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Scambio di Coppia

Due ragazzi giovanissimi e una presenza inquietante


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
01.03.2023    |    17.811    |    3 7.9
"Si trattava di un personaggio molto più oscuro e vagamente inquietante che sembrava avere il controllo sulla situazione dall’altra parte..."
https://isentieridiunlibertino.blog/

Voglio iniziare da una verità. Scomoda ma non per questo meno vera. Il nostro mondo, il mondo del gioco è anche un business. E’ una regola generale del capitalismo: dove sono interessi e passioni, vi sono soldi. Distinguo però in modo netto due specie di business. Molto diversi fra loro e non a caso uno è pubblico mentre l’altro rimane celato. Da un lato ci sono le piattaforme, come quella che ci ospita tutti. Rende infinitamente più semplice incontrare e ci fornisce una comodità che solamente vent’anni fa sarebbero state inconcepibili. Fornisce un servizio, sostiene dei costi, ottiene un guadagno. La stessa cosa si può dire (ma con un fastidioso dettaglio che esporrò a breve) dei locali. Sono spesso ambienti curati, puliti. Sono soprattutto spazi protetti in cui tutti possono prima di tutto sentirsi in sicurezza e nell’anonimato. Non a caso in Italia sono ufficialmente Club privati. Giustamente fanno pagare quello che offrono.

Esiste però una forma più insidiosa nella quale il libertinaggio viene monetizzato. Sappiamo che alcuni locali reclutano finte singole con il preciso compito di intrattenere uomini soli e regalare loro un’illusione e un istante di piacere. Gli stessi uomini che si lamentano quando vengono rifiutati da donne e coppie dicendo (o pensando): “io ho pagato xxx Euro e voglio fare sesso!” Siccome un cliente scontento è un cliente che non ritorna, si ricorre talvolta da parte della direzione a questo strattagemma. Esiste però anche una seconda forma: si tratta in particolare di donne che si fanno pagare per accompagnare uomini soli nei locali, alle feste e creare coppie fittizie Nessuna ipocrisia, le abbiamo viste tutti queste coppie. Una serie di piccoli dettagli fanno comprendere a un occhio onesto la verità nascosta: una differenza di età o di avvenenza troppo pronunciata fra i due (e sempre nella stessa direzione, va da sé), una sorta di freddezza cinica negli occhi della donna, piccoli segnali verbali o non verbali che lasciano intendere un rapporto fra i due non fluido, non sincero. Un rapporto forzato. Un rapporto finto. Un rapporto mercenario appunto.

Non sta a me esprimere giudizi né sugli uomini che ricorrono a questo surrogato artificiale di amica; ancor di meno sulle donne che, per necessità o per gusto, vi si prestano. Credo nella libertà di ciascuno. Il vero limite è che quando il denaro entra in gioco in modo nascosto, rompe completamente l’equilibrio e il senso del gioco così come lo intendo. Se il sesso è uno strumento di connessione, esso deve necessariamente essere un dono reciproco e gratuito di sé stessi. Energia Femminile ed Energia Maschile che si incontrano per dare vita qualcosa che può essere più o meno intenso, più o meno bello, ma sempre unico ed irripetibile. Come togliere dal Gioco l’elemento della seduzione, la libertà di scegliere e di essere scelti senza che questo perda il suo significato intrinseco? Davvero, e parlo agli uomini, vorreste mettere in gioco la vostra coppia sapendo che l’altra donna non prova alcuna attrazione e alcun interesse nei vostri confronti? Davvero tutto ciò che vi interessa è avere una bambola di carne inerte, anche se bellissima, in cui entrare? Potrei dire molto sulla miseria sessuale o sull’Ego traballante che affligge molti uomini. Io dò un valore diverso e personale del libertinaggio come strumento di connessione, di complicità e di crescita; rimane appunto un mio valore. Non cerco di convincere nessuno. Mi limito a parlare della mia vita, delle mie esperienze, delle mie emozioni. Ne parlo qui come premessa per il racconto che sto per esporre che ha lati molto divertenti da un lato, dall’altro un pizzico di amarezza. Nel quale sono stato io per primo superficiale e rispetto al quale oggi prendo le distanze.

“Akira, Akira, ti prego vienimi incontro. Ho assolutamente bisogno di te!”. Furono queste più e meno le parole che rivolsi alla mia complice con voce leggermente affannata. Eh sì, qualche volta capita di desiderare di una situazione senza altri motivi che soddisfare un capriccio. Anche una esperienza a livello di Primo Chakra ha il suo valore, a patto che sia correttamente e consapevolmente compresa. Non vi è nulla di sbagliato in sé a seguire una voglia per quanto superficiale e sciocca. E’ estremamente tossico, viceversa, cedervi senza accorgersene. Sovente le motivazioni per cui si fa qualcosa sono altrettanto importanti dell’atto stesso. In quel caso, com’è banale!, la mia motivazione era dettata semplicemente dalla giovanissima età della coppia e in particolare della ragazza che aveva 18 anni, mentre il suo ragazzo pochi di più. Ero riuscito ad attirare la loro attenzioni con il mio primo messaggio e parevano ben disposti a incontrarmi. Ma non da solo. Mi serviva una donna, mi serviva una complice. Il ragazzo era anche lui bello e prestante e così mi rivolsi a una delle mie storiche complici. Lei osservò il profilo e le foto che avevo ricevuto privatamente. Lui era moro, con una barba accennata e rientrava appieno nei suoi gusti. Lei appariva molto più adulta della sua età. Il suo corpo acerbo ma perfetto contrastava con il suo trucco e il rossetto da donna. Era bionda, aveva gli occhi azzurri. Una bambolina. Quando riuscimmo a concordare una data in cui li avremmo invitati da me ero al settimo cielo. Lo ripeto, era solo uno sciocco capriccio da quarantenne. Ma, semel in anno licet insanire.

