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Lui & Lei

la ragazzina


di amolafi
18.09.2018    |    21.599    |    6 8.8
"L'ultima sera della licenza andammo nella sua cantina, dove aveva messo a terra un vecchio materasso, entrando mi disse che era quasi certa che quella era la..."
Mentre, con mia moglie, uscivamo dal supermercato mi sono sentito chiamare:
"Va bene che sono passati cinquant'anni, ma non mi riconosci più?"
Infatti quella signora con i capelli grigi, un po' cicciottella non mi ricordava nessuno.
"Sono Silvana, abitavo vicino a casa tua, eri in licenza e andavamo a prendere il sole al fosso dietro il cimitero. "
E poi rivolta verso mia moglie:
"E' stato il mio primo vero amore ma è durata solo una settimana e non se lo ricorda più."
Avevo preso la licenza ordinaria, dieci giorni, il mese di agosto pensando di trovare a casa qualche amico, invece erano tutti in ferie o lavoravano e per passare i pomeriggi andavo al fosso, la nostra riviera, dove di solito c'erano ragazzi e ragazze.
Il primo giorno c'erano solo due ragazze e un ragazzo che conoscevo solo di vista, una delle ragazze era Silvana che quando ero partito dieci mesi prima ricordavo poco più che bambina e con un paio di tettine che cominciavano a spuntare mentre ora, vista in costume, le tette erano ben formate e aveva un culetto niente male.
Passammo il pomeriggio parlando , più che altro, di come era la naja rispondendo alle loro domande e quando tornammo a casa io e Silvana ci demmo appuntamento per il giorno seguente.
Il giorno dopo arrivai al fosso e c'era solo lei, la sua amica era partita per il mare con i genitori e il suo ragazzo non era venuto. Eravamo soli.
Mentre prendevamo il sole sdraiati sugli asciugamani non pensavo assolutamente di tentare qualcosa, la conoscevo bene perché abitavamo vicini e sapevo che aveva solo quattordici anni, troppo giovane, pensavo.
Mi chiese se avessi la ragazza e le risposi che ci eravamo lasciati prima di partire perché non volevo farla aspettare un anno e poi magari lasciarci dopo due giorni che ero tornato.
"A me piacerebbe avere il ragazzo militare, trovo molto romantica la tristezza dell'attesa e la gioia di rivedersi."
Poi si avvicinò con il viso a pochi centimetri dal mio:
"Mi piacerebbe essere la tua ragazza, mi sei sempre piaciuto anche se eri più grande di me."
Le dissi che sarebbe stato bello se lei avesse avuto qualche anno in più della sua età.
"Non pensare che sia ancora una bambina, sono una donna ed ho avuto un ragazzo più o meno della tua età che mi ha lasciato poche settimane fa perché voleva essere libero di andare al mare con i suoi amici senza avere impegni a casa. Un modo come un altro per dirmi che se glie ne capita un'altra se la vuole fare senza avere rimorsi. Allora, mi vuoi?"
Mentre diceva queste parole aveva appoggiato la sua bocca alla mia e ci eravamo baciati.
Mi abbracciò e continuando a baciarci mi venne sopra, sentivo il suo pube che spingeva e il mio cazzo che diventava duro, mentre lei spingeva ancora di più per sentirlo meglio, le misi le mani sul sedere e cominciai a palparlo poi le slacciai il reggiseno e le tirai fuori le tette per palparle meglio, scivolò al mio fianco e mi tirò sopra di lei, in mezzo alle sue gambe spalancate inarcando il bacino verso l'alto mentre io gli strusciavo il cazzo avanti e indietro per farglielo sentire tutto.
In quel momento la sua età non contava, per me era una ragazza che voleva sentirlo e magari lo voleva anche dentro.
