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Lui & Lei

la mamma di Oscar


di amolafi
11.04.2014    |    30.721    |    2 9.5
"Pensando alla sua curiosità mi erano venuti cattivi pensieri però dovevo essere sicuro..."
E' una storia di circa venticinque anni fa che però mi torna spesso alla mente perché la signora, ora ottantenne, abita ancora vicino a me e quando ci incontriamo ci sorridiamo ricordando quel periodo.
Uscendo dagli uffici dove ero stato per una commissione, avevo sentito un leggero stimolo di urinare ma, pensando che in meno di mezz'ora sarei stato a casa, mi ero messo in macchina ed ero partito.
Purtroppo non avevo messo in preventivo il gigantesco ingorgo che avrei trovato tra piazza Maciachini e Loreto. I minuti passavano e il mio bisogno era diventato una sofferenza. Avevo pensato di fermarmi in un bar ma non c'era modo di parcheggiare e se mi fossi messo in seconda fila mi avrebbero crocifisso. avevo anche provato a cambiare strada ma era tutto bloccato. Oramai il mio solo scopo era di passare il ponte di Lambrate e buttarmi lungo la scarpata per togliermi da quest'incubo.
Procedendo molto lentamente mi ero trovato a passare davanti alla fermata del pullman che fa la linea della Cassanese e sul bordo del marciapiedi vidi la mamma di Oscar. In condizioni normali le avrei offerto il passaggio ma stavo soffrendo troppo e non volevo intoppi e mi concentrai sulla targa della macchina davanti alla mia fingendo di non averla vista. Purtroppo, o meno male, mi vide lei e scendendo dal marciapiede mi venne davanti agitando la mano. Fui obbligato a vederla e, di conseguenza, a offrirle il passaggio.
Mentre ripartivamo lentamente mi ringraziò per la mia cortesia e bla bla bla ma io non la sentivo, ero troppo concentrato a non mollare gli ormeggi per non pisciarmi addosso.
Arrivati fuori dal ponte di Lambrate, spiegandole la mia situazione, mi buttai nello spiazzo dietro la stazione tra le macchine parcheggiate e scesi di corsa andandomi a mettere dietro la macchina all'altezza del fanale posteriore destro. Mentre mi svuotavo sentivo un grande benessere entrare in me, pensai anche che un piacere simile non si prova neanche con una bella scopata. Mi guardavo intorno ve vedere che non arrivasse qualcuno e guardando dentro la macchina vidi che la signora, anziché seduta composta come l'avevo lasciata, era un po' piegata sul fianco sinistro leggermente piegata in avanti. Mi stava guardando dallo specchietto.
(Premesso che la signora aveva quindici anni quando era nato Oscar, se io avevo sui quarant'anni lei era sui cinquantacinque ed era una bella donna.)
Divertito da questo imprevisto mi girai un po' più verso la sua vista e anche dopo essermi svuotato continuai a tenerlo in mano agitandolo su e giù e menandolo per farlo ingrossare. Evidentemente aveva sofferto troppo ed aveva avuto solo una minima reazione che, comunque, facevo ballare alla vista della signora.
Risalii in macchina e lei mi chiese se mi ero svuotato e stavo meglio, le risposi che senz'altro andava meglio.
Ripartimmo nel traffico che ora era più scorrevole ma comunque lento. Pensando alla sua curiosità mi erano venuti cattivi pensieri però dovevo essere sicuro. Guidavo con la destra mentre con la sinistra me lo toccavo per farlo venire su e arrivati dopo la tangenziale mi misi sul controviale dove la sera battevano travestiti e sudamericane. Mi fermai sotto un lampione in modo che la signora me lo vedesse bene e, sempre scusandomi, scesi di nuovo rimettendomi nella stessa posizione. La vidi spostarsi in favore di specchietto e non ebbi più dubbi. Cominciai a masturbarmi finche fu bello duro e poi lo feci ballare in modo che lo vedesse bene mentre curavo le sue reazioni, Continuava a guardare. Lo infilai nella patta senza metterlo nelle mutande e lasciai la cerniera aperta e risalii. Mi chiese se avessi qualche problema e le risposi che qualcosa non andava e che forse lei mi poteva aiutare, mentre parlavo, con la destra, le presi la mano e la misi sul cazzo che avevo tirato fuori con la sinistra. Non disse niente e le sue dita si strinsero mentre io le davo il ritmo per farmi una sega. Mi girai verso di lei e la baciai, poi le presi la testa e la accompagnai dolcemente in basso mettendoglielo in bocca. Cominciò a pompare su e giù fino a quando venni nella sua bocca. Mi fece un po' senso quando aprì la bocca e sputò ma risposi al suo bacio quando mi venne vicino.
"Tu sei soddisfatto ma io no."
Le dissi che qualche sera sarei andato a trovarla e saremmo stati insieme e mi rispose che così andava meglio.
Dopo un paio di sera andai da lei (era vedova) e appena entrato mi abbracciò forte baciandomi sulla bocca mentre io cercavo di orientarmi per capire dov'era la camera da letto. Cominciammo a spogliarci e mentre le baciavo il seno sentii un fresco odore di saponetta e scesi con la testa tra le sue gambe. Dopo averle sfilato le mutandine cominciai leccandole l'interno coscia per arrivare al clitoride stuzzicandolo con la punta della lingua dandole ogni tanto dei colpi a lingua piena sulla figona tutta bagnata mentre le sue mani mi spettinavano accarezzandomi la testa. Mi girai e ci mettemmo sul fianco mettendoglielo davanti al viso e lei lo prese in bocca infilandoselo fino alla gola e pompando su e giù con la testa mentre io cercavo di entrare dentro di lei con la lingua. Le andai sopra e quando glie lo misi dentro sentii il suo brivido e anch'io quasi mi emozionai, lei era il sogno erotico di tutti gli amici di suo figlio, ognuno di noi chissà cosa avrebbe dato solo per vederla nuda e ora ci stavo facendo l'amore, volevo far durare più a lungo possibile quel momento e mi muovevo lentamente dentro di lei dandole spinte profonde, dovevo entrare in lei più che potevo, mi sembrava di sentirla più mia. Aveva più di cinquant'anni ma era sempre il mio sogno erotico. Le chiesi di venire insieme e mi abbracciò forte baciandomi. Le sue braccia e le sue gambe mi avvolgevano e io ero in paradiso mentre continuavo a entrare e uscire da lei. Quando mi disse che stava venendo spinsi con più forza e venni anch'io con lei baciandola sulla bocca.
Ora è una bella "vecchietta" e spesso, anche davanti a mia moglie, che non sospetta, mi abbraccia forte e mi da tanti baci sulle guance. E io ricambio.
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