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Un incontro sulla neve


di PattyeFranco
19.01.2016    |    13.492    |    7 9.5
"Lui rispose: “Loro questa sera scendono a valle da altri loro amici, ma non me la sento, dopo la stancata di oggi non ho voglia di scendere giù, poi..."
Dopo tante esperienze descritte al mare, in questi giorni dove si è finalmente rifatta viva la neve, mi è venuto di raccontare una fantastica situazione, proprio in montagna, tra la neve.
Si parla sempre di qualche anno fa, io e mio marito avevamo deciso di passare un fine settimana in montagna tra la neve, ci mettemmo alla ricerca di un albergo o qualcosa del genere, poi una sera parlando con un'amica, questi si offrì di prestarci la loro baita in una zona sciistica, dicendoci subito che non era proprio nel centro e che per arrivarci ci voleva una decina di minuti a piedi, quando c'era neve.
Franco ed io accettammo ben volentieri, l'amica ci spiegò bene come trovare la casa, mostrandoci anche delle foto.
Quindi il Venerdì partimmo per quel fantastico posticino, della fantastica Valtellina.
Arrivammo molto presto, così da accendere il caminetto e la stufa per riscaldare casa per cena. C'era molta neve in quei giorni, quindi mio marito mi disse che il giorno dopo avrei potuto prendermi qualche lezione di sci, visto che non ero molto brava.
Il sabato mattina, andammo dritti verso una pista, dove trovammo subito anche un maestro di sci, che dopo aver visto come sciavo, ci disse che sarebbero bastate un paio d'ore per migliorare un pò, meno male.
Quelle due ore divennero anche tre, ma molto intense. Il maestro di sci era molto severo, ma mi insegnò molto. Arrivò anche l'ora di pranzo, quindi affamata, infreddolita e anche un po' stanca decidemmo di andare in un ristorante vicino alla pista.
Mentre stavamo mangiando, notai in un tavolo poco distante, un tipo che mi sembrava di conoscere, guardava verso di noi con insistenza, come se anche lui ci conoscesse. Glielo feci notare anche a Franco, non ero infastidita da quel suo continuo guardarci, ma mi incuriosiva il fatto che avevo l'impressione di conoscerlo.
Anche per Franco rimase un mistero, finché al momento del caffè, questo si alzò venendo verso di noi e si presentò.
Fu a questo punto che capimmo chi fosse, era Fabrizio un nostro vecchio amico, ci eravamo frequentati per un po', un po' per lavoro e poi un'amicizia molto stretta, uscivamo spesso assieme, poi lui dovette andare all'estero, per motivi di lavoro e di conseguenza perdemmo i contatti. Non l'avevamo riconosciuto semplicemente perché nel periodo della nostra frequentazione aveva barba e capelli lunghi, ora era rasato e portava i capelli corti, aveva completamente cambiato look.
Devo dire sinceramente, che ora era molto più carino, sicuramente più intrigante, sembrava quasi ringiovanito, parlammo un po' dei bei tempi passati. Poi siccome era in compagnia di altri amici, lo chiamarono per andare a sciare, ci salutammo e lui se ne andò dicendo che sperava di rincontrarci con più calma, Franco gli rispose che anche noi avremmo avuto piacere di incontrarci ancora, c'era molto da parlare, da raccontare.
Poi di furia dovette andare, io e Franco finimmo il caffè e un'ammazzacaffè, pagammo e ce ne tornammo nuovamente sulla pista di sci. Durante il saliscendi su quella pista, ci capitò di incrociare spesso Fabrizio, finché in uno dei tanti incontri, si fermò di fianco a me e vedendomi un pochino insicura nelle discese, si offrì di scendere per un pezzo assieme a me, dandomi delle dritte che l'istruttore non mi aveva dato, finché arrivammo al fondo della pista. poco dopo ci raggiunse Franco, che gli chiese dove avesse lasciato gli amici, gli rispose che erano scesi da una pista più pericolosa e lui non si sentiva di rischiare, quindi finimmo di nuovo a parlare dei vecchi tempi.
