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Jane, una vera troia Part. 2


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
18.04.2025    |    1.080    |    2 8.7
"Jane urlò, il piacere che la travolgeva, il suo squirt che schizzava sotto la panca, un lago che si formava sul pavimento, il profumo di sesso che saturava..."
Monaco, con i suoi grattacieli scintillanti e l’eleganza cosmopolita, era il terreno di gioco perfetto per Jane e Roberto, una coppia che viveva per il piacere estremo. Jane, la ninfomane ceca di 32 anni, era una manager di successo di giorno, ma una troia insaziabile di notte, il suo fisico da modella – alta 1,74, terza di seno soda, culo tondo scolpito – un’arma di seduzione letale. Roberto, l’italiano di 33 anni dal fisico mediterraneo, spalle larghe e occhi castani che bruciavano di passione, era il suo amante e complice, un uomo che alimentava la sua natura senza freni. Vivendo insieme in un loft moderno con vista sul centro di Monaco, trasformavano ogni angolo in un’arena di lussuria, scopando ogni giorno, il culo di Jane sempre aperto per il cazzo di Roberto, il suo squirt che bagnava pavimenti e lenzuola, il profumo di sesso che era la loro firma.
La loro passione prese una nuova direzione quando si iscrissero a siti tedeschi di scambio di coppia, un mondo di trasgressioni che li eccitava. Roberto, con il suo spirito provocatore, lanciò a Jane una sfida: superare il suo livello di troia, spingersi oltre ogni limite. “Voglio vederti perderti completamente,” le disse, il cazzo duro mentre le parlava, gli occhi che brillavano di desiderio. Jane, eccitata dall’idea, accettò, la fica già pulsante al pensiero di ciò che l’aspettava. Roberto organizzò un evento speciale: la sua prima gang bang, in un hotel a tema a sud di Monaco, un luogo discreto noto per le sue stanze dedicate al piacere estremo. La camera era dotata di un sistema di ripresa per il live streaming, con un link condiviso solo con Roberto, che avrebbe guardato da casa, nudo sul divano, il cazzo in mano, pronto a godere dello spettacolo.
Le istruzioni per Jane erano chiare: un vestito a tubino nero, niente intimo, niente calze, sandali aperti con tacchi alti, smalto rosso su mani e piedi, rossetto rosso vistoso che gridava seduzione. Jane si preparò con cura, il cuore che batteva per l’anticipazione, la fica già fradicia al pensiero di ciò che l’avrebbe travolta. Arrivò all’hotel, un edificio immerso nella campagna bavarese, e fu accompagnata in una stanza dalle luci soffuse, con tende di velluto rosso e un letto centrale coperto da lenzuola nere. Al centro, una panca imbottita con cinghie di cuoio, progettata per il piacere e la sottomissione. Su un tavolino, una bottiglia di Chianti e otto calici, un segno di ciò che stava per accadere. Jane si fermò, il respiro corto, il profumo di lavanda e muschio della stanza che si mescolava al suo odore di sesso.
La porta si aprì, e una figura entrò: una trans brasiliana mozzafiato, alta, con la pelle color caramello, capelli lunghi neri, praticamente nuda se non per un perizoma che conteneva a stento un cazzo enorme, duro e pulsante. Dietro di lei, sei uomini di varia etnia – un tedesco biondo sulla trentina, un africano muscoloso, un asiatico slanciato, un italiano brizzolato sulla cinquantina, un turco con la barba curata, un inglese sulla quarantina – tutti nudi, i cazzi già rigidi, gli occhi pieni di desiderio. Jane li osservò, la fica che pulsava, il suo squirt pronto a esplodere. Un organizzatore inviò il link del live streaming a Roberto, che si sistemò sul divano, il cazzo in mano, lo schermo che mostrava Jane al centro della stanza, una dea pronta a essere adorata e umiliata.