Non era tuttavia con il ragazzo che avevo parlato e con cui mi ero accordato. Non era neppure la bambolina. Si trattava di un personaggio molto più oscuro e vagamente inquietante che sembrava avere il controllo sulla situazione dall’altra parte. I due ragazzi infatti, erano parte di un bizzarro trio in cui il terzo vertice era rappresentato da un loro sedicente amico. Un uomo dall’aspetto insignificante che appariva almeno in foto più anziano dei cinquant’anni che dichiarò. Fu quindi lui tenere il contatto con me. Ci sarebbe stato anche lui, ma non pretendeva di giocare con la mia amica. Perplessi ma rassicurati dalle condizioni proposte, Akira ed io accettammo.
E’ sempre molto divertente giocare con Akira; la partner che tutti vorrebbero. Non solo è una bellissima donna, dallo sguardo ammaliatore e dal sorriso contagioso ma è anche e soprattutto una ragazza allegra e piena di vita. Non lei non ci si annoia mai, ha sempre la battuta e la risata pronta. Aspettare assieme le persone che incontreremo è già di per sé un momento di allegria. Quante ne abbiamo passate assieme lei e io, e ringrazio sempre il giorno in cui il mio amico Lucyen me l’ha fatta conoscere in circostanze quantomeno inconsuete…ma questa è un'altra storia! Ci vestimmo, ci preparammo continuando a scherzare fra noi con la nostra consolidata confidenze. Come sempre, la mia amica era spettacolare e curata in ogni suo dettaglio: dal vestito all’intimo, dai capelli al trucco, dalle scarpe al profumo.

Il citofono suonò; il tempo che impiegava l’ascensore a condurre a noi il terzetto mi sembrò interminabile ma infine si accomodarono nella sala dove avevamo predisposto un aperitivo. Il ragazzo corrispondeva alle foto. Carino e visibilmente impacciato. La ragazza invece ci sorprese; non ci trovammo davanti una pantera giovane ma aggressiva come si era presentata, bensì una ragazza che tradiva la giovanissima età in ogni suo dettaglio. Il trucco, se trucco c’era, appariva impercettibile. Il suo viso era, come si dice, “acqua e sapone”. Indossava una maglia, una gonna a palloncino che le arrivava poco sopra il ginocchio. Calzava delle Converse, modello giovanile (come poteva essere il contrario?) con la suola spessa e rialzata. I suoi tratti recavano ancora qualcosa di adolescenziale e la sua pelle era perfetta. Una vera bambola di porcellana delicata e irresistibile. L’altro uomo era, come già detto, di aspetto dimesso. Piccolo di statura e scialbo, non esprimeva alcuna emozione dai tratti banali. Nessuna luce brillava nei suoi occhi. Eppure era il capo, non c’erano dubbi.

Non sarebbe stato opportuno fare domande precise su questa strana configurazione; non ne facemmo e ci accontentammo della spiegazione secondo cui erano “amici”. La discussione avanzava faticosamente. Noi, che siamo considerati generalmente assai bravi a mettere a proprio agio le persone, non sapevamo bene come procedere. Era la ragazzina a condurre la conversazione, con spontaneità e freschezza. Iniziammo a comprendere qualcosa quando iniziò a parlare di moda, della borsa di gran marca che desiderava acquistare e di un certo intervento al seno a cui aveva intenzione di sottoporsi. Iniziai a comprendere la presenza del misterioso personaggio. Non aveva dalla sua né l’età, né la prestanza e neppure la simpatia. Ma di certo compensava con altre doti, più concrete, più materialiste per così dire. Esisteva, ne sono certo, fra loro un patto per il quale erano i suoi “giocattoli sessuali”. Un patto in cui lui pagava.

Eppure questa consapevolezza non cambiò l’energia della serata in me. I due, in particolare la ragazza, erano liberi di fare del loro corpo quello che desideravano. Non ero lì per dare lezioni. Ero lì per fare sesso con la stupenda bionda e guardare Akira fare altrettanto con il suo compagno. Fra i due, era la mia amica la più in difficoltà. La giovane età dell’altra era per lei una situazione nuova. Dovevo essere comico mentre le facevo dei cenni sempre più decisi con gli occhi: toccava a lei prendere in mano le cose. Per tutta risposta, sempre ridendo con la sua voce argentina, Akira chiedeva da bere un altro bicchiere prendendo tempo. Il misterioso uomo dal canto suo partecipava poco o nulla alla conversazione e si limitava a osservare la scena. Fu lui a domandarci se volevamo giocare o fummo noi? Non riesco a ricordare questo dettaglio, ma a un certo punto il decoro cambiò e ci trovammo tutti nella camera da letto.