Mio marito alla fine si rese conto, che se volevamo continuare a parlare con tranquillità, dovevamo andare a sederci al bar. Fabrizio accettò ben volentieri anche perché abbastanza stanco, quindi andammo a sederci ordinando tre belle cioccolate calde. Mentre chiacchieravamo, lo osservavo spesso, pensando a come basti poco per cambiare, così sbarbato e capello corto, si era reso molto più carino, un'altra persona. Ad un certo punto mio marito, gli propose di venire a cena da noi alla baita, se non era impegnato con gli amici, spiegandogli anche che per arrivarci doveva fare un pezzo a piedi.
Lui prima di accettare osservò me, poi disse:“Non vorrei essere troppo di disturbo, Patty sicuramente sarà stanca e non avrà certo voglia di mettersi a spadellare anche per me, ma mi piacerebbe proprio poter passare un po' di tempo con voi, chiacchierare dei tempi passati ma anche di questo ultimo periodo che sono stato fuori, le novità insomma”, quindi gli risposi: “Tranquillo, non c'è problema spadellare per due o per tre non cambia molto, non mi dispiace certamente, tranquillo, sarà un piacere per noi averti ospite, ma i tuoi amici?”. Lui rispose: “Loro questa sera scendono a valle da altri loro amici, ma non me la sento, dopo la stancata di oggi non ho voglia di scendere giù, poi sicuramente andranno a ballare e certamente faranno tardi, preferisco restare con voi e chiacchierare un po', comunque porterò io del buon vino da accompagnare alla cena e visto il fresco di queste serate, servirà a scaldarci un pò”.
Dopo le spiegazioni per arrivare da noi, tornammo fuori per fare ancora qualche sciata, ma il cielo si era rannuvolato e la visibilità non era più delle migliori, quindi io e Franco decidemmo di tornare in baita, così avrei anche potuto preparare con calma la cena. Con Fabrizio restammo d'accordo che sarebbe arrivato giusto per cena, il tempo di una doccia e cambiarsi.
Tornati in Baita, mi feci subito una doccia riscaldante, poi con calma mi misi a cucinare, mentre Franco dopo essere uscito a prendere legna a sufficienza per la serata, si fece una doccia pure lui.
In casa faceva abbastanza caldo, quindi mi infilai semplicemente una gonna ed una camicetta, e nonostante fossi in cucina, mi misi anche delle scarpe con il tacco, mi piace essere sempre ben presentabile anche in cucina.
Ma proprio mentre stavo cucinando sentii bussare, era già Fabrizio. Aprii la porta e si presentò come una splendida visione, senza quelle tuta da sci e vestito in modo normale, era ancora meglio, restai un attimo come imbambolata, ma poi lui mi porse subito due bottiglie di vino rosso della Valtellina e di quello buono, così che mi ripresi da quell'abbaglio.
Mentre cucinavo lui si sedette sul divano di fronte al camino, raggiunto quasi subito da Franco. Il tempo di un piccolo aperitivo e poche parole e subito fu pronta la cena, quindi subito a tavola.
Durante la cena si iniziò poi a parlare delle novità del periodo in cui lui era stato assente, ogni tanto qualche bicchiere di vino, ma durante tutto quel parlare, io mi ero un po' persa e il caldo cominciava a farsi sentire, non capivo se il caldo era per il vino, per la stufa o per quella visione che avevo di fronte, ma so solo che mi stavo trattenendo dallo spogliarmi.
A tavola una bottiglia di vino si era già volatilizzata e avevamo già aperto l'altra. Quando mi alzai per andare a preparare il caffè mi resi conto, quanto il vino avesse già fatto la sua parte.
Franco e Fabrizio andarono a sedersi davanti al camino, mentre io finivo di sparecchiare in attesa del caffè. Cominciavo a sentire veramente un forte calore e una volta pronto il caffè, andai a sedermi con loro, portando sul tavolino anche il resto del vino che era rimasto nei bicchieri.
Li restammo per un po' a parlare di nuovo dei vecchi ricordi. Poi lui iniziò a parlare delle sue esperienze dove era andato a lavorare, prima in Danimarca e poi in Svezia, vicino a Stoccolma. Naturalmente se ne uscì parlando della grande ospitalità e della grande apertura mentale nei riguardi del sesso. In quegli anni, se ne sentiva parlare di questa apertura mentale, ma sembrava più una leggenda, ma mai sentito parlare direttamente da chi lo aveva vissuto, in Italia era quasi impensabile una cosa del genere.
