Lui & Lei

ALBA


di amolafi
23.11.2012    |    21.878    |    2 9.2
"Era raggiante ed euforica e quando, dopo una mezzora, ci avviammo verso casa mi prese la mano e la strinse forte e poi mi passò le braccia intorno alla vita..."
Ci conoscevamo fin da bambini. Alba aveva circa tre anni meno di me e le nostre mamme erano amiche. Fin da bambina era sempre stata molto bella e crescendo era diventata ancora più bella. Capelli scuri, lineamenti da "zingara" e tutte le curve ben proporzionate al posto giusto ma... mentre noi eravamo cresciuti normalmente, lei era rimasta sotto il metro e quaranta. Praticamente era una donna in miniatura. Una bellissima bambolina.
Quando, durante il servizio di leva, ero tornato a casa per una licenza (era il mese di agosto) praticamente erano tutti in vacanza e con il mio Ciao andavo all'Idroscalo a prendere il sole. Una sera la incontrai e mi disse che i ragazzi che, per vari motivi, non erano andati in vacanza si trovavano tutti i pomeriggi al fosso grande dove ci si divertiva giocando e ballando con la musica del mangiacassette.
Il pomeriggio seguente andai al fosso grande e vidi che c'erano una ventina tra ragazzi e ragazze. Arrivai giusto in tempo per partecipare a un gioco che consisteva nel fare il giro del campo con la propria ragazza sulle spalle. Io e Alba fummo accoppiati d'ufficio in quanto eravamo gli unici non accoppiati. Mentre gli altri faticavano come dannati correndo con ragazze di corporatura normale, qualcuna anche robusta, io ero avvantaggiato perchè era come correre con un bambino sulle spalle. E vincemmo facilmente.
Il premio fu un suo grosso bacio tra gli applausi degli altri. Per tutto il pomeriggio rimase attaccata a me e non mi mollò un solo istante.
Nel tardo pomeriggio tornammo a casa insieme tutti e due sul mio motorino e, al momento di salutarci, non so neanch'io il perchè, mi venne da chiederle se le andava di vederci dopo cena.
Mi guardò seria e mi disse:
"Dove vorresti portarmi?"
"Pensavo a un gelato o bere qualcosa insieme. Se mio fratello mi presta la macchina possiamo anche andare al cinema da qualche parte."
"E tu mi porteresti in giro o al cinema? Porteresti in giro una nana come me?"
"Tu non sei nana, sei solo rimasta minuta ma sei ben proporzionata. I nani hanno la testa grossa e gli arti sproporzionati con il resto del corpo. Comunque..."
Non mi fece finire la frase.
"Va bene! alle otto e mezza davanti a casa mia."
Girammo un po' per il paese e poi ci sedemmo ai tavolini di una bar e ordinammo due bibite. Era raggiante ed euforica e quando, dopo una mezzora, ci avviammo verso casa mi prese la mano e la strinse forte e poi mi passò le braccia intorno alla vita e camminammo così. Giunti davanti a casa mi disse:
"A questo punto, nei migliori film, lui chiede a lei quando potrà rivederla ma tu sai che ci vedremo domani al fosso grande. Poi lei si alza sulle punte dei piedi e bacia lui ringraziandolo per la bella serata."
Mi baciò sulla bocca e ricambiai. Rimanemmo per un po' sulle scale a baciarci, lei un gradino più in alto, e ad appoggiarglielo per farglielo sentire. A un certo punto venni nelle mutande e dopo un po' la salutai.
Faticai a prendere sonno pensando che mi sembrava di essermi messo con una bambina e neanche pensando che aveva diciotto anni mi convincevo che avremmo potuto fare qualcosa insieme. Mi sentivo un po' pedofilo.
La sera seguente riuscii ad avere la macchina da mio fratello e dopo averle fatto fare un giro veloce, avevamo fretta tutti e due, per il centro di Monza ce ne andammo in camporella.
Appena spensi il motore mi si gettò addosso strigendomi forte e baciandomi. Abbassai i sedili e, mentre continuavamo a limonare, cominciai a esplorare il suo corpo. Prima le tettine, proporzionate per la sua altezza, e poi man mano scesi giù. Mi lasciava fare, le presi la mano e me la portai sulla patta dove il mio cazzo spingeva per uscire. Le sfilai gli slip e la vista del suo pelo nero mi fece passare tutti i timori di pedofilia. Era una donna, piccola ma donna. Le infilai un dito e la sentii fremere. scesi e cominciai a leccarla mentre lei si inarcava per venire incontro alla mia lingua. Mi rialzai e aprii la cerniera dei pantaloni mentre lei, senza che le dicessi niente, scendeva già pronta a prendermelo con la bocca. Me lo succhiò a lungo e dovetti fermarla per non venire. La leccai ancora un po' e poi le andai sopra puntandolo contro la sua fighetta tutta bagnata.
"Per favore vai adagio, non farmi male. Sono piccola io ed è piccola anche lei."
Mi venne da ridere pensando al detto "donna nana tutta tana" ma non le dissi niente.
Entrai piano piano ed, effettivamente, era stretta. Era una cosa strana non avere il suo viso di fronte al mio e dovermi inarcare un po' per baciarla sulla bocca. Riuscii a trattenermi e facemmo l'amore a lungo con le sue gambe che si avvolgevano intorno ai miei fianchi e la sua bocca che non lasciava la mia neanche per un istante. Ci girammo e mi misi io sotto con lei che sopra di me comandava il ritmo. La guardavo ed era bellissima. Quando le dissi che stavo per venire mi chiese se mi sarebbe piaciuto che mi prendesse con la bocca. Risposi di si e si tirò fuori e cominciò a ciucciarmelo fino a quando, finalmente, le venni in gola. Rimase qualche minuto immobile con il mio cazzo in bocca e poi venne verso la mia bocca baciandomi.
"Ho avuto altri ragazzi ma tu sei il primo con il quale sono uscita da soli e con il quale ho potuto passeggiare mano nella mano tra la gente. Mi ricorderò sempre di questo."
Quando mi congedai andai a cercarla ma non volle più uscire con me. Qualcuno le aveva detto che io, pur di scoparla, avevo fatto finta di provare qualcosa per lei e che, una volta a casa, il tempo di trovarne un'altra e non l'avrei più voluta e lei non voleva soffrire.
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