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Ritorno a casa, alla Maison


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
28.11.2019    |    7.580    |    6 9.3
"Perché quello era il nostro posto..."
Per A e me sono stati mesi difficili, sofferti e complicati. Oltre la magia del gioco esiste anche la vita. Quella delle incombenze quotidiane. Quella delle responsabilità. Abbiamo rischiato di allontanarci e perderci. Ho avuto molta paura e ancora ne ho. Paura di non poter più avere nella mia vita la donna che amo. Avevo paura che i problemi raffreddassero il nostro amore. A tratti siamo stati distanti nel cuore oltre che nello spazio. La avvertivo troppo spesso persa fra le sue difficoltà. Non potevo aiutarla, non potevo prendermi cura di lei. Non potevo e non sarebbe neppure stato giusto. Quello che ho fatto è cercare (con successo?) di non aggiungere ulteriore pressione alla sua vita. Non far prevalere le mie esigenze (giustificate o meno che siano) bensì capirla e rispettarla. Ho cercato di uscire dal mondo del giudizio che troppo spesso in passato mi ha impedito di essere veramente ciò che sono. Nessun giudizio quindi. Solo un amore infinito e un rispetto della sua libertà. Nulla unisce A e me se non la scelta libera che si rinnova ogni giorno. Ogni giorno ci scegliamo. Ci vogliamo. Non vorrei che le cose fossero diverse fra noi, persuaso come sono oggi che solo la libertà del cuore e della nostra verità gettino le fondamenta autentiche di un rapporto di coppia vero e forte. Vero e forte come quello che ci lega.
Nessuno di noi due ha bisogno dell’altro. Bisogno nel senso più banale e concreto del termine del termine. Non ho bisogno di lei per scopare. Né per andare nei locali. Né per fare giochi a quattro. Il Lupo è capacissimo di andare a caccia per conto suo, di seguire la traccia di un capriolo sulla neve fresca. Di cacciarlo e divorarlo. A, dal canto suo, ha ancora meno bisogno di me. È talmente bella e affascinante che può avere qualsiasi uomo desideri. Quando lo desidera. E dove lo desidera. La sicurezza che le ho insegnato ad avere la rende adulta nella sua ricerca consapevole di esperienze. Chiunque farebbe carte false per accompagnarla in un club, nel suo club. Per scoparla. Per farla godere.
Non abbiamo mutui o figli assieme. Non dobbiamo conservare una facciata borghese e ipocrita di coppia perfetta. Nulla di tutto ciò. Noi ci scegliamo ogni mattina. È il miracolo della nostra relazione così unica. Ho smesso di provare a spiegarla. Per capire che coppia siamo avete un unico modo: viverci (e scoparci 😉!!). Ci amiamo nella libertà e non nel bisogno. Lottiamo assieme per stare fuori dalla trappola mortale della dipendenza emotiva che spegne, io credo, troppe coppie. In realtà noi soddisfiamo gran parte dei bisogni reciproci (non tutti, abbiamo avuto l’onestà di ammetterlo a noi stessi e all'altro), ma a un livello molto più profondo. Colmiamo vicendevolmente il nostro bisogno di empatia, di condivisione, di crescita personale, di emozioni, di esperienze. Colmiamo il nostro reciproco bisogno di fusione totale. Corpo e anima. Perfino quando siamo impegnati nell'orgia più selvaggia e trasgressiva, perfino quando stiamo dando e ricevendo piacere ed emozioni da sconosciuti. Perfino lì siamo connessi.

Due corpi.
Una sola anima.

Io ho accettato la sofferenza che porta con sé questo amore. Ho cercato di accoglierla in me. Di sentirla dentro fondo sino a farmene invadere senza resistervi. Ho avvertito ancora di più nel dolore e nelle incomprensioni che pure esistono fra noi (perché siamo tutto meno che esseri perfetti o una coppia perfetta) quanto sia importante. Non sono rimasto fermo nel frattempo. Ho continuato a giocare; conosciuto singole o coppie. Fatto il mio pezzo di strada. Creato nuovi legami di amicizia belli che mi hanno arricchito. Ma non ho mai trovato né cercato una sostituta. Un’altra A. Non voglio un’altra. Voglio lei. Non so dove ci porterà il nostro cammino; ma so che oggi siamo ancora saldi, mano nella mano.