Il discorso ormai si era stabilizzato su quel tema, ma non so, se a causa del vino o del discorso, mi stavo accaldando sempre più, io avevo ormai gli occhi fissi su Fabrizio, ascoltandolo con i suoi aneddoti, le sue storie.
Ma con il tanto parlare e il caldo del camino, mio marito propose di prendere del limoncello fresco, per accompagnare un po' la serata, che si stava realmente scaldando. Non c'era TV o Radio e negli attimi di pausa si sentiva solo il crepitio della stufa, un'atmosfera quasi irreale, come sembrava irreale quel caldo che mi pervadeva.
Con il limoncello, brindammo alla bella serata che stavamo passando, poi Fabrizio se ne usci con una frase che mi riempì di piacere: “Comunque, che se ne dica di aperture mentali, ma il calore delle donne Italiane non ha paragone con quello delle svedesi”, al che io rispose scherzando: “quello è vero io sto letteralmente bruciando dal caldo”, scoppiammo tutti in una risata. In quel momento sentivo dentro di me veramente tanto caldo, ma mi stavo rendendo conto che il caldo veniva si dal camino e dal vino, ma più principalmente da quei discorsi e certamente da Fabrizio.
Si era creata una certa atmosfera, io guardavo lui, lui guardava me, Franco guardava noi, durante quei discorsi si sentiva il bisogno di lasciarsi andare alle sensazioni che vibravano dentro di noi.
A quel punto, visto il gran caldo che mi assaliva, presi una decisione, e mi rivolsi a loro: “Penso che non vi dispiace se vado a mettermi comoda, tu Fabrizio ormai ne sarai abituato, ma sto veramente morendo dal caldo”, Fabrizio sorrise e rispose: “Tranquilla in effetti si sente un certo calore in questo luogo fantastico, fai con comodo, sei a casa tua”, Franco confermando il discorso del caldo, si tolse il golfino seguito da Fabrizio che si tolse il maglione.
L'ambiente si era scaldato ma sicuramente non solo per il camino e la stufa, ma per certi pensieri che frullavano dentro le nostre teste, il vino seguito dal limoncello, l'atmosfera di fronte al camino, tutto aveva contribuito a lasciar cadere un po' di inibizioni.
Andai in camera e mi infilai un fantastico Babydoll Rosso coordinato con l'intimo, e una fine vestaglia rossa allacciata con del nastro a livello del seno, un regalo di Franco, per le feste natalizie, forse era un po' troppo azzardato, ma mi sentivo che l'atmosfera che si era creata, lo permetteva.
Prima di tornare di là, mi venne l'idea di osservare fuori dalla finestra e con stupore mi accorsi che stava nevicando e sicuramente non da poco tempo, ecco il perché di quello strano silenzio.
Tornai di la per riferirlo a Franco e Fabrizio, ma non appena entrai, entrambi restarono bloccati ad osservarmi quasi da imbarazzarmi, entrambi in coro esclamarono uno speciale: “wowwww”.
Ma li sbloccai subito, rivelandogli del fatto che stava nevicando, Fabrizio e Franco si diressero subito alla finestra e vedendo come nevicava e quanta ne era già scesa, Franco si rivolse a Fabrizio e gli disse: “Caro mio, mi sa che ti toccherà essere nostro ospite anche per la notte, non credo ti convenga uscire con tutta quella neve, la camera degli ospiti c'è”, Fabrizio non rispose subito, restando pensieroso, poi per niente preoccupato rispose: “Credo proprio che hai ragione, se non è un problema per voi”.
A quelle parole, mi sentii sollevata, mi sarebbe dispiaciuto se avesse deciso di tentare di andarsene lo stesso. Quell'atmosfera, mi aveva opportunamente eccitata.
