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La Nuova Tana e il Primo Party


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
04.10.2020    |    4.589    |    3 6.9
"Pulcina e il suo compagno Luke sono due persone deliziose..."
https://isentieridiunlibertino.blog/


Attendevo da molto questa serata, dal giorno in cui ero venuto a vivere in una nuova casa, una nuova tana. O forse sarebbe meglio dire un nuovo nido, viste le caratteristiche che presentava questo appartamento. Nido? Perché no, se penso che i miei animali totemici sono due: il Lupo e il Gabbiano. Il primo dei due animali come simbolo di vicinanza con la nostra natura più profonda e vera. Quella natura non intossicata dalle convenzioni sociali, da regole conformiste e soffocanti. Quella natura non ancora bloccata da noi stessi, dai nostri blocchi, dalle nostre paure e da tutti gli schemi difensivi che, se da un lato ci proteggono e confortano, dall’altro ci tolgono o affievoliscono il contatto con noi stessi. Il Lupo perché un lupo non è un cane, simbolicamente. Non scodinzola. Non uggiola. Non ha bisogno di un padrone che se ne prenda cura e a cui essere leale. Il Lupo non ha padroni, se non sé stesso e la sua verità. Il lupo non supplica, ma propone. Il lupo può stare in branco, o aggirarsi solitario per la foresta annusando odori e tracce. Il Lupo è Vero e non finge mai.

Ma il Gabbiano, a sua volta, rappresenta un simbolo vibrante di libertà. Un uccello forte fiero, che fin dalla mia prima infanzia ho visto volteggiare sul mare e sulla spiaggia. Subito penso al libro degli anni ’70, “Il Gabbiano Jonathan Livingstone” che ha segnato generazioni e che anche su di me ha sempre esercitato una profonda influenza.
Un nido? Perché no; dalle finestre si vedono le fronde delle piante nel parco prospiciente, i lucernari aprono squarci di cielo, ora azzurro ora grigio. Le travi a vista, possenti e rassicuranti sono l’albero simbolico che sorregge il tutto. Dal momento in cui andai a viverci, anzi dal momento in cui vidi l’annuncio, mi sorpresi a pensare come avrei amato organizzarvi delle feste. Come molti swinger di lungo corso, mi sto via via convincendo che le feste private, rispetto un club, siano la situazione più intrigante e questo per molti motivi. Innanzitutto è, per così dire, un ambiente protetto. Gli invitati vengono in qualche modo selezionati. Anche quando non li si conosce di persona, basta chiacchierare per comprendere con chi si ha a che fare. Nessun rischio di trovarsi alle prese con un singolo che, avendo pagato caro il suo ingresso in un privé, pensa gli sia tutto dovuto. Inoltre ciascuno può bilanciare il rapporto fra uomini e donne; resta a mio avviso un elemento cruciale. So che molte signore potrebbero dissentire dalla mia affermazione, perlomeno quelle che amano essere al centro dell’attenzione di molti maschi. Io però resto nel mio sentire: è il bilanciamento delle energie maschile e femminile a creare per me la situazione più coinvolgente. In questo sono anche legato alla mia scoperta del mondo scambista a Parigi. Nella Ville Lumière, che notoriamente è assai propizia a regno del gioco e ricca di club, la regola è: i singoli non entrano, salvo un giorno a settimana, spesso il mercoledì, dedicato alla “pluralité masculine”. Nel locale che frequentavo più spesso al sabato, ho sempre visto un egual numero di uomini e di donne. Lo amavo (anche) per quello. Si potrebbe discutere a lungo dei motivi culturali per cui una percentuale così piccola di donne rispetto agli uomini, desiderano giocare creando così un profondo sbilanciamento che può forse soddisfare l’Ego di qualche ragazza ma che in realtà per snatura il senso stesso di giocare. Si potrebbe, ma la cosa più importante è che in una festa privata è l’organizzatore a fissare entro certi limiti le sue regole.