Mi abbassai un po' il costume per tirarlo fuori e dopo avere scostato il suo slip glie lo puntai ancora incerto se "approfittarne" vista la giovane età oppure limitarmi a giocarci senza metterlo dentro. Ci pensò lei inarcandosi ancora di più e chiedendomi di farla sua (in effetti usava un po' un linguaggio da fotoromanzi). Cominciai a spingere con dolcezza e sentii che entrava senza fatica, la strada era già aperta, cominciai a pomparla lentamente mentre le sue gambe si avvinghiavano dietro la mia schiena e la sua lingua nella mia bocca si faceva sempre più frenetica. Non resistetti molto e le sborrai sulla pancia.
Entrammo in acqua per lavarci e poi ci sdraiammo di nuovo al sole con lei che continuava a baciarmi e accarezzarmi il pacco.
Non ci volle molto perché mi tornasse duro e quando le chiesi di baciarmelo non si fece pregare, andò giù di testa e cominciò a baciarlo e a pompare su e giù, anche con la bocca era già esperta.
Pensai che il mio coetaneo l'aveva addestrata bene e io ne stavo raccogliendo i frutti.
Mi venne sopra e dopo avere allargato le gambe lo prese e se lo infilò cominciando a muoversi avanti e indietro sopra di me mentre io le palpavo e le succhiavo le tette. Vidi il suo volto cambiare espressione come se stesse cadendo in trance e i suoi movimenti diventare frenetici fino al culmine del godimento e accasciarsi sopra di me. Io ne avevo ancora, non ero venuto. Le andai dietro e dopo averle sollevato un po' il sedere glie lo misi da dietro e cominciai a pompare tenendola per i fianchi mentre lei sembrava una creatura senza vita e non dava alcun senso di reazione. Quando sentii che stavo per venire le andai davanti e glie lo misi in bocca sborrandole in gola, poi mi sdraiai accanto abbracciandola.
"Credimi, con l'altro ragazzo ho fatto molte volte l'amore ma una cosa simile non l'avevo mai provata, ho sentito un piacere forte e poi qualcosa che mi ha svuotata completamente. Credo che questo sia quello che chiamano amore, anche tu hai provato la stessa cosa?"
Per tutti i giorni di licenza ci trovammo al fosso e se c'era qualcuno ce ne andavamo a cercare altri posti isolati dove fare l'amore.
L'ultima sera della licenza andammo nella sua cantina, dove aveva messo a terra un vecchio materasso, entrando mi disse che era quasi certa che quella era la nostra ultima volta:
"Quando tornerai guarderai le altre e io non esisterò più, ma questa sera voglio darti tutto e voglio tutto."
Ci spogliammo completamente nudi e cominciò a baciarmi tutto, lo prese in bocca e se lo infilò tutto in gola succhiandolo meglio del solito fino a farmi venire e bevve la mia sborra "così sarai dentro di me più a lungo", poi, continuando a lavorarlo lo fece tornare bello duro e si mise sdraiata, le andai sopra e glie lo misi dentro cominciando a pomparla con forza fino a quando la sentii mancare come il primo giorno e quando venni ancora lo feci nella sua bocca, era lei che lo voleva. Non ancora soddisfatta, quando si riprese me lo succhiò ancora fino a rinvigorirlo un'altra volta anche se oramai io non avevo più voglia, poi si mise in ginocchio e mi disse di prenderla da dietro che le piaceva più di tutto, il problema era che la terza sarebbe stata lunghissima ma era quello che voleva. La sbattevo con forza e con rabbia per cercare di venire ma non si riuscivo mentre lei continuava a gemere, non so se di piacere o di dolore. Finalmente venni per la terza volta e nonostante lo succhiasse non usciva più niente. Eravamo tutti e due stravolti e mentre io sarei uscito all'aperto a prendere aria lei sarebbe tornata a casa in quelle condizioni.
"Non mi interessa, se anche mio padre mi picchia e mi mette in castigo per un mese io sono felice."
Quando la lasciai piangeva e sinceramente dispiaceva anche a me.
Quando la incontrai dopo congedato mi disse che i nostri giorni erano stati meravigliosi e per non rovinarne il ricordo aveva capito che non dovevamo continuare, tutto quello che sarebbe venuto dopo non avrebbe aggiunto niente, anzi, avrebbe solo potuto rovinarlo.
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