Gay & Bisex

Il Don


di amolafi
08.05.2015    |    28.626    |    7 8.2
"" Piovviginava e c'era un po' di foschia e procedavamo a velocità ridotta..."
Era nato a pochi metri da casa mia ed era cresciuto in paese ma già dall'età scolastica si vedeva che non aveva gli stessi comportamenti degli altri maschietti. Il modo di parlare e di gesticolare, come camminava e soprattutto come correva erano da femminuccia, i gridolini e le moine erano quelli delle bambine.
Poi arrivò la vocazione ed entrò in seminario. A quarant'anni passati tornò alla parrocchia del paese e i suoi modi erano rimasti invariati con il passare del tempo, memori dell'antica amicizia tra le nostre mamme e le lunghe chiacchierate nel corso degli anni, nonostante io fossi ateo e lui un religioso, avevano creato tra noi una stima e un rispetto reciproco. Poi una sera la svolta.
Avevamo appena finito di cenare quando arrivò il Don e mentre mia moglie preparava un caffè mi disse che il giorno seguente, nel tardo pomeriggio, aveva una visita specialistica a Milano, la sua macchina si era rotta e non era riparabile in tempo e mi chiese se lo potevo accompagnare io.
"Poi ti pago la benzina e il disturbo."
"Lascia perdere Don, presenterò il conto al tuo Dio quando saremo nell'aldilà."
Piovviginava e c'era un po' di foschia e procedavamo a velocità ridotta. Mi chiese notizie dei figli, di come andavano a scuola e poi:
"Sei un bravo marito o sei uno di quelli che corrono dietro a tutte le sottane e riempiono la moglie di corna?"
Dissi, contando sulla sua discrezione, che non ero un cane da tartufo ma se mi capitava l'occasione, se ne valeva la pena, non la perdevo.
"Sei uno che va a prostitute e a travestiti?"
Risposi che non era nel mio modo di essere di pagare una donna per fare una cosa senza il minimo di partecipazione e riguardo ai travestiti dissi che avevo avuto esperienze, tutte abbastanza soddisfacenti.
"Mi stai dicendo che sei andato anche con gli uomini?"
Vedevo e sentivo della morbosità nelle sue domande e mentendo risposi che con uomini "uomini" non c'ero mai stato ma che se mi fosse capitato di incontrare un tipo molto effeminato (lui lo era) un po' rotondetto che mi ricordasse le forme femminili (lui lo era) e soprattutto riservato e non di quelli che devi avere paura che ti sputtanino (più di lui chi?) avrei fatto volentieri l'esperienza.
Lo guardai e vidi che il suo atteggiamento era cambiato, aveva lo sguardo fisso in avanti e le sue mani non stavano ferme un attimo. Avevo colpito nel segno. Mi girai verso di lui:
"Hai capito cosa ho detto? Uno come te."
Dopo pochi secondi sentii la sua mano poggiarsi delicatamente sulla mia gamba, glie la presi e la portai sulla patta e mentre, sempre con tocco lieve, mi palpava, slacciai la cintura e aprii la cerniera per farglielo prendere meglio. Cominciò a menarmelo su e giù e in poco tempo me lo ritrovai bello duro mentre lui continuava nella sega. Gli misi una mano dietro la testa per accompagnarlo giù ma non volle per paura che qualcuno ci vedesse e nella sua posizione sarebbe stato uno scandalo. Dissi che se continuava venivo e non avevo assolutamente voglia divenire con una sega ma volevo farlo nella sua bocca ma fu irremovibile.
Arrivati vicini a Lambrate mi ricomposi e continuammo in silenzio fino alla destinazione.
Prima di scendere si girò e mi disse con tono languido:
"Mi raccomando aspettami."
Passai circa un'ora tormentato dai dubbi se avessi fatto bene ad arrivare a quel punto o se sarebbe stato meglio se non avessi neanche cominciato a provocarlo e quando arrivò ripartimmo ed arrivammo davanti a casa sua senza che nessuno dei due dicesse una sola parola. Prima di scendere si girò e mi chiese se volevo entrare da lui.
Entrammo nel piccolo appartamento e mi disse di mettermi pure comodo che a quell'ora non sarebbe venuto nessuno a disturbare. Con le gambe che mi tremavano mentre aprivo la patta andai vicino a lui che me lo prese in mano e cominciò ad accarezzarmelo, misi una mano sopra la sua testa e si abbassò cominciando a baciarlo prima di prenderlo in bocca e cominciare a pompare avanti e indietro. Aveva una bocca molto morbida ma molto stimolante, doveva avere molta esperienza perché ci sapeva veramente fare. Ogni tanto se lo toglieva di bocca per scendere a leccarmi le palle per poi tornare a prenderlo tutto fino in gola. Ero arrapatissimo e gli tenevo la testa per dargli il ritmo della pompata. Quando gli dissi che se avessimo avuto un preservativo avrei voluto andare oltre si alzò e dopo aver rovistato tra le cianfrusaglie di un ripostiglio tornò da me con il preservativo in mano. Si abbassò ancora per prendermelo in bocca e mentre pompava si slacciò i pantaloni. Dopo avermelo infilato si mise in ginocchio sul piccolo divanetto e quando gli andai dietro puntandoglielo lo prese con la mano e lo guidò verso il suo buco rosa e depilato aiutandomi a farlo entrare fino in fondo. Aveva un bel culone bianco e tondo come quello di una matrona e la sua pelle era liscia e vellutata completamente glabra. Cominciai a spingere mentre gli palpavo i fianchi e le piccole tettine naturali, spingevo più a fondo che potevo in quell'orifizio accogliente e morbido, mi venne da ridere pensando che anche il suo culo era delicatino e tenero come lui, lo tiravo fuori quasi del tutto e mi eccitavo nel vederlo tornare dentro quel buco rosa e liscio, era una sensazione molto eccitante e quando sentii che stavo per venire glie lo dissi dicendogli di venire anche lui. Mi rispose di non pensare a lui ed io gli misi una mano davanti per prenderglielo e fargli una sega (è bello venire insieme, uomo o donna che sia, perché gli spasimo del'orgasmo ti massaggiano il cazzo facendoti godere di più) e mi trovai in mano un affarino piccolo e moscio che cercai di rianimare ma invano. Venni dentro di lui e rimasi un po' a peso morto sulla sua schiena, lo levai e dopo aver tolto il preservativo cercai di metterglielo in bocca per farglielo pulire ma lo fece solo dopo avermelo ripulito con un fazzoletto perché, disse, che quella roba viscida mi da allo stomaco.
Fino a quando è rimasto in parrocchia abbiamo continuato a frequentarci con il passare del tempo sempre meno assiduamente e quando è stato destinato in altro posto è stata l'occasione per troncare una relazione pericolosa e logora.
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