Già nell’appartamento che occupavo prima avevo riunito persone per giocare come per Capodanno 2020 e mille riunioni della Family degli amici e amiche più strette. Ma il luogo era angusto e mal si prestava a vere feste, nonostante tutte le mille piccole astuzie che avevo messo a punto come le luci rosse e i giocattoli appesi al soffitto. Adesso le cose erano cambiate. Nel nuovo nido avrei potuto iniziare a creare le mie feste. Conosco tante persone in questo mondo ed ero certo che avrei saputo riunire le persone giuste, mischiando sapientemente persone già amiche e nuove coppie da conoscere e scoprire. Perché io vivo questo mondo come uno spazio non solo di libertà ma anche di inclusione. Molte volte in questi anni ho avuto modo di vedere che si creano talvolta gruppetti chiusi, amici che tendono a stare fra loro sia nel gioco che nella conversazione. Posso rispettare (e anche comprendere) questo modo di vivere il Gioco. Ma non è il mio. Lo sento davvero distante. Per me giocare, l’ho detto molte volte, è un modo di mettersi in gioco attraverso il sesso con l’Altra. È uno scoprire, con il corpo appunto, persone nuove. Trovare, perché no, nuovi amici. Le mie feste sarebbero state all’insegna dei miei valori: libertà, scambio di energie, incontro, inclusione, apertura mentale prima ancora che fisica.

Il momento era arrivato; mi aggiravo per le stanze come un leone in gabbia controllando e ricontrollando che tutto fosse pulito e in ordine. Il bagno, il tavolo per i rinfreschi, le luci basse e soffuse. Dal soffitto pendeva la catena a cui sarebbe stata agganciata l’altalena che, ne ero certo, avrebbe suscitato curiosità e desiderio nelle signore. Aspettavo. Il cuore batteva forte facendomi sentire vivo. Non era paura bensì trepidazione e desiderio di veder finalmente esaudito il mio desiderio. Dodici persone, sei coppie avrebbero riempito lo spazio con i loro sorriso, il loro odore e la loro eccitazione. Gemiti e rantoli di piace, risate e brindisi sarebbero risuonati di lì a poco. Ma non avevo fatto tutto da solo. La mia cara amica Pulcina aveva lavorato con me, come un team, per la riuscita della serata. Pulcina e il suo compagno Luke sono due persone deliziose. Gentili, sorridenti con quella bontà del cuore che non inganna. In particolare avevo creato una bella amicizia con lei, sempre nel rispetto della sua coppia e del suo compagno. Eravamo, nel corso di tante telefonate, diventati intimi. Quando le proposi di aiutarmi a organizzare la festa, se lo desiderava, rispose con entusiasmo. Le proposi anche questo gioco: non volevo sapere chi sarebbe venuto! Mi affidavo totalmente a lei, al suo gusto e sensibilità. Si era così creata fra noi due una bellissima dinamica. Già a metà settimana avevamo tutti i partecipanti confermati così che, quando sabato ci scrissero in molti che avevano atteso l’ultimo per cercare una bella situazione, dovemmo dire di no e creare così una lista di persone che avremmo volentieri incluso nelle serate a seguire. A seguire perché nella mia mente questa festa era un esordio. Desidero divenga una piccola tradizione nel nostro mondo. Desidero che queste feste siano il luogo in cui convergeranno tutti coloro che come me sono convinti che Giocare non significa infilare un cazzo in una successione di buchi (o viceversa prendere una successione di cazzi anonimi). Desidero avere qui intorno uomini e donne che sappiano stare nel fluire, nell’empatia e nell’emozione. Desidero avere qui uomini che non si sentono Rocco Siffredi e donne che non partecipino solo per colmare il vuoto della loro autostima. Questa sera era la prima sera. Era La Sera. La sera di Pulcina e Lucas.

All’ultimo pensai di invitare anche la mia cara amica Stefania, con la quale avevo già condiviso momenti di intimità e soprattutto percorsi di crescita personale vicini, anche se non del tutto sovrapponibili. Stefania era divisa fra la sua reticenza e vivere una situazione di puro sesso e la curiosità di provare nuovamente esperienze che aveva fatto in passato. In un lampo mi passò per la mente di proporle di venire. Mi fece mille domande, aveva mille dubbi. Le spiegai meglio che potevo cosa avessi in mente e quello che presumibilmente sarebbe successo. La rassicurai sul fatto che non era obbligata a fare nulla ma le dissi anche che se avesse accettato l’invito volevo che si presentasse con il desiderio di lasciarsi andare e di non fare la spettatrice. Accolsi anche alcune sue idee su come rendere l’atmosfera più suggestiva. Ci salutammo telefonicamente venerdì. Lei mi chiese di poterci pensare (anzi, di poter sentirsi dentro) prima di scegliere. Le risposi che era libera di darmi la sua risposta quando voleva. Improvvisamente, era già sabato fine pomeriggio, mi disse: “è ancora valido l’invito?”. Lo era e fui molto felice della sua presenza. Le tessere del puzzle si erano composte. Tutto era pronto.