Tornammo quindi a sederci di fronte al fuoco, era una situazione così intima, con un'atmosfera magica, i discorsi di Fabrizio mi avevano provocato certe voglie che non volevo certo lasciarmi sfuggire. Tutto aveva contribuito a farmi aumentare una certa disinibizione, così che senza perché ne come, mi girai verso Franco ed iniziai a baciarlo con decisione, le nostre lingue si incontrarono subito intrecciandosi con estrema passione, Franco era pure lui estremamente eccitato da quell'intima atmosfera che si era creata. Quella situazione però lasciò Fabrizio con un pò imbarazzo, di fronte all'inaspettata circostanza. Mi fermai da quel bacio nonostante la tanta ebbrezza che avevo dentro e girandomi verso Fabrizio, gli dissi: “Scusami mi è scappato, l'atmosfera mi ha fregata”, al che lui rispose: “ci mancherebbe”, e dopo aver guardato Franco, si avvicinò a me e venne deciso a baciarmi sulle labbra, per poi stuzzicarmi con la lingua, fino a che anche la mia si intrufolò alla ricerca del contatto con la sua, l'intreccio delle due lingue fu estasiante, Fabrizio sapeva baciare in modo impressionante, dolce e con intensa passione.
Durante quel dolce bacio, con una mano mi accarezzava su una guancia e con l'altra mi arruffava i capelli, tutto con intensa passione. Franco che ormai di era fatto prendere dalla passione, si abbassò dedicandosi al mio seno, baciandomelo ed accarezzandolo con estrema passione. Che fantastica situazione, li davanti ad un romantico camino acceso, immersa della passione di Franco e Fabrizio.
Tutti gli indugi a questo punto si erano rotti, così che nel continuo ed intenso bacio con Fabrizio, Franco decise di spogliarsi per poi continuare a dedicarsi al mio seno, riempiendomi contemporaneamente di carezze e baci.
Anche Fabrizio vedendo l'evolversi della situazione, decise di spogliarsi pure lui, ma tutto senza staccarsi dalla mia bocca.
Se io ero estremamente eccitata, loro non lo erano da meno. Ora sentivo addosso a me anche il calore dei loro corpi nudi, le mie mani giravano sul corpo nudo di Fabrizio accarezzandolo inesauribilmente.
L'incontro con il suo passero, non tardò molto ad arrivare. In quell'inesauribile accarezzamento, c'era in verità l'intensa ricerca di ciò che si potrebbe definire, il dolce oggetto del piacere, un notevole oggetto del desiderio.
Franco, poi mi sciolse l'asola della vestaglia e riuscì in qualche modo a spogliarmi, lasciandomi solo gli slip.
Una mia mano esplorava il corpo di Fabrizio, mentre l'altra era rimasta attaccata al suo notevole membro, duro, vibrante ed eccitato, finché anche lui decise di passare all'esplorazione del mio corpo. Con una mano iniziò ad accarezzarmi ovunque, soffermandosi prima su un seno e poi abbassandosi fino agli slip, quindi passando dal bosco arrivò finalmente alla passera, accarezzandomi dolcemente le labbra già piene dei miei umori.
Il suo accarezzarmi mi stimolava sempre più, tanto da lasciarmi andare a tutte le sensazioni possibili.
A questo punto, si staccò dalla mia bocca andando a mettersi in ginocchio, mi sfilò le mutandine, mi allargò decisamente le gambe e si tuffò prontamente, baciandomi sulle labbra della passera, era deciso, piacevole, fino ad infilare la lingua tra le labbra esagerando, la sua lingua mi penetrava quasi con avidità,
In quell'atmosfera di silenzio, si sentivano solo i nostri respiri, sospiri, il nostro ansimare, ormai eravamo immersi nel piacere. Franco mi baciava con passione e devo dire con amore, mi accarezzava il seno, abbassandosi ogni tanto baciandolo e succhiandomi i capezzoli induriti, mentre io con una mano accarezzavo il suo passero.
La tanta determinazione di Fabrizio nel volermi far godere era sconvolgente, ormai la sua lingua si muoveva su tutta la mia passera dal clitoride alle labbra, fino quasi all'ano, per poi penetrarmi con le dita.
E proprio la determinazione di Fabrizio con le dita e la lingua e le passione di Franco con i suoi baci e le sue carezze, mi portarono ad un primo e piacevole orgasmo.
Dopo questo primo orgasmo, decisi di prendermi cura io di loro, dei loro passeri, quindi li feci sdraiare sul tappeto in terra, uno in fianco all'altro, mi misi in ginocchio tra le loro gambe, cosi da avere una bella visuale su entrambi, presi tra le mani entrambi i loro gioielli ed iniziai a scorrerli lentamente, erano come marmo entrambi, vibranti di bramosia, ero indecisa da chi cominciare, poi pensai: “Prima gli ospiti”, quindi mi abbassai sul pene di Fabrizio iniziando dapprima con delle decise leccate sul glande, per poi infilarlo risolutamente tra le labbra per poi affondare, accompagnando il saliscendi delle mie labbra con la mano, mentre con l'altra mano masturbavo lentamente quello di Franco.
Proseguii alternandomi tra il membro di Franco e quello di Fabrizio, finché sentii il bisogno di sentirmi penetrare, la mia passera sentiva il bisogno di contatto con uno di quei due membri, quindi andai a mettermi sul membro di Franco, quindi lo feci scivolare dentro di me molto lentamente, volevo gustarmi il lento piacere della penetrazione, iniziando poi un dolce cavalcare, muovendomi in tutti i modi possibili, volevo godere dolcemente.
Fabrizio si alzò in piedi e si posizionò di fianco a me col membro ancora voglioso delle mie labbra. Talmente ero eccitata ed ebbra di desiderio, lo presi con la mano, per poi accompagnarlo nuovamente tra le mie labbra, mantenendo un movimento costante con il cavalcare Franco.
L'atmosfera di quel momento era talmente strana e piacevole, che mi portava sempre più a godere della situazione, ma anche a godere dei due membri che mi stavano facendo gioire di desiderio. Infatti arrivai ad un altro intenso orgasmo, ansimando e gemendo, esplodendo in modo incredibile.
Fortuna che entrambi, nonostante la tanta eccitazione riuscivano a resistere dal venire, pur godendo della situazione.
Dopo questo estasiante orgasmo, rallentai decisamente il movimento fino quasi a fermarmi. Stavo prendendo fiato, quando fu Fabrizio a prendere l'iniziativa.
Mi prese per una mano e andandosi a sedere sul divano mi fece mettere sopra di lui, voleva che lo cavalcassi. Tutto normale, io molto eccitata in quella serata da favola, non mi feci certo pregare, andai subito a mettermi sopra il suo sempre più notevole gioiello, lo feci entrare dentro di me scivolando lentamente, i miei umori, lo aiutarono a scivolare dolcemente. Iniziò poi a baciarmi e succhiarmi anche il seno, io naturalmente iniziai a muovermi provando un immenso piacere da quel membro che mi riempiva, iniziando di nuovo ad ansimare di piacere, Franco nel frattempo mi baciava sempre molto intensamente.
Fabrizio aveva uno strano sorriso sulle labbra, prima credevo fosse solo per il piacere di essere dentro di me, ma presto mi accorsi del vero motivo, ad un certo punto disse a Franco di aiutarlo ad alzarsi in piedi, facendo in modo di continuare la penetrazione anche in piedi.
Una volta in piedi, io attaccata la suo collo e lui che mi sorreggeva dalle natiche, ecco la sorpresa più sconvolgente, disse a Franco: “Franco apri la porta che andiamo fuori, sotto la neve che scende, Patty proverai qualcosa di speciale”, Io lo guardai impietrita e gli gridai letteralmente: “Ma ti sei ammattito? Fuori sotto la neve con il freddo che fa? C'è da prendersi qualcosa, nooo. Non lo farai sul serio!!!”, anche Franco rimase stupito dalla richiesta, ma lo fece ugualmente e andò ad aprire, Fabrizio si incamminò deciso verso l'esterno, io continuavo a gridargli che era impazzito, che ci saremmo presi qualcosa. L'eccitazione di questa nuova e strana situazione, fu talmente inebriante che rimasi attaccata a lui, nonostante appena fuori cominciai a sentire il freddo. A questo punto Franco si avvicinò da dietro appoggiandosi a me, facendomi sentire l'unica fonte di calore sul mio corpo.
Non so cos'era, ma credo la tanta adrenalina e forse quel famoso vino, dopo poco quasi non sentivo più, tutto quel freddo, ormai mi muovevo sempre più intensamente su quel membro tremendamente eccitato.
La neve stava scendendo a grossi fiocchi su di noi, Franco dietro di me che mi teneva stretta, aiutando Fabrizio a sorreggermi, io che continuavo a muovermi sempre con maggiore intensità. Che notevole sensazione, il freddo e il caldo, la neve, questa strana esperienza, mi avevano nuovamente inebriata, fino a che mi lasciai scivolare indietro con la schiena, Franco mi sorreggeva dalle spalle, riuscendo a baciarmi con impeto, così che a questo punto non ero più io che mi muovevo e tenevo il ritmo, ma toccò a Fabrizio muoversi con molta decisione, mi penetrava con colpi profondi ed energici. In quella strana e quasi acrobatica posizione, stavo provando una nuovo piacere, stavo godendo di nuovo da indiavolata; il calore dentro di me superava il freddo della neve che mi cadeva sul corpo, sul seno, veramente stavo godendo di nuovo, riuscivo a guardare in volto Fabrizio che faticosamente mi sorreggeva ma che godeva del mio stesso piacere, eravamo illuminati esclusivamente dalla luce che usciva dalle finestre. So solo che iniziai a gridare in preda del piacere, pregando Fabrizio di non fermarsi, stavo avendo un orgasmo, forse mai provato fino ad allora, so solo che volevo che continuasse e sempre più energeticamente, lo pregavo, lo incitavo di non fermarsi, di continuare a farmi godere. Franco cercava di soffocare le mie urla di piacere baciandomi con una passione indescrivibile, sorreggendomi a fatica.
Fu un orgasmo interminabile, o forse più di uno, ma sembrava non finisse mai, e più godevo, più Fabrizio insisteva a farmi sentire sempre più in profondità il suo membro.
Fu anche per lui il momento, era troppa l'intensità, l'eccitazione di questa particolare situazione, quindi appena sentì di essere la limite, sfilò il suo membro inondami del suo caldo sperma, sentivo su di me il calore di quel liquido misto alla frescura dei fiocchi di neve, quindi esausto mi lasciò andare lentamente.
Mio marito in quel momento era estremamente eccitato, nonostante il freddo il suo membro era ancora duro e fremente, tanto che decisi di far provare anche a lui il piacere di godere tra la neve, così mi inginocchiai e prendendo decisamente il suo membro tra le mie labbra, iniziai a baciarlo e succhiarlo, muovendomi con decisione, Mentre Fabrizio da dietro mi accarezzava la schiena, come per scaldarmi, io nonostante aver goduto tanto ero sempre molto eccitata e così con tutto il vigore che avevo dentro, in poco tempo riuscii a far arrivare mio marito al godimento, non appena sentii il vibrare estremo, lo feci scivolare fuori dalla bocca e continuando a masturbarlo con la mano, lo feci godere sul mio seno,
Non so spiegare in altro modo cosa ho provato in quella nuova e strana esperienza, ma so solo che era stato estremamente piacevole.
Comunque dopo che anche Franco aveva goduto, rientrammo in casa e dopo aver baciato intensamente prima Fabrizio e poi Frano, andai a farmi una doccia alquanto riscaldante, anche se in quei momenti fuori, non sentivo tanto il freddo quanto il calore di Franco e di Fabrizio, il calore che emanavano dai loro corpi, il calore del piacere.
Nella doccia non restai sola per molto, perché entrambi mi raggiunsero, con la scusa di volersi riscaldare pure loro sotto una calda doccia, ritrovandomi così in mezzo a loro due, che a turno mi baciavano e accarezzavano il corpo.
Mi resi conto in quel momento, che non sarebbe certo finita li, la notte era ancora lunga.
Sotto la doccia, Fabrizio ci rivelò che era la prima volta che provava un'esperienza così immensamente piacevole, e volle confermare quanto il calore delle donne Italiane, superava di gran lunga quello delle Svedesi.
Mi sussurrò anche, che l'idea di uscire nella neve, era una cosa che aveva sempre fantasticato, ma mai aveva avuto occasione di metterla in pratica, nemmeno dove la neve era di casa, pur sapendo quanto poteva essere eccitante.
Da quel momento ebbi la conferma che la serata, non era proprio finita.
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