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La notte dei cazzi volanti


di amolafi
06.09.2015    |    12.075    |    1 9.6
"Il commento di Monica fu: "E' bello avere due bei ragazzi tutti per me, ma quando non voglio che me lo mettiate nel sedere non dovete farlo con la forza..."
Il proprietario del bar, per preservare la figlia, Monica, da droghe, fumo, cattive compagnie, sesso prematuro e tutto il resto, dopo le elementari l'aveva fatta studiare presso un collegio di suore. Dopo la maturità la ragazza era tornata a casa e frequentava l'università a Milano. La ragazza era alquanto bruttina, magra, con poco seno però era simpaticissima e brillante e quando il genitore non era a portata di voce ci raccontava che in collegio giravano giornaletti porno e che poi, la notte, nei lettini c'era molta agitazione. Raccontava anche di come molte ragazze dormissero nello stesso letto e quando noi, prendendola in giro, le dicevamo che le sue esperienze si limitavano a qualche ditalino e a qualche lesbicata ci rispondeva che non erano affari nostri ma le sue esperienze le aveva fatte.
Una sera Beppe guardando le programmazioni dei film vide che in una sala dalle parti di Lambrate davano "La notte dei morti viventi" un classico dell'horror. Chiese chi volesse andare con lui a rivederlo ma l'unico ad accettare fui io. Mentre stavamo uscendo dal locale Monica ci chiese se portavamo anche lei, ne aveva sentito parlare e voleva vederlo.
Con il permesso del padre, "di voi mi fido" la portammo con noi.
In sala si sedette in mezzo a noi così, diceva, si sentiva più tranquilla. Già alla prima scena di paura Monica si aggrappò forte al mio braccio e per tutto il primo tempo non lo mollò, nell'intervallo le spiegai, ridendo, che gli zombi non ce l'avrebbero fatta a uscire dallo schermo e che poteva stare tranquilla.
Come si spensero le luci per il secondo tempo si aggrappò di nuovo al mio braccio. Dopo un po' mi venne un'idea e volli metterla in pratica. Feci in modo di appoggiare la sua mano sulla mia patta e vi misi sopra le mie mani per tenervela, poi cominciai a muoverla premendola fino a quando il cazzo mi diventò duro, provai ad allentare la presa e lei continuò a palparmi. Aprii la patta e vi infilai la sua mano che cominciò a palparmi a pelle per poi tirarmelo fuori per palparlo più comodamente. Mentre guardavo in giro per controllare che nessuno ci vedesse vidi che stava facendo la stessa cosa con Beppe. La porca!
Al ritorno Beppe guidava e lei era al suo fianco ed io sul sedile posteriore, Beppe le prese subito la mano e la infilò nella patta aperta e appena fuori dal ponte di Lambrate le mise una mano sulla nuca e la accompagnò verso il suo cazzo che la ragazza prese subito in bocca cominciando a pompare mentre io da dietro le avevo alzato la gonna ed avevo infilato la mano nelle mutande andando giù in mezzo alle chiappe fino a trovare la passerina infilandovi le dita.
Dissi che forse era meglio fermarci da qualche parte e Beppe si infilò nella prima stradina di campagna che trovammo.
Scendemmo dalla macchina e cominciammo a spogliarla lasciandola completamente nuda, Beppe abbassati i pantaloni si sedette sul cofano della macchina e mettendole la mano sulla nuca la tirò giù e mentre Monica tirava la pompa io le andai dietro e, seppure con un po' di fatica per la poca collaborazione dovuta all'impegno orale, glie lo misi dentro da dietro cominciando a pomparla con colpi lenti ma profondi tenendola per i fianchi per dare più forza alle spinte. Quando sentivo che stavo per venire mi fermavo e lo tiravo fuori passandoglielo su e giù nella piega delle chiappe. Provai anche a puntarglielo contro l'ano ma non volle e per non rischiare di mandare a monte tutto continuai a scoparle la fighetta. Mentre Beppe la incoraggiava a ingoiarlo tutto fino in fondo sentivo i gemiti della ragazza e vedevo il suo culetto piccolo e bianco e mi eccitavo sempre di più allargandole l'ano con i pollici e infilandoveli mentre lei si dimenava.
Mi sdraiai sull'erba e lei mi venne sopra infilandoselo, forse pensava che Beppe le sarebbe andato davanti per farselo pompare di bocca ma non andò così, Beppe le andò dietro e mentre io la tenevo abbracciata e lui la immobilizzava tenendola nel basso schiena le puntò il culo e nonostante le proteste di lei lo cacciò dentro fino in fondo cominciando subito a pompare senza ritegno per il dolore che sentiva la ragazza. Dopo pochi colpi venne sborrandole nel culo mentre io ero sotto e ne avevo ancora. Monica ormai era quasi inerte, aveva capito che resistere non serviva e si lasciava fare tutto quello che volevamo. La girai mettendola sotto e le andai sopra cominciando a spingere forte e a fondo fino a quando sentii che stavo venendo, lo tirai fuori e andai verso la sua bocca che lo prese e cominciò a pompare fino a quando le sborrai in gola.
In preda a conati di vomito cominciò a sputare, io e Beppe ci guardammo pensando entrambi che forse avevamo esagerato ma per fortuna Monica si riprese subito.
Ci pulimmo e dopo esserci rivestiti riprendemmo la strada di casa. Il commento di Monica fu:
"E' bello avere due bei ragazzi tutti per me, ma quando non voglio che me lo mettiate nel sedere non dovete farlo con la forza perché a me fa male e poi prima di venirmi in bocca chiedetemi se mi piace, mi sembrava di vomitare l'anima."
Le rispondemmo che vederla tutta nuda ci aveva eccitato al punto che non ragionavamo più e volevamo averla tutta da non accorgerci che forse a lei qualcosa non andava, le dicemmo che un'altra volta non sarebbe successo e lei, lusingata dalla prospettiva di un'altra volta, disse che voleva vedere se saremmo stati di parola e che per questa volta eravamo perdonati.
Appena entrati nel bar il padre si accorse degli occhi rossi della figlia e chiese cosa fosse successo.
"Deve aver preso un po' di freddo che le ha bloccato la digestione, già nel cinema c'era qualcosa ma ci siamo dovuti fermare per strada fino a quando ha vomitato."
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