trio
Alina Ombre di Gelosie e Desiderio Part. 4


13.04.2025 |
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"“Cazzo… sì, ” urlò, la voce rotta dal piacere mentre iniziava a muoversi, un ritmo selvaggio che mi travolgeva, il suo sesso caldo e bagnato che mi..."
Il parquet sotto di noi era ancora freddo contro la mia pelle sudata, il mio corpo tremante dal mix di dolore e piacere che Alina mi aveva inflitto con la sua punizione crudele. Lei era accanto a me, il suo respiro caldo che mi accarezzava il viso, i suoi seni nudi che sfregavano contro il mio petto mentre mi guardava con occhi che brillavano di desiderio e potere. Si alzò lentamente, il suo corpo nudo che si ergeva sopra di me come una dea, la luce della luna che filtrava dalle finestre senza tende e accendeva la sua pelle di un bagliore argentato. La sua vagina luccicava di umori, un rivolo che colava lento lungo le cosce, un invito che mi faceva pulsare di eccitazione nonostante il tormento appena vissuto.“Non ho finito con te, amore,” sussurrò, la voce un misto di dolcezza e comando, mentre si posizionava sopra di me, le cosce aperte che incorniciavano il mio viso. Con le mani tenne aperte le grandi labbra, rivelando la sua carne rosa e lucida, grondante di desiderio, un profumo dolce e muschiato che mi avvolgeva. “Leccami… puliscimi bene,” ordinò, abbassandosi sulla mia bocca, la sua vagina calda che si posava sulle mie labbra con una pressione che mi fece gemere. La mia lingua scivolò su di lei, accarezzandola con una dolcezza famelica, succhiando il suo clitoride mentre lei gemeva piano, “Cazzo… sì, leccami la fica… succhiami tutta!”
Il suo sapore mi riempiva la bocca, un nettare selvaggio che mi mandava in estasi, e lei si muoveva sopra di me, sfregandosi contro la mia lingua con un ritmo che la faceva godere. Le sue mani mi afferrarono i capelli, tirandoli con una forza che mi strappò un gemito, e mi tenne fermo mentre si strofinava più forte, “Leccami più a fondo… voglio venire sulla tua lingua!” La mia lingua danzava dentro di lei, penetrandola con movimenti rapidi, succhiando il clitoride mentre le sue cosce tremavano, un gemito che cresceva in un urlo leggero, “Sì… cazzo, mi fai bagnare… continua, leccami la fica!”
Improvvisamente, Alina alzò leggermente il bacino, tenendomi il viso fermo con una mano mentre con l’altra mi tappava il naso. “Apri la bocca… bevi tutto, amore,” disse, la voce un misto di dolcezza e autorità, “sei stato monello… questa è la tua punizione finale.” E lasciò andare la sua vescica, un flusso caldo e dorato che mi colpì la bocca, un gusto salato e intenso che mi riempiva mentre lei mi teneva fermo, il naso chiuso che mi obbligava a ingoiare ogni goccia. “Bevi la mia piscia… cazzo, mi eccita da morire fartela bere,” gemette, il suo piacere che cresceva mentre io obbedivo, il calore che mi scivolava in gola, un atto di sottomissione che mi faceva eccitare oltre ogni limite, il mio pene che si induriva dolorosamente mentre lei godeva del mio asservimento.
Quando finì, si abbassò di nuovo, spingendo la sua vagina sulla mia bocca. “Leccami ancora… puliscimi tutta,” ordinò, e io ripresi, la lingua che scivolava tra le grandi labbra, succhiando il clitoride con una furia che la faceva tremare. “Cazzo… sì, leccami la fica… voglio venire ancora,” urlava, le sue mani che mi tiravano i capelli mentre si sfregava contro di me, il suo piacere che montava con ogni colpo della mia lingua. Ma non voleva aspettare oltre: si alzò di scatto, il suo corpo che tremava di desiderio, e mi guardò con occhi affamati. “Voglio quel tuo cazzo duro dentro di me… ora,” disse, la voce cruda e diretta.
Alina si sedette sopra di me, le sue cosce che si aprivano mentre si posizionava a cavalcioni, il mio pene duro e pulsante che svettava sotto di lei. Lo afferrò con una mano, massaggiandolo con una furia dolce che mi fece gemere, poi lo guidò dentro la sua vagina, scendendo con un movimento deciso che mi fece entrare tutto, fino in fondo. “Cazzo… sì,” urlò, la voce rotta dal piacere mentre iniziava a muoversi, un ritmo selvaggio che mi travolgeva, il suo sesso caldo e bagnato che mi stringeva come una morsa. Le sue mani scesero sul mio petto, accarezzandomi con una dolcezza che contrastava con la furia dei suoi movimenti, e mi guardò negli occhi, “Ti amo… ma sei mio, capito?”
Ogni colpo era profondo, il mio pene che scivolava dentro di lei fino a colpire il suo utero, un pieno che la faceva gemere, “Cazzo… mi stai spaccando… continua, scopami forte!” Le sue cosce tremavano, i seni che ondeggiavano liberi, i capezzoli duri che spiccavano contro la pelle chiara mentre si abbandonava al piacere. Le mie mani le afferrarono i fianchi, spingendola giù con più forza, e lei urlò, “Sì… scopami così… sto venendo!” Il suo orgasmo esplose, un fiotto caldo che mi bagnò il ventre mentre la vagina si stringeva intorno al mio pene, un piacere che mi portò al confine.
“Vieni con me… riempimi la figa,” implorò, e io cedetti, schizzi di sperma caldo che le inondavano la vagina, colpendole l’utero con una forza che ci fece tremare insieme, i nostri gemiti che si intrecciavano in un coro selvaggio mentre ci univamo in un’estasi profonda. “Siiii… riempimi… non ti fermare!” urlava Alina, il suo corpo che si contorceva sopra di me, il suo squirting che si mescolava al mio sperma, un’esplosione di piacere che ci lasciava senza fiato.
Ci lasciammo cadere sul divano, i nostri corpi nudi e sudati che brillavano sotto la luce della luna, il respiro affannoso che riempiva la stanza. Alina si accoccolò contro di me, il suo viso sul mio petto, le sue mani che accarezzavano il mio pene ancora duro, un sorriso soddisfatto sulle labbra. “Ti amo,” sussurrò, la voce morbida, “ma non dubitare mai più di me… o ti punirò ancora.” Mi baciò dolcemente, un contrasto con la crudezza del nostro gioco, e io la strinsi forte, sapendo che il nostro amore era un fuoco che bruciava, selvaggio e inarrestabile, un legame che si nutriva di passione e tormento.
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