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Lui & Lei

... e gli anni passano


di amolafi
21.09.2015    |    27.297    |    2 9.2
"Continuò a succhiarmelo fino a quando la cappella fu così sensibile da darmi fastidio e dovetti dirglielo perché smettesse..."
Da giovane era stata una gran figa e con il passare del tempo, relativamente all'età, era sempre rimasta una gran bella donna, ora che aveva settantacinque anni suonati, forse perché abituata a prendere cazzi, non si rassegnava e di sera, avevo sentito dire, girava per le strade sperando di trovare qualche cazzo da succhiare o, magari, che la scopasse.
La mezzanotte era passata da un po' e io tornavo da una serata con ex colleghi di lavoro e mentre parcheggiavo vicino a casa la vidi arrivare sul marciapiede. Indossava un paio di pantaloni chiari e una maglietta aderente che, con il buio e grazie al suo fisico ben curato, la facevano sembrare più giovane della sua età. Quando fu vicina scesi dalla macchina e dopo averla salutata scambiammo quattro parole, le solite frasi sul tempo e sull'estate calda, mentre parlavamo pensavo che forse era la volta buona per constatare se quello che si diceva fosse vero. L'idea di un pompino mi stuzzicava ma per paura di fare una cappellata non sapevo come impostare il discorso, la presi un po' alla larga:
"Una bella donna non dovrebbe andare in giro a quest'ora, potrebbe trovare qualche male intenzionato che si approfitta di lei."
La sua risposta mi fece capire che ero sulla strada giusta:
"Magari trovassi un bel giovanotto che mi prende per una notte d'amore."
Le dissi che i giovanotti, purtroppo, preferiscono le ragazzine e solo chi ha esperienza sa che le signore mature, per certe cose, sono migliori delle giovani inesperte.
"E' vero, Le ragazze giovani sono tutte prese dalla loro bellezza mentre noi donne che abbiamo esperienza sappiamo come fare godere un uomo. Si vede che tu la sai lunga, Chissà quante devi averne combinate."
Rimanemmo per qualche istante in silenzio, era evidente che aveva più voglia lei di prendermelo in bocca di quante ne avessi io di darglielo. Le dissi che, anche se era tardi, rimanendo sulla strada qualcuno avrebbe potuto vederci e pensare chissà cosa e le proposi di entrare nel portone dove potevamo stare più tranquilli.
Appena arrivammo in un punto scuro le misi una mano sulla spalle e lei si girò abbracciandomi e cominciando a baciarmi sulle guance e sul collo. L'idea che volesse baciarmi anche sulla bocca mi dava fastidio e la strinsi forte tenendola con la testa sulla mia spalla mentre le carezzavo la schiena e le palpavo il sedere, poi le presi la mano e me la misi sulla patta, abbassai la cerniera e tirai fuori il cazzo mezzo moscio e glie lo misi in mano. Appena cominciò a maneggiarlo prese consistenza e in pochi attimi diventò bello duro, le misi una mano sulla spalla, la mandai giù e lei cominciò a baciarlo e a leccarlo per poi prenderlo delicatamente tra le labbra mugolando come un bambino che mangia il suo gelato preferito.
"Mmmmm, mmmmm."
Una vera maestra del pompino. Ogni tanto lo prendeva tutto fino in gola ma la sua maestria era quella di succhiarlo sfregando con forza la lingua sotto la cappella, nel punto più sensibile. Se l'avessi lasciata fare sarei venuto quasi subito. Slacciai la cintura e mi abbassai i pantaloni chiedendole di leccarmi le palle e lei, dopo aver passato più volte la lingua lungo il cazzo, cominciò a leccarmele per poi prenderle in bocca e succhiarle con forza. Succhiava talmente forte che mi faceva male, le tirai indietro la testa e mettendoglielo ancora in bocca. Mentre me lo pompava con le mani mi stuzzicava l'ano facendomi venire i brividi. Le misi una mano sulla testa e glie lo infilai fino in gola tenendola schiacciata contro il mio ventre, quando la lasciai riprese a pompare e a lavorare di lingua fino a quando le sborrai in bocca tenendola perché non si ritraesse.
Continuò a succhiarmelo fino a quando la cappella fu così sensibile da darmi fastidio e dovetti dirglielo perché smettesse.
Le dissi che se qualche sera mi avesse ospitato a casa sua avremmo fatto le cose per bene e avrebbe goduto anche lei ma rispose che a casa sua non voleva nessuno.
"Se vuoi possiamo andare in un albergo o un motel. Ma a me piace anche così e se ci troviamo qualche altra sera possiamo anche andare in camporella. Mi piace farlo anche in macchina come quando ero una ragazzina"
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