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Lui & Lei

il matrimonio mancato


di amolafi
23.09.2016    |    21.160    |    5 9.4
"Seduti al tavolino davanti alle bibite Cinzia continuava a parlare del suo matrimonio, la lista nozze, gli invitati, le bomboniere, ristorante e tutto..."
Tutto era cominciato quando un amico aveva invitato me, la mia ragazza Elena, suo fratello Aldo con la sua fidanzata Cinzia, per la cena e il veglione di Capodanno.
Dopo il brindisi di mezzanotte ci eravamo messi a ballare ed, essendo tutti accoppiati, più o meno tutti si pensava a limonare e la festa si era trasformata in un mortorio. Qualcuno lanciò l'idea di un gioco tipo il passaggio della scopa; si partiva con una coppia che passando il tovagliolo, lui ai maschi e lei alle femmine, si sparigliavano le coppie creando situazioni curiose e divertenti.
Quando Cinzia ebbe il tovagliolo venne a passarlo a Elena che stava ballando con me e dopo avermi messo le braccia intorno al collo cominciò a strusciarsi con il suo ventre contro il mio. Non ci volle molto perché mi diventasse duro e sentendomi un po' in imbarazzo cercai di ritrarmi. Elena mi passò le braccia intorno alla vita e mi tirò a se con forza ed io, visto che lo voleva lei, la strinsi a mia volta spingendoglielo contro per farglielo sentire tutto. Rischiai anche di sborrarmi nelle mutande ma la cosa mi piaceva e mi apriva nuovi orizzonti.
Alla fine del ballo Aldo e Cinzia annunciarono il loro matrimonio nel prossimo mese di maggio lasciandomi abbastanza sconvolto dopo quanto era successo appena pochi minuti prima. Poi non ci fu più niente fino a quando Aldo (che per lavoro era sempre in giro per l'Italia) mi telefonò chiedendomi se potevo portare Cinzia a ritirare le bomboniere dandomi anche il suo numero di telefono per contattarla.
La chiamai subito e nello stesso pomeriggio, prendendo mezza giornata di permesso dall'ufficio, la accompagnai. Dopo avere ritirato le bomboniere, mentre andavamo verso casa, Cinzia mi propose di fermarci in un bar per bere qualcosa.
Seduti al tavolino davanti alle bibite Cinzia continuava a parlare del suo matrimonio, la lista nozze, gli invitati, le bomboniere, ristorante e tutto quello che aveva fatto o doveva fare. Mentre parlava così accalorata non la seguivo nei suoi ragionamenti, pensavo al nostro ballo di capodanno e mi chiedevo il perché del suo comportamento.
Si accorse che non la seguivo e mi chiese cosa avevo e io le dissi quello che stavo pensando.
"Stai ancora pensando a quella cosa li?"
Le dissi che da quella sera non desideravo altro che ripetere la cosa, magari in un posto appartato e da soli.
"Non immaginavo che ti avrebbe fatto quell'effetto, l'ho fatto perché in quel momento mi piaceva sentire la tua eccitazione ed anch'io mi ero un po' scaldata. Ma sono passati mesi..."
Le dissi che se, come me, anche lei voleva ripetere quel momento era il momento giusto per farlo. Mi lanciò uno sguardo malizioso con l'espressione di chi sta valutando la cosa.
Mi alzai e la presi per mano e senza parlare salimmo in macchina e mi diressi verso il solito motel sulla vecchia paullese.
Appena entrati in camera Cinzia cominciò a spogliarsi con grande disinvoltura rimanendo in slip e reggiseno mentre io mi ero levato solo la giacca, mi venne vicino, mi slacciò la cravatta e la camicia e poi mi baciò sulla bocca. Ci rovesciammo sul letto e, dopo averle tolto il reggiseno, cominciai a leccarle i capezzoli e a succhiarli, scendere sul ventre sfilandole lo slip per poi leccarle l'interno coscia e infilarmi tra la peluria cercando la fessura oramai bagnata dalla voglia.
Giocai con il clitoride con la punta della lingua per poi passare a lingua piena sullo spacco raccogliendo i suoi umori mentre lei inarcava la schiena dal piacere. Le andai sopra a cavalcioni e glie lo misi in bocca spingendolo fino in fondo fino a farle venire un conato di vomito, poi, mentre lei continuava il suo lavoro di labbra, mi girai e continuai a leccargliela andando giù fino all'ano, come sentì la mia lingua sul suo buchino ebbe uno scatto come se avesse preso la scossa e spalancò completamente le cosce. Era un chiaro segno che la porca conosceva i piaceri del culo e questo mi incoraggiò.
Mi girai ed entrai lentamente nella sua fighetta fradicia, cominciai a pompare lentamente affondando i colpi ma il mio pensiero oramai era il suo culo. Non potevo metterglielo subito dietro, dovevo prima farla divertire un po' e diedi fondo a tutto quello che sapevo fare facendola venire almeno un paio di volte, poi le chiesi di girarsi e mettersi in ginocchio. Mi infilai sotto di lei con la testa e cominciai a leccargliela come un vitellino succhierebbe la mucca, prolungai la corsa della lingua fino a sfiorare l'ano provocando ancora la sua reazione e poi continuai a leccarle solo il culetto mentre lei manifestava chiaramente il suo godimento incoraggiandomi a continuare in quel modo. Le andai dietro e allargandole le natiche continuai a leccarla cercando di bagnarla più che potevo con la saliva e quando le puntai il cazzo fece un leggero movimento all'indietro per allargare le chiappe a venire incontro alla banana che stava riempiendo il suo culo. La pompai dapprima lentamente e man mano che i suoi gemiti aumentavano di volume spingevo sempre più forte. Resistetti più che potevo e venni pochi istanti prima che venisse anche lei lasciandosi andare esausta.
Il giorno del matrimonio eravamo usciti in giardino a fumare e c'era anche la sposa, arrivò il cameriere dicendo che stavano servendo un'altra portata e tutti rientrarono, per ultimi rimanemmo noi due, così credevo, mentre entravamo dalla porta le diedi una pacca sul sedere e lei rispose mettendo dietro la mano e dandomi una palpata di pacco. Mi sentii prendere per la giacca e tirare mi girai ed era Elena.
"Meno male che parlavamo di sposarci presto anche noi, ma tu sei un maiale, il matrimonio per te era solo l'occasione per frequentare ancora di più quella troia che se non fosse che non voglio rovinare la giornata a mio fratello andrei a prenderla a sberle davanti a tutti. Ma l'occasione arriverà ugualmente. In quanto a te, sparisci, subito, non devi più farti vedere. Te ne devi andare all'istante."
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