La trans si avvicinò a Jane, il sorriso predatore, e con un gesto rapido le sfilò il tubino, lasciandola nuda, i seni perfetti che si ergevano, il culo tondo che brillava sotto le luci soffuse. Le passò una mano sulla fica, le dita che scivolavano tra le pieghe bagnate, poi sul culo, accarezzando il buco che già pulsava. “Sei pronta, troia?” chiese, la voce morbida ma autoritaria. Jane annuì, il rossetto rosso che scintillava. La trans prese una crema lubrificante, spalmandola con cura sulla fica e sul culo di Jane, le dita che entravano nei suoi buchi, preparandola, i gemiti di Jane che rompevano il silenzio. Poi la guidò verso la panca, facendola sdraiare a pancia in giù, il culo e la fica esposti, le gambe spalancate. Le legò mani e piedi con le cinghie di cuoio, immobilizzandola, il suo corpo vulnerabile e offerto, il cuore che batteva forte, il desiderio che la consumava.
La trans orchestrò il piacere con maestria. Si inginocchiò accanto agli uomini, segando i loro cazzi con mani esperte, i muscoli che si tendevano, i gemiti che riempivano la stanza. Poi, uno a uno, li succhiava, la bocca che scivolava sui cazzi, la lingua che danzava, pompini che li portavano al confine. Il primo, il tedesco biondo, si avvicinò a Jane, il cazzo duro dopo il trattamento della trans. Scelse il culo, lubrificandolo ulteriormente, e la penetrò con un affondo deciso, il buco stretto che si apriva, il cazzo che scivolava dentro. Jane urlò, il piacere che la travolgeva, il suo squirt che schizzava sotto la panca, un lago che si formava sul pavimento, il profumo di sesso che saturava l’aria. L’uomo affondava con forza, ogni colpo che la faceva sobbalzare, il buco che lo stringeva. Quando venne, svuotò il preservativo sulla schiena di Jane, lo sperma caldo che colava sulla sua pelle, poi le avvicinò il cazzo alla bocca. Jane lo pulì, la lingua che leccava ogni traccia, il gusto salato che la faceva gemere.
Uno dopo l’altro, gli uomini seguirono. L’africano le scopò la fica, il cazzo grosso che la riempiva, ogni affondo che la faceva venire, il suo squirt che schizzava senza sosta, il lago sotto la panca che cresceva. Svuotò il preservativo sui capelli biondi di Jane, lo sperma che si intrecciava alle ciocche, poi si fece pulire il cazzo, Jane che succhiava con avidità. L’asiatico tornò al culo, il ritmo lento e profondo, il buco che si dilatava, un altro orgasmo anale che fece urlare Jane, il suo squirt che bagnava il pavimento, il suo corpo che tremava legato alla panca. Il turco scelse la fica, il cazzo che la penetrava con forza, un orgasmo vaginale che la fece squirtare ancora, il liquido che colava lungo le cosce. L’inglese e l’italiano brizzolato alternarono culo e fica, ogni affondo che portava Jane a nuovi orgasmi, il suo squirt che non si fermava, un flusso continuo che trasformava il pavimento in un mare di umori. Ogni uomo, dopo averla scopata, svuotava il preservativo sulla sua schiena o sui capelli, il liquido caldo che la copriva, un’umiliazione che la eccitava, il suo squirt che era un inno al piacere.
Jane era persa in un vortice di orgasmi, ogni penetrazione che la portava più in alto. Gli orgasmi vaginali erano esplosivi, la fica che si contraeva, il suo squirt che schizzava come una fontana, il pavimento ormai un lago di umori. Gli orgasmi anali erano ancora più intensi, il buco che pulsava, il piacere che la sconvolgeva, ogni affondo che la faceva urlare, il suo squirt che colava lungo le cosce. L’umiliazione di essere legata, scopata, coperta di sperma, la rendeva ancora più troia, il suo corpo che vibrava, il rossetto rosso sbavato, i capelli appiccicosi di sperma, il suo squirt che non si fermava.
Dopo che tutti gli uomini ebbero finito, la trans si posizionò dietro Jane. Come concordato con Roberto, non usò preservativo. Le accarezzò il culo, poi la penetrò nella fica con violenza, il cazzo enorme che la riempiva, ogni affondo che la faceva urlare. Jane venne immediatamente, il suo squirt che schizzava con forza, il lago sotto la panca che si allargava, il profumo di sesso che era ormai opprimente. La trans scopava senza sosta, il ritmo brutale, e quando venne, il suo sperma caldo riempì la fica di Jane, un’esplosione che la fece urlare, un altro orgasmo che la sconvolse, il suo squirt che non si fermava. Roberto, a casa, guardava tutto, il cazzo in mano, segandosi furiosamente. Venne in un orgasmo pazzesco, lo sperma che schizzava sul divano, il piacere di vedere Jane così troia che lo travolgeva.
Nella stanza, gli uomini si versarono un calice di Chianti, brindando mentre Jane, ancora legata, vibrava per i tanti orgasmi, il corpo che tremava, il lago di squirt sotto la panca che rifletteva le luci soffuse. Dopo aver bevuto, il più anziano, l’italiano brizzolato, propose un gioco finale. “Non possiamo lasciare la bottiglia vuota,” disse, ridendo. La trans applicò altra crema sul culo e sulla fica di Jane, poi prese la bottiglia di vino, il vetro freddo che scintillava. Con un movimento lento, la inserì nella fica di Jane dal collo, il vetro che scivolava dentro, riempiendola. Jane gemette, il piacere che si mescolava al disagio, il suo squirt che schizzava intorno alla bottiglia. Poi, con un gesto audace, la trans girò la bottiglia, spingendo la parte più larga nella fica, il vetro che la dilatava al massimo, un orgasmo devastante che travolse Jane, il suo squirt che schizzava con forza, il corpo che vibrava come una corda tesa, il suo urlo che echeggiava nella stanza. I presenti, eccitati dalla scena, si masturbarono, la trans che li succhiava di nuovo, i cazzi che tornavano rigidi.
La trans tolse la bottiglia dalla fica di Jane, il vetro bagnato dei suoi umori che scintillava, e gli uomini ripresero a scoparla. L’africano la inculò, il cazzo grosso che la dilatava, un altro orgasmo anale che fece squirtare Jane, il suo urlo che riempiva la stanza. Il turco le scopò la fica, il buco ancora pulsante per la bottiglia, un orgasmo vaginale che la fece tremare, il suo squirt che schizzava sul pavimento. L’asiatico e l’inglese alternarono culo e fica, ogni affondo che portava Jane a nuovi orgasmi, il suo squirt che non si fermava. Il tedesco e l’italiano brizzolato seguirono, i loro cazzi che la penetravano senza sosta, ogni uomo che svuotava il preservativo sulla schiena e sui capelli di Jane, il liquido caldo che la copriva, poi si faceva pulire il cazzo dalla sua bocca, Jane che succhiava con devozione, il gusto di sperma e lubrificante che la consumava.
Quando tutti ebbero finito, l’italiano brizzolato disse: “Non può restare in questo stato.” Si posizionò sopra di lei e iniziò a pisciarle sulla schiena, il flusso caldo che lavava via lo sperma, scorrendo dai capelli al culo. Gli altri si unirono, litri di pioggia dorata che la bagnavano, il liquido che colava sul pavimento, mescolandosi al lago di squirt. La trans si mise davanti a Jane, pisciandole sul viso, il flusso che le lavava il rossetto sbavato, un’umiliazione finale che la fece venire di nuovo, un ultimo squirt che schizzò dalla fica, il corpo che tremava. Jane era devastata, il piacere che la consumava, il suo squirt che non si fermava.
La trans slegò Jane, aiutandola ad alzarsi con dolcezza. Gli uomini la baciarono, uno a uno, ringraziandola per il piacere, i loro volti pieni di rispetto e desiderio. Jane, tremante, fu accompagnata in bagno, dove si lavò, il corpo ancora pulsante, il ricordo degli orgasmi che la avvolgeva. Indossò di nuovo il tubino, i tacchi che ticchettavano mentre tornava da Roberto. Lui, che aveva visto tutto dal link, era venuto una seconda volta, il cazzo ancora duro al pensiero di lei. Quando Jane entrò nel loft, si guardarono, il desiderio che bruciava ancora. “Sei stata perfetta, troia,” le disse, e lei sorrise, il rossetto ormai sparito, il corpo che vibrava. “Per te, sempre,” rispose, e si baciarono, un bacio che prometteva altre notti di lussuria, con Monaco come testimone della loro passione.
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