tradimenti

annina


di amolafi
29.01.2017    |    24.526    |    8 9.6
"Solo allora si decise a prepararmi il caffè che mi aveva offerto al mio arrivo..."
Annina (Anna) è una donna sui settant'anni, molto bassa di statura, più o meno sul metro e quaranta, un po' cicciottella, cosa questa che fa in modo che la sua pelle sia bella liscia e senza una ruga, facendola sembrare più giovane della sua età. Dalle foto che le piace mostrare, da giovane, era molto bella, una mini vamp. Rimasta vedova giovanissima, appena sposata, per molti anni si era preoccupata solo di far crescere la sua bambina ignorando le avances dei vari pappagalli che le giravano attorno. Quando, poi, la figlia si era sposata andandosene da casa aveva cominciato a guardarsi intorno e a godersi la vita. Aveva avuto un paio di storie di lungo corso e molte toccate e fuga, come dice lei, al solo scopo di sfogare i bollori nei momenti di maggior calore.
" A me andrebbe bene anche uno sposato giusto per trovarci ogni tanto a farci le coccole e poi ognuno a casa sua, ma da qualche tempo non mi cerca più nessuno."
Queste parole le ho sentite per caso un giorno che stava parlando con le nostre mogli rimproverandole di non capire la fortuna che hanno di avere un marito che dorme nello stesso letto dal quale farsi coccolare quando ne hanno la voglia. In particolare se la prendeva con quelle che dicono di provare fastidio quando il loro marito vorrebbe fare sesso mentre loro non ne hanno più voglia, tra le quali anche mia moglie.
Sinceramente non ci avevo mai fatto nessun pensiero ma quelle parole mi stuzzicarono e quando mi capitò l'occasione di trovarla da sola mi lanciai.
Era il giorno di mercato e Annina stava andando verso la sua Panda con due grosse borse della spesa, mi avvicinai e mi proposi di aiutarla a portarle, poi le proposi di prendere un caffè al bar vicino e ci sedemmo al tavolino. La presi un po' alla larga dicendole che se avesse avuto qualcuno non sarebbe stata costretta a portarsi quei pesi, aggiungendo: "oltre ai piaceri della coppia." Le chiesi cosa faceva nelle sere che non usciva con noi in compagnia e lei rispose ridendo:
"Resto sola in casa a sospirare."
Le dissi che qualche sera sarei andato a farle compagnia e lei sorrise.
La sera stessa, con la scusa di andare ad assistere al Consiglio Comunale, le suonai il campanello.
Sembrò sorpresa di vedermi pensando, mi disse, che la mia era stata solo una frase buttata li al momento. Mi fece accomodare e si sedette accanto a me chiedendomi il perché di quella visita ed io pensai bene di non perdere tempo e di andare al sodo, le presi le mani e le dissi:
"Mi è sembrato di capire che non ti sono indifferente e che, anche se sono sposato, avresti gradito la mia compagnia."
Cercò di tergiversare ma quando le dissi di scusarmi se mi ero sbagliato e alzandomi accennai ad andarmene mi fermò:
" E' vero, uno come te mi piacerebbe, non sei male, sei simpatico e so che sei una persona seria ma non vorrei che tua moglie lo venisse a sapere."
"Io non glie lo dico di certo."
La tirai a me baciandola sulla bocca e non lasciandola finire la frase. La sua lingua in bocca e la forte stretta delle sue braccia mi diedero il segnale che era fatta. In un attimo ci ritrovammo nudi tutti e due, le misi una mano sulla testa spingendola giù, me lo prese in bocca avidamente leccandolo e baciandolo come un bambino alle prese con un gelato dopo mesi di astinenza, per lei erano anni, guidandola con le mie mani la mandai giù a leccarmi le palle per poi farla ritornare a prenderlo fino in gola spingendo sulla sua nuca perché lo prendesse tutto fino in fondo.
Seduto a gambe aperte sul divano con lei in ginocchio davanti a me la lasciai sfogare godendo della sua frenesia davanti al giocattolo che le stavo regalando, poi mi alzai e dopo averla fatta sdraiare le andai sopra e le sollevai le gambe infilandoglielo tutto fino in fondo con una sola spinta lenta ma decisa che le fece quasi mancare il fiato dall'emozione e cominciai a pomparla con movimenti lenti ma spinti fino in fondo, ogni tanto lo tiravo fuori tutto e giocavo a sfregarle la cappella contro il clitoride mentre lei mi pregava di rimetterglielo dentro per poi infilarglielo ancora tutto con una forte spinta mentre lei si inarcava venendomi incontro per sentirlo di più.
La presi in braccio e lei, con le gambe avvinghiate intorno alla mia vita, cercò il mio cazzo infilandoselo nella figona finalmente tornata alle antiche glorie e camminando in quel modo andai nella camera da letto. Mi sedetti sul bordo del letto e mi lasciai andare all'indietro con lei sopra a cavalcarmi l'uccello spingendo più che poteva per sentilo più in fondo possibile.
Mentre le tenevo le chiappe per aiutarla nelle spinte andai con un dito sul suo buchino e cominciai a muoverlo avanti e indietro facendovelo entrare piano piano e facendola godere ancora di più, fino a quando ve lo infilai quasi tutto e cominciai a stantuffarlo senza precauzione facendola venire almeno un paio di volte, a questo punto era pronta per l'uso del lato B e la feci girare. Dopo averle dato qualche colpo nella figona fradicia dei suoi umori per tenerlo ben lubrificato le puntai l'ano e cominciai a spingere piano. Lo vedevo sparire sempre più nel suo buchino ad ogni spinta e quando fu dentro quasi tutto cominciai a pompare con forza mentre lei continuava a gemere dal godimento. Le dissi che stavo per venire e mi pregò di non fermarmi perché voleva venire ancora anche lei, riuscii a trattenermi e a venire pochi istanti prima di lei. Le rimasi sopra fino a quando il cazzo, ammosciandosi, uscì da solo poi rimanemmo ancora una decina di minuti in quella posizione entrambi sfiniti. Solo allora si decise a prepararmi il caffè che mi aveva offerto al mio arrivo.
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