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Prime Esperienze

la cascina abbandonata


di amolafi
22.02.2017    |    39.263    |    4 8.8
"Senza parlare mi accompagnò alla porta e mi fece uscire..."
E' una storia di quando avevo sedici o diciassette anni, quando gli ormoni erano in agitazione permanente e bastava un niente per scatenarli, anche solo la fantasia o un racconto.
Nella bella stagione, con i miei amici, con i motorini giravamo i paesi limitrofi dove conoscevamo delle ragazze con la speranza che prima o poi avremmo potuto combinare qualche cosa.
Quella sera arrivai alla latteria più tardi del solito e i miei amici se ne erano già andati, c'era solo Lino, un ragazzo più grande di noi di qualche anno che da un po' di tempo aveva cominciato a frequentare il locale. Un ragazzo dai lineamenti molto fini, lunghi capelli biondi legati dietro la nuca a coda di cavallo, evidentemente di famiglia ricca visti gli abiti e i soldi in tasca e con una nuovissima Fiat 850 spider rossa e che, dopo un primo periodo di ambientamento, era entrato nelle nostre simpatie anche con i suoi racconti di avventure con ragazze e signore della Milano bene, racconti ai quali credevamo per i motivi che dicevo sopra.
Come dicevo, era rimasto solo Lino che mi propose di fare un giro per cercare di rintracciare gli amici con la sua Spider. Naturalmente accettai entusiasta e partimmo. Sulla Rivoltana, passando nei pressi di un cascinale che credevo abbandonato mi disse che ne conosceva la proprietaria, una ninfomane che usava l'unico locale ancora agibile per i suoi incontri di sesso sfrenato, pompini con ingoio e scopate selvagge che Lino mi raccontò con una ricchezza di particolare che mi eccitò al punto da farmelo diventare duro. Mettendomi una mano sulla patta me lo prese e scherzando mi disse che lo sapeva che mi sarebbe diventato duro e, dato che gli ero simpatico, mi propose di procurarmi un appuntamento con la signora, però a una condizione, dato che era un personaggio molto in vista la signora voleva mantenere l'anonimato, per cui l'incontro sarebbe stato al buio e senza fare domande. Senza alcun sospetto accettai e la sera seguente appena fatto buio con il mio motorino andai alla cascina.
Prima di andare all'appuntamento passai al bar e trovai Lino che stava uscendo, mi disse che aveva un appuntamento con una signora di Milano e che ci saremmo visti sul tardi.
Quel fabbricato diroccato e il buio mi incutevano timore ma la voglia di fare tutte quelle cose che mi aveva raccontato Lino con una porcona ninfomane mi fecero coraggio. Entrato nel cortile della cascina vidi che era tutto buio e le porte erano tutte chiuse e non sapevo dove andare, pensai anche ad uno scherzo ma quando vidi una porta aprirsi senza pensarci mi ci infilai.
Una mano mi prese dolcemente per un braccio trascinandomi dietro la porta che si chiuse alle mie spalle e poi accarezzare la patta e aprire la cerniera dei jeans tirandomelo fuori, poi una bocca me lo prese e in un attimo me lo ritrovai duro come un sasso, sentivo la lingua che giocava con la mia cappella e poi se lo infilava tutto in gola. Bastò poco per sentire che stavo venendo e le dissi di fermarsi ma sembrò che le mie parole la incitassero a succhiarlo con maggiore intensità. Le presi la testa con le mani e infilai le dita nei suoi lunghi capelli morbidi per cacciarglielo ancora di più in gola mentre venivo riempiendole la bocca. Sentivo le sue labbra sulla cappella che mi succhiavano fino all'ultima goccia di sborra dal buchino per poi continuare a pomparlo. Ero così eccitato che non si smollava mentre lei continuava nel suo lavoro abbracciandomi e accarezzando le mie natiche. Si staccò per un attimo e sentii che mi infilava un preservativo per poi guidarlo in un buco caldo e umido dove lo infilai con un solo colpo. La tenevo per i fianchi e pompavo con foga cercando di mandarlo dentro più possibile mentre le sue mani cercavano di prendere le mie natiche tirandomi a se per aiutarmi nella spinta. Quando venni mi tolse il preservativo e me lo succhiò ancora a lungo. Senza parlare mi accompagnò alla porta e mi fece uscire. Nel ritorno verso caso pensavo a chi potesse essere da non volersi mostrare e di fare le cose così al buio e in un posto simile, pensai che forse era brutta e non voleva farsi vedere per non fare scappare gli uomini.
Lino arrivò al bar una mezzora dopo di me che mi chiese com'era andata e vista la mia soddisfazione mi disse che se volevo ci saremmo andati insieme la sera seguente.
Partimmo dal bar che era ancora chiaro per cui girovagammo un po' per le strade di campagna aspettando facesse buio e intanto mi raccontava di quello che aveva fatto la sera precedente con la signora di Milano:
"Poi l'ho girata e glie l'ho messo nel culo, sapessi che bello, altro che la figa, il culo ti da sensazioni incredibili. Tu non hai mai provato a metterlo nel culo?"
Gli risposi che non avevo troppe esperienze ma che se me ne fosse presentata l'occasione ci avrei provato.
Mi disse anche che non era riuscito a contattare la donna ma che era sicuro l'avremmo trovata, nel caso non ci fosse stata qualcosa avremmo fatto ugualmente e intanto continuava a raccontarmi cose che mi eccitavano e a magnificare la bellezza di metterlo nel culo e sentirlo avvolto da un guanto caldo che te lo massaggia fino a tirarti fuori anche l'anima oltre alla sborra. Mi mise ancora una volta la mano sulla patta per sentire se mi tirava e questa volta si soffermò qualche istante in più dell'altra volta complimentandosi per il mio cazzo, neanche l'avesse visto, pensavo io.
Arrivati al cascinale scese ed entrò nel locale e dopo un po' vidi uscire una ragazza con i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle che mi fece segno di entrare e qui ebbi il primo sospetto che forse la donna era lui, la sera prima per l'eccitazione il sospetto non mi aveva neanche sfiorato. Entrai e sentii subito armeggiare sulla patta e quando si abbassò per prendermelo era già in tiro completo. Glie lo lasciai leccare e succhiare fino a quando senza preavviso sborrai tenendo la testa tra le mani perché le andasse tutta in gola direttamente e poi mi rilassai un po' lasciando che continuasse nel lavoro di lingua e di gola. Questa volta glie lo dissi io di girarsi e dopo che mi ebbe infilato il preservativo glie lo puntai e lo infilai con un solo colpo violento senza alcuna reazione da parte sua e cominciando a pomparlo aggrappato ai fianchi e palpando il culetto dalla pelle liscia e morbida. Quando cercai di palpare le tette mi prese le mani per impedirmelo dandomi la certezza di come stavano effettivamente le cose, lo ripresi per i fianchi e improvvisamente andai in mezzo alle gambe e trovai un cazzo in tiro con la cappella umida, segno che aveva appena sborrato. A questo punto i giochi erano scoperti ma continuai a pompargli il culo fino a quando venni anch'io.
Uscimmo insieme dal locale e alla luce della poca luna vidi che con i capelli sciolti sembrava veramente una ragazza e tutto sommato la cosa mi piaceva.
Al ritorno, anche se non avevo la patente, mi fece guidare la sua spider mentre dopo avermi aperto la patta mi toccava il cazzo e prima di arrivare al paese gli diede un'altra leccata.
Dopo qualche mese sparì senza preavviso e qualcuno disse che ci aveva provato con uno che non l'aveva presa bene e lo aveva riempito di botte.
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