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un'amicizia di gioventù


di amolafi
11.01.2013    |    21.033    |    7 9.5
"La stringevo a me e infilandole le mani sotto la giacca sentii che era un po' sudata, avevamo ballato molto, le carezzai un po' la schiena e poi, ..."
Verso i 24/25 anni eravamo una bella compagnia, tra maschi e femmine almeno una ventina. Andavamo a ballare e facevamo il boogie in fila (tutte le coppie ballano affiancate facendo gli stessi passi, un vero spettacolo) eravamo molto uniti al punto che anche dopo più di trent'anni, ogni tanto, ci troviamo, ognuno con la propria moglie, o marito, per passare la sera insieme ballando come ai vecchi tempi.
Un paio d'anni fa, dovevamo trovarci tutti e mia moglie che non sa ballare e non ha mai voluto imparare, ha cominciato a rompere le palle dicendo che lei non si diverte nel restare tutta la sera seduta a guardarci e, dopo una litigata, ha detto che lei non sarebbe più venuta.
Mi presentai solo e feci coppia per tutta la sera con Marinella che era anche lei sola, come suo solito, perchè il marito è uno che alle nove va a dormire.
Alla fine della serata ognuno prese la propria auto per tornare a casa mentre io, prima di andarmene, mi appoggiai alla macchina e accesi una sigaretta, Mi chiesero perchè non andavo via e risposi che sulla mia auto non si fuma e sarei partito appena finito di fumare. Marinella mi disse che se ne avessi offerta una anche a lei mi avrebbe fatto compagnia a condizioni che poi l'avrei accompagnata a casa.
Mentre fumavamo commentando la serata, ad un tratto cominciò il suo sfogo:
"Da bambina ero una scolara modello e andavo a messa tutte le domeniche, da ragazza ho sempre ascoltato mia madre che mi diceva di fare la ragazza seria perchè quelle che vanno con i ragazzi poi non si sposano o trovano mariti balordi e, per questo, non ho mai permesso a nessuno di mettermi le mani addosso, tu ne sai qualcosa (infatti avevamo filato per qualche tempo ma poi, visto che non mi faceva toccare neanche le tette l'avevo mollata). Mi sono sposata con un bravo ragazzo che ha apprezzato di trovarmi vergine ed abbiamo avuto un figlio, però ora ne ho piene le scatole. Si alza al mattino alle cinque e mezza, va nell'orto e poi si fa la doccia e va al lavoro, torna alla sera, mangia, guarda il telegiornale e alle nove va a dormire e io da sola come una scema a guardare ta tele. Se voglio stare con lui devo andare a letto prima di lui e sperare che abbia voglia altrimenti non ci sono santi e si gira a dormire. In vacanza si va quindici giorni in Val Brembana e, anche in vacanza, alle nove va a letto. Se gli dico che vorrei andare al mare o da qualche parte dice che a lui non piace il caldo e la confusione e sta bene in Val Brembana. Basta! Le mie amiche, quelle che la davano via, hanno mariti che le portano al mare dappertutto, in settimana bianca, escono a cena mentre io che ero una brava ragazza guarda come sono ridotta. Ti pare giusto? Sai quante volte ho avuto voglia di lasciarmi andare anch'io ma le parole di mia madre mi frenavano? Cosa ci ho guadagnato?"
Mentre parlava si era messa a piangere e, istintivamente, l'avevo abbracciata e stretta a me per consolarla. Preso da compassione le avevo dato un bacio sulla fronte mentre lei mi diceva che se si fosse comportata diversamente con me forse non l'avrei mollata e a quest'ora, magari, eravamo insieme.
Aveva alzato la testa e le bocche si erano incontrate e ci eravamo baciati.
Le dissi di salire in macchina e partimmo. Le chiesi se voleva che l'accompagnassi subito oppure se voleva che andassimo da qualche parte.
"Portami dove vuoi."
Fermai la macchina in una stradina vicino al paese e mi girai verso di lei, l'abbracciai e ci baciammo ancora. La stringevo a me e infilandole le mani sotto la giacca sentii che era un po' sudata, avevamo ballato molto, le carezzai un po' la schiena e poi, imponendomi la calma per non spaventarla, scesi lungo i fianchi per fermarmi sulle cosce. Le carezzai il sedere e poi, sempre con calma e naturalezza, mi infilai tra le gambe e risalii fino al pube carezzandola da sopra i collant. Quando cercai di infilare la mano sotto i collant alzo un po il sedere per facilitarmi mentre glie lo abbassavo ed arrivai al pelo per poi scendere in mezzo alle cosce infilando le dita nella fessura bagnata. Continuavamo a baciarci e, aiutato da lei, le sfilai i collant e gli slip aprendole bene le gambe. Abbassai il suo schienale e mi staccai dalla sua bocca e andai giù cominciando a leccarle l'interno cosce per finire sul clitoride e, infine, nella figona ormai fradicia. La leccai a lungo. Mi sfilai i pantaloni e andai sopra infilandoglielo fino in fondo. Mi muovevo con dolcezza mentre continuavamo a baciarci e lei mi stringeva forte. Sentii il suo respiro diventare affannoso mentre il suo corpo si irrigidiva nell'orgasmo e continuai a muovermi spingendolo fino in fondo. Mentre veniva mi sussurrò all'orecchio:
"Non ho mai smesso di volerti bene e ti amo ancora come allora."
Quando sentii che stavo per venire anch'io glie lo dissi e mi rispose di lasciarglielo dentro che voleva portarmi con se il più a lungo possibile. Venni e rimanemmo a lungo abbracciati a baciarci.
Mentre stavamo tornando a casa mi sorprese:
"Si vede che con l'età ti sei calmato. Una volta, anche se sapevi che non volevo, cercavi sempre di farmelo prendere in bocca mentre questa sera non ci hai neanche provato."
"Rimediamo subito."
Le risposi mentre accostavo e mi fermavo a lato della strada.
Aprii la cerniera e lo tirai fuori, le presi la testa e l'accompagnai giù. Gli diede un bacio sulla punta e poi lo prese in bocca, diede un paio di colpi su e giù e si rialzò.
"Tutto qui?"
"Per questa sera basta, la prossima volta faremo tutto quello che vuoi."
Da due anni non perdiamo occasione per stare insieme, a volte in macchina e, quando ne abbiamo il tempo, al solito Motel. Mia moglie che ogni tanto la incontra mi ha detto più volte che è da un po' di tempo che Marinella sembra un'altra donna.
"E' allegra, sicura di se stessa al contrario di prima che sembrava sempre così musona."
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