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tradimenti

lo show room


di amolafi
29.09.2014    |    22.971    |    2 9.3
"Per risparmiare sulle spese aveva pensato bene di metterci la moglie, Carlotta per l'appunto..."
Il marito di Carlotta aveva una piccola attività artigianale dalle parti di Porta Vittoria, visto che le cose andavano bene aveva affittato degli spazi per farne una esposizione dal lato opposto della strada, proprio di fronte al suo laboratorio. Per risparmiare sulle spese aveva pensato bene di metterci la moglie, Carlotta per l'appunto. Questo aveva fatto in modo che i nostri incontri si diradassero di molto.
Una mattina Carlotta mi telefona in ufficio.
"Non puoi venire? E' tanto tempo che non ci vediamo ed ho una voglia pazzesca di scopare con te. Dai, prendi un permesso, non ti trattengo molto. Scopi e vai. Se non vieni tiro dentro il primo che passa e me lo scopo."
Potendomelo permettere, presi un permesso e andai da lei. Dopo avere parcheggiato, passai davanti alla prima vetrina fermandomi a guardare come se fossi interessato a qualcosa esposto, poi passai all'altra vetrina per tornare quasi subito alla prima dove lei mi faceva segno di sbrigarmi. Aprii la porta e mi fermai sulla soglia indicando con la mano la vetrina come se stessi chiedendo informazioni sul prodotto mentre lei si era spostata in un angolo nascosto alla strada e sollevando la gonna mi faceva vedere che non aveva le mutande. Entrai e mi portò quasi di forza verso una scala che scendeva al seminterrato e dopo un paio di gradini si fermò e si girò verso di me piantandomi subito la lingua in bocca e palpandomi il pacco prima di abbassare la cerniera e tirarmelo fuori. Mentre si abbassava per prenderlo in bocca le dissi che non mi sentivo tranquillo e lei mi indicò uno spiraglio dal quale si vedeva la porta del laboratorio.
"Tu pensa a guardare se arriva che al resto ci penso io."
Era assatanata. Cominciò a baciarlo e succhiarlo fino a quando fu bello duro e poi alzò la gonna e si girò mettendosi a novanta gradi appoggiata alla ringhiera prendendo lei la posizione di "vedetta".
Glie lo misi dentro senza troppi complimenti e cominciai a pomparla spingendo forte e a fondo mentre le palpavo le chiappe e le infilavo la punta del pollice nell'ano. Venne quasi subito e per liberarmi da quella situazione di agitazione venni subito dopo di lei. Mi ero appena abbandonato sopra la sua schiena quando con uno scatto si sollevò abbassandosi la gonna:
"Mio marito, mettiti a posto."
Scendemmo nel seminterrato e quando sentimmo la porta del negozio che si apriva, mentre io mi sentivo tremare tutto dentro, con la classe di una attrice consumata:
"Naturalmente è giusto che ne parli con sua moglie, siamo noi donne che decidiamo, comunque le do dei cataloghi in modo che la prossima volta, se non può venire sua moglie... ciao amore, non ti ho sentito entrare, se fossi stata da sola mi sarei spaventata. Dimmi, hai bisogno?"
Il cornuto le disse che si doveva assentare per un paio d'ore chiedendole, una volta finito con me, di dare un'occhiata agli operai. E poi rivolgendosi a me:
"Naturalmente fate pure con calma, non abbia fretta e mi scusi. Ciao amore."
Mentre il marito usciva salimmo al piano superiore e dopo aver controllato che fosse partito, Carlotta, mise un cartello "Torno subito" alla vetrina e chiuse a chiave.
Mi portò nel piccolo angolo ufficio e dopo avermi aperto la patta si abbassò di nuovo per prenderlo in bocca, ora non c'era timore e se lo ciucciava con calma. Quando tornò bello duro si sedette sull'orlo del tavolo e mi si avvinghiò con la gambe dietro la schiena mentre avevo ripreso a pomparla duramente. Le sollevai la maglia tirandole fuori le tette e stropicciandogliele mentre lei mi incitava a farle male. Venne un'altra volta mentre io, alla seconda, potevo andare avanti ancora per chissà quanto. Scese dal tavolo e si girò sdraiandosi sul piano mentre io, tenendola per i fianchi, avevo ripreso a pomparla allargandole le chiappe e infilandole il pollice nel culo.
"Non metterti in testa di mettermelo lì, qui non ti puoi lavare."
Tradotto nel suo linguaggio era come dire che se non glie lo mettevo nel culo la deludevo. Le diedi ancora qualche colpo a fondo, poi lo tirai fuori dalla figona fradicia , con un piccolo abbassamento lo infilai nella conca naturale che porta all'ano e spinsi fino in fondo cominciando a pomparla mentre con i pollici le allargavo le chiappe. La porca ninfomane godeva emettendo lamenti ad ogni mio affondo fino ad un urlo che accompagnò l'orgasmo. Venni anch'io lasciandomi andare a peso morto sopra di lei. Mi lavai sommariamente nel piccolo lavandino mentre lei fingeva di rimproverarmi per avermelo detto, prima di uscire volle controllare che l'avessi lavato bene approfittandone per dargli un'altra bella ciucciata fino a farmelo diventare ancora duro. Se fosse stato per lei avremmo fatto anche la terza ma me ne andai.
Dopo qualche giorno mi telefonò dicendomi che il marito se ne stava andando e pregandomi di andare da lei. Finsi di riportarle i cataloghi che mi aveva dato. Arrivando vidi che il marito che era ancora da lei, entrai in un bar vicino dal quale spiavo che se ne andasse e mentre sorseggiavo un caffè sentii due anziani dietro di me:
"Questo è un altro che va a prendere e riportare i cataloghi. Possibile che quel pirla non si accorge di tutti quelli che gli scopano la moglie? Tutti i giorni ce n'è uno."
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