L’imbarazzo non era scemato, io non sapevo bene come muovermi, cosa che mi accade assai di rado. I due ragazzi iniziarono a baciarsi fra loro e a spogliarsi a vicenda non eravamo affatto sicuro di come inserirci nella situazione. Così, semplicemente, iniziammo anche noi a baciarci e a fare sesso assieme, come era accaduto tante altre volte, con grande piacere. L’uomo era in piedi e continuava a osservare. Vi era qualcosa in incongruo nella situazione: ci eravamo accordati per giocare tutti assieme e questo ovviamente includeva lo scambio delle partner, ma nessuno pareva ricordarlo ed eravamo semplicemente focalizzati due a due. Fu Akira a rompere la sottile patina di ghiaccio e si rivolse all’uomo: “allora vogliamo scambiare?”. Fu lui a dare il suo assenso e semplicemente loro fecero quello che veniva loro indicato. Che batticuore violento trovarmi di fronte a quel viso così puro e bello, anche se tutt’altro che innocente. Che piacere meraviglioso baciare quelle labbra perfette!! Lei rispose al mio bacio. Rispose al mio corpo. Rispose alla mia passione. Ma come sapere se quella fosse una finta a beneficio del suo munifico “amico”? Come sapere quanto lo volesse, quando mi volesse. Mi piacerebbe dire che lei era coinvolta ed eccitata da me. Il suo corpo diceva questo ma la verità è che non lo so. Non lo saprò mai.

Se recita era, una recita molto ben fatta. Avevo accanto a me una magnifica fanciulla che sapeva godere e far godere con la stessa consumata esperienza di una mia coetanea. Le sue labbra erano decise sul mio cazzo e la sua saliva calda colava lungo le palle. La sua figa era un frutto dolcissimo, con le labbra delicate e chiuse come una meravigliosa albicocca. Le sue lunghe gambe erano setose sotto le mie mani mentre scivolavo dentro e fuori di lei. Al mio fianco mi parve che anche il ragazzo fosse (o fingesse) di essere coinvolto da Akira. La voce della mia amica, che tante volte avevo udito godere, mi diceva inequivocabilmente che le stava piacendo molto come situazione. Scopammo. Scopammo a lungo. Scopammo senza riserve come animali in calore. In ogni posizione. Finché noi due maschi schizzammo quasi contemporaneamente le ragazze. La bionda non disse nulla quando vide la cappella a pochi centimetri dal suo viso. Aprì golosamente la bocca aspettando il nettare caldo che le sporcò le labbra e si posò copiosamente sulla lingua protesa.

Seguì il silenzio irreale che segue l’ultimo orgasmo. Respiri affannosi che lentamente tornano al loro ritmo. La quiete dopo che l’onda di energia è esplosa in tutto il suo fragore e in tutta la sua potenza. Successe qualcosa di vagamente ridicolo, irreale e comico. La bionda si voltò sulla sua destra e guardò Akira: “il tuo amico mi è venuto in bocca” disse con malcelato orgoglio. Per tutta risposta l’altra ribatté: “beh, il tuo ragazzo è venuto qui”, indicando il solco fra i suoi seni e il collo completamente coperti dalla crema bianca. Non avremmo mai immaginato il seguito. Un urlo improvviso echeggiò nella stanza. “No, mi avevi promesso che saresti venuto solo con me!!”. Era un urlo da ragazzina gelosa, confusa e infuriata. Chissà che accordi avevano preso fra loro e con il loro accompagnatore. Con un balzo la ragazza si alzò dal letto e corse a rifugiarsi in bagno piangente mentre Akira e io cercavamo di trattenere le risate. Al suo ragazzo non restò altro da fare che seguirla. Eravamo davvero nel teatro dell’assurdo. Noi due nudi sul letto, l’uomo che restava lì senza profferire parola e i due che udivamo parlottare confusamente al di là della sottile porta fra pianti, sospiri, recriminazioni.

In qualche modo risolsero la questione fra di loro. Uscirono silenziosi e lei appariva turbata, con gli occhi gonfi e arrossati. In quel momento mi dispiacque per lei, ma non potevo, non ero nelle condizioni di fare nulla. Se intesi correttamente quello che si dicevano avrebbero proseguito la serata dal loro “amico”. Non so dire se avrebbe ancora fatto lo spettatore o se invece quella situazione servisse per eccitare qualche suo meccanismo mentale che l’avrebbe poi condotto a possedere la bellissima bionda. Io avevo soddisfatto il mio capriccio e non provavo sensi di colpa. Oggi, a distanza, mi domando quanto sia sano questo tipo di accordo così come tutti quello che ho solamente visto da lontano. Mi domando se le ragazze siano consapevoli del prezzo che pagheranno in termini di durezza, di cinismo.
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