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l'amica curiosa (e troia)


di amolafi
29.11.2012    |    44.332    |    1 9.5
"" "Allora te le dico io?" Mi accucciai davanti a lei e le misi le mani sulle gambe e cominciai a parlare accompagnando ciò che..."
Il mio rapporto con Carlotta, dopo molti anni, iniziò la sua fine (scusate il gioco di parole) il giorno che incontrai la sua migliore amica, Lina, la quale, invece di cercare in tutti i modi di evitare di salutarmi come suo solito, mi venne incontro con un sorriso:
"Ciao, come stai?"
"Bene e tu?"
Non feci in tempo a risponderle:
"E con Carlotta come va?"
Finsi di non capire e tergiversai ma lei fu implacabile.
"Dai non fare finta con me. So tutto! Quando vi vedete, dove andate e cosa fate."
"Cosa facciamo?"
"So tutto fin nei minimi particolari. Anzi, ti dirò che a volte stento a credere che facciate certe cose."
Notai un che di morboso nel suo essere curiosa e cercai di approfittarne. Le dissi che forse non era il caso di parlare di certe cose in mezzo alla strada con la gente che passava e le chiesi di vederci un po' fuori dall'abitato che saremmo andati in un posto tranquillo liberi di parlare.
Accettò e dopo pochi minuti ci trovammo sulla strada che porta all'Idroscalo.
Salì e partimmo. Quando fummo dalle parti della paullese le chiesi se avesse un documento con se.
"Perchè? Dove mi vuoi portare?"
Le dissi che l'avrei portata in un motel ma solo per poter stare tranquilli senza che nessuno ci vedesse ma che non avevo intenzione di farle niente.
"A meno che..."
Entrammo nella camera del motel e la feci sedere sul letto. Mi guardò con fare sospettoso ma la rassicurai:
"Stai tranquilla, io mi siedo qui sulla sedia di fronte a te."
"Arrivarono i caffè che avevo ordinato e cominciammo a parlare.
"Allora, cosa ti ha detto che facciamo. Raccontami i particolari."
Cominciò a balbettare imbarazzata:
"Beh, mi dice le cose che fate e come le fate. Non farmi dire cose che una signora non dovrebbe dire."
"Allora te le dico io?"
Mi accucciai davanti a lei e le misi le mani sulle gambe e cominciai a parlare accompagnando ciò che facevo:
"Dopo il caffè mi inginocchio davanti a lei e le accarezzo le gambe per farla rilassare. Poi piano piano salgo verso l'alto fino all'inguine ma senza toccarla nell'intimo. A Carlotta questo approccio piace tantissimo. Poi le vado vicino e la bacio dolcemente sul collo e sull'orecchio, questo la fa impazzire, dice che sente i brividi, Le bacio le guance, gli occhi e poi mi avvicino alla bocca sfiorandola e dandole tanti piccoli baci."
Piano piano sentivo che si stava smollando e mi lasciava fare.
"Piano piano la faccio coricare sul letto e a questo punto la bacio sulla bocca abbracciandola e lei, a sua volta, mi abbraccia ricambiando il bacio."
La sua lingua si infilò tra le mie labbra e ci baciammo a lungo mentre io disteso sopra di lei le facevo sentire il cazzo in tiro.
"Le slaccio la camicetta e le accarezzo il seno prima di scendere a baciarglielo. Poi le sfilo la gonna e con la mano piena le accarezzo il pube da sopra le mutande stimolando sempre più il suo desiderio. Le sfilo gli slip e scendo a baciarle il ventre per poi giocare con la punta della mia lingua con il suo clitoride."
Le sue gambe si spalancarono e con la lingua entrai a fondo dentro il suo figone già tutto bagnato. Continuai con grandi colpi di lingua che andavano dall'ano al clitoride e poi mi dedicai solo al clitoride fino a farla venire.
Avrei potuto smettere di fare la cronaca ma il gioco mi piaceva e continuai:
"A questo punto è lei che scende a baciare il suo preferito facendo scorrere la sua lingua dai testicoli fino alla punta per poi ingoiarlo fino in fondo pompando su e giu. "
Dopo che me lo ebbe succhiato per bene le presi la testa e la sollevai baciandola e andai sopra di lei mettendoglielo dentro con un colpo secco. La pompai a lungo alternando spinte forti fino in fondo e momenti di dolcezza. giocai con la punta appena appoggiata all'entrata per farglielo desiderare per poi inprovvisamente spingerlo dentro con un colpo forte. Quando sentii che si irrigidiva per l'arrivo dell'orgasmo la carezzai e le dissi di rilassarsi e di lasciare che l'orgasmo arrivasse da solo che sarebbe stato più bello e più lungo. Mentre mi muovevo dentro di lei le parlavo dolcemente e si rilassò. Quando venne fu scossa da un lungo orgasmo con un forte tremore. Poi venne ancora un paio di volte e io resistevo. Mi girai e glie lo misi ancora in bocca mentre le andavo sopra per leccargliela portando i suoi umori mescolati alla mia saliva verso l'ano.
Le ritornai sopra alzandole le gambe al cielo e glie lo puntai sul buchino:
"No, cosa fai? Non voglio!. Non l'ho mai fatto neanche con mio marito. Non voglio, lasciami andare!"
Le dissi che anche Carlotta non lo aveva mai fatto con suo marito ma con me le era piaciuto e ogni volta che venivamo nel motel, come finale lo voleva nel culetto.
"Lasciati andare, non irrigidirti e vedrai che non ti farò male. Se senti male me lo dici e io mi fermo. Vedrai che ti piacerà."
Lo puntai e cominciai a spingere lentamente e quando fui dentro, sempre lentamente, cominciai a muovermi. Sentii che si stava lasciando andare e aumentai la spinta fino a quando capii che stava venedo un'altra volta. Allo stesso modo di prima le dissi di rilassarsi e di lasciarlo arrivare da solo. Intanto continuavo a pompare e, oramai, anch'io non riuscivo più a trattenermi. Venni dentro di lei e, forse il getto caldo che sentì dentro la fece venire con me.
Rimanemmo a lungo uno sopra l'altro e poi mi andai a lavare.
Mentre tornavamo verso casa ripresi il discorso:
"E così la tua amica Carlotta ti ha raccontato tutto. Quando due persone hanno una relazione e sono entrambe già sposate dovrebbero imparare a stare zitte e farsi gli affari propri. O sbaglio? Vedi, oggi sono contento di avere incontrato te perchè era da tanto che ci facevo dei pensierini e finalmente si sono realizzati. Però mi ha dato fastidio sapere che, come una deficente, va in giro a raccontare le cose agli altri. Penso proprio che questa, dopo tanti anni, è la fine."
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