Non andavamo alla Spa di Gessate da molti mesi. Avevo resistito alla tentazione di andarvi con altre donne. Perché quello era il nostro posto. Il posto che le avevo fatto scoprire e di cui si era innamorata. La bolla di energia che talora si crea in quel luogo rende tutto magico. In pochi altri luoghi come alla Maison A si lascia andare completamente. Io non ho mai avuto una complice così perfetta. Mi sarebbe sembrato di “sporcare” quel luogo andandoci con altre. Me ne sono astenuto; ho vissuto esperienze diverse in luoghi diversi. Ma la Maison era nostra. Era casa (appunto!) nostra. Ho atteso lunghi mesi, nel silenzio. Poi il giorno tanto agognato da entrambi è giunto. Si è realizzato l’incrocio magico. E abbiamo messo piede nella reception con il cuore in gola. Le solite formalità, lo spogliatoio. Infine, abbiamo varcato la soglia. Mi avevano detto che di recente c’erano stati dei cambiamenti e l’ambiente ci è apparso subito più caldo, più intimo e più soffuso. La sensazione che abbiamo avuto è stata davvero quella di essere tornati a casa. Un uomo si è alzato a salutarla calorosamente. Ho represso un piccolo moto di gelosia che mi ha pizzicato il cuore e l’ho salutato anche io. La ragazza bionda al suo fianco aveva il seno generosamente scoperto e l’ho guardato sfacciatamente. La tensione è salita subito e l’ho avvertito. Tuttavia, noi eravamo appena arrivati e loro sarebbe ripartiti di lì a poco. Non sarebbero stati loro, o perlomeno non quella volta. Ma rimane un senso di incompiuto. La confidenza fra l’uomo e A era palpabile. A mia volta ho sentito che fra la ragazza e me c’era attrazione. Penso che il destino ci darà l’occasione di rivederci.

A e io eravamo nel nostro ambiente. Rilassati. Abbiamo aspettato; ne è valsa la pena. Non vedevamo l’ora di immergerci nell'acqua calda delle vasche. Nudi. C’erano numerose coppie, belle e sensuali. Ma in quel momento io avevo occhi solo per la mia donna. Per la sua pelle morbida, per le sue curve sensuali. Ma soprattutto per la bellezza pura del suo viso, così elegante. Non riuscivo, non riesco mai, a distogliere lo sguardo dal suo. Vi leggo tutto, leggo la sua anima e permetto che lei legga la mia, senza barriere. Negli occhi di A vedevo brillare la sua intelligenza vivida, la sua sensualità. Vedevo brillare la sua umanità, le sue ferite, i suoi limiti. Vedevo il suo desiderio di abbandonarsi a me ancora una volta Ne aveva bisogno; la mia donna aveva disperatamente bisogno di uscire dalla vergogna e dal giudizio. Dai dubbi. Voleva essere sé stessa. Ed è il dono più grande che le ho fatto. Le ho donato sé stessa. Ero completamente centrato su me stesso. I miei sensi erano acuiti come quelli di un lupo che annusa ogni piccola vibrazione nel bosco. Ero cosciente di me e dei movimenti interni del mio corpo. Ero cosciente del mio cazzo che si induriva e vibrava ammirando il corpo di A. Ero cosciente della bolla di energia fra noi. Ed ero cosciente della sua anima. Qualsiasi cosa fosse successa quella sera sarebbe stato perfetto. Perché ero con lei; con la mia donna tutto è sempre perfetto. Lei sa sempre esattamente cosa fare e come comportarsi. L’ho formata io! Anzi l’ho aiutata a disvelare sé stessa. È sempre stata la numero uno nel sesso e nel gioco e l’ho solo resa consapevole. I nostri corpi, illanguiditi dal calore, erano morbidi. Il tocco della sua pelle sulla mia era un’emozione senza paragoni.