Pulcina e Luke arrivarono qualche minuto prima e mi aiutarono per gli ultimi preparativi. Lui, elegante nella sua camicia e nei suoi pantaloni classici aveva il consueto sorriso buono. Pulcina… beh lei sparì in bagno. Ne emerse sensuale come una dea. I suoi occhi chiarissimi erano circondati da una maschera di pizzo. Una giacca nera doppio petto nascondeva la spettacolare tutina in qui era inguainata. Guanti di lattice dotati di mille fori ornavano le sue mani. Nel frattempo era arrivata Stefania e scesi ad accoglierla. La ragazza che ero abituato a vedere in abiti comodi e scarpe sportive, era quasi irriconoscibile. Il taglio dei suoi occhi era magnificamente evidenziato dal rimmel. Il suo rossetto coloro fuoco rendeva le sue labbra il posto più bello del mondo. Era felice di essere lì, oltre i suoi dubbi e i suoi timori. La baciai subito.

Gli invitati arrivarono tutti assieme e li guardai incuriosito. Li conoscevo tutti e con tutti avevo già giocato con piacere in passato. Ero felice di accoglierli. Una coppia invece era nuova per me. Erano amici di Pulcina e Luke; questa era già una garanzia. Lei bionda, con questi capelli ricci da accarezzare uno sguardo dolce e malizioso al contempo. Lei mi piacque subito, cosi come mi piacque il suo compagno e iniziammo a chiacchierare dopo che bottiglie furono aperte e le persone prendevano confidenza. Anche Stefania si unì a noi nella conversazione. Si creò un inizio di connessione. Non lo sapevo ancora, per era il preludio a ciò che sarebbe accaduto più tardi. L’energia salì molto velocemente e rinunciammo tenere il controllo della serata. Spensi le luci più forti mentre tante piccole candele venivano accese. Uscii qualche minuto sul balcone dove già si trovava Pulcina. Ci congratulammo a vicenda per come stavano andando le cose, la baciai e infilando la mano nello scollo della sua giacca andai a toccarle i seni e i capezzoli appuntiti. Quando tornammo dentro, lo spettacolo mi tolse il fiato. Le signore erano in piedi al centro della sala e gli uomini le circondavano, in attesa. Le vedevo ridere complici fra loro mentre si toccavano, si spogliavano, si baciavano. “Alea iacta est” pensai. Poi smisi di pensare o perlomeno ci provai. Il mio percorso mi insegna come uscire dalla mente e dai suoi tranelli per restare centrato e abbandonarmi all’energia. Smisi di pensare e godetti il meraviglioso spettacolo che mi si offriva. Ancora una volta avevo la conferma che la vera energia primordiale del sesso è Femminile e non Maschile come si potrebbe pensare. Vidi F in piedi accanto a me. Due donne erano in ginocchio davanti a lui e iniziarono a imboccarsi a vicenda. Non avevo fretta di gettarmi nella mischia e guardai ancora. Sul futon due donne erano impegnate assieme; una leccava la sua partner che gemeva e si contorceva. Un uomo si unì a loro. L’energia era salita assai rapidamente e ben presto tutti furono seminudi. Tutto si mischia nei miei ricordi.

La bionda riccia era in ginocchio e le accarezzai capelli, poi mi chinai a baciare anche lei. Dal modo in cui le nostre lingue si toccarono compresi che avremmo avuto una bella chimica assieme. Poi mi spogliai anche io. Non vedevo la mia amica, ma ero molto tranquillo a suo riguardo; avevo chiesto a Pulcina di darle un occhio nel caso improbabile che ci fosse stato qualcosa che la metteva a disagio. Le coppie iniziavano a sparpagliarsi per le stanze, sciamando in cerca di godimento. Diedi un lungo sguardo, poi mi sdraiai sulla chaise longue. Venni viziato! Due donne si inginocchiarono a i miei lati e godetti senza ritegno delle loro bocche; una lo faceva scivolare profondamente nella sua bocca calda mentre la lingua dell’altra solleticava lascivamente le mie palle. Poi si scambiarono di ruolo, la loro saliva si mischiava sulla mia cappella, finché presi l’iniziativa conducendo una delle tue, una magnifica donna alta ed elegante, sull’altalena. Quando posai i suoi piedi sulle staffe le sue cosce si spalancarono. La bacia lungo tutto il corpo e mi dedicai al suo piacere leccando e assaporando. Poi la presi, stando in piedi mentre lei dondolava seguendo il ritmo, ora veloce ora sinuoso, che le imprimevo penetrandola. Anche Pulcina volle provare la famosa altalena per bimbe monelle. Con lei avevo sempre avuto una gran intesa sessuale e vedere i suoi occhi azzurrissimi velati di piacere era per me incredibile. Ormai sesso e pause si alternavano senza posa. Chi fumava, chi beveva, chi chiacchierava. Chi scopava!

Cercai Stefania con lo sguardo. Era lì poco distante, sul futon con un uomo corpulento e muscoloso. Lo stava succhiando ed io compresi il suo messaggio non espresso e mi avvicinai a lei. Era disposta a pecorina; fu questione di un attimo dispormi dietro di lei e montarla. La sentivo felice, eccitata e coinvolta e osai: “proviamo la doppia (penetrazione)?”. I due acconsentirono docilmente. Lei salì sopra l’uomo, impalandosi e oscillando sul suo cazzo. Vedevo il suo ano occhieggiare e quando vidi che era del tutto coinvolta la penetrai. All’inizio fui delicato, ma ben presto la magnifica ragazza mostrò chiaramente il suo piacere e godimento e presi in mano le redini della situazione imprimendo il mio ritmo a questa coinvolgente e trasgressiva situazione. Stefania gemeva sommessamente con il viso sulla spalla del nostro partner; avvertivo però che la connessione vera era fra lei e me e che l’uomo era in quel momento uno strumento del nostro legame. Strumento sì, ma non sembrava molto scontento di esserlo!
Altre pause, altre chiacchiere.

Poi ciò che doveva succedere successe.
Non lo cercai né lo pianificai.

Successe e basta.

Eramo nella stanza: Stefania, io e la coppia con cui avevamo subito avvertito la connessione. Senza fretta, senza ansia. Fluivo assieme all’energia che emanava da quella stanzetta sotto i tetti. F e L erano magnifici, la loro complicità evidente così come la loro apertura e voglia di sperimentare. Mi dedicai a lungo alla sensuale bionda. Le legai le mani alle cinghie che sporgevano opportunamente ai lati del letto. La baciai a lungo per poi scendere lungo il suo corpo. Le sue cosce erano spalancate e a sua figa calda umida quando iniziai il mio pasto prelibato e speciale. Ero in ascolto tanto delle mie sensazioni che delle sue. Avvertivo ogni suo momento di piacere quando le torturavo dolcemente il clitoride o mi spingevo con la lingua quanto più possibile dentro la sua intimità Ero sopra di lei e mi collocai in modo da avere la sua bocca sotto il mio cazzo. L. aprì subito la bocca e mi accolse profondamente. Oscillavo il bacino per scoparla dolcemente fino in gola. Accanto a noi F. e Stefania si toccavano e si baciavano. Fu un istante di magia, fuori dal tempo e dallo spazio. Non era solo sesso. Per me non lo era. Quando penetrammo le donne fianco a fianco potevo vedere i volti delle due eccitati. Si tenevano le mani, si accarezzavano la pelle godendo una del piacere dell’altra con una complicità incredibile. Le vedevo baciarsi fra loro, mentre io a mia volta baciavo l’una e l’altra. Presi le loro teste delicatamente e le incoraggiai a baciarsi ancora; fu emozionante unire le mie labbra alle loro, in bacio a te che era al tempo stesso perverso e dolce. Così come fu emozionante quando si disposero fianco a fianco a pecorina. Sapevo esattamente cosa volevo. Lo sapeva anche L e desiderava la stessa cosa. Il suo culo cedette immediatamente alla mia pressione lasciandosi invadere in quel modo così intimo. Gli altri due stavano facendo esattamente la stessa cosa. Allo specchio vedevo i volti delle due ragazze. L. aveva ormai perso ogni ritegno, si lasciava sfondare come una cagna godendone profondamente.

La serata iniziava a scemare. L’Onda del Piacere che ci aveva travolti iniziava ad abbassarsi. Al sesso ora si sostituiva un’intimità diversa. L’intimità dei corpi e dei cuori. Quando vivo esperienze così intense e profonde, tutte le barriere rispetto all’altra (fosse anche una sconosciuta) non esistono più. In quel momento si po' davvero parlare con le emozioni e con la complicità. Parlando di tutto con naturalezza. Cosa devo nascondere a una donna cui ho mostrato anche se solo un istante, la mia anima? Eravamo rimasti noi sei, con Pulcina e Luke; chi nudo, chi vestito. Tutti uniti. Le mie parole sono un povero sostituto di ciò che ho provato. Che abbiamo provato.

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