per poi, man mano, affondare e dare più forza. Le avevo preso le grosse tette come fossero state redini di un cavallo e glie le tiravo per dare più forza alle spinte e quando avevo sentito che stavo venendo mi ero aggrappato ai grossi fianchi tirandola forte a me. Dopo essere venuto mi ero abbandonato sopra di lei per qualche attimo e poi ero andato a lavarmi.
Uscendo dal bagno l'avevo trovata sulla porta con una mano in mezzo alle gambe per trattenere la sborra che colava.
Mi ero messo sul letto e avevo acceso una sigaretta mentre dal bagno venivano dei rumori imbarazzanti e quando era uscita era venuta a sdraiarsi accanto a me dicendomi che si era dovuta lavare anche dentro perché continuava a uscire "roba". Ecco il motivo dei rumori imbarazzanti.
"Allora adesso hai il culetto bello lucido."
"E si, mi sono proprio lavata anche dentro. e tu ti sei lavato bene?"
La presi per la nuca e tenendola per i capelli l'avevo mandata giù a controllare da vicino e poi glie lo avevo fatto prendere in bocca. Sentirmi succhiare il cazzo moscio mi rilassava mentre lei con dolcezza e un po' maldestramente me lo teneva fra le labbra pompando su e giù.
"Continua così che se me lo fai tornare bello duro facciamo ancora l'amore e finisco di esplorarti il culone."
Quando era tornato bello duro le ero andato sopra e glie lo avevo messo dentro mentre lei aveva ripreso i suoi lamenti, se non fosse stato per quelli avrebbe avuto la stessa vitalità di una bambola gonfiabile.
Le misi le braccia sotto le gambe e la sollevai per mettere il sedere in posizione e il cazzo trovò la strada da solo entrando nel suo culo con una spinta forte e decisa.
Cominciai a pomparla con forza, quasi con violenza, mentre lei retava fedele al suo clichè e non si scomponeva.
Le chiesi se le piaceva e non rispose continuando con la sua litania di "Ah, ah, ah"
Ci volle un bel po' ma riuscii a venire una seconda volta rimanendo veramente distrutto dalla stanchezza.
Tutto era cominciato quando andando a fare visita ad un amico infortunato, mentre scendevo le scale avevo incontrato lei, Franca, un'amica d'infanzia che fino ad una età già adulta, ogni volta che la trovavo in posti isolati, mi divertivo a palparla ed a farmi fare le seghe, un paio di volte l'avevo anche scopata ma non era un granché come non lo era ora, Un tipo casalinga un po' cicciotta abbastanza insignificante.
Allora cos'era che mi aveva portato a scoparla? Semplice.
Franca (nome di fantasia) è la persona più influente del consiglio pastorale parrocchiale. Grande bigotta e, da quando era rimasta vedova, sempre impegnata nelle attività parrocchiali. Una specie di mezza suora e con queste credenziali io mi ero eccitato al punto di volerla scopare a tutti i. costi.
Prima di salutarle le dissi che, senza farmi vedere, sarei tornato a trovarla e lei acconsentì, ma quando tornai dopo un paio di giorni non mi voleva neanche fare entrare dalla porta.
"Mi sono confessata e il Don mi ha detto che il mio è stato un peccato di debolezza ma che devo essere forte e resistere alle tentazioni. Mi ha anche detto che se dovessi ricadere nel peccato mi dovrò dimettere dai miei incarichi parrocchiali. Mi dispiace ma non venire più a cercarmi."
La spinsi con forza dentro e chiusi la porta alle mie spalle poi, in piedi e attaccati al muro, mi aprii la cerniera e la mandai giù a prendermelo in bocca. Per un po' fece resistenza ma insistendo glielo misi in bocca e dopo pochi colpi le sborrai in gola.
"Così non hai ceduto alla tentazione perché non hai goduto ed ho goduto solo io. Comunque se vai a confessarti in un'altra parrocchia ti danno ugualmente l'assoluzione e il tuo Don non lo viene a sapere."
Le diedi un bacio sulla guancia e me ne andai.
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