Poi ci siamo alzati e incrociato la coppia di prima che stava andando via. Mi sono permesso di baciare il seno prosperoso della ragazza. In modo spontaneo e leggero. Non era un gesto inopportuno. Siamo poi andati a mangiare qualcosa, a chiacchierare sui divanetti. Tuttavia, sapevamo che il tempo era contato, tiranno. Da un lato è frustrante avere poco tempo quando sappiamo di poter passare giorni e giorni assieme, godendo del contatto reciproco, senza mai annoiarci. Ma dall'altro questo fa sì che i colori siano più vividi, le emozioni più forti. Il cuore batte più velocemente, l’adrenalina sale più intensa. La felicità è breve. Va colta e gustata senza aspettare. Era da molto tempo, come ho detto, che non salivo lungo quelle maledette scale tenendo per mano la mia compagna. Ci siamo aggirati per i corridoi in penombra, la musica di sottofondo echeggiava nella mia pancia. Ero veramente nel qui ed ora. Abbiamo subito trovato le nuove stanze. Gli attrezzi BDSM che vi si trovano mi sono familiari, e ad A lo sono ancor di più. Poi ho visto ciò che volevo provare. Nessun dubbio. L’ ho fatta salire sulla speciale altalena munita di staffe per le caviglie. Nuda e con le cosce aperte ho iniziato a farla dondolare leggermente. Io ero all'altezza giusta; ogni volta che il suo movimento la portava verso di me la cappella strusciava sul clitoride. Nei suoi occhi torbidi saliva il desiderio, ma non mi bastava. L’ho portata al limite; ha iniziato a chiedermi di essere scopata. L’ho obbligata ad alzare la voce nel dirlo e il suo roco sussurro iniziale si è mutato in un grido strozzato: “scopami”. Di colpo, durante l’ennesimo dondolio, l’ho penetrata di colpo. Abbiamo goduto quelle sensazioni nuove assieme. La stanza si è presto riempita di… singoli! Attratti dalla sua voce, dai suoi gemiti, dai miei ordini. Non so quanti fossero. Il più audace ha avvicinato il cazzo alla bocca di A che, senza esitare, lo ha accolto. L’uomo è rimasto subito sconvolto dalla capacità della mia donna di prendere tutto fino in gola, sbavando e tossicchiando con le lacrime agli occhi. Sono stato io a dirgli di prenderle la testa per spingere. Lei ama così. Lo so bene. Tuttavia, l’energia che stava salendo nella stanza ha iniziato a non piacermi più. Troppi maschi. I soliti singoli tristi e affamati. Avvertivo il loro bisogno basico di vuotarsi. Ma la mia donna non è un pezzo di carne; o meglio lo è quando decide lei di esserlo. Ci siamo alzati e ripartiti in esplorazione.

Sembrava non ci fossero coppie che potessero attrarci finché abbiamo intravisto una figura femminile china su un uomo mentre un altro li guardava sdraiato. Non ho capito subito chi fosse la coppia ma ero attratto dai lunghi capelli biondi e dalle sue cosce slanciate ed eleganti. Ci siamo comportati come a mio avviso ci si deve comportare in queste situazioni. Ci siamo avvicinati e li abbiamo guardati per un po’. A le ha sfiorato la spalla. Non abbiamo compreso subito la sua reazione perché è parsa allontanarsi. Poi però la donna si è di nuovo avvicinata e questa volta è stata la mia mano a sfiorarla con maggiore decisione ma sempre in una zona neutra. Mai toccare una donna nelle parti intime, neppure in un club, senza essere ben sicuri che il nostro tocco sia gradito. La donna gradiva le mie carezze sulla schiena e anche A la toccava. Senza fretta sono sceso verso il suo culo; l’ho accarezzato. Poi ho osato sfiorarle la fessura con delicatezza. In quel momento abbiamo capito che potevamo osare, senza sapere precisamente fino a dove saremmo arrivati e senza dare nulla per scontato. Mi sono accucciato come un contorsionista per iniziare e baciarle le chiappe e poi passare la lingua sulla sua fessura e il suo ano.

Il suo compagno, che era l’uomo sdraiato, si è fatto avanti. Ho avvertito una nota di sospetto in lui, ma quando ha compreso che A aveva desiderio di giocare anche con lui, quando ha ammirato la sua bellezza sconvolgente, quando ha avvertito la forza del suo desiderio femminile, si è subito rasserenato. A questo punto era l’altro uomo ad essere “di troppo”. Nessuno di noi ha fatto nulla per allontanarlo; è stato un movimento spontaneo nel quale sui è uscito progressivamente dalla bolla. Mentre iniziavo a godermi la bocca deliziosa della bionda si è infilato un preservativo e l’ha penetrata, venendo in silenzio dopo pochi istanti. Poi si è eclissato. Ho preso il controllo totale della situazione senza prevaricare ma con grande sicurezza.Quanto mi piace essere regista e attore al contempo! Le due stupende bionde si sono distese fianco a fianco affinché potessimo onorare la loro divinità femminile. La mia sconosciuta compagna di giochi si è abbandonata al piacere mentre A addirittura sollevava i piedi per sentire meglio il lavoro di bocca dello sconosciuto. La sentivo eccitata e questo mi faceva salire vieppiù l’energia. Ho adorato esplorare la figa della sconosciuta. Cercare i suoi punti delicati, quello in cui voleva essere toccata. Capire quale fosse l’intensità e la velocità che piacessero a LEI. Come sempre il corpo della donna parla: basta ascoltarlo e non si sbaglia mai. Quando ho inserito prima uno e poi due dita nella sua figa continuando a leccarle il clitoride lei ha iniziato a eccitarsi veramente. Lo percepivo dai suoi movimenti e dal suo odore. Le mani delle donne, lo intravvedevo, si cercavano e comunicavano fra loro nel linguaggio muto dei corpi.

Poi è giunto il momento della penetrazione. Atteso e rimandato. Ho guardavo bene negli occhi la donna mentre entravo in lei. Amava essere sbattuta, questo mi è stato subito chiarissimo. E ho alzato sempre più il mio ritmo. Colpi sempre più secchi hanno iniziato a echeggiare nell'ampia sala assieme ai gemiti. La stavo letteralmente spaccando. Quando cercavo la sua bocca per baciarla, avvertivo il fuoco della sua passione nel mio corpo. Nella mia pancia. Nelle mie palle. Al nostro fianco A si è dedicata a un goloso 69. Ascoltavo estasiato tutti i rumori di gola che adoro. Bava e umori sulla cappella di lui. Lacrime e soffocamento come piace a lei. Ho fatto girare la sconosciuta a pecora. Il suo culo, da quella prospettiva, era semplicemente divino! Sempre più selvaggio, le ho chiesti di voltarsi alla sua destra. Lo specchio rimandava lo spettacolo animale e selvaggio della monta. Quanto ne ho goduto. Mi sono chinato sulla sua schiena e sembravamo due cani. Poi, in un crescendo, l’ho afferrata per i capelli (non avevo il minimo dubbio che le sarebbe piaciuto!), l’ho sculacciata, l’ho afferrata per i fianchi, ho stuzzicato con il pollice il buchino segreto. Le ho preso i polsi di entrambe le braccia, dietro la sua schiena, per scoparla più forte che potevo. L’ho invitata a leccare il suo uomo assieme alla mia donna. Per un maschio, due bocche femminili che si disputano pochi centimetri di carne pulsante sono una sensazione meravigliosa e volevo che l’uomo ne godesse. A si stava già guardando intorno in cerca di un singolo, di un altro cazzo che la riempisse. Di certo pensava che io volessi venire con la sconosciuta. Leggevo esattamente nel suo pensiero. Ma non glielo ho permesso. L’ho presa e sono stato selvaggio con lei quanto lo ero stato con l’altra poco fa.

Il finale è stata estasi pura: la bionda misteriosa, dopo il mio invito a farlo, si è messa dietro di me che ero in ginocchio intento a penetrare e far godere A. La sua lingua e le sue mani passavano sulle chiappe, sui coglioni e sul mio buco portandomi in paradiso. È forse, questa, la situazione che a livello fisico e mentale preferisco in assoluto. Arrivato al limite mi sono masturbato selvaggiamente inondandole la schiena.
Siamo tornati a casa. Siamo tornati alla Maison. Come se non ce ne fossimo mai allontanati. Abbiamo ritrovato la nostra complicità, e la nostra voglia di trasgredire assieme.

La amo. Non posso dire null'altro: la